| PIETRO FOLENA. No, nel 1993.
Il secondo aspetto cui intendevo riferirmi riguarda il
CERISDI, ossia il Centro ricerche e studi direzionali che ha
sede a Palermo e che ha tra i propri soci il FORMEZ, la
Sicilcassa, l'IRCAC (cioè l'Istituto di credito agevolato alle
cooperative), il Banco di Sicilia, l'ENI e l'ESPI (ossia
l'Ente per lo sviluppo industriale della Sicilia, lo dico per
i colleghi che non siano totalmente informati sulle vicende di
tale regione). Con una deliberazione del consiglio di
presidenza dell'assemblea regionale siciliana del 1991, è
stata approvata un'intesa tra l'assemblea stessa ed il CERISDI
che prevede di usare il sistema ICARO. Lo sponsor di questa
operazione, di questo "matrimonio", è stato (nel corso della
rassegna MEDIBIT '92, la rassegna di informatica e telematica
svoltasi nei locali della Fiera del Mediterraneo dal 4 all'8
novembre 1992) l'ingegner Salvatore Greco, presidente
dell'Artemis, la società che aveva organizzato la rassegna.
L'ingegnere Salvatore Greco è uno dei principali agenti
dell'IBM della Sicilia. Devo dire, tra parentesi, che il
dottor Liotta, segretario generale dell'assemblea regionale,
si è battuto fortemente (come risulta dai verbali del
consiglio di presidenza dell'assemblea) per acquisire il
sistema IBM, anche se nello stesso tempo erano venute in campo
altre ipotesi, ossia la possibilità di acquisire sistemi
informatici da altre ditte. Salvatore Greco è stato per molti
anni dipendente degli esattori Ignazio e Nino Salvo e proprio
lui ha gestito l'operazione in base alla quale la SOGESI
(soggetto titolare del servizio di riscossione dei tributi per
conto della regione siciliana subito dopo la gestione degli
esattori Salvo) si impegnò a corrispondere ai precedenti
esattori un canone elevatissimo per il noleggio delle
attrezzature e delle tecnologie di loro proprietà. L'ingegner
Greco, cioè, fu colui che permise questo regalo ai Salvo.
Questo per quanto riguarda l'assemblea regionale.
Chiedo scusa ai colleghi ma ho compiuto, in questi mesi,
un lavoro di indagine alquanto approfondito, da quando cioè la
Commissione antimafia è stata investita della questione degli
affitti e degli appalti delle scuole a Palermo.
Ci terrei molto che questo rimanesse un oggetto importante
dell'audizione odierna. All'inizio dell'anno scolastico in
corso, la gravissima situazione della scuola a Palermo (molte
scuole non hanno aperto oppure lo hanno fatto con ritardo) è
stata oggetto di alcuni esposti presentati alla Commissione
antimafia. La questione della scuola a Palermo è antica, come
tutti i colleghi ben sanno; è antica anche come interesse
dell'antimafia. Ma tornerò più avanti su questo punto.
Vale qui la pena di richiamare alcuni dati, quelli più
importanti, concernenti le scuole di competenza comunale, cioè
le elementari e le materne.
Nei primi tre mesi di questo anno scolastico, a Palermo,
il 33 per cento delle aule delle scuole elementari e materne
risulta in affitto; lo è anche il 62 per cento delle aule
delle medie inferiori. Le spese annuali di pigione per il
comune di Palermo ammontano a 16 miliardi. Trentacinque scuole
si trovano in condizione di sfratto o di scadenza del
contratto di affitto; il 50 per cento delle scuole non ha i
requisiti obbligatori previsti dalla legge (nulla osta
antincendio, igienicità, agibilità). L'86 per cento delle
scuole ha barriere architettoniche.
Pag. 1538
Da un'analisi più dettagliata e specifica (a parte questi
dati che già manifestano il fatto che il diritto
all'istruzione non è garantito nella città di Palermo) dei
contratti di affitto, di cui si è occupata, in qualche modo,
anche la commissione bilancio del comune di Palermo (che ha
espresso parere negativo all'inizio di quest'anno scolastico
sulla proposta di deliberazione per il pagamento degli
affitti), si evince il monopolio di alcune società
immobiliari, tra cui la Strasburgo e la Leonardo da Vinci. Si
tratta di un monopolio gestito spesso in mancanza totale dei
certificati che attestino il rispetto delle norme (antimafia,
igienicità, staticità, agibilità, prevenzione incendi),
talvolta in mancanza anche dei contratti.
Si evince inoltre - questo è il punto che inquietò molte
forze politiche, molti esponenti nella città di Palermo e che
ha inquietato anche la Commissione antimafia, a livello
nazionale - che il comune non ha sanato le morosità nel
termine assegnato, con un conseguente aumento dei canoni. In
relazione a tale aumento, è necessario accertare - è questo il
problema che abbiamo dinanzi - se vi sia stata una qualche
intenzionalità nella morosità, perché quest'ultima ha favorito
un aumento piuttosto consistente dei canoni, soprattutto per
le società fondamentali.
L'immobiliare Leonardo Da Vinci ha beneficiato,
quest'anno, di un aumento di un miliardo e 906 milioni;
l'immobiliare Strasburgo ha beneficiato di un aumento di due
miliardi e 777 milioni.
Se poi analizziamo più dettagliatamente il problema,
verifichiamo come la gran parte dei contratti relativi alle
scuole di competenza comunale, a Palermo fanno riferimento ad
alcune società (sempre le stesse). Una di queste - la
principale - è, come ho appena detto, la Strasburgo. Abbiamo
fatto una indagine, tenendo conto di quanto risulta sia alla
camera di commercio di Palermo sia dagli atti della
Commissione antimafia (la Strasburgo è un nome che ricorre
nella prima relazione della Commissione). L'immobiliare
Strasburgo possiede almeno una decina - ma non farò qui un
elenco, anche perché posso lasciare la relativa documentazione
agli atti della Commissione, perché può essere utile - di
scuole materne o medie, che offre in affitto ad uso scolastico
al comune di Palermo.
L'immobiliare Strasburgo è di proprietà di Giacomo Piazza.
Come si evince dal documento n. 951 della relazione della
Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia
in Sicilia (relazione Cattanei), essa si è costituita nel
1969. Chi sono i soci di questa società? In primo luogo
Vincenzo Piazza, nato a Palermo nel 1931, indiziato mafioso,
imprenditore edile, amministratore unico della Spa immobiliare
Strasburgo. Dopo aver lavorato nell'officina del padre,
Vincenzo Piazza ha iniziato la sua attività edile ponendosi in
contatto con il capomafia Torretta e con Salvatore Bonura.
L'impresa di Vincenzo Piazza risulta iscritta alla camera
di commercio di Palermo dal 1961, con l'attività dichiarata di
costruzioni edili stradali, con sede in via Lomonaco Ciaccio
n. 6, che è l'attuale domicilio di Pietro Torretta
(capomafia). I parenti sono: Francesco Di Martino (anche il
suo nome ricorre nella relazione Cattanei) e Giacomo Piazza,
fratello di Vincenzo, che ha amministrato e tuttora amministra
la Strasburgo e, come vedremo tra poco, anche le altre società
di proprietà di questo gruppo, cioè la SICE, la Michelangelo e
la Leonardo Da Vinci.
Veniamo ora alla Leonardo Da Vinci. La società è stata
fondata nel 1967; la proprietà è stata all'inizio di Giacomo
Piazza; successivamente ne è stato amministratore Salvatore
Cottone, sostituito nel 1988 da Vincenzo Prestigiacomo. Essa
incorpora l'immobiliare Strasburgo.
Per il Chi è? di questi nomi, faccio riferimento...
| |