| Onorevoli Colleghi! -- Scopo della presente proposta di
legge è quello di tutelare il benessere fisico e psichico di
tutti gli animali che vivono a contatto con l'uomo, fatti
salvi i casi di impiego per l'alimentazione umana o per le
attività produttive. La legge n. 281 del 1991 garantisce la
tutela degli animali cosiddetti "di affezione", ovvero cani e
gatti. Una gran varietà di animali rimane quindi esclusa da
qualsiasi forma di tutela e garanzia. Ed è proprio questa
miriade di animali, grandi e piccoli, che rimane vittima ed
oggetto di crudeli divertimenti, sagre, impiego ed utilizzo
senza alcuna regolamentazione.
La sensibilità verso gli altri esseri viventi è sempre più
diffusa nella società, ma non trova ancora pieno riscontro
nella legislazione.
Con la presente proposta di legge si intende dichiarare
chiuso un periodo ed una concezione che vuole l'uomo padrone
assoluto e sopraffattore che ridicolizza gli altri animali, li
usa e li impiega non per le proprie necessità ma per mero
divertimento.
L'esposizione e la detenzione degli animali (Zoo) è ormai
didatticamente ampiamente superata ed inefficace. La
documentaristica ed i mezzi di comunicazione hanno ridotto
notevolmente le distanze tra noi ed il mondo animale, tra noi
e le altre specie, e costituiscono certo una valida
alternativa all'esposizione di un animale vivo
decontestualizzato ed alienato.
L'articolo 1 sancisce l'ispirazione della proposta di
legge, decretando che "lo Stato tutela il benessere
psico-fisico degli animali", escludendo, per ovvie ragioni,
Pag. 2
gli animali destinati all'alimentazione ed all'allevamento
per le attività produttive.
La presente proposta di legge intende tutelare tutti gli
animali, pesci compresi, ma demanda al Ministero dell'ambiente
il compito di redigere l'elenco delle specie da tutelare, al
fine di non contrastare con gli interessi economici più
generali (articolo 2).
L'articolo 3 vieta l'alienazione degli animali dal loro
contesto e dalle caratteristiche proprie della specie. Il
comma 2 dovrebbe portare alla chiusura degli zoo, veri e
propri carceri per innocenti, vietando l'esposizione di
animali salvo che questa non comporti alcuna privazione agli
stessi. Il comma 3 prevede che le norme per la stabulazione e
l'esposizione degli animali siano definite con decreto del
Ministro dell'ambiente.
L'articolo 4 vieta l'esposizione, la mostra e la vendita
ambulante di animali vivi (sono questi i casi di maggior
maltrattamento e costrizione degli animali), nonché il loro
impiego per sagre, feste e palii. Si intende con questo
articolo abolire tutte quelle forme di crudeltà e svilimento
dalla dignità alle quali sono sottoposti animali di tutti i
tipi (cavalli, asini, palmipedi, cani...) nel corso di gare e
cerimonie escludendo la manifestazioni di valenza storica che
il Ministero dell'ambiente vorrà esplicitare. L'articolo 6
vieta la vendita di animali vivi destinati all'alimentazione
umana. Oltre a voler prevenire il maltrattamento e le sevizie
dovute al trasporto, alla cottura da vivi, ad una stabulazione
inadeguata all'agonia, si vuole preservare la salute umana,
poiché agonizzando e spaventandosi molti animali secernono
sostanze (adrenalina, tossine...) altamente tossiche per la
salute dell'uomo.
L'articolo 6 intende eliminare inutili ed atroci sofferenze
ad animali che, come le aragoste, vengono bolliti vivi o che,
come i pesci, vengono lasciati agonizzare per ore e giorni nei
mercati.
Come conseguenza alla chiusura degli zoo si avrà un certo
numero di animali "non domestici" da sistemare. Onde ovviare a
questa problematica è previsto l'affidamento ad associazioni
per i diritti dagli animali legalmente riconosciute, che siano
in grado di offrire cure ed ospitalità agli animali. Il caso
della chiusura dello zoo di Milano dimostra che tale prassi è
fattibile e consolidata. Ad ogni modo con finanziamenti anche
modesti lo Stato, coadiuvato delle regioni, si fa promotore di
centri per il "pensionamento" dei suddetti animali, luoghi che
potrebbero essere, temporaneamente, i medesimi zoo
smantellati, senza alcun aggravio ulteriore per l'erario
pubblico. Si tratterebbe unicamente di garantire la
sopravvivenza degli animali, poiché oggi è oltretutto molto
difficile trovare un qualsivoglia zoo con un bilancio in
attivo. Nessun contrasto di interessi e nessun danno economico
quindi, solo un salto di qualità e di civiltà richiesto dai
tempi: gli zoo sono diseducativi per l'infanzia che impara a
concepire gli animali come esseri da ingabbiare e
sottomettere, decontestualizzati ed alienati. Il rispetto e la
convivenza con i propri simili passano anche dal rispetto
verso gli altri e lo zoo insegna solo a deridere la sofferenza
degli animali, catturati in terre lontane e detenuti fuori dal
proprio ambiente. L'articolo 9 mira a modificare l'articolo 70
del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza stabilendo
il divieto di impiego di animali in manifestazioni pubbliche,
salvo i casi di esplicita autorizzazione della legge. Si pone
così termine alla deregulation che fino ad oggi ha visto
seviziare, ridicolizzare e straziare animali in pubblico e in
privato senza alcun limite (maialini bastonati, corse di asini
con carico, lotte tra animali, alberi della cuccagna,
chioschetti che accatastano animali, tiro al piccione). Senza
alcuna rigidità si lascia comunque spazio al Ministro
dell'ambiente per consentire quelle manifestazioni il cui
divieto sarebbe estremamente problematico per la concausa di
fattori che implica e per i tempi non ancora maturi.
Lo Stato stanzia dei fondi per la costruzione dei
"pensionati" per gli animali
Pag. 3
degli zoo dismessi laddove ciò si renda necessario. In
base alla presente proposta di legge i circhi non potrebbero
più impiegare animali nei loro spettacoli, salvo esplicita
autorizzazione del Ministro dell'ambiente. L'arte circense,
per vivere,
non necessita obbligatoriamente della presenza degli animali,
il cui addestramento comporta sevizie e costrizioni di ogni
tipo.
Gli animali sono, oltretutto, sottoposti al continuo stress
degli spostamenti, delle luci e del caos.
| |