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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XII Legislatura

Documento


1015
DDL0065-0002
Progetto di legge Camera n. 65 - testo presentato - (DDL12-65)
(suddiviso in 6 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.1 dello stampato)
...C65. TESTIPDL
...C65.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNONAV ZZDDLC65 ZZ12 ZZRL ZZPR
    Onorevoli Colleghi! -- La legge 14 agosto 1991, n. 281,
  (legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione
  del randagismo), ha stabilito importanti norme per guarire la
  piaga incivile dell'abbandono e del randagismo, come quella
  relativa alla pianificazione demografica.  Tuttavia, un po' per
  la consistenza del fenomeno un po' per la modestia degli
  stanziamenti, i canili pubblici e privati esplodono dal
  sovraffollamento, al limite di condizioni igieniche
  accettabili.
    Nonostante ciò i negozi continuano a vendere cuccioli di
  tutte le razze (con picchi nelle festività natalizie) che
  vanno ad infoltire l'esercito dei randagi una volta cresciuti.
  Si compra il cane come oggetto regalo per i figli e quando ci
  si accorge che cosa comporta accudirlo lo si abbandona.  Questo
  mercato facile e poco oculato contribuisce
  in modo determinante
  al protrarsi del randagismo e rischia di vanificare lo
  sforzo delle associazioni e delle istituzioni teso a contenere
  il fenomeno.  La legge n. 281 del 1991 vieta comunque
  l'abbattimento degli animali randagi, cani e gatti, ed i
  servizi veterinari lamentano l'impossibilità di far fronte al
  problema accogliendo tutti gli animali abbandonati.  Alla
  mancanza di strutture adeguate di accoglimento, che dovranno
  comunque essere costruite ma per le quali occorre tempo,
  bisogna far fronte con un provvedimento di urgenza che
  incentivi i cittadini ad adottare i randagi.  L'unica
  possibilità per ottenere tale scopo è vietare, per un periodo
  di almeno due anni, l'importazione "industriale" di animali da
  compagnia.  Migliaia di cani e gatti provenienti dal nord e
  dall'est Europa, giungono morti a destinazione, altri
  aspettano per giorni lo sdoganamento, altri
 
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  manifestano complicazioni dopo esser stati venduti, i
  superstiti invadono il mercato degli animali da compagnia.
    Vietando, con l'articolo 1 della presente proposta di
  legge, l'importazione di animali da compagnia per un periodo
  non inferiore ai due anni si incentiva il mercato interno e la
  vendita di animali provenienti da allevamenti italiani, ma
  soprattutto si indirizza la richiesta verso l'offerta, sempre
  alta, dei canili pubblici e privati.  Nei succitati rifugi è
  possibile trovare cani di tutte le razze, anche pure, nonché
  una gran varietà di cuccioli.  Il privato verrebbe così
  "educato" ed incentivato ad adottare un cane proveniente dal
  canile anziché comperarlo.  Un simile provvedimento, inoltre,
  farebbe sentire i suoi effetti benèfici anche allo scadere del
  divieto di importazione, poiché avvicinerebbe tantissima gente
  allo sconosciuto mondo dei canili ed alla sofferenza
  dell'abbandono e farebbe sì che questa realtà non fosse più
  ignorata da alcuno, creando un flusso continuo di adozioni.
    Al fine di fare meglio comprendere l'estensione del
  fenomeno del randagismo forniamo alcuni dati: nel 1990-91 si
  stimano 420.000 cani abbandonati di cui circa 80.000
  rinselvatichiti.  Nel 1990 risultavano circa 600.000 cani con
  tutore, liberi
  di vagare.  Dodici milioni e mezzo di italiani posseggono
  uno o più cani.
    Dai dati sopra riportati si evince che il fenomeno del
  randagismo, in attesa di un inevitabile cambiamento culturale
  che porti ad un nuovo rapporto uomo-animale, rischia di
  riproporsi all'infinito, aumentando per intensità nei prossimi
  anni.  Non si possono inoltre sottovalutare le oggettive
  difficoltà dei canili pubblici e privati e delle unità
  sanitarie locali costrette a far fronte al fenomeno
  accogliendo migliaia di cani randagi (la soppressione è
  vietata).  Da queste considerazioni deriva la necessità di
  intervenire consentendo un veloce ed immediato smaltimento
  degli animali ospitati nei rifugi.
    Dopo aver affrontato e risolto l'emergenza canili potrà
  riprendere l'importazione ed il commercio di animali da
  compagnia, con l'orientamento e l'obiettivo di un progressivo
  e graduale smantellamento degli allevamenti di animali da
  affezione.
    Risulta evidente il carattere etico e culturale di un
  simile provvedimento mirato al rispetto di qualsiasi forma
  vivente ed al progressivo smantellamento del mercato di
  "schiavi animali" nell'ottica di rapporto di convivenza tra
  esseri umani e animali.
 
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