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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XII Legislatura

Documento


665
DDL0047-0002
Progetto di legge Camera n. 47 - testo presentato - (DDL12-47)
(suddiviso in 18 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.2 dello stampato)
...C47. TESTIPDL
...C47.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNONAV ZZDDLC47 ZZ12 ZZRL ZZPR
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    ONOREVOLI DEPUTATI! - Nei giorni 23, 24 e 25 settembre si
  sono verificate nelle regioni del Nord precipitazioni piovose
  persistenti e di forte intensità.
    In particolare nelle regioni Liguria, Piemonte e Valle
  d'Aosta i predetti eventi meteorologici hanno assunto il
  carattere di vero e proprio nubifragio.
    Al fine di consentire un intervento di primo sostegno alle
  predette regioni è stato emanato il decreto-legge 7 ottobre
  1993, n.401, con il quale sono stati stanziati contributi
  straordinari a favore delle indicate regioni e sono state
  previste ulteriori misure d'intervento.
    Il citato decreto-legge non è stato convertito nei termini
  utili ed il Governo lo ha reiterato prima con il decreto-legge
  6 dicembre 1993, n.504, e poi con il decretolegge 4 febbraio
  1994, n. 91, estendendo ad altre regioni l'intervento statale
  a causa dell'ondata del maltempo che ha colpito altre zone
  d'Italia.
    Anche tali decreti-legge non sono stati convertiti nei
  tempi costituzionali.
    In sede di reiterazione, pertanto, si presenta un nuovo
  testo che ha recepito le modifiche apportate dalla Camera dei
  deputati.
    Si andrà di seguito ad illustrare tale testo indicando,
  prioritariamente, i danni subìti dalle regioni beneficiarie e
  le disposizioni contenute.
  Liguria
    Dai dati forniti dal Gruppo nazionale per la difesa
  dalle catastrofi idrogeologiche, è emerso che nella regione
  Liguria dalle ore 01.00 del giorno 23 settembre alle ore 08.00
  del giorno successivo l'ammontare delle precipitazioni è stato
  misurato in 376 millimetri a fronte dei 420 millimetri
  dell'evento calamitoso verificatosi nello stesso periodo dello
  scorso anno sempre nella zona di Genova.
    Nella stessa serata del 23 settembre è stato inviato presso
  la prefettura di Genova un nucleo di valutazione del
  Dipartimento della protezione civile, allo scopo di
  collaborare nell'attività di coordinamento dei soccorsi,
  nonché al fine di mantenere il continuo collegamento con la
  sala operativa del Dipartimento stesso.
    Nella regione sono stati costituiti, attesa la gravità
  dell'evento, cinque centri operativi misti a Genova, Voltri,
  Bolzaneto, Masone e Pegli, allo scopo di coordinare gli
  interventi per i soccorsi e provvedere ad informare la
  popolazione sull'andamento del fenomeno.
    Le eccezionali precipitazioni hanno provocato straripamenti
  lungo torrenti e rii minori, frane sull'autostrada A10 nel
  tratto Pegli-Voltri e in altre strade minori statali e
  provinciali.
    Diverse frane si sono verificate, altresì, nei comuni di
  Cerànesi, Campomorone, Serra Riccò ed altri, mentre i danni
  subìti da cabine di distribuzione dell'ENEL hanno determinato
  l'interruzione dell'erogazione dell'energia elettrica.
    Nell'opera di soccorso hanno prestato la loro attività i
  Vigili urbani, i Vigili del fuoco, le forze della Polizia di
  Stato e dei Carabinieri, nonché le associazioni di
  volontariato e la Croce rossa.
    Nell'Alta Val Varenna e a Cerànesi, a causa di crolli lungo
  la viabilità principale, sono rimaste isolate alcune frazioni
  abitate da circa 250 persone, mentre nella Val Chiaravagna
  sono rimaste isolate per gli stessi motivi circa 1.200
  persone, peraltro prontamente soccorse con vari mezzi.
 
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    Gli eventi meteorici hanno prodotto danni rilevanti, in
  particolare:
    a collegamenti viari, che hanno subìto interruzioni, per
  crolli, dei corpi stradali e degli attraversamenti dei corsi
  d'acqua;
    a reti idriche e reti fognarie;
    a numerosi edifici pubblici, invasi dalle acque e che hanno
  subìto danni anche alle coperture;
    alla rete idrografica delle zone ove si devono registrare
  l'erosione delle sponde, nonché il trasporto e l'accumulo di
  materiale nell'alveo dei corsi d'acqua con notevole riduzione
  delle portate degli stessi.
    Inoltre notevoli danni sono stati subìti dalle abitazioni
  private e dalle attività produttive industriali, artigiane e
  commerciali.
  Valle d'Aosta
    Anche nella regione Valle d'Aosta si sono verificate nei
  giorni 23 e 24 e in parte del 25 settembre copiose
  precipitazioni piovose, che hanno provocato, soprattutto nelle
  regioni sud-orientali, fenomeni di frane, smottamenti e
  interruzioni nella rete viaria e l'isolamento di centri
  abitati a causa della impraticabilità delle vie di
  comunicazione del fondo valle.
    Numerose vallate laterali sono state investite da gravi
  allagamenti.
    La regione nella giornata del 24 è rimasta praticamente
  isolata anche sulle direttrici di grande comunicazione viaria
  che l'attraversano, a causa della chiusura del tunnel del Gran
  San Bernardo in entrambi i sensi e di quello del Monte Bianco
  nel senso dell'entrata in Italia.  Danni si sono verificati
  anche nella linea ferroviaria che attraversa il fondovalle
  della regione.
    A causa di tale grave situazione il presidente della
  regione, avvalendosi dei poteri conferitigli dalla statuto
  speciale, con decreto in data 24 settembre 1993, ha dichiarato
  lo stato di emergenza sull'intero territorio regionale.
    Nella regione si è dovuta lamentare la morte di una coppia
  di anziani travolti nella loro macchina dalle acque esondate
  del fiume Dora Baltea all'altezza di Chambave.
    E' stato necessario evacuare alcune abitazioni nella
  località Stafal, nella Valle di Gressoney; si sono verificate,
  altresì, anche brevi interruzioni nell'erogazione della
  energia elettrica a causa di danni alle cabine di
  trasformazione nei comuni di Gressoney, Saint Jean, Pont Saint
  Martin, Valsavarenche.
    I necessari aiuti alla popolazione sono stati assicurati
  dal centro di coordinamento dei soccorsi prontamente
  costituito.
  Piemonte
    Sempre nello stesso periodo che va dal 23 al 25
  settembre scorso violente precipitazioni atmosferiche si sono
  abbattute nella provincia di Torino e nelle altre province
  della regione.
    La provincia di Torino è stata quella maggiormente colpita
  dagli eventi meteorici.  A seguito di interruzioni stradali
  dovute a frane e smottamenti, numerosi comuni e borgate sono
  rimasti isolati.
    Numerosi corsi d'acqua, quali l'Orco, lo Stura di Lanzo e
  la Dora Baltea, hanno rotto gli argini in vari punti
  determinando vasti allagamenti ed interruzioni stradali; anche
  l'autostrada A5 Torino-Aosta e l'autostrada A4 Torino-Milano
  sono rimaste chiuse al traffico per tutto il giorno 25.
    Sono rimasti isolati i comuni di Ribordone, Chialamberto,
  Groscavallo, Ronco Canavese e Valprato Soana, nonché numerose
  frazioni e borgate di altri comuni dove i corsi d'acqua
  esondati hanno asportato lunghi tratti di strade
  provinciali.
    Hanno prestato la loro opera in tutto il territorio
  provinciale i Vigili del fuoco, i Carabinieri, le Guardie
  forestali dello Stato e volontari appartenenti al Soccorso
  alpino.
    Il Dipartimento della protezione civile ha messo a
  disposizione della prefettura un elicottero CH47 per il
  trasporto di gruppi elettrogeni a Ronco Canavese e
 
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  Valprato Soana, mentre l'Esercito ha messo a disposizione 200
  militari e numerosi mezzi per raggiungere i comuni e le
  località isolate, allo scopo di rifornirli di viveri,
  carburante e vestiario.
    Molte delle località isolate sono rimaste prive di energia
  elettrica, mentre numerose famiglie hanno dovuto abbandonare
  le abitazioni invase dalle acque.
    La prefettura ha attivato interventi assistenziali e di
  prima necessità, istituendo due centri di coordinamento in
  Pont Canavese e Chialamberto.
    Le copiose e violente precipitazioni atmosferiche
  abbattutesi nel territorio anche delle restanti province del
  Piemonte hanno determinato esondazioni di corsi d'acqua con
  conseguenti allagamenti e ingenti danni a strade, colture,
  abitazioni e condotte idriche.
  Lombardia
    Gli eventi alluvionali che hanno colpito la regione
  Lombardia si sono verificati nei giorni 24, 25 e 26 settembre
  1993, interessando particolarmente la parte nord-ovest del suo
  territorio.
    Sono pervenute dalle prefetture di Varese, Pavia, Bergamo,
  Cremona e Milano segnalazioni di esondazioni di corsi d'acqua
  minori, con conseguenti allagamenti di campagne.
    La prefettura di Milano ha attivato la sala operativa a
  seguito del rapido elevarsi del livello delle acque nella diga
  di Cassano d'Adda.  In via precauzionale sono state fatte
  evacuare le abitazioni limitrofe.  Comunque, grazie al
  miglioramento delle condizioni meteorologiche e ad interventi
  tecnici che hanno permesso un lento ma progressivo svuotamento
  del bacino, la situazione si è rapidamente normalizzata.
    Particolare preoccupazione ha destato l'esondazione
  verificatasi in alcuni tratti del lago Maggiore.
    Anche il lago di Como ha superato abbondantemente i livelli
  di guardia ed ha allagato la piazza antistante il lago.
    Sempre in provincia di Como, nel pomeriggio del 26
  settembre, materiale detritico, distaccatosi dalle pendici
  montane sovrastanti il lago di Novate Mezzola, è precipitato
  nel lago causando un'onda anomala che ha danneggiato alcuni
  muretti di cinta delle abitazioni ed il molo sulla sponda
  opposta.
    La provincia di Varese ha subìto danni alla rete stradale a
  causa di vasti allagamenti.
    Le abbondanti precipitazioni verificatesi il giorno 2
  ottobre hanno provocato una frana di notevole proporzione che
  ha interrotto la strada statale n.36 "del lago di Como e dello
  Spluga", asportando il corpo stradale e la galleria
  paravalanghe denominata "Conoia" con conseguente completa
  ostruzione della rete stradale.
  Toscana
    Gli eventi alluvionali si sono abbattuti sulla regione
  Toscana nei giorni 7, 8 e 9 ottobre 1993.
    Le province che hanno subìto danni sono quelle di Firenze,
  Pisa e Arezzo.
    Si sono verificati sul territorio interessato ingrossamenti
  di corsi d'acqua con conseguente inondazione di centri
  abitati, di zone industriali e di campagne, interruzioni
  ferroviarie, stradali e di altri servizi pubblici.
    I primi massicci interventi di soccorso alle popolazioni
  sono stati prontamente condotti dalle forze della protezione
  civile e locali.
  Lazio
    L'ondata di maltempo che ha colpito la regione Lazio si
  è verificata nei primi giorni del mese di ottobre.
    Il Dipartimento della protezione civile, a seguito di
  richiesta del prefetto di Frosinone, ha messo a disposizione
  un elicottero per il sorvolo e la ricognizione delle zone
  interessate dal maltempo.
    E' stato, così, possibile accertare che la zona più colpita
  è la piana del Sacco.
    Le intense precipitazioni hanno reso evidenti i grossi
  problemi collegati alla
 
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  regimentazione dei corsi d'acqua che attraversano aree
  territoriali altamente antropizzate e dove sono ubicati
  numerosi insediamenti produttivi.
    In alcuni comuni, infatti, si sono verificate interruzioni
  del flusso idrico, che hanno causato problemi di carattere
  igienico-sanitario.
  Friuli-Venezia Giulia
    Nei giorni 25 e 26 settembre, 1, 2 e 3 ottobre, 6, 7, 8
  e 9 ottobre 1993 si sono verificate nella regione
  Friuli-Venezia Giulia eccezionali avversità atmosferiche, che
  hanno provocato gravi danni e diffusi dissesti al regime
  idraulico, alle infrastrutture ed agli insediamenti civili ed
  industriali.
    Nel corso dell'emergenza sono stati effettuati i primissimi
  e più urgenti interventi a salvaguardia della pubblica
  incolumità e degli insediamenti.
    In particolare, le intensissime precipitazioni dei giorni
  25 e 26 settembre 1993 hanno provocato estesi allagamenti ed
  esondazioni di rogge e canali, causando gravi danni al regime
  idraulico ed agli insediamenti abitativi, nonché interruzioni
  e dissesti alla viabilità.
    I più gravi casi di allagamento si sono verificati nei
  capoluoghi e nelle frazioni dei comuni di Trivignano, Santa
  Maria la Longa, Bicinicco, Buttrio e Palmanova.
    Nei giorni 1, 2 e 3 ottobre e 6, 7, 8 e 9 ottobre 1993 si
  sono verificate ulteriori intensissime precipitazioni
  atmosferiche, che hanno complessivamente interessato l'intero
  territorio della regione Friuli-Venezia Giulia.
    Gli eventi hanno assunto particolare violenza nel settore
  orientale della regione, interessando i bacini del fiume
  Judrio e del torrente Versa, che nel volgere di poche ore
  hanno superato i livelli di guardia.
    Il territorio della regione è stato, peraltro, colpito
  nella serata del 2 ottobre da una violenta tromba d'aria che
  si è abbattuta nei comuni di Villa Santina, Tolmezzo e Lauco,
  provocando l'abbattimento di numerose piante di alto fusto,
  che a loro volta hanno determinato sia interruzioni varie che
  ostruzioni dei corsi d'acqua in piena.  Il fenomeno atmosferico
  ha altresì causato lo scoperchiamento di un cospicuo numero di
  edifici civili ed industriali.
    Gli effetti ed i danni causati dalle precipitazioni che si
  sono abbattute sulla regione hanno assunto connotati
  particolarmente gravi in quanto gli eventi alluvionali si sono
  susseguiti a distanza di pochi giorni e, quindi, hanno inciso
  su una situazione già notevolmente critica.
    Recependo un emendamento parlamentare, i benefici di cui al
  presente decretolegge sono stati estesi anche alle regioni
  Veneto, Sardegna, Puglia e Sicilia colpite dagli eventi
  alluvionali verificatisi nei mesi di settembre-dicembre
  1993.
    In sede di conversione del decreto-legge decaduto sono
  pervenute, infatti, numerose segnalazioni da parte delle
  indicate regioni di ingenti danni sul territorio e sui beni
  pubblici e privati a causa delle violente precipitazioni
  abbattutesi nelle zone.
    Il decreto-legge che si ripresenta con modificazioni si
  prefigge l'obiettivo di avviare, mediante ausili finanziari
  alle regioni per opere di propria competenza e finanziamenti
  ai vari Ministeri interessati per opere di competenza statale,
  la rilevante opera di recupero delle zone colpite dagli eventi
  alluvionali.
    A tal fine, l'articolo 1 assegna per il 1993 un contributo
  straordinario di lire 75 miliardi per la regione Liguria, lire
  75 miliardi per la regione Piemonte, lire 30 miliardi per la
  regione Valle d'Aosta, lire 4 miliardi per la regione
  Lombardia, lire 7 miliardi per la regione Toscana, lire 3,5
  miliardi per la regione Lazio e lire 1,5 miliardi per la
  regione Friuli-Venezia Giulia, da utilizzare per gli
  interventi più urgenti nei comuni che le medesime regioni
  individuano quali danneggiati, con delibera da adottarsi entro
  trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto.
    E' stata prevista la facoltà di individuare i comuni
  danneggiati entro trenta
 
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  giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge al
  fine di venire incontro alle richieste pervenute in tal senso
  dalle regioni.  Si rileva, comunque, che, trattandosi di
  contributi che andranno ad integrare i bilanci delle
  amministrazioni locali interessate e delle comunità montane ed
  investendo problematiche connesse alla gestione del
  territorio, è sembrato più opportuno affidare tali incombenze
  alle regioni.
    All'articolo 2, comma 1, è stato assegnato un contributo
  straordinario alle regioni Veneto, Sardegna, Puglia e Sicilia,
  di lire 5 miliardi per ogni regione a favore dei comuni che
  saranno individuati dalle predette regioni entro trenta giorni
  decorrenti dalla data di entrata in vigore del
  decretolegge.
    Con l'articolo 3 si provvede a stabilire le priorità nella
  esecuzione degli interventi che vengono individuati:
    nella riparazione dei danni subìti dalle infrastrutture
  viarie, idrauliche, fognarie ed igienico-sanitarie;
    nella riparazione di opere di consolidamento dei dissesti
  idrogeologici e di riassetto idraulico della rete
  idrogeologica di competenza regionale;
    nel ristoro dei danni subìti dai beni mobili privati,
  stabilendo che per tale settore di danni la quota da stanziare
  non potrà superare il 30 per cento delle somme assegnate alle
  regioni.
    Al comma 2 si consente agli enti beneficiari la possibilità
  che gli interventi siano gestiti direttamente.
    E' stato, altresì, disposto al comma 4 che, nell'ambito dei
  finanziamenti erogati alle regioni in base all'articolo 1, una
  quota pari a lire 32 miliardi, rispettivamente, per le regioni
  Liguria e Piemonte ed a lire 11 miliardi per la regione Valle
  d'Aosta sia finalizzata agli interventi di manutenzione
  idraulica degli ecosistemi fluviali, già previsti
  dall'articolo 3, comma 4, del decreto-legge 20 maggio 1993,
  n.148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio
  1993, n.236.
    Per quanto riguarda, poi, le regioni Liguria, Piemonte,
  Lombardia e Toscana, i predetti contributi, ai fini della
  valutazione dei danni e dei fabbisogni finanziari,
  costituiscono integrazione degli stanziamenti già disposti a
  favore delle predette regioni con provvedimenti legislativi
  conseguenti agli eventi alluvionali dell'anno 1992.
    L'articolo 4 consente agli enti territoriali di ricorrere
  all'accensione di mutui presso la Cassa depositi e prestiti
  con onere di ammortamento a carico dello Stato nella misura
  del 50 per cento, sulla base di puntuali e precise
  procedure.
    All'articolo 5 è prevista la possibilità per le regioni di
  delegare alle province la programmazione degli interventi da
  realizzare.
    L'articolo 6 integra di lire 50 miliardi le risorse
  derivanti dai contributi di cui all'articolo 1, comma 10,
  della legge 23 dicembre 1992, n.498.  Tale integrazione è
  destinata alla realizzazione di interventi di ricostruzione e
  riparazione degli immobili ad uso abitativo ubicati nei comuni
  individuati ai sensi di quanto disposto negli articoli 1 e
  2.
    L'articolo 7 destina la somma di lire 100 miliardi
  nell'anno 1994 al ripristino delle autostrade e delle strade
  statali e provinciali danneggiate dagli eventi alluvionali
  oggetto del presente decreto.
    L'articolo 8 dispone stanziamenti per interventi di
  competenza statale.  Infatti, con il comma 1 si autorizza la
  spesa di lire 7 miliardi per l'anno 1993 e di lire 43 miliardi
  per l'anno 1994 per interventi a sostegno delle imprese
  industriali, commerciali, artigiane, alberghiere, di servizi e
  turistiche che hanno avuto impianti e attrezzature danneggiate
  o distrutte nei comuni individuati ai sensi degli articoli 1 e
  2.
    Il comma 2 dispone il raddoppio dei contributi a fondo
  perduto da erogare alle imprese industriali che hanno subìto
  danni a seguito di eventi calamitosi.
    Il comma 3 dispone un'integrazione del Fondo di solidarietà
  nazionale in agricoltura di lire 100 miliardi per l'anno 1993
  e di lire 25 miliardi per l'anno 1994 a favore
 
                               Pag. 7
 
  delle aziende agricole situate nei territori dei comuni
  che saranno individuati, ai sensi degli articoli 1 e 2, dalle
  regioni interessate dal maltempo.
    Con tale norma si consente di derogare alle procedure di
  declaratoria dello stato di calamità naturale previste dalla
  normativa ordinaria, al fine di rendere più celere possibile
  l'erogazione dei conseguenti contributi.
    Con il comma 4 si affida al prefetto competente per
  territorio l'utilizzazione, per la realizzazione degli
  interventi urgenti previsti dagli articoli 1 e 2, del
  personale posto in cassa integrazione guadagni o in
  mobilità.
    Il comma 5 autorizza la spesa di lire 10 miliardi per la
  realizzazione degli interventi urgenti diretti al ripristino
  delle infrastrutture delle ferrovie Torino-Ceres, Canavesana e
  Domodossola-confine svizzero in concessione e della ferrovia
  Genova-Casella in gestione commissariale governativa.
    Il comma 6, infine, autorizza la spesa di lire 10 miliardi
  per interventi diretti al ripristino dei danni provocati dal
  maltempo al patrimonio culturale.
    L'articolo 9 risponde ad una esigenza di controllo.  Esso,
  invero, prevede l'obbligo per le regioni di inviare ogni sei
  mesi al
  Dipartimento della protezione civile ed al Ministero dei
  lavori pubblici una relazione sullo stato di attuazione degli
  interventi finanziati con il presente decreto-legge.
    Sui predetti interventi urgenti, altresì, potranno essere
  disposte eventuali ispezioni da parte del servizio tecnico
  ispettivo del Dipartimento della protezione civile previsto ai
  sensi dell'articolo 20 della legge 24 febbraio 1992, n.225, e
  disciplinato con il decreto del Presidente della Repubblica 30
  gennaio 1993, n.51, recante il "Regolamento concernente la
  disciplina delle ispezioni sugli interventi di emergenza".
    L'articolo 10 assoggetta al controllo consuntivo, da parte
  della Corte dei conti, il complesso degli interventi previsti
  in materia di protezione civile dalla legge di riforma 24
  febbraio 1993, n.225.  Si precisa, inoltre, che il controllo è
  esteso anche alla valutazione degli interventi sotto il
  profilo dei costi e dei risultati.
    L'articolo 11 dispone la copertura finanziaria del
  decreto.
    L'articolo 12 consente l'utilizzo delle disponibilità
  finanziarie di cui all'articolo 2 della legge 28 ottobre 1986,
  n.730, per interventi urgenti nel comune di Assisi per opere
  di urbanizzazione e su edifici pubblici e privati.
 
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