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ONOREVOLI DEPUTATI! - Nei giorni 23, 24 e 25 settembre si
sono verificate nelle regioni del Nord precipitazioni piovose
persistenti e di forte intensità.
In particolare nelle regioni Liguria, Piemonte e Valle
d'Aosta i predetti eventi meteorologici hanno assunto il
carattere di vero e proprio nubifragio.
Al fine di consentire un intervento di primo sostegno alle
predette regioni è stato emanato il decreto-legge 7 ottobre
1993, n.401, con il quale sono stati stanziati contributi
straordinari a favore delle indicate regioni e sono state
previste ulteriori misure d'intervento.
Il citato decreto-legge non è stato convertito nei termini
utili ed il Governo lo ha reiterato prima con il decreto-legge
6 dicembre 1993, n.504, e poi con il decretolegge 4 febbraio
1994, n. 91, estendendo ad altre regioni l'intervento statale
a causa dell'ondata del maltempo che ha colpito altre zone
d'Italia.
Anche tali decreti-legge non sono stati convertiti nei
tempi costituzionali.
In sede di reiterazione, pertanto, si presenta un nuovo
testo che ha recepito le modifiche apportate dalla Camera dei
deputati.
Si andrà di seguito ad illustrare tale testo indicando,
prioritariamente, i danni subìti dalle regioni beneficiarie e
le disposizioni contenute.
Liguria
Dai dati forniti dal Gruppo nazionale per la difesa
dalle catastrofi idrogeologiche, è emerso che nella regione
Liguria dalle ore 01.00 del giorno 23 settembre alle ore 08.00
del giorno successivo l'ammontare delle precipitazioni è stato
misurato in 376 millimetri a fronte dei 420 millimetri
dell'evento calamitoso verificatosi nello stesso periodo dello
scorso anno sempre nella zona di Genova.
Nella stessa serata del 23 settembre è stato inviato presso
la prefettura di Genova un nucleo di valutazione del
Dipartimento della protezione civile, allo scopo di
collaborare nell'attività di coordinamento dei soccorsi,
nonché al fine di mantenere il continuo collegamento con la
sala operativa del Dipartimento stesso.
Nella regione sono stati costituiti, attesa la gravità
dell'evento, cinque centri operativi misti a Genova, Voltri,
Bolzaneto, Masone e Pegli, allo scopo di coordinare gli
interventi per i soccorsi e provvedere ad informare la
popolazione sull'andamento del fenomeno.
Le eccezionali precipitazioni hanno provocato straripamenti
lungo torrenti e rii minori, frane sull'autostrada A10 nel
tratto Pegli-Voltri e in altre strade minori statali e
provinciali.
Diverse frane si sono verificate, altresì, nei comuni di
Cerànesi, Campomorone, Serra Riccò ed altri, mentre i danni
subìti da cabine di distribuzione dell'ENEL hanno determinato
l'interruzione dell'erogazione dell'energia elettrica.
Nell'opera di soccorso hanno prestato la loro attività i
Vigili urbani, i Vigili del fuoco, le forze della Polizia di
Stato e dei Carabinieri, nonché le associazioni di
volontariato e la Croce rossa.
Nell'Alta Val Varenna e a Cerànesi, a causa di crolli lungo
la viabilità principale, sono rimaste isolate alcune frazioni
abitate da circa 250 persone, mentre nella Val Chiaravagna
sono rimaste isolate per gli stessi motivi circa 1.200
persone, peraltro prontamente soccorse con vari mezzi.
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Gli eventi meteorici hanno prodotto danni rilevanti, in
particolare:
a collegamenti viari, che hanno subìto interruzioni, per
crolli, dei corpi stradali e degli attraversamenti dei corsi
d'acqua;
a reti idriche e reti fognarie;
a numerosi edifici pubblici, invasi dalle acque e che hanno
subìto danni anche alle coperture;
alla rete idrografica delle zone ove si devono registrare
l'erosione delle sponde, nonché il trasporto e l'accumulo di
materiale nell'alveo dei corsi d'acqua con notevole riduzione
delle portate degli stessi.
Inoltre notevoli danni sono stati subìti dalle abitazioni
private e dalle attività produttive industriali, artigiane e
commerciali.
Valle d'Aosta
Anche nella regione Valle d'Aosta si sono verificate nei
giorni 23 e 24 e in parte del 25 settembre copiose
precipitazioni piovose, che hanno provocato, soprattutto nelle
regioni sud-orientali, fenomeni di frane, smottamenti e
interruzioni nella rete viaria e l'isolamento di centri
abitati a causa della impraticabilità delle vie di
comunicazione del fondo valle.
Numerose vallate laterali sono state investite da gravi
allagamenti.
La regione nella giornata del 24 è rimasta praticamente
isolata anche sulle direttrici di grande comunicazione viaria
che l'attraversano, a causa della chiusura del tunnel del Gran
San Bernardo in entrambi i sensi e di quello del Monte Bianco
nel senso dell'entrata in Italia. Danni si sono verificati
anche nella linea ferroviaria che attraversa il fondovalle
della regione.
A causa di tale grave situazione il presidente della
regione, avvalendosi dei poteri conferitigli dalla statuto
speciale, con decreto in data 24 settembre 1993, ha dichiarato
lo stato di emergenza sull'intero territorio regionale.
Nella regione si è dovuta lamentare la morte di una coppia
di anziani travolti nella loro macchina dalle acque esondate
del fiume Dora Baltea all'altezza di Chambave.
E' stato necessario evacuare alcune abitazioni nella
località Stafal, nella Valle di Gressoney; si sono verificate,
altresì, anche brevi interruzioni nell'erogazione della
energia elettrica a causa di danni alle cabine di
trasformazione nei comuni di Gressoney, Saint Jean, Pont Saint
Martin, Valsavarenche.
I necessari aiuti alla popolazione sono stati assicurati
dal centro di coordinamento dei soccorsi prontamente
costituito.
Piemonte
Sempre nello stesso periodo che va dal 23 al 25
settembre scorso violente precipitazioni atmosferiche si sono
abbattute nella provincia di Torino e nelle altre province
della regione.
La provincia di Torino è stata quella maggiormente colpita
dagli eventi meteorici. A seguito di interruzioni stradali
dovute a frane e smottamenti, numerosi comuni e borgate sono
rimasti isolati.
Numerosi corsi d'acqua, quali l'Orco, lo Stura di Lanzo e
la Dora Baltea, hanno rotto gli argini in vari punti
determinando vasti allagamenti ed interruzioni stradali; anche
l'autostrada A5 Torino-Aosta e l'autostrada A4 Torino-Milano
sono rimaste chiuse al traffico per tutto il giorno 25.
Sono rimasti isolati i comuni di Ribordone, Chialamberto,
Groscavallo, Ronco Canavese e Valprato Soana, nonché numerose
frazioni e borgate di altri comuni dove i corsi d'acqua
esondati hanno asportato lunghi tratti di strade
provinciali.
Hanno prestato la loro opera in tutto il territorio
provinciale i Vigili del fuoco, i Carabinieri, le Guardie
forestali dello Stato e volontari appartenenti al Soccorso
alpino.
Il Dipartimento della protezione civile ha messo a
disposizione della prefettura un elicottero CH47 per il
trasporto di gruppi elettrogeni a Ronco Canavese e
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Valprato Soana, mentre l'Esercito ha messo a disposizione 200
militari e numerosi mezzi per raggiungere i comuni e le
località isolate, allo scopo di rifornirli di viveri,
carburante e vestiario.
Molte delle località isolate sono rimaste prive di energia
elettrica, mentre numerose famiglie hanno dovuto abbandonare
le abitazioni invase dalle acque.
La prefettura ha attivato interventi assistenziali e di
prima necessità, istituendo due centri di coordinamento in
Pont Canavese e Chialamberto.
Le copiose e violente precipitazioni atmosferiche
abbattutesi nel territorio anche delle restanti province del
Piemonte hanno determinato esondazioni di corsi d'acqua con
conseguenti allagamenti e ingenti danni a strade, colture,
abitazioni e condotte idriche.
Lombardia
Gli eventi alluvionali che hanno colpito la regione
Lombardia si sono verificati nei giorni 24, 25 e 26 settembre
1993, interessando particolarmente la parte nord-ovest del suo
territorio.
Sono pervenute dalle prefetture di Varese, Pavia, Bergamo,
Cremona e Milano segnalazioni di esondazioni di corsi d'acqua
minori, con conseguenti allagamenti di campagne.
La prefettura di Milano ha attivato la sala operativa a
seguito del rapido elevarsi del livello delle acque nella diga
di Cassano d'Adda. In via precauzionale sono state fatte
evacuare le abitazioni limitrofe. Comunque, grazie al
miglioramento delle condizioni meteorologiche e ad interventi
tecnici che hanno permesso un lento ma progressivo svuotamento
del bacino, la situazione si è rapidamente normalizzata.
Particolare preoccupazione ha destato l'esondazione
verificatasi in alcuni tratti del lago Maggiore.
Anche il lago di Como ha superato abbondantemente i livelli
di guardia ed ha allagato la piazza antistante il lago.
Sempre in provincia di Como, nel pomeriggio del 26
settembre, materiale detritico, distaccatosi dalle pendici
montane sovrastanti il lago di Novate Mezzola, è precipitato
nel lago causando un'onda anomala che ha danneggiato alcuni
muretti di cinta delle abitazioni ed il molo sulla sponda
opposta.
La provincia di Varese ha subìto danni alla rete stradale a
causa di vasti allagamenti.
Le abbondanti precipitazioni verificatesi il giorno 2
ottobre hanno provocato una frana di notevole proporzione che
ha interrotto la strada statale n.36 "del lago di Como e dello
Spluga", asportando il corpo stradale e la galleria
paravalanghe denominata "Conoia" con conseguente completa
ostruzione della rete stradale.
Toscana
Gli eventi alluvionali si sono abbattuti sulla regione
Toscana nei giorni 7, 8 e 9 ottobre 1993.
Le province che hanno subìto danni sono quelle di Firenze,
Pisa e Arezzo.
Si sono verificati sul territorio interessato ingrossamenti
di corsi d'acqua con conseguente inondazione di centri
abitati, di zone industriali e di campagne, interruzioni
ferroviarie, stradali e di altri servizi pubblici.
I primi massicci interventi di soccorso alle popolazioni
sono stati prontamente condotti dalle forze della protezione
civile e locali.
Lazio
L'ondata di maltempo che ha colpito la regione Lazio si
è verificata nei primi giorni del mese di ottobre.
Il Dipartimento della protezione civile, a seguito di
richiesta del prefetto di Frosinone, ha messo a disposizione
un elicottero per il sorvolo e la ricognizione delle zone
interessate dal maltempo.
E' stato, così, possibile accertare che la zona più colpita
è la piana del Sacco.
Le intense precipitazioni hanno reso evidenti i grossi
problemi collegati alla
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regimentazione dei corsi d'acqua che attraversano aree
territoriali altamente antropizzate e dove sono ubicati
numerosi insediamenti produttivi.
In alcuni comuni, infatti, si sono verificate interruzioni
del flusso idrico, che hanno causato problemi di carattere
igienico-sanitario.
Friuli-Venezia Giulia
Nei giorni 25 e 26 settembre, 1, 2 e 3 ottobre, 6, 7, 8
e 9 ottobre 1993 si sono verificate nella regione
Friuli-Venezia Giulia eccezionali avversità atmosferiche, che
hanno provocato gravi danni e diffusi dissesti al regime
idraulico, alle infrastrutture ed agli insediamenti civili ed
industriali.
Nel corso dell'emergenza sono stati effettuati i primissimi
e più urgenti interventi a salvaguardia della pubblica
incolumità e degli insediamenti.
In particolare, le intensissime precipitazioni dei giorni
25 e 26 settembre 1993 hanno provocato estesi allagamenti ed
esondazioni di rogge e canali, causando gravi danni al regime
idraulico ed agli insediamenti abitativi, nonché interruzioni
e dissesti alla viabilità.
I più gravi casi di allagamento si sono verificati nei
capoluoghi e nelle frazioni dei comuni di Trivignano, Santa
Maria la Longa, Bicinicco, Buttrio e Palmanova.
Nei giorni 1, 2 e 3 ottobre e 6, 7, 8 e 9 ottobre 1993 si
sono verificate ulteriori intensissime precipitazioni
atmosferiche, che hanno complessivamente interessato l'intero
territorio della regione Friuli-Venezia Giulia.
Gli eventi hanno assunto particolare violenza nel settore
orientale della regione, interessando i bacini del fiume
Judrio e del torrente Versa, che nel volgere di poche ore
hanno superato i livelli di guardia.
Il territorio della regione è stato, peraltro, colpito
nella serata del 2 ottobre da una violenta tromba d'aria che
si è abbattuta nei comuni di Villa Santina, Tolmezzo e Lauco,
provocando l'abbattimento di numerose piante di alto fusto,
che a loro volta hanno determinato sia interruzioni varie che
ostruzioni dei corsi d'acqua in piena. Il fenomeno atmosferico
ha altresì causato lo scoperchiamento di un cospicuo numero di
edifici civili ed industriali.
Gli effetti ed i danni causati dalle precipitazioni che si
sono abbattute sulla regione hanno assunto connotati
particolarmente gravi in quanto gli eventi alluvionali si sono
susseguiti a distanza di pochi giorni e, quindi, hanno inciso
su una situazione già notevolmente critica.
Recependo un emendamento parlamentare, i benefici di cui al
presente decretolegge sono stati estesi anche alle regioni
Veneto, Sardegna, Puglia e Sicilia colpite dagli eventi
alluvionali verificatisi nei mesi di settembre-dicembre
1993.
In sede di conversione del decreto-legge decaduto sono
pervenute, infatti, numerose segnalazioni da parte delle
indicate regioni di ingenti danni sul territorio e sui beni
pubblici e privati a causa delle violente precipitazioni
abbattutesi nelle zone.
Il decreto-legge che si ripresenta con modificazioni si
prefigge l'obiettivo di avviare, mediante ausili finanziari
alle regioni per opere di propria competenza e finanziamenti
ai vari Ministeri interessati per opere di competenza statale,
la rilevante opera di recupero delle zone colpite dagli eventi
alluvionali.
A tal fine, l'articolo 1 assegna per il 1993 un contributo
straordinario di lire 75 miliardi per la regione Liguria, lire
75 miliardi per la regione Piemonte, lire 30 miliardi per la
regione Valle d'Aosta, lire 4 miliardi per la regione
Lombardia, lire 7 miliardi per la regione Toscana, lire 3,5
miliardi per la regione Lazio e lire 1,5 miliardi per la
regione Friuli-Venezia Giulia, da utilizzare per gli
interventi più urgenti nei comuni che le medesime regioni
individuano quali danneggiati, con delibera da adottarsi entro
trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto.
E' stata prevista la facoltà di individuare i comuni
danneggiati entro trenta
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giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge al
fine di venire incontro alle richieste pervenute in tal senso
dalle regioni. Si rileva, comunque, che, trattandosi di
contributi che andranno ad integrare i bilanci delle
amministrazioni locali interessate e delle comunità montane ed
investendo problematiche connesse alla gestione del
territorio, è sembrato più opportuno affidare tali incombenze
alle regioni.
All'articolo 2, comma 1, è stato assegnato un contributo
straordinario alle regioni Veneto, Sardegna, Puglia e Sicilia,
di lire 5 miliardi per ogni regione a favore dei comuni che
saranno individuati dalle predette regioni entro trenta giorni
decorrenti dalla data di entrata in vigore del
decretolegge.
Con l'articolo 3 si provvede a stabilire le priorità nella
esecuzione degli interventi che vengono individuati:
nella riparazione dei danni subìti dalle infrastrutture
viarie, idrauliche, fognarie ed igienico-sanitarie;
nella riparazione di opere di consolidamento dei dissesti
idrogeologici e di riassetto idraulico della rete
idrogeologica di competenza regionale;
nel ristoro dei danni subìti dai beni mobili privati,
stabilendo che per tale settore di danni la quota da stanziare
non potrà superare il 30 per cento delle somme assegnate alle
regioni.
Al comma 2 si consente agli enti beneficiari la possibilità
che gli interventi siano gestiti direttamente.
E' stato, altresì, disposto al comma 4 che, nell'ambito dei
finanziamenti erogati alle regioni in base all'articolo 1, una
quota pari a lire 32 miliardi, rispettivamente, per le regioni
Liguria e Piemonte ed a lire 11 miliardi per la regione Valle
d'Aosta sia finalizzata agli interventi di manutenzione
idraulica degli ecosistemi fluviali, già previsti
dall'articolo 3, comma 4, del decreto-legge 20 maggio 1993,
n.148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio
1993, n.236.
Per quanto riguarda, poi, le regioni Liguria, Piemonte,
Lombardia e Toscana, i predetti contributi, ai fini della
valutazione dei danni e dei fabbisogni finanziari,
costituiscono integrazione degli stanziamenti già disposti a
favore delle predette regioni con provvedimenti legislativi
conseguenti agli eventi alluvionali dell'anno 1992.
L'articolo 4 consente agli enti territoriali di ricorrere
all'accensione di mutui presso la Cassa depositi e prestiti
con onere di ammortamento a carico dello Stato nella misura
del 50 per cento, sulla base di puntuali e precise
procedure.
All'articolo 5 è prevista la possibilità per le regioni di
delegare alle province la programmazione degli interventi da
realizzare.
L'articolo 6 integra di lire 50 miliardi le risorse
derivanti dai contributi di cui all'articolo 1, comma 10,
della legge 23 dicembre 1992, n.498. Tale integrazione è
destinata alla realizzazione di interventi di ricostruzione e
riparazione degli immobili ad uso abitativo ubicati nei comuni
individuati ai sensi di quanto disposto negli articoli 1 e
2.
L'articolo 7 destina la somma di lire 100 miliardi
nell'anno 1994 al ripristino delle autostrade e delle strade
statali e provinciali danneggiate dagli eventi alluvionali
oggetto del presente decreto.
L'articolo 8 dispone stanziamenti per interventi di
competenza statale. Infatti, con il comma 1 si autorizza la
spesa di lire 7 miliardi per l'anno 1993 e di lire 43 miliardi
per l'anno 1994 per interventi a sostegno delle imprese
industriali, commerciali, artigiane, alberghiere, di servizi e
turistiche che hanno avuto impianti e attrezzature danneggiate
o distrutte nei comuni individuati ai sensi degli articoli 1 e
2.
Il comma 2 dispone il raddoppio dei contributi a fondo
perduto da erogare alle imprese industriali che hanno subìto
danni a seguito di eventi calamitosi.
Il comma 3 dispone un'integrazione del Fondo di solidarietà
nazionale in agricoltura di lire 100 miliardi per l'anno 1993
e di lire 25 miliardi per l'anno 1994 a favore
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delle aziende agricole situate nei territori dei comuni
che saranno individuati, ai sensi degli articoli 1 e 2, dalle
regioni interessate dal maltempo.
Con tale norma si consente di derogare alle procedure di
declaratoria dello stato di calamità naturale previste dalla
normativa ordinaria, al fine di rendere più celere possibile
l'erogazione dei conseguenti contributi.
Con il comma 4 si affida al prefetto competente per
territorio l'utilizzazione, per la realizzazione degli
interventi urgenti previsti dagli articoli 1 e 2, del
personale posto in cassa integrazione guadagni o in
mobilità.
Il comma 5 autorizza la spesa di lire 10 miliardi per la
realizzazione degli interventi urgenti diretti al ripristino
delle infrastrutture delle ferrovie Torino-Ceres, Canavesana e
Domodossola-confine svizzero in concessione e della ferrovia
Genova-Casella in gestione commissariale governativa.
Il comma 6, infine, autorizza la spesa di lire 10 miliardi
per interventi diretti al ripristino dei danni provocati dal
maltempo al patrimonio culturale.
L'articolo 9 risponde ad una esigenza di controllo. Esso,
invero, prevede l'obbligo per le regioni di inviare ogni sei
mesi al
Dipartimento della protezione civile ed al Ministero dei
lavori pubblici una relazione sullo stato di attuazione degli
interventi finanziati con il presente decreto-legge.
Sui predetti interventi urgenti, altresì, potranno essere
disposte eventuali ispezioni da parte del servizio tecnico
ispettivo del Dipartimento della protezione civile previsto ai
sensi dell'articolo 20 della legge 24 febbraio 1992, n.225, e
disciplinato con il decreto del Presidente della Repubblica 30
gennaio 1993, n.51, recante il "Regolamento concernente la
disciplina delle ispezioni sugli interventi di emergenza".
L'articolo 10 assoggetta al controllo consuntivo, da parte
della Corte dei conti, il complesso degli interventi previsti
in materia di protezione civile dalla legge di riforma 24
febbraio 1993, n.225. Si precisa, inoltre, che il controllo è
esteso anche alla valutazione degli interventi sotto il
profilo dei costi e dei risultati.
L'articolo 11 dispone la copertura finanziaria del
decreto.
L'articolo 12 consente l'utilizzo delle disponibilità
finanziarie di cui all'articolo 2 della legge 28 ottobre 1986,
n.730, per interventi urgenti nel comune di Assisi per opere
di urbanizzazione e su edifici pubblici e privati.
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