| OMBRETTA FUMAGALLI CARULLI, Sottosegretario di Stato
per la protezione civile. Signora Presidente, onorevoli
colleghi, sono ritornata poco fa, direi quasi pochi minuti
fa, insieme al Presidente del Consiglio, da un sopralluogo
fatto nella zona del Cuneese. Mi scuseranno gli onorevoli
parlamentari se
non potrò essere esauriente come avrei voluto, dato il
tempo assai ridotto e ristretto sia per la mia assenza da
Roma, essendomi appunto recata sul luogo, sia anche per il
fatto che abbiamo ricevuto le interrogazioni parlamentari
soltanto intorno alle 19 e non siamo riusciti, a quel
punto, a raccogliere tutti i dati che avrei voluto poter
fornire in questa seduta.
Va da sé che alla fine della raccolta dei dati sarà mia
cura essere presente ove questo o l'altro ramo del
Parlamento lo richiedesse.
Vorrei svolgere in questa sede una relazione sull'attività
di supporto per le calamità connesse al rischio
idrogeologico nelle regioni Piemonte e Valle d'Aosta;
attività che è stata coordinata dal mio dipartimento fino
alle 13 di oggi. Non ho con me i dati successivi anche
perché se li avessi chiesti, avrei necessariamente
distolto l'attenzione dei funzionari da quelle attività
ancora di carattere emergenziale che sono in corso.
Il dipartimento ha convocato i servizi tecnici nazionali,
come il servizio geologico, il servizio nazionale dighe,
il servizio idrografico, così come ha convocato ed ha
preso contatti per organizzare sopralluoghi nell'area
colpita dall'evento con l'Istituto ricerca e protezione
del CNR di Torino, che ha provveduto ad attuare una
puntuale ricognizione sul territorio per censire le aree
esondate e quelle in frana. Sono state inoltre impegnate
le unità operative del gruppo nazionale difesa catastrofi
idrogeologiche. Con i responsabili dei servizi tecnici
nazionali sono stati organizzati sopralluoghi tecnici per
la valutazione della pericolosità di alcuni invasi nella
provincia di Torino e, questo pomeriggio - posso
aggiungere - anche nella provincia di Cuneo. Erano con me
anche due periti (un ingegnere e un geologo) dei servizi
tecnici nazionali deputati ai problemi delle dighe.
I tecnici del gruppo nazionale difesa catastrofi
idrogeologiche e dei servizi tecnici nazionali, attraverso
il coordinamento del dipartimento stanno già ora
elaborando una prima valutazione delle aree e delle zone
colpite dall'evento calamitoso. Dico "già ora" perché
purtroppo sono previsti peggioramenti nelle prossime ore.
Sono stati inviati
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i tecnici del servizio dighe per valutare la pericolosità
reale in particolare della diga di Spina in provincia di
Torino. Il magistrato del Po di Parma e i provveditorati
regionali delle opere pubbliche di Torino, Genova e Milano
hanno fornito in tempi reali elementi sulla situazione
idrografica connessa agli eventi calamitosi.
Abbiamo dato grande importanza anche al settore sanitario,
oltre a quello tecnico-scientifico, sul quale ho appena
riferito.
Per quanto riguarda il settore sanitario, la situazione è
sotto controllo per l'ospedale di Asti, funzionante per
quanto riguarda luce, acqua potabile e riscaldamento; non
ha problemi, almeno allo stato attuale, per eventuali
ulteriori ricoveri. Per quanto concerne l'ospedale di
Cuneo, la situazione è pressoché normale. L'ospedale ha
ricoverato anche alcuni pazienti trasferiti dalla
rianimazione dell'ospedale di Alba. Vercelli è in
situazione di normalità ed ha - almeno fino alle 19 di
questa sera - circa 40 posti letto liberi. Maggiori
problemi si registrano negli ospedali di Alessandria e di
Alba. Ad Alessandria si sta procedendo in modo ordinato al
trasferimento dei ricoverati in altri ospedali, in
particolare in quelli di Casale, Novi, Voghera, Tortona e
nel centro di neurochirurgia di Novara. Entro questa sera
verranno spostati tutti i pazienti. Ad Alba l'ospedale
funziona ma solo con cucina da campo e autobotti per
l'acqua potabile; vi è corrente elettrica e hanno ancora
letti disponibili. Devo dire che Alba è stata una delle
città più drammaticamente colpite; nella giornata di ieri
era stata segnalata come particolarmente grave la
situazione dell'ospedale. L'ENEL ha potuto attivare il
servizio e già ieri sera la luce, almeno in parte, era
tornata nelle strutture pubbliche essenziali.
Il centro emergenza sanitaria 118 di Torino continua
l'opera di coordinamento degli elicotteri per interventi
sanitari. Gli elicotteri del soccorso alpino hanno tratto
in salvo un bambino di un anno e sette adulti. Ad
Alessandria sta entrando in funzione il posto medico di
primo soccorso del treno Copifer, uno dei treni del
dipartimento della protezione civile in grado di
accogliere, sfamare, ricoverare ed eventualmente anche
curare 200 persone. Sta entrando in funzione anche
il posto medico della Croce rossa italiana. Centri di
primo soccorso medico e sociale sono stati installati da
associazioni di volontariato con componente sanitaria. Non
sono state segnalate dalle prefetture situazioni
igienico-sanitarie di rilievo.
Per quanto riguarda la dislocazione dei potabilizzatori
della Croce rossa, la situazione è la seguente: un
potabilizzatore grande ad Alessandria, uno medio a
Gabiano, un potabilizzatore grande con gruppi elettrogeni
e tralicci illuminanti ad Alba.
Per il volontariato debbo dire che abbiamo avuto una
risposta di grande generosità, poiché nel giro di mezza
giornata abbiamo potuto assicurare la presenza nel
territorio di 1400 persone, volontari professionali
specifici. In particolare hanno inviato squadre di
volontari le seguenti associazioni: sommozzatori del
Garda, soccorso alpino, associazione nazionale alpini,
subacquei sommozzatori, radio amatori (i quali sono stati
essenziali proprio nel momento in cui vi era
l'interruzione delle telecomunicazioni, che in alcuni
punti del territorio permane tutt'ora), le unità cinofile,
l'associazione nazionale pubblica assistenza e la
Misericordia d'Italia. Una parola di particolare
apprezzamento va proprio alle pubbliche assistenze e alla
Misericordia, che sono venute da Firenze con l'esperienza
e la specifica professionalità che esse avevano acquisito
nella purtroppo recente alluvione di Firenze.
Sono operanti complessivamente nelle zone colpite 1.800
volontari, oltre 200 ambulanze (mezzi del volontariato),
elicotteri, idrovore, fotoelettriche, gruppi elettrogeni,
cucine da campo, alloggiamenti per tende complete, autobus
con cucine, fuoristrada, battelli con sommozzatori. I
volontari sono in collegamento con le prefetture e con il
comando regione militare nord-ovest.
Quanto ai materiali ed ai mezzi, il servizio materiali e
mezzi del dipartimento ha provveduto a dare l'ordine di
movimentare un convoglio Copifer (convoglio di pronto
intervento ferroviario), un mezzo - come dicevo prima -
completamente autonomo per quanto riguarda anche -
aggiungo ora - la potabilizzazione dell'acqua per la
cucina e quant'altro. Tale convoglio, che garantisce
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200 posti letto, è già arrivato ed operante presso la
stazione di Alessandria. Sta per partire - è già stato
allertato - anche un secondo convoglio Copifer, da Bari,
con una capacità di recezione più o meno analoga (circa
180, se non 200 persone).
Sono allertati i competenti comandi militari della zona
per l'eventuale invio da parte del dipartimento di 225
roulottes da Vercelli e 505 da Grosseto. Per
facilitare i compiti dell'eventuale invio dei mezzi
mobili, è stato mobilitato anche l'ACI (automobile club
italiano). E' stato inoltre inviato al prefetto di Asti,
che lo gestirà, un potabilizzatore di proprietà del
dipartimento.
La mobilitazione della Croce rossa è stata ingente: ha
messo a disposizione due potabilizzatori in grado di
produrre 120 mila litri di acqua al giorno in sacchetti e
200 mila litri in cisterna; inoltre ha messo a
disposizione 18 gruppi elettrogeni di diversa potenza, 3
mila coperte, 6 tralicci per l'illuminazione e mille capi
vestiario invernali.
Vari problemi si sono avuti nel settore delle
telecomunicazioni. Il servizio telecomunicazione del
dipartimento della protezione civile presso la Presidenza
del Consiglio ha immediatamente reso disponibile da
Firenze un sistema terrestre Argo per le
telecomunicazioni, che si è portato sulle zone colpite per
garantire così collegamenti di emergenza.
Fin dall'inizio si è stabilito uno stretto contatto con la
sala operativa Telecom Italia per seguire la situazione di
crisi nel settore delle telecomunicazioni.
I volontari stanno collaborando anch'essi - lo ricordo -
proprio nel settore delle telecomunicazioni, poiché nelle
zone investite dal maltempo si sono utilizzati
collegamenti radio HF con i radioamatori dell'ARI. Proprio
oggi, recandomi ad Alba, ho registrato che, in assenza del
ripristino - che nella giornata di ieri non era ancora
stato effettuato - delle linee SIP, il collegamento è
stato garantito soprattutto grazie al volontariato dei
radioamatori.
Il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, oltre ad avere
dispiegato il suo personale anche sottraendolo ad altri
compiti, ha anche inviato sul posto due apparati
satellitari; un apparato satellitare è stato inviato dal
dipartimento nella città di Asti che certamente, insieme
ad Alba, è uno dei centri più colpiti.
Per i lavori pubblici e i trasporti, tramite il
rappresentante del Ministero dei lavori pubblici,
convocato al dipartimento della protezione civile, si è
potuta conoscere la situazione della viabilità delle
strade e delle autostrade nell'area colpita dall'evento.
Sono stati contattati i compartimenti ANAS di Torino,
Genova e Milano, che hanno tempestivamente seguito
l'evoluzione degli eventi; è stato fornito un elenco
dettagliato di tutte le interruzioni della rete viaria,
che man mano viene aggiornato sia per i ripristini che per
le nuove interruzioni. Tramite i rappresentanti delle
ferrovie dello Stato si è potuta conoscere la situazione
del transito ferroviario.
Per quanto riguarda i servizi essenziali, la sala
operativa dell'ENEL è in collegamento costante con il
nostro centro-situazioni. E' stato realizzato qualche mese
fa, al momento del mio insediamento, un punto di
collegamento con l'ENEL che non vi è mai stato nel
passato. Ciò dimostra l'importanza che attribuiamo a quel
servizio essenziale che è l'erogazione di energia
elettrica... L'ENEL comunica che tutto il suo personale
delle province di Asti, Cuneo, Vercelli e Torino è
impegnato nelle zone disastrate. A causa delle
interruzioni alla viabilità stradale e del crollo dei due
ponti Chivasso e Crescentino, le rispettive località non
sono state ancora raggiunte dalle squadre ENEL. Il 55 per
cento delle cabine primarie poste a valle di Torino,
sull'asta del Po, sono purtroppo fuori uso; le cabine
secondarie - 2 mila 500 su 11 mila - sono fuori servizio
nelle province di Asti, Vercelli, Cuneo, Alessandria e
Torino. Ad Alba, come ho detto prima, è ripresa
l'erogazione dell'energia in città già dalla giornata di
ieri. Particolarmente critica rimane la situazione di
Alessandria, intorno ad Alba e a Trino Vercellese.
Situazione meno grave, allo stato attuale, anche se dal
punto di vista delle vittime ha registrato la punta
massima, è quella di Cuneo e di Mondovì.
Per quanto riguarda le strutture operative, sono stati
convocati fin dall'inizio il corpo nazionale dei Vigili
del fuoco, le forze
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armate, le forze di polizia (carabinieri, Guardia di
finanza, polizia di Stato) e la Croce rossa italiana. Il
corpo nazionale dei Vigili del fuoco (lo accennavo prima
ed ora lo approfondisco) è intervenuto con mezzi ed
attrezzature di soccorso inviati dalle regioni Lombardia,
Veneto, Emilia, Toscana, Liguria, Marche e Abruzzo, con
circa 1700 uomini e 500 mezzi. Si tratta di 20 anfibi, 7
elicotteri, 2 autobotti per rifornimento elicottero, 6
autobotti per rifornimento idrico, 10 idrovore, 35 sezioni
operative e altri mezzi per alluvioni, 2 attrezzature per
telecomunicazioni via satellite, 23 barche, 4 gruppi
elettrogeni. Il personale inviato da queste regioni
ammonta complessivamente a 1700 unità operative ed è in
continuo aumento.
Per quanto riguarda le forze armate, i militari hanno
inviato le seguenti forze, per un totale di circa 3 mila
uomini, che sono stati dislocati con vari mezzi in diverse
prefetture. Prefettura di Cuneo, comune di Alba:
battaglione VII reggimento Adria B Cremona, sedici
unità di cui sei sommozzatori, del Consubin, sei nuclei di
fotoelettriche, di cui quattro a Cortemilia (un paese
particolarmente colpito), quattro motopompe, mille
coperte, un'autobotte da 4 mila litri, un complesso
d'illuminazione campale, un elicottero per elisgombero
sanitario di due degenti in rianimazione. Comune di Ceva:
un corpo alpini, il secondo reggimento Taurinense, con
motopompa, gruppo elettrogeno e cucina, rotabile e
autobotte da 4 mila litri, un elicottero per il recupero
di trenta persone. In località Pollenzo: due autobotti da
4 mila litri cadauna, una per l'ospedale civile ed una per
il comune; un elicottero a favore dei vigili del fuoco; 50
serie di effetti letterecci. Ancora, una compagnia alpina
3 reggimento B Taurinense a Frabosa Sottana; un'altra
compagnia alpini, 2 reggimento B Taurinense a Garessio; un
elicottero a Clavesana; un elicottero a Niolla Tanaro.
Prefettura di Torino: un'autobotte da 8 mila litri per il
comune di Foglizzo; un serbatoio acqua da 4 mila litri per
il comune di San Giorgio Canavese; un serbatoio acqua da 4
mila litri per il comune di Pavone; un elicottero a Verrua
Savoia per il recupero di 18 persone in vari cascinali
isolati; 4 elicotteri
di cui uno a Varallo Sesia, uno a Chivasso, uno a Santena
e uno a Torino; 15 ACM per evacuazione alluvionati, di cui
5 a Pralormo e 10 a Montaldo Dora; 1.500 razioni di viveri
da combattimento a Montaldo Dora; 150 posti letto presso
infrastruttura militare a Venaria.
Prefettura di Vercelli: 20 unità e 3 ACM per evacuazione
personale a Varallo Sesia; un pl. rinforzato del 3 corpo
d'armata e 200 coperte da campo a Trino Vercellese (come
credo sappiate, il 3 corpo d'armata proviene da Milano);
un pl. del 3 corpo d'armata a Biella.
Prefettura di Novara: 5 M-113, di cui 3 a Romagnano Sesia
e 2 a Sorrago.
Per la prefettura di Asti: una compagnia del 21 reggimento
B Cremona ad Asti; una pala meccanica, una cucina
rotabile e 2 mila razioni di viveri da combattimento.
Per la prefettura di Alessandria: un elicottero per
l'evacuazione personale in località Solero; una compagnia
del 3 corpo d'armata a Casale Monferrato (quindi
proveniente da Milano); 100 posti letto presso
infrastruttura militare di Casale Monferrato; 5 ACM per
trasporto materiali della protezione civile; una ACL a
disposizione dell'ospedale civile di Alessandria.
Prefettura di Cremona: 20 uomini in località
Pizzighettone.
Prefettura di Savona: una compagnia del 72 reggimento
Puglie ad Albenga; il suddetto comando ha inoltre
predisposto una compagnia del 2 reggimento B Taurinense
per Cortemilia dalle ore 8 del 7 novembre 1994, una
compagnia del 3 corpo d'armata per Breme - Pavia - dalle
ore 8 del 7 novembre 1994 perché, come sapete, si sono
verificati fatti in questo momento sotto controllo, ma
comunque gravi, anche nel pavese e non soltanto nelle
regioni del Piemonte e della Valle d'Aosta; infrastrutture
militari nelle località di Asti, Casale Monferrato,
Dronero e Forte Bellarasco per l'eventuale ricovero di
sfollati; un servizio di vettovagliamento in grado di
fornire pasti caldi nelle caserme sede dei reparti, posti
di distribuzione viveri (caldi e a secco) nelle località
prossime alle aree sinistrate, razioni viveri da
combattimento fino ad un massimo di 10 mila (comprese le
3.500 già in corso di
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distribuzione), il gittamento di due ponti Bailey (di cui
uno ad Asti est ed uno a Savona), a seguito di
ricognizione specifica da effettuarsi - è già stata
effettuata - nella mattinata del 7 novembre 1994,
un'organizzazione sanitaria e veterinaria da impiegarsi
con criterio di arealità. Sono inoltre previste le
seguenti riserve: 200 unità pronte a intervenire su
richiesta della prefettura di Asti; messa in preallarme di
unità del 3 corpo d'armata (ossia da Milano).
Il totale generale (esclusi i mezzi ed i materiali
necessari alle esigenze di vita e di movimento del
personale impegnato) è di 3 mila unità circa; 43 ore-volo
di elicottero; 6 nuclei fotoelettriche; 5 autobotti; 2
serbatoi da 4 mila litri; un complesso di illuminazione
campale; 5 motopompe; un gruppo elettrogeno; 10 cucine
rotabili; 50 serie di effetti letterecci e mille coperte;
una pala meccanica; 20 ACM, 1 ACL e 5 M-113 per
evacuazione personale; 10 mila razioni viveri da
combattimento (3.500 già in corso di distribuzione); 250
posti letto presso infrastrutture militari; 2 ponti
Bailey; 4 infrastrutture militari per ricovero sfollati.
Inoltre, è stato previsto il rischieramento di 2 CH 47
del primo reggimento Aves Antares Viterbo su
Venaria Reale, in provincia di Torino; l'approntamento del
treno della protezione civile (80 posti letto con un
equipaggio di 26 unità) presso la stazione di
Castelmaggiore (provincia di Bologna).
Nel quadro di una possibile estensione del maltempo si
prevede di attivare altri comandi militari.
Per quanto riguarda l'Arma dei carabinieri, essa è
intervenuta con tremila uomini ed i seguenti mezzi: 8
elicotteri AB 412 per il recupero persone (i quali,
fino ad oggi, hanno effettuato circa 400 interventi); 4
nuclei sommozzatori ad Alessandria; 2 reparti di soccorso
dei battaglioni Piemonte e Lombardia. Tutti i
reparti dell'Arma territoriale sono operativi e il comando
generale dell'Arma fornisce dati e informazioni sui danni
alle persone attraverso i reparti dell'Arma territoriale
stessi (tutto questo anche per una doverosa conoscenza che
deve essere attuata nel territorio anche a cura dei
carabinieri e non solo delle altre strutture dello
Stato).
La Guardia di finanza concorre con 4 elicotteri, uomini
della legione Torino, del battagione allievi
sottufficiali di Cuneo, del battaglione allievi finanzieri
di Mondovì, uomini del soccorso alpino, per un totale di
400 uomini operativi in zona.
Questo che ho descritto è il quadro della situazione. Ho
letto le interrogazioni presentate e vorrei cercare di
rispondere ad alcune di esse, se non a tutte. In una di
queste si domandava notizia in merito all'intervento del
magistrato per il Po. Il compito di svolgere l'attività
conoscitiva in materia di difesa del suolo è affidato ai
servizi tecnici nazionali, i quali, con le proprie reti di
monitoraggio, fin da venerdì scorso, hanno segnalato lo
stato di preallarme anche avvalendosi delle reti di misura
delle regioni e del servizio meteorologico
dell'aeronautica. Il magistrato per il Po ha competenza
operativa solo sulle tratte arginate del fiume e dei
principali affluenti e la piena è stata ampiamente
prevista sin da sabato.
Si tratta, comunque, di una struttura che oggi può contare
soltanto su un terzo del personale previsto, costretto ad
operare tra enormi difficoltà assieme alle altre strutture
tecniche dello Stato. Le reti di rilevamento del
magistrato per il Po sono connesse con quelle del servizio
idrografico, che hanno funzionato insieme durante tutto il
periodo di crisi. Solo nella giornata odierna la rete del
magistrato (composta da 7 teleidrometri) è andata fuori
uso, ma è rimasta in uso quella del servizio idrografico
che, comunque, a mio avviso andrebbe profondamente
ampliata.
Mi è stato chiesto, inoltre, di quantificare il numero
delle vittime. La situazione della popolazione alle ore 20
è la seguente: 54 morti, 36 dispersi, 17 feriti e
cinquemila senza tetto; il totale dei comuni colpiti è di
316.
Mi è stato anche domandato, in un'interrogazione (comunque
mi ha rivolto la stessa domanda anche la stampa, per quel
pochissmo tempo che ho potuto dedicarle, poiché da venerdì
scorso siamo in uno stato prima di preallerta e poi di
piena operatività), se vi sia stata sottovalutazione degli
eventi da parte delle autorità competenti.
E' una domanda legittima di fronte ad un
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fatto così drammatico, che ha causato vittime tanto
numerose e che può riservare, in futuro, ulteriori notizie
luttuose.
Posso dire, in tranquilla coscienza, che il dipartimento
della protezione civile, fin dal 4 novembre - in
particolare, nel pomeriggio di quella giornata -, ha
allertato tutte le prefetture, tutte le regioni e anche
gli stati maggiori della difesa sulle eccezionali
avversità atmosferiche che si sarebbero abbattute su
Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta. Il motivo dell'allerta
è - come sempre, del resto - da vedersi nel senso che
tutte le autorità locali competenti di protezione civile
debbono mettere in atto la loro azione per poter
contrastare la calamità che si prevede possa svolgersi di
lì a poco: elicotteri, uomini e mezzi necessari per
fronteggiare l'emergenza sono di competenza immediata e
primaria dei prefetti, ma autorità di protezione civile -
come credo i colleghi parlamentari ormai sappiano - sono
non soltanto i prefetti, bensì anche i sindaci; infatti,
esistono competenze nelle regioni, nelle province e via
dicendo.
Il dipartimento della protezione civile si è subito
trasformato, sin dalla serata di venerdì, quando è
arrivata la notizia del possibile aggravamento della
situazione metereologica, in una potenziale unità di
crisi. Il dipartimento lavora a ritmo ininterrotto,
ventiquattr'ore su ventiquattro. Nella giornata di sabato
sono stati presi i dovuti contatti con tutte le zone nelle
quali era prevedibile un aggravamento; anzi, a quel punto
sembrava che la gravità maggiore potesse riguardare la
Liguria, non tanto il Piemonte e la Valle d'Aosta. Nella
notte di sabato la situazione si è aggravata in modo
particolare, e già dalle quattro del mattino funzionava
non solo la sala operativa, come sempre, per l'attività -
diciamo così - di tipo routinario - pur se nel nostro
settore praticamente non esiste routine -, ma un
vero e proprio coordinamento anche con tutti gli altri
ministeri potenzialmente interessati. Alle sei del mattino
si faceva il primo punto della situazione e già alle otto
si teneva una riunione con la presenza di rappresentanti
di venti tra amministrazioni dello Stato centrale ed enti
potenzialmente
competenti o cointeressati (come SIP ed ENEL).
Questa unità di crisi, che è una vera e propria unità
operativa, è tuttora presente al dipartimento nella sala
operativa della protezione civile, poiché lo stato di
emergenza continua; non dobbiamo abbassare la guardia, al
contrario dobbiamo prepararci anche ad un possibile - ma
personalmente spero, con una nota di ottimismo,
improbabile - peggioramento della situazione.
Secondo un'interrogazione, che mi ha molto stupito, dei
rappresentanti del partito popolare, avrei pronunciato
espressioni minimizzanti in non so quale dichiarazione a
non so quale emittente televisiva. Nella confusione
dell'accavallarsi di notizie, di emergenze e di esigenze
di coordinamento può anche darsi che le mie affermazioni
non siano state così convincenti e che possano essere
state fraintese, ma la portata dell'evento non è stata
affatto minimizzata, onorevole Moioli; al contrario, fin
dall'inizio abbiamo avuto la consapevolezza che si
trattava di una situazione particolarmente seria. Penso
che il riferimento fosse ad una dichiarazione estortami
nel momento in cui ieri, insieme all'onorevole Gasparri -
che è qui presente -, entravo nella sede della prefettura
di Torino per fare una prima valutazione (Torino è il
capoluogo del Piemonte) e per poter coordinare ulteriori
soccorsi.
Avevo reso una dichiarazione anche più lunga, ma non
avendo avuto il tempo in questi giorni di guardare le
televisioni, non so cosa poi sia stato trasmesso. Certo è
che nessuno di noi ha minimizzato la portata dell'evento,
anzi abbiamo chiesto fin dalla serata di venerdì, ed anche
successivamente, la massima attenzione da parte di tutte
le amministrazioni.
Nella prima mattinata di oggi abbiamo chiesto alle
prefetture di comunicarci le esigenze finanziarie per gli
interventi di primo soccorso, proprio al fine di andare
immediatamente incontro alle necessità più urgenti da loro
rappresentate.
Come riportato anche dalla stampa, domani vi sarà una
riunione del Consiglio dei ministri. Il Presidente del
Consiglio sta preparando un'ordinanza perché in quella sede
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si possa provvedere ad uno stanziamento che consenta
almeno gli interventi di primo soccorso. Senza tale
strumento l'intervento è lasciato alla buona volontà del
prefetti, i quali non dispongono dei fondi necessari. Ve
ne sono taluni molto valorosi, come quello di Alessandria,
che ho contattato anche oggi e che mi ha comunicato che
sta anticipando lui stesso le cifre necessarie.
Abbiamo dunque chiesto alle prefetture un elenco delle
esigenze più urgenti, naturalmente - lo ripeto - per far
fronte alle sole attività di primo soccorso. Poi
ovviamente bisognerà provvedere al ripristino dei beni, al
risarcimento alle persone e così via.
La prefettura di Torino ci ha chiesto un miliardo, quella
di Asti due miliardi, quella di Alessandria un miliardo,
quella di Cuneo 100 milioni, quella di Vercelli 500
milioni. Naturalmente abbiamo detto che entro la mattinata
di domani potranno ulteriormente rivedere tali previsioni,
in modo che nell'ordinanza si preveda una base minima, ma
relativamente solida, per l'intervento di primo
soccorso.
Nella seduta del Consiglio dei ministri di domani 8
novembre sarà inoltre deliberato lo stato di emergenza
nazionale ai sensi dell'articolo 5 della legge n. 225 del
1992.
In una interrogazione si lascia intravedere il sospetto
che vi sia una tendenza a minimizzare la portata del
disastro per carenza di disponibilità finanziaria. Ho già
detto che tale tendenza non rientra nelle mie intenzioni.
Certo, quello della disponibilità finanziaria è un
problema importante e grave che va risolto, ma vorrei fin
d'ora sottolineare la volontà poolitica del Governo di
venire incontro ai bisogni di queste popolazioni.
I sopralluoghi che sono stati fatti dal Presidente del
Consiglio oggi e dall'onorevole Gasparri e da me ieri
nella provincia di Torino, semmai fosse stato necessario
vedere con i nostri occhi quanto veniva riportato nelle
aride cifre dei dispacci che ci vengono inviati, credo
siano stati decisi per spingenre - ma, lo ripeto, non ve
ne era bisogno - ulteriormente la nostra volontà nel senso
che ho detto.
In alcune delle interrogazioni mi è stato domandato se si
sia proceduto ad un prima valutazione dei danni. La
calamità è troppo
recente per poterli quantificare e non è mio costume
avventurarmi in previsioni che poi non corrispondono alla
realtà. Del resto, tale compito è delle prefetture che
fino ad oggi non hanno potuto provvedere ad assolverlo,
perché sono occupate nella gestione dell'emergenza e nei
soccorsi.
E' stato chiesto anche quali concrete ed urgenti
iniziative siano state adottate. Ho già detto poco fa che
sta per essere dichiarato lo stato di emergenza nazionale
ed aggiungo che sarà approvato anche un provvedimento
concernente gli interventi di ripristino generale del
territorio e diretto a riparare i danni subiti.
In alcune interrogazioni, anzi direi che è un punto che
ricorre in diverse interrogazioni, si sottolinea che vi
sarebbe poca attenzione per la previsione e la
prevenzione. Su questo sono pienamente d'accordo. Anche in
base all'esperienza maturata in questi giorni, posso dire
che se le nostre strutture sono pronte per l'emergenza -
ovviamente, se fossimo dotati di più mezzi, sarebbe meglio
-, tuttavia vi è stata fino ad oggi un'indubbia
sottovalutazione del settore della previsione e della
prevenzione. Come loro ricorderanno, la legge n. 225 del
1992 prevede la presentazione di piani nazionali,
regionali e provinciali di previsione e prevenzione. E'
una legge di due anni fa; ebbene, sin dal momento del mio
insediamento nel consiglio nazionale della protezione
civile - il massimo organo politico nel quale siedono
sette ministri e tutti i presidenti delle regioni, i
rappresentanti delle province e dei comuni - ho
sollecitato più volte i vari livelli competenti a
presentare tali piani di previsione e di prevenzione.
Noi abbiamo pronto un nostro piano di previsione e di
prevenzione e stiamo attendendo quello delle regioni e
delle province, anche se devo dire che proprio da un punto
di vista tecnico è estremamente difficile, in un paese
come il nostro a rischio idrogeologico elevatissimo, come
pochi altri, arrivare ad elaborare un piano adeguato. E
noi vogliamo che esso sia tale e che sia giustamente
articolato.
Nell'interrogazione dell'onorevole Bertinotti si pone
correttamente in evidenza la disattenzione per la
previsione e per la prevenzione.
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Posso rassicurare l'onorevole Bertinotti che condivido le
sue valutazioni, comuni del resto anche ad altri
parlamentari.
Si pone anche un interrogativo: si accenna cioè a motivi e
a responsabilità che avrebbero impedito alla protezione
civile di adottare opportuni provvedimenti preventivi,
visto - si dice - che tali calamità naturali avvengono
ogni anno - e su questo sono d'accordo - e che
l'osservatorio meteorologico di Milano Duomo aveva messo
in guardia fin da mercoledì scorso.
Vorrei far presente all'onorevole Bertinotti che il
dipartimento è in costante comunicazione con tutti gli
uffici meteorologici ed allerta le prefetture e le regioni
ogniqualvolta si prevedano eventi di particolare
importanza. In quest'occasione si è trattato di un evento
del tutto eccezionale: qualcuno afferma che non si
verificava un fatto del genere dal 1913, altri dicono che
non accadeva nulla del genere dal 1951. Il punto è che non
siamo in grado, con le strumentazioni attualmente a nostra
disposizione, di prevedere anche l'intensità degli eventi.
Indubbiamente riusciamo a prevedere il possibile
aggravamento delle condizioni meteorologiche, ma non siamo
in grado con le strumentazioni attuali - e su questo la
scienza è sfidata ad affinarsi ed a intervenire - di
prevedere - ripeto - anche la quantificazione degli
effetti della calamità o dell'alluvione.
L'onorevole Bertinotti chiede se non riteniamo che quanto
è avvenuto sia da addebitare ad un'azione poco attenta nei
confronti del territorio e ad una scarsa applicazione
della legge in materia di difesa del suolo. Onorevole
Bertinotti, le devo rispondere che la materia esula dalle
competenze del dipartimento. Ai sensi del decreto del
Presidente della Repubblica n. 616 del 1977, tale
competenza è assegnata alle regioni. Anche su questo punto
non intendiamo fare lo scaricabarile, come sarebbe facile.
Sul tavolo del consiglio nazionale per la protezione
civile porteremo tale problema. Sottolineo che in materia
si registra un intrigo di competenze (oltre alle regioni,
occorre considerare quelle dell'autorità di bacino, come i
colleghi parlamentari ricorderanno): al riguardo vi è una
continua sollecitazione.
Alle 19,15 ho cercato - quando mi è stato
fornito il testo delle interrogazioni - di mettermi in
contatto anche con alcuni funzionari del Ministero dei
lavori pubblici; non essendo riuscita a trovarli, non sono
in grado di rispondere a taluni questiti sollevati dalle
interrogazioni, poiché non dispongo delle osservazioni del
ministero competente; a tale riguardo potrà essere più
preciso il ministro dei lavori pubblici, Radice.
E' stato inoltre domandato se non si ritenga urgente
l'avvio di un piano straordinario di riassetto idraulico
del reticolo idrografico. Pur non essendo questa una
competenza del mio dipartimento, sarebbe non solo
auspicabile ma addirittura urgente che le autorità
interessate (i lavori pubblici, le regioni ed il Ministero
dell'ambiente) si attivassero al riguardo.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
IGNAZIO LA RUSSA (ore 21,45).
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