| Onorevoli Colleghi! -- Da più parti si sollecita l'avvio di
una seria politica cimiteriale che, con adeguate misure di
pianificazione, possa affrontare ed avviare a soluzione il
grave problema della carenza di spazio nei cimiteri, senza
portare ad ulteriori cementificazioni di porzioni sempre più
grandi di territorio per accogliere le salme e le
infrastrutture necessarie per rendere possibile l'accesso di
parenti e visitatori.
La stessa richiesta di verde all'interno dei cimiteri, di
per sé giusta non solo per motivi estetici ma anche per
favorire la capacità di decomposizione del terreno, finisce
per provocare un ulteriore consumo di spazio per "città dei
morti" sempre più estese e in molti casi addirittura percorse
da auto ed autobus per consentire gli spostamenti al loro
interno. La stessa pericolosità
dal punto di vista ecologico delle grosse concentrazioni
cimiteriali dovrebbe sollecitare interventi che segnino un
cambiamento profondo nella strada finora seguita.
L'avvio di una seria politica cimiteriale capace di
affrontare alla radice questi problemi non può prescindere da
una attenta ed approfondita riflessione sulle pratiche
funerarie ammesse nel nostro Paese.
E' un fatto incontestabile che la tumulazione in loculi in
concessione per decine di anni e la tumulazione in tombe di
famiglia a carattere perpetuo determinano un enorme impiego di
spazio, la formazione di prezzi estremamente elevati per
l'acquisizione di uno spazio per la tumulazione e, spesso,
anche lo sviluppo di fenomeni speculativi.
La stessa inumazione, pur impegnando il terreno per un
periodo di tempo minore,
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pur impegnando spazi pro capite inferiori e pur non
richiedendo la costruzione di opere in muratura, ha un impatto
rilevante sul consumo di superfice in quanto non prevede la
possibilità di sepolture su più piani che i loculi consentono.
Inoltre, la tumulazione di grandi quantità di salme in spazi
ristretti riduce fortemente la capacità di decomposizione del
terreno, creando così problemi di smaltimento al momento
dell'esumazione, in quanto spesso gli spazi non sono
recuperabili a causa della presenza di una elevata percentuale
di salme non decomposte.
E' un fatto altrettanto incontestabile che nel nostro
Paese, pur essendo attualmente in fase di crescita, la pratica
della cremazione delle salme ha per ora uno scarso peso. Si
tratta di una pratica funeraria che fino a tempi recenti ha
incontrato ostacoli di natura religiosa e che, attualmente,
incontra ostacoli di natura culturale e burocratica.
La presente proposta di legge intende intervenire per
rimuovere questi ostacoli, consentendo così l'affermazione nei
fatti della pari dignità tra le diverse pratiche funerarie e
il superamento delle attuali difficoltà frapposte alla
diffusione della pratica della cremazione.
E' importante ricordare che la cremazione delle salme,
oltre a comportare un consumo di spazio minimo per la
conservazione delle ceneri, se viene effettuata in impianti
adeguati, non causa inquinamento atmosferico.
Inoltre, la cremazione offre la possibilità della
dispersione delle ceneri che, lungi dall'essere un fatto
inquinante, consente il completamento del ciclo
nascita-vita-morte in forma naturale, con il ritorno alla
natura dei resti umani, come avviene per tutte le altre forme
di vita, attraverso un gesto finalizzato alla ricongiunzione
con l'ambiente naturale: anziché morte come separazione, morte
come ricongiunzione.
Il desiderio di molti è infatti quello di ritornare, con i
resti del proprio corpo incenerito, agli elementi naturali con
cui il corpo è stato in interrelazione per tutto l'arco della
sua esistenza in vita, continuando ad esistere nella memoria
dei vivi indipendentemente dal luogo fisico. Si tratta del
desiderio di essere contemporaneamente dappertutto e in nessun
luogo e, anche, di non essere collocati nei cimiteri, enormi
magazzini di dubbia sicurezza igienica, in cui si attua il
patetico e perdente tentativo di arrestare il progredire
dell'entropia, esorcizzando la paura della morte.
L'articolo 1 della presente proposta di legge afferma la
pari dignità tra le pratiche funerarie della cremazione, della
inumazione e della tumulazione.
L'articolo 2 disciplina le modalità di manifestazione della
volontà, sempre revocabile, dei singoli cittadini di scegliere
la cremazione, prevedendo la possibilità di esprimere tale
volontà mediante dichiarazione all'ufficiale di stato civile o
mediante disposizione testamentaria.
Lo stesso articolo disciplina anche la manifestazione di
volontà per i cittadini di età compresa tra il quattordicesimo
e il diciottesimo anno di età e quella per gli interdetti e
per i minori di quattordici anni e prevede la possibilità di
deroga al disposto del comma 1, relativo alla necessità di
manifestazione di volontà da parte del defunto, in quanto, in
assenza di esplicite manifestazioni di volontà contraria alla
cremazione espressa con disposizione testamentaria, è ammessa
la richiesta di autorizzazione alla cremazione della salma da
parte del coniuge o convivente della persona defunta.
L'articolo 3 si riferisce alle procedure e certificazioni
necessarie per la cremazione e alla cremazione dei resti
mortali esumati.
L'articolo 4 stabilisce le norme relative alla
conservazione delle ceneri risultanti dalla cremazione,
prevedendo anche la possibilità della dispersione delle ceneri
in uno spazio riservato allo scopo dal comune oppure in
natura, in luoghi al di fuori dei centri abitati e con
autorizzazione preventiva del comune, salvo il caso di
dispersione in mare, ad una distanza superiore a trecento
metri dalla costa.
L'articolo 5 stabilisce le norme per la dotazione da parte
dei comuni di impianti di cremazione delle salme in modo tale
da rendere accessibile il servizio di cremazione a tutti
coloro che abbiano manifestato
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la loro volontà in tal senso, affidando invece al
Ministro dei lavori pubblici, di concerto con il Ministro
della sanità e con il Ministro dell'ambiente, l'emanazione
delle disposizioni relative ai requisiti degli impianti di
cremazione.
Lo stesso articolo afferma che il servizio di cremazione è
completamente gratuito nel caso di dispersione delle ceneri,
ammettendo tuttavia la possibilità di una tariffa pari al 50
per cento di quella eventualmente richiesta dal comune per
l'inumazione delle salme in campo comune nel caso di
conservazione delle ceneri in colombari.
Onorevoli colleghi, una rapida approvazione della presente
proposta di legge può finalmente consentire nuove prospettive
nell'ambito della politica cimiteriale, in quanto la rimozione
degli ostacoli finora frapposti alla cremazione delle salme,
oltre che soddisfare le legittime aspettative di molti
cittadini, può produrre il fatto nuovo capace di imprimere una
svolta decisiva ai gravissimi problemi connessi alla crescita
incontrollata dei cimiteri. Ci auguriamo pertanto che il più
ampio concorso delle forze politiche porti al più presto alla
discussione ed alla approvazione del testo che proponiamo.
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