| Onorevoli Colleghi! -- Il caso Morante, l'inchiesta e le
polemiche relative alla dispersione delle sue ceneri hanno
ancora una volta sollevato, come già era successo con le
problematiche relative alla donazione di organi, la questione
del potere di disporre del proprio corpo.
Attualmente l'articolo 411 del codice penale punisce con la
reclusione da due a sette anni la dispersione delle ceneri di
un cadavere anche quando viene attuata per eseguire le ultime
volontà del defunto.
Si argomenta che il sentimento di pietà verso i defunti ha
un valore morale e sociale tale da prevalere sulla stessa
volontà espressa dal defunto. Si attribuisce al sentimento di
pietà verso i defunti una forza giuridica tale da superare
quella di un atto di dichiarazione esplicita di volontà.
La categoria del sentimento di pietà verso i defunti, al
pari di quella del comune senso del pudore, è soggetta a
continuo cambiamento, ad una graduale evoluzione che,
periodicamente, occorre far avanzare aggiornando le norme che
regolano e consentono di giudicare degli atti di ciascuno di
noi.
La storia stessa della cremazione insegna che il sentimento
di pietà verso i defunti non è un dato assunto e immutabile:
caduto il veto della Chiesa cattolica, anche per le
ragionevoli argomentazioni che a questo veto si opponevano, la
cremazione è diventata un fenomeno con un certo grado di
diffusione che in questa sede non interessa quantificare,
liberamente scelta da alcuni e non da altri nell'ambito
dell'esercizio di un diritto individuale, ma che non fa
scandalo per nessuno, che non
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offende affatto il sentimento di pietà verso i defunti.
La proposta di modificare l'articolo 411 del codice penale
intende rendere possibile quanto fa parte dei desideri di
molti, che non vogliono contribuire ad ingigantire
ulteriormente i cimiteri, enormi magazzini di dubbia sicurezza
igienica in cui si attua un patetico e perdente tentativo di
arrestare il progredire dell'entropia esorcizzando la paura
della morte.
Il desiderio di molti è quello di ritornare, con i resti
del proprio corpo incenerito, agli elementi naturali con cui
il corpo è stato in interrelazione per tutto l'arco della sua
esistenza in vita. Si tratta del desiderio di continuare ad
esistere nella memoria dei vivi indipendentemente dal luogo
fisico, del desiderio di essere contemporaneamente dappertutto
e in nessun luogo e, anche, di non essere immagazzinati nei
cimiteri. Un desiderio legittimo che, approvando questa
proposta di legge, potrà essere soddisfatto senza che tutto
ciò intacchi od offenda il senso di pietà verso i defunti.
Basta immaginare e capire il gesto della "dispersione" senza
attribuirgli la connotazione negativa che in molti casi la
parola dispersione evoca ma, piuttosto, leggendo il gesto
della dispersione come gesto finalizzato alla ricongiunzione
con l'ambiente naturale: anziché morte come separazione, morte
come ricongiunzione.
Ma non si tratta soltanto di rendere possibile un gesto che
molti vorrebbero per sé, un gesto che non comporta ovviamente
inquinamento ambientale e che non è
offensivo né per il defunto che lo richiede né per il resto
della collettività; si tratta anche, con questa proposta di
legge, di mettere fine ad una realtà abbastanza diffusa, che è
il prodotto dello scontro tra l'articolo 411 del codice penale
nella sua attuale formulazione e il mutato atteggiamento nei
confronti della dispersione delle ceneri: la realtà delle
doppie urne sull'auto che effettua il trasporto al cimitero,
quella preparata per essere consegnata al cimitero e l'urna
vera, quella con le ceneri, che prenderà altre strade.
Questa realtà testimonia della diffusione della pratica,
oggi illegale, della dispersione delle ceneri, e, quindi,
dimostra che l'argomentazione relativa al sentimento di pietà
verso i defunti che dovrebbe prevalere sulla volontà del
singolo è ormai superata: il sentimento collettivo ha tra le
sue componenti anche questa realtà diffusa ma non dichiarata
apertamente proprio perché esiste l'articolo 411 nella sua
formulazione attuale.
Ma è anche una realtà che, proprio grazie all'articolo 411,
si contorna del solito sommerso che troppe volte compare nella
società e nell'economia italiana: bustarelle, sussurri e
favori, un vero e proprio mercato sottobanco che circola e
svilisce un gesto di alto valore morale e di significato molto
profondo, un gesto di amore e di grande rispetto che in altre
culture è pratica normale e socialmente riconosciuta.
Con questa argomentazione, colleghi, vi chiediamo di
approvare la presente proposta di legge.
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