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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XII Legislatura

Documento


84780
STC0030-0006
COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA SUL FENOMENO DELLA MAFIA Resoc. Stenogr. n. 30 del 17 gennaio 1995 (STC12-MAF-30)
(suddiviso in 138 Unità Documento)
Unità Documento n.6 (che inizia a pag.807 dello stampato)
...Comunicazioni del presidente sull'acquisizione degli atti processuali del caso Mandalari.
PRESIDENTE.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI
ZZSTC ZZSTC170195 ZZSTC950117 ZZSTC000195 ZZSTC000095 ZZSTC30 ZZMAF ZZMAF170195 ZZMAF950117 ZZMAF000195 ZZMAF000095 ZZMAF30 ZZ12
    PRESIDENTE.  La ringrazio, onorevole Ayala.
     Nel riferire sul caso Mandalari, partirò dall'inizio, cioè
  da quanto è già agli atti della Commissione per arrivare
  all'ordinanza di custodia cautelare.
     Di Mandalari si era occupata la Commissione antimafia
  della VI legislatura, per
 
                              Pag. 808
 
  cui si tratta di un discorso che risale molto lontano e che,
  praticamente, ritroviamo nell'ordinanza di custodia
  cautelare.
     Nella relazione della Commissione di allora e anche nella
  relazione di minoranza del senatore Pisanò si dice che il
  commercialista palermitano Pino Mandalari, candidato del
  movimento sociale italiano - credo non eletto - alle politiche
  del 1972 avesse rapporti, tramite società finanziarie, con
  Salvatore Riina, Liggio, Badalamenti e padre Coppola.  Questo
  veniva ricollegato - sono stati svolti accertamenti, per la
  verità mai conclusi, su un arco di tempo di vent'anni - al
  sequestro di persona di Torielli.  A seguito di tale sequestro,
  così come viene ripreso anche nell'ordinanza di custodia
  cautelare, il pagamento del riscatto, attraverso vari giri,
  perviene anche al Mandalari e viene poi investito, si dice, in
  alcune società.  Una di queste, che resta come elemento di
  continuità, è la Zoosicula Risa, la quale si dice risalire a
  Riina Salvatore.  Tale società inizia la sua vita con il
  provento del sequestro di persona di Torielli ed è forte
  elemento di continuità tra l'epoca e oggi.  Secondo
  l'impostazione accusatoria, attraverso questa società si
  continuerebbe, da parte del Mandalari, ad amministrare i beni
  del Riina.
     Come ho detto, la Commissione in vari momenti si occupa di
  Mandalari, anche nel corso delle sue missioni in Sicilia.  E
  già all'epoca - siamo nel 1974 - vengono rivolte alcune
  domande al sostituto Signorino, il quale riferiva che erano in
  corso accertamenti da parte della finanza sulla società Risa.
  A proposito di tali accertamenti, a distanza di tanti anni,
  non so se siano stati fatti e quali risultati abbiano avuto,
  perché non risultano agli atti, né so se siano agli atti della
  procura di Palermo.  Anche La Torre riferiva, per quanto
  riguarda Mandalari, di una indagine che doveva svolgere la
  finanza.
     La figura del Mandalari viene tratteggiata, sia nella VI
  sia nella VII legislatura, come quella di una persona che
  amministra i beni della mafia.  D'altra parte, se non vado
  errata, era intervenuta anche una condanna per favoreggiamento
  a carico del Mandalari, in compagnia del quale, quando erano
  andati per arrestarlo, si trovava anche Badalamenti.  La
  condanna fu a due anni, però mi sembra che Mandalari fu
  scarcerato poco dopo la cattura.  Anche la procura di Milano si
  era occupata di Mandalari, sempre per il sequestro Torielli,
  ma il reato è andato in prescrizione, perché sono passati anni
  senza che vi siano stati sviluppi particolari.
     Gli elementi che ho illustrato brevemente potete
  ritrovarli negli atti della VI, della VII ed anche della XI
  legislatura.  Infatti, molte cose cui fa riferimento
  l'ordinanza di custodia cautelare, oltre a quelle del 1971, si
  ritrovano anche in un'indagine, del procuratore aggiunto
  dottor Giovanni Falcone, del 7 febbraio 1991.  Vi sono i
  resoconti di intercettazioni telefoniche, le quali vengono
  anche riprese nell'ordinanza di custodia cautelare (siamo però
  a distanza di un notevole arco di tempo).  E' da sottolineare
  che Mandalari fu anche sottoposto a una misura di prevenzione
  e che fu inviato in soggiorno obbligato a Genova.  Quindi, per
  tre anni fu allontanato dalla Sicilia.
     L'indagine fu poi ripresa, anche se non riguardava
  specificamente Mandalari ma - secondo quanto è dato desumere
  dagli atti - i suoi rapporti con la massoneria.  Si torna
  comunque a parlare delle società di Mandalari, questa volta
  sotto un profilo diverso e, se vogliamo, ulteriore, cioè
  quello delle attività illecite consistenti nella truffa alla
  legge n. 64 del 1986 realizzata attraverso il dirottamento dei
  finanziamenti da essa previsti.  Da questa indagine emerge
  anche che Mandalari svolgeva un'ulteriore attività,
  probabilmente illecita: acquisiva società in crisi, ne gestiva
  il fallimento e poi si introduceva nelle aste pubbliche.
     Questa indagine, che come ho detto sfocia in un'altra più
  ampia - anch'essa agli atti della Commissione -, che però non
  riguarda argomenti che ci interessino, fu stralciata e
  successivamente archiviata.  Nell'ordinanza di custodia
  cautelare troverete addirittura degli  omissis  relativi
  ad intercettazioni il cui contenuto è interamente leggibile
  negli atti della Commissione.
 
                              Pag. 809
 
  Da esse emerge, sempre con i medesimi personaggi,
  questa diversa ed ulteriore attività di Mandalari.
     Per quanto riguarda l'indagine del 1994, non abbiamo
  conoscenza della notizia di reato.  Nel 1991 venne archiviata
  l'indagine precedente, e non sappiamo come sia partita
  l'indagine del 1993; dovremo pertanto acquisire questo dato,
  altrimenti manca per così dire la testa dell'indagine; non
  c'è, infatti, neanche un rapporto iniziale della polizia
  giudiziaria con il quale si dica quali sono gli elementi che
  hanno indotto a richiamare anche il procedimento archiviato
  nel 1991.  Mi è stato detto, comunque, che l'ordinanza di
  custodia cautelare contiene tutti gli elementi a carico di
  Mandalari.
     Naturalmente occorre partire dall'imputazione di Mandalari
  e della moglie, Maria Concetta Imbraguglia.  Mandalari viene
  imputato del reato previsto e punito dagli articoli 110 e
  416- bis  per aver contribuito sistematicamente alla
  realizzazione degli scopi criminali dell'organizzazione
  mafiosa denominata Cosa nostra, assumendo la gestione delle
  attività economiche degli esponenti dell'organizzazione, tra
  cui Riina Salvatore, Liggio Luciano, Agate Mariano e altri, e
  compiendo, avvalendosi strumentalmente a fini devianti anche
  della solidarietà che il vincolo massonico comporta, una
  pluralità di atti diretti a rafforzare le capacità criminali
  dell'organizzazione stessa volti anche, ad esempio,
  all'aggiustamento di processi.  Imbraguglia Maria Concetta è
  imputata dello stesso reato per aver contribuito
  sistematicamente alla realizzazione degli scopi criminali,
  coadiuvando consapevolmente il marito Mandalari Giuseppe.
     L'ordinanza di custodia cautelare contiene un quadro
  generale dei rapporti tra mafia e massoneria, passa poi ad
  esaminare più precisamente quella che viene definita la
  carriera massonica del Mandalari, già nota alla Commissione
  antimafia.  Negli anni sessanta Mandalari, che non mi pare si
  sia mai fatto scrupolo di dichiarare che non era massone,
  risulta appartenente all'obbedienza massonica collegata con
  Piazza del Gesù; poi ci fu la scissione di Ghinazzi e
  Ceccherini e nel 1968 i Ceccherini risultarono presenti a
  Palermo con tre logge: "Giustizia e libertà", "Fratelli
  dell'unione" e "Filippo Cordova", ad una delle quali faceva
  capo Mandalari.  Quando nel 1973 i ceccheriniani di tutta
  Italia si riunificarono con Palazzo Giustiniani, in Sicilia
  solo tre logge rifiutarono il trattato ed accettarono la
  riunificazione solo a distanza di un anno.  Mandalari non la
  accettò e venne allontanato dall'obbedienza di Palazzo
  Giustiniani.
     Si dice che da quel momento avrebbe svolto un'attività
  segreta, in particolare nella loggia Scontrino.  L'ordinanza
  precisa che si trova una traccia significativa di questa
  attività negli atti concernenti gli accertamenti sul circolo
  trapanese Scontrino, riconosciuto con sentenza del tribunale
  di Trapani come momento di copertura della loggia segreta
  Iside 2.
     L'altro elemento importante su cui si basa l'ordinanza di
  custodia cautelare è rappresentato dalle attività economiche
  poste in essere da Mandalari, al quale, come ho detto,
  facevano riferimento numerose società, alcune delle quali
  fallite, altre in attività, altre ancora non si sa bene se
  tuttora esistenti o estinte.  Rimane sempre attiva, comunque,
  la società Zoosicula Risa che si diceva appartenere
  interamente al Mandalari e che sarebbe poi stata affittata a
  parenti di Riina e successivamente ad altre persone sempre
  facenti parte dell'organizzazione.  Fra tutte queste società
  (in merito alle quali, ripeto, saranno necessari ulteriori
  accertamenti), che mutavano continuamente poiché Mandalari
  acquistava società in crisi e poi le rivendeva, la Zoosicula
  Risa rappresenta la continuità nel tempo.
     Al riguardo ci sono le dichiarazioni dei collaboratori di
  giustizia.  Gaspare Mutolo nell'interrogatorio del 16 novembre
  1993 riferisce che Mandalari, secondo quanto gli è stato
  raccontato da padre Agostino Coppola durante la codetenzione
  degli anni 1976-1977, si prestava a società fantasma che
  servivano ad occultare ricchezze di mafiosi utilizzando vari
  prestanome.  Ricorda anche che allora si pensava erroneamente
  che utilizzando le società
 
                              Pag. 810
 
  per azioni si sarebbe riusciti facilmente ad occultare beni.
  Mutolo dichiara ancora di aver avuto notizia negli anni
  1973-1976 - che probabilmente sono gli anni d'oro di Mandalari
  - che Mandalari era la persona alla quale ci si rivolgeva per
  ottenere favori in contesti sociali di buon livello, e si
  faceva il suo nome anche in riferimento alla possibile
  intermediazione che lo stesso poteva offrire per intervenire
  su processi, poiché si sapeva che era amico di molti giudici.
  Mutolo non è in grado di riferire in modo preciso chi gli
  abbia fornito queste notizie; potrebbero essere stati
  Riccobono, Bontade o Badalamenti.  Riferisce inoltre
  dell'appartenenza di Mandalari alla massoneria come cosa
  nota.
     Vi è poi Cancemi, il quale dichiara che Giuseppe Mandalari
  gestiva interessi economici facenti capo a Riina Salvatore.  Si
  trattava di un personaggio certamente assai caro a Riina al
  quale, per i suoi agganci e per la sua capacità professionale,
  ha reso possibile gestire gli interessi economici di Cosa
  nostra.  Anche Cancemi dichiara che Mandalari è massone e
  ribadisce più volte che Mandalari era persona alla quale Riina
  teneva moltissimo e che stimava.  In particolare racconta che
  una volta, intorno al 1988, Riina non voleva far vedere la
  persona che era con lui, ma aveva comunque dichiarato che si
  trattava di Mandalari.  Racconta inoltre di averlo incontrato
  una volta al palazzo di giustizia di Palermo, tribunale nel
  quale vantava notevoli agganci.  Di questi episodi non è
  precisata la data.  Sostiene comunque che Mandalari vantava
  agganci significativi oltre che a Palermo anche a Roma, in
  particolare presso la Cassazione, e che sicuramente ricevette
  soldi in grande quantità per l'aggiustamento dei processi.
     A un certo punto della motivazione dell'ordinanza di
  custodia cautelare si sottolinea un elemento di cui il
  magistrato dà una determinata interpretazione.  Laddove si
  parla della qualità della gestione dei beni di Salvatore
  Riina, ponendo l'accento sull'Immobiliare Mandalari e
  Mandalari, si dice che i dati oggettivi emersi dalle
  intercettazioni hanno evidenziato che Mandalari attualmente
  verserebbe in difficoltà economiche.  Questo risulta dal fatto
  che Vincenzo Mandalari, figlio di Giuseppe, che lavora in
  maniera stabile nello studio del padre, si lamenta con la
  moglie perché il genitore non gli ha pagato lo stipendio;
  Antonio Mandalari, un altro figlio, chiede al fratello
  Vincenzo di rimediargli un biglietto aereo per Roma da un loro
  debitore, non avendo la disponibilità per acquistarlo;
  Giuseppe Mandalari si vede interrotte dalla SIP per morosità
  le utenze dello studio (un accertamento presso la SIP con
  riferimento temporale all'ultimo anno ha evidenziato che più
  volte a Mandalari è stato sollecitato il pagamento del
  servizio telefonico); l'abitazione familiare di Mandalari,
  sita in Viale Strasburgo, è stata posta in vendita all'incanto
  con pubblicazione sulla  Gazzetta ufficiale della regione
  siciliana  e l'udienza di esecuzione fissata al 26 novembre
  1993.
     Si dà un'interpretazione dell'oggettivo contrasto e si
  afferma che l'unica giustificazione logica, visto che il dato
  attuale è di tutt'altro segno, può ricercarsi nella voluta
  simulazione di una situazione che non corrisponde affatto alla
  realtà.  Fatto è che Mandalari inizia la carriera in modo
  brillante, creando diverse società.  Poi passano gli anni, si
  verificano determinati eventi; restano in vita alcune società
  che sono comprese nell'elenco; resta soprattutto la Zoosicula
  Risa, come elemento di forte continuità, che peraltro nel 1989
  assume la denominazione di Immobiliare Mandalari e Mandalari.
  Abbiamo agli atti una dichiarazione relativa al reddito da
  fabbricati della Zoosicula, pari a 3.504, che non varia dal
  1985 al 1988; non ci sono dati più recenti.  Per lo stesso
  periodo il reddito dominicale è di 1.302-1.627-2.072.
     Giustamente il giudice per le indagini preliminari rileva
  il contrasto, perché dalle intercettazioni telefoniche sembra
  che tale soggetto non versi invece in una situazione di grande
  agiatezza.  I punti per noi più interessanti di quelle
  intercettazioni delle quali si è avuto ampia eco sugli organi
  di stampa sono i seguenti.  In primo luogo, per la parte in cui
  si tratta della carriera massonica del Mandalari, parte che,
  anche alla luce delle intercettazioni,
 
                              Pag. 811
 
  può essere per noi rilevante, si afferma: "L'attività di
  osservazione investigativa condotta più recentemente sul
  Mandalari ha evidenziato una pluralità di rapporti di natura
  massonica certamente non ufficiali o per meglio dire segreti,
  con un complesso reticolo di affari di vario genere e infine
  un'intensa attività che, sotto l'apparente copertura di
  impegno politico, mira ad interessi non certamente leciti.  Ma
  prima di analizzare in concreto" - ecco che l'impegno politico
  è riferito, direi esclusivamente, a queste intercettazioni,
  perché non si parla di altro - "occorre premettere talune
  considerazioni".  Viene quindi aperto un altro discorso e la
  sottolineatura di carattere politico viene ripresa in seguito:
  "Ancora certamente legato all'utilizzo del vincolo massonico
  appare nel suo estremo impegno politico", dato come una cosa
  accertata.  Viene inoltre riportata un'intercettazione che
  contiene alcuni  omissis  ma che in questa documentazione
  è riportata per intero: "In effetti la frenetica attività del
  Mandalari di supporto a varie riunioni a scopi elettorali, i
  suoi intensi contatti politici a vario livello, riscontrati
  nel corso delle indagini e sui quali appare opportuno
  mantenere il più pieno riserbo per ragioni attinenti alle
  indagini", - credo che qui si faccia riferimento a questa
  intercettazione - "testimoniano che quanto dallo stesso
  asserito nel corso dell'intercettata conversazione, lungi dal
  rimanere una mera dichiarazione di principio, s'è tradotto in
  un'attività concreta." Uno strenuo impegno, una febbrile
  attività che dovevano vedere coronati gli sforzi se il
  Mandalari, nel corso di una conversazione registrata il 29
  marzo, poteva dire: "Bellissimo, tutti i candidati amici miei,
  tutti eletti".  Di uguale tenore appaiono anche i contatti con
  l'ambiente medico, che non ci interessa, in particolare con
  professionisti palermitani, peraltro non tutti iscritti alla
  massoneria a quanto risulta, nonché con ingegneri ed altro.
     Nell'ordinanza di custodia cautelare, neanche velatamente,
  si - come si dice oggi - "attenziona" l'indagine sull'impegno
  politico e sulla febbrile attività che sarebbe stata svolta,
  in corrispondenza della campagna elettorale e che quindi
  creerebbe una grave ombra non solo sul Mandalari, già
  indagato, ma anche su questi altri soggetti.
     Mi auguro che leggiate attentamente tutte le
  intercettazioni, perché dal loro complesso emerge anche la
  personalità di chi parla e quella dell'interlocutore.  Partirei
  dalla conclusione che viene fatta a seguito della
  disattivazione telefonica; la breve relazione dello SCO del
  giugno 1994 diventa a questo punto preliminare alla lettura di
  alcune intercettazioni: "L'indagine fin qui svolta nei
  confronti di Mandalari Giuseppe consente di trarre le
  sottoindicate conclusioni.  Si precisa preliminarmente che si è
  ritenuto opportuno riportare nelle pagine che precedono in
  forma riassuntiva la quasi totalità delle comunicazioni
  intercettate e dei conseguenziali accertamenti di PG, al fine
  di offrire a codesta autorità giudiziaria un quadro più ampio
  possibile dei contatti del Mandalari, per le opportune
  connessioni con soggetti emersi nell'ambito di altri
  procedimenti.  Il dato nuovo dal punto di vista investigativo
  emerso in questi ultimi mesi di intercettazioni rispetto a
  quello del decorso anno" - evidentemente l'indagine si
  sviluppa anche nel 1993, ma non si sa come nasca - "effettuato
  pure da questo servizio è rappresentato dal notevole
  interessamento che il Mandalari mostra nei confronti della
  nuova formazione politica forza Italia.  In tal senso sono
  state intercettate" - per la verità, sono le uniche trascritte
  integralmente - "diverse comunicazioni che mostrano un
  interesse del Mandalari alla riuscita delle elezioni politiche
  del marzo 1994 e a quelle europee del giugno successivo per
  alcuni candidati in detta formazione politica." Sarà una
  combinazione, ma le intercettazioni telefoniche si concludono
  alla fine delle elezioni europee e iniziano prima di quelle
  politiche; naturalmente, può essere una combinazione.
     Numerosi sono i contatti con il candidato eletto alla
  Camera, Michele Fierotti, e via dicendo.  Viene quindi fatto un
  breve resoconto del numero delle intercettazioni telefoniche
  non trascritte.  In effetti, lo
 
                              Pag. 812
 
  SCO svolge un'attività particolare, nel senso che estrapola
  da tutte le intercettazioni telefoniche quelle in cui si
  parla, anche solo per citare il nome, di forza Italia, e le
  trascrive integralmente, durante la campagna elettorale, dal
  marzo fino allo svolgimento delle elezioni politiche.  Possiamo
  leggere queste, ma non altre, che pure potrebbero avere un
  qualche interesse; evidentemente, non l'avevano.  Vengono poi
  estrapolati dal complesso delle intercettazioni telefoniche
  tutti i servizi fatti in occasione di comizi pubblici (ad
  esempio servizi fotografici)...
 
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