| PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Ayala.
Nel riferire sul caso Mandalari, partirò dall'inizio, cioè
da quanto è già agli atti della Commissione per arrivare
all'ordinanza di custodia cautelare.
Di Mandalari si era occupata la Commissione antimafia
della VI legislatura, per
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cui si tratta di un discorso che risale molto lontano e che,
praticamente, ritroviamo nell'ordinanza di custodia
cautelare.
Nella relazione della Commissione di allora e anche nella
relazione di minoranza del senatore Pisanò si dice che il
commercialista palermitano Pino Mandalari, candidato del
movimento sociale italiano - credo non eletto - alle politiche
del 1972 avesse rapporti, tramite società finanziarie, con
Salvatore Riina, Liggio, Badalamenti e padre Coppola. Questo
veniva ricollegato - sono stati svolti accertamenti, per la
verità mai conclusi, su un arco di tempo di vent'anni - al
sequestro di persona di Torielli. A seguito di tale sequestro,
così come viene ripreso anche nell'ordinanza di custodia
cautelare, il pagamento del riscatto, attraverso vari giri,
perviene anche al Mandalari e viene poi investito, si dice, in
alcune società. Una di queste, che resta come elemento di
continuità, è la Zoosicula Risa, la quale si dice risalire a
Riina Salvatore. Tale società inizia la sua vita con il
provento del sequestro di persona di Torielli ed è forte
elemento di continuità tra l'epoca e oggi. Secondo
l'impostazione accusatoria, attraverso questa società si
continuerebbe, da parte del Mandalari, ad amministrare i beni
del Riina.
Come ho detto, la Commissione in vari momenti si occupa di
Mandalari, anche nel corso delle sue missioni in Sicilia. E
già all'epoca - siamo nel 1974 - vengono rivolte alcune
domande al sostituto Signorino, il quale riferiva che erano in
corso accertamenti da parte della finanza sulla società Risa.
A proposito di tali accertamenti, a distanza di tanti anni,
non so se siano stati fatti e quali risultati abbiano avuto,
perché non risultano agli atti, né so se siano agli atti della
procura di Palermo. Anche La Torre riferiva, per quanto
riguarda Mandalari, di una indagine che doveva svolgere la
finanza.
La figura del Mandalari viene tratteggiata, sia nella VI
sia nella VII legislatura, come quella di una persona che
amministra i beni della mafia. D'altra parte, se non vado
errata, era intervenuta anche una condanna per favoreggiamento
a carico del Mandalari, in compagnia del quale, quando erano
andati per arrestarlo, si trovava anche Badalamenti. La
condanna fu a due anni, però mi sembra che Mandalari fu
scarcerato poco dopo la cattura. Anche la procura di Milano si
era occupata di Mandalari, sempre per il sequestro Torielli,
ma il reato è andato in prescrizione, perché sono passati anni
senza che vi siano stati sviluppi particolari.
Gli elementi che ho illustrato brevemente potete
ritrovarli negli atti della VI, della VII ed anche della XI
legislatura. Infatti, molte cose cui fa riferimento
l'ordinanza di custodia cautelare, oltre a quelle del 1971, si
ritrovano anche in un'indagine, del procuratore aggiunto
dottor Giovanni Falcone, del 7 febbraio 1991. Vi sono i
resoconti di intercettazioni telefoniche, le quali vengono
anche riprese nell'ordinanza di custodia cautelare (siamo però
a distanza di un notevole arco di tempo). E' da sottolineare
che Mandalari fu anche sottoposto a una misura di prevenzione
e che fu inviato in soggiorno obbligato a Genova. Quindi, per
tre anni fu allontanato dalla Sicilia.
L'indagine fu poi ripresa, anche se non riguardava
specificamente Mandalari ma - secondo quanto è dato desumere
dagli atti - i suoi rapporti con la massoneria. Si torna
comunque a parlare delle società di Mandalari, questa volta
sotto un profilo diverso e, se vogliamo, ulteriore, cioè
quello delle attività illecite consistenti nella truffa alla
legge n. 64 del 1986 realizzata attraverso il dirottamento dei
finanziamenti da essa previsti. Da questa indagine emerge
anche che Mandalari svolgeva un'ulteriore attività,
probabilmente illecita: acquisiva società in crisi, ne gestiva
il fallimento e poi si introduceva nelle aste pubbliche.
Questa indagine, che come ho detto sfocia in un'altra più
ampia - anch'essa agli atti della Commissione -, che però non
riguarda argomenti che ci interessino, fu stralciata e
successivamente archiviata. Nell'ordinanza di custodia
cautelare troverete addirittura degli omissis relativi
ad intercettazioni il cui contenuto è interamente leggibile
negli atti della Commissione.
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Da esse emerge, sempre con i medesimi personaggi,
questa diversa ed ulteriore attività di Mandalari.
Per quanto riguarda l'indagine del 1994, non abbiamo
conoscenza della notizia di reato. Nel 1991 venne archiviata
l'indagine precedente, e non sappiamo come sia partita
l'indagine del 1993; dovremo pertanto acquisire questo dato,
altrimenti manca per così dire la testa dell'indagine; non
c'è, infatti, neanche un rapporto iniziale della polizia
giudiziaria con il quale si dica quali sono gli elementi che
hanno indotto a richiamare anche il procedimento archiviato
nel 1991. Mi è stato detto, comunque, che l'ordinanza di
custodia cautelare contiene tutti gli elementi a carico di
Mandalari.
Naturalmente occorre partire dall'imputazione di Mandalari
e della moglie, Maria Concetta Imbraguglia. Mandalari viene
imputato del reato previsto e punito dagli articoli 110 e
416- bis per aver contribuito sistematicamente alla
realizzazione degli scopi criminali dell'organizzazione
mafiosa denominata Cosa nostra, assumendo la gestione delle
attività economiche degli esponenti dell'organizzazione, tra
cui Riina Salvatore, Liggio Luciano, Agate Mariano e altri, e
compiendo, avvalendosi strumentalmente a fini devianti anche
della solidarietà che il vincolo massonico comporta, una
pluralità di atti diretti a rafforzare le capacità criminali
dell'organizzazione stessa volti anche, ad esempio,
all'aggiustamento di processi. Imbraguglia Maria Concetta è
imputata dello stesso reato per aver contribuito
sistematicamente alla realizzazione degli scopi criminali,
coadiuvando consapevolmente il marito Mandalari Giuseppe.
L'ordinanza di custodia cautelare contiene un quadro
generale dei rapporti tra mafia e massoneria, passa poi ad
esaminare più precisamente quella che viene definita la
carriera massonica del Mandalari, già nota alla Commissione
antimafia. Negli anni sessanta Mandalari, che non mi pare si
sia mai fatto scrupolo di dichiarare che non era massone,
risulta appartenente all'obbedienza massonica collegata con
Piazza del Gesù; poi ci fu la scissione di Ghinazzi e
Ceccherini e nel 1968 i Ceccherini risultarono presenti a
Palermo con tre logge: "Giustizia e libertà", "Fratelli
dell'unione" e "Filippo Cordova", ad una delle quali faceva
capo Mandalari. Quando nel 1973 i ceccheriniani di tutta
Italia si riunificarono con Palazzo Giustiniani, in Sicilia
solo tre logge rifiutarono il trattato ed accettarono la
riunificazione solo a distanza di un anno. Mandalari non la
accettò e venne allontanato dall'obbedienza di Palazzo
Giustiniani.
Si dice che da quel momento avrebbe svolto un'attività
segreta, in particolare nella loggia Scontrino. L'ordinanza
precisa che si trova una traccia significativa di questa
attività negli atti concernenti gli accertamenti sul circolo
trapanese Scontrino, riconosciuto con sentenza del tribunale
di Trapani come momento di copertura della loggia segreta
Iside 2.
L'altro elemento importante su cui si basa l'ordinanza di
custodia cautelare è rappresentato dalle attività economiche
poste in essere da Mandalari, al quale, come ho detto,
facevano riferimento numerose società, alcune delle quali
fallite, altre in attività, altre ancora non si sa bene se
tuttora esistenti o estinte. Rimane sempre attiva, comunque,
la società Zoosicula Risa che si diceva appartenere
interamente al Mandalari e che sarebbe poi stata affittata a
parenti di Riina e successivamente ad altre persone sempre
facenti parte dell'organizzazione. Fra tutte queste società
(in merito alle quali, ripeto, saranno necessari ulteriori
accertamenti), che mutavano continuamente poiché Mandalari
acquistava società in crisi e poi le rivendeva, la Zoosicula
Risa rappresenta la continuità nel tempo.
Al riguardo ci sono le dichiarazioni dei collaboratori di
giustizia. Gaspare Mutolo nell'interrogatorio del 16 novembre
1993 riferisce che Mandalari, secondo quanto gli è stato
raccontato da padre Agostino Coppola durante la codetenzione
degli anni 1976-1977, si prestava a società fantasma che
servivano ad occultare ricchezze di mafiosi utilizzando vari
prestanome. Ricorda anche che allora si pensava erroneamente
che utilizzando le società
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per azioni si sarebbe riusciti facilmente ad occultare beni.
Mutolo dichiara ancora di aver avuto notizia negli anni
1973-1976 - che probabilmente sono gli anni d'oro di Mandalari
- che Mandalari era la persona alla quale ci si rivolgeva per
ottenere favori in contesti sociali di buon livello, e si
faceva il suo nome anche in riferimento alla possibile
intermediazione che lo stesso poteva offrire per intervenire
su processi, poiché si sapeva che era amico di molti giudici.
Mutolo non è in grado di riferire in modo preciso chi gli
abbia fornito queste notizie; potrebbero essere stati
Riccobono, Bontade o Badalamenti. Riferisce inoltre
dell'appartenenza di Mandalari alla massoneria come cosa
nota.
Vi è poi Cancemi, il quale dichiara che Giuseppe Mandalari
gestiva interessi economici facenti capo a Riina Salvatore. Si
trattava di un personaggio certamente assai caro a Riina al
quale, per i suoi agganci e per la sua capacità professionale,
ha reso possibile gestire gli interessi economici di Cosa
nostra. Anche Cancemi dichiara che Mandalari è massone e
ribadisce più volte che Mandalari era persona alla quale Riina
teneva moltissimo e che stimava. In particolare racconta che
una volta, intorno al 1988, Riina non voleva far vedere la
persona che era con lui, ma aveva comunque dichiarato che si
trattava di Mandalari. Racconta inoltre di averlo incontrato
una volta al palazzo di giustizia di Palermo, tribunale nel
quale vantava notevoli agganci. Di questi episodi non è
precisata la data. Sostiene comunque che Mandalari vantava
agganci significativi oltre che a Palermo anche a Roma, in
particolare presso la Cassazione, e che sicuramente ricevette
soldi in grande quantità per l'aggiustamento dei processi.
A un certo punto della motivazione dell'ordinanza di
custodia cautelare si sottolinea un elemento di cui il
magistrato dà una determinata interpretazione. Laddove si
parla della qualità della gestione dei beni di Salvatore
Riina, ponendo l'accento sull'Immobiliare Mandalari e
Mandalari, si dice che i dati oggettivi emersi dalle
intercettazioni hanno evidenziato che Mandalari attualmente
verserebbe in difficoltà economiche. Questo risulta dal fatto
che Vincenzo Mandalari, figlio di Giuseppe, che lavora in
maniera stabile nello studio del padre, si lamenta con la
moglie perché il genitore non gli ha pagato lo stipendio;
Antonio Mandalari, un altro figlio, chiede al fratello
Vincenzo di rimediargli un biglietto aereo per Roma da un loro
debitore, non avendo la disponibilità per acquistarlo;
Giuseppe Mandalari si vede interrotte dalla SIP per morosità
le utenze dello studio (un accertamento presso la SIP con
riferimento temporale all'ultimo anno ha evidenziato che più
volte a Mandalari è stato sollecitato il pagamento del
servizio telefonico); l'abitazione familiare di Mandalari,
sita in Viale Strasburgo, è stata posta in vendita all'incanto
con pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della regione
siciliana e l'udienza di esecuzione fissata al 26 novembre
1993.
Si dà un'interpretazione dell'oggettivo contrasto e si
afferma che l'unica giustificazione logica, visto che il dato
attuale è di tutt'altro segno, può ricercarsi nella voluta
simulazione di una situazione che non corrisponde affatto alla
realtà. Fatto è che Mandalari inizia la carriera in modo
brillante, creando diverse società. Poi passano gli anni, si
verificano determinati eventi; restano in vita alcune società
che sono comprese nell'elenco; resta soprattutto la Zoosicula
Risa, come elemento di forte continuità, che peraltro nel 1989
assume la denominazione di Immobiliare Mandalari e Mandalari.
Abbiamo agli atti una dichiarazione relativa al reddito da
fabbricati della Zoosicula, pari a 3.504, che non varia dal
1985 al 1988; non ci sono dati più recenti. Per lo stesso
periodo il reddito dominicale è di 1.302-1.627-2.072.
Giustamente il giudice per le indagini preliminari rileva
il contrasto, perché dalle intercettazioni telefoniche sembra
che tale soggetto non versi invece in una situazione di grande
agiatezza. I punti per noi più interessanti di quelle
intercettazioni delle quali si è avuto ampia eco sugli organi
di stampa sono i seguenti. In primo luogo, per la parte in cui
si tratta della carriera massonica del Mandalari, parte che,
anche alla luce delle intercettazioni,
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può essere per noi rilevante, si afferma: "L'attività di
osservazione investigativa condotta più recentemente sul
Mandalari ha evidenziato una pluralità di rapporti di natura
massonica certamente non ufficiali o per meglio dire segreti,
con un complesso reticolo di affari di vario genere e infine
un'intensa attività che, sotto l'apparente copertura di
impegno politico, mira ad interessi non certamente leciti. Ma
prima di analizzare in concreto" - ecco che l'impegno politico
è riferito, direi esclusivamente, a queste intercettazioni,
perché non si parla di altro - "occorre premettere talune
considerazioni". Viene quindi aperto un altro discorso e la
sottolineatura di carattere politico viene ripresa in seguito:
"Ancora certamente legato all'utilizzo del vincolo massonico
appare nel suo estremo impegno politico", dato come una cosa
accertata. Viene inoltre riportata un'intercettazione che
contiene alcuni omissis ma che in questa documentazione
è riportata per intero: "In effetti la frenetica attività del
Mandalari di supporto a varie riunioni a scopi elettorali, i
suoi intensi contatti politici a vario livello, riscontrati
nel corso delle indagini e sui quali appare opportuno
mantenere il più pieno riserbo per ragioni attinenti alle
indagini", - credo che qui si faccia riferimento a questa
intercettazione - "testimoniano che quanto dallo stesso
asserito nel corso dell'intercettata conversazione, lungi dal
rimanere una mera dichiarazione di principio, s'è tradotto in
un'attività concreta." Uno strenuo impegno, una febbrile
attività che dovevano vedere coronati gli sforzi se il
Mandalari, nel corso di una conversazione registrata il 29
marzo, poteva dire: "Bellissimo, tutti i candidati amici miei,
tutti eletti". Di uguale tenore appaiono anche i contatti con
l'ambiente medico, che non ci interessa, in particolare con
professionisti palermitani, peraltro non tutti iscritti alla
massoneria a quanto risulta, nonché con ingegneri ed altro.
Nell'ordinanza di custodia cautelare, neanche velatamente,
si - come si dice oggi - "attenziona" l'indagine sull'impegno
politico e sulla febbrile attività che sarebbe stata svolta,
in corrispondenza della campagna elettorale e che quindi
creerebbe una grave ombra non solo sul Mandalari, già
indagato, ma anche su questi altri soggetti.
Mi auguro che leggiate attentamente tutte le
intercettazioni, perché dal loro complesso emerge anche la
personalità di chi parla e quella dell'interlocutore. Partirei
dalla conclusione che viene fatta a seguito della
disattivazione telefonica; la breve relazione dello SCO del
giugno 1994 diventa a questo punto preliminare alla lettura di
alcune intercettazioni: "L'indagine fin qui svolta nei
confronti di Mandalari Giuseppe consente di trarre le
sottoindicate conclusioni. Si precisa preliminarmente che si è
ritenuto opportuno riportare nelle pagine che precedono in
forma riassuntiva la quasi totalità delle comunicazioni
intercettate e dei conseguenziali accertamenti di PG, al fine
di offrire a codesta autorità giudiziaria un quadro più ampio
possibile dei contatti del Mandalari, per le opportune
connessioni con soggetti emersi nell'ambito di altri
procedimenti. Il dato nuovo dal punto di vista investigativo
emerso in questi ultimi mesi di intercettazioni rispetto a
quello del decorso anno" - evidentemente l'indagine si
sviluppa anche nel 1993, ma non si sa come nasca - "effettuato
pure da questo servizio è rappresentato dal notevole
interessamento che il Mandalari mostra nei confronti della
nuova formazione politica forza Italia. In tal senso sono
state intercettate" - per la verità, sono le uniche trascritte
integralmente - "diverse comunicazioni che mostrano un
interesse del Mandalari alla riuscita delle elezioni politiche
del marzo 1994 e a quelle europee del giugno successivo per
alcuni candidati in detta formazione politica." Sarà una
combinazione, ma le intercettazioni telefoniche si concludono
alla fine delle elezioni europee e iniziano prima di quelle
politiche; naturalmente, può essere una combinazione.
Numerosi sono i contatti con il candidato eletto alla
Camera, Michele Fierotti, e via dicendo. Viene quindi fatto un
breve resoconto del numero delle intercettazioni telefoniche
non trascritte. In effetti, lo
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SCO svolge un'attività particolare, nel senso che estrapola
da tutte le intercettazioni telefoniche quelle in cui si
parla, anche solo per citare il nome, di forza Italia, e le
trascrive integralmente, durante la campagna elettorale, dal
marzo fino allo svolgimento delle elezioni politiche. Possiamo
leggere queste, ma non altre, che pure potrebbero avere un
qualche interesse; evidentemente, non l'avevano. Vengono poi
estrapolati dal complesso delle intercettazioni telefoniche
tutti i servizi fatti in occasione di comizi pubblici (ad
esempio servizi fotografici)...
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