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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XII Legislatura

Documento


99801
SMC0156-0034
Bollettino Giunte e Commissioni n. 156 del 2 maggio 1995 - edizione definitiva - (SMC12-156)
(suddiviso in 35 Unità Documento)
Unità Documento n.34 (che inizia a pag.50 dello stampato)
               ...COMMISSIONE PARLAMENTARE
                         DI INCHIESTA
                   sul fenomeno della mafia
        e sulle altre associazioni criminali similari
 
 
Discussione della relazione sul caso Mandalari.
Martedì 2 maggio 1995. - Presidenza del Presidente Tiziana PARENTI.
ZZSMC ZZRES ZZSMC020595 ZZSMC950502 ZZSMC000595 ZZSMC000095 ZZSMC156 ZZ12 ZZD ZZC24 ZZFF
     Il deputato Giuseppe AYALA (gruppo I democratici)
  illustra la seguente relazione:
     1) Con nota del 19 luglio 1994, il Servizio Centrale
  operativo della Polizia di Stato riferiva, alla Direzione
  Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di
  Palermo, l'esito dei servizi di intercettazione telefonica ed
  ambientale, nonchè dei connessi accertamenti investigativi,
  effettuati nei confronti di Mandalari Giuseppe.
     Le predette intercettazioni erano state attivate in
  esecuzione di decreti autorizzativi emessi dalle Procure della
  Repubblica di Caltanissetta e Palermo, in data 11/3/94 ed
  avevano avuto termine in data 5/5/94.
     Altre intercettazioni, e precisamente quelle telefoniche
  sull'utenza 091/305855 ed ambientali all'interno dello studio
  di ragioneria del Mandalari, erano state attivate, in
  esecuzione di un decreto autorizzativo della Procura di
  Palermo, in data 20/4/94 ed avevano avuto termine in data
  19/16/94.
     Il contenuto delle intercettazioni in argomento pone in
  evidenza, per la parte che interessa questa Commissione, un
  consistente impegno profuso dal noto commercialista
  palermitano Giuseppe Mandalari in favore di alcuni candidati
  di Forza Italia nonchè di Alleanza Nazionale in occasione
  delle varie consultazioni elettorali del 1994 e, in
  particolare, di quelle politiche del 27 e 28 marzo 1994.
     Le conversazioni intercettate riguardano: il sen.Michele
  Fierotti, eletto quale esponente di Forza Italia; il
  sen.Filiberto Scalone, eletto nelle liste di Alleanza
  Nazionale; il sen.Enrico La Loggia, capogruppo di Forza Italia
  al Senato.
     Non mancano, in seno alle intercettazioni in questione,
  riferimenti ad altri candidati del Polo delle Libertà, quali
  l'on.Giacomo Baiamonte, l'on.Enzo Fragalà, il "Silvio" che
  pare verosimilmente identificarsi nell'on.Silvio Liotta, il
  sen.Salvatore Porcari, l'on.Alberto Alessi e l'on.Stefano De
  Luca, con riferimento alle elezioni europee del Giugno '94.
     Il Mandalari, inoltre, con alcuni dei suoi interlocutori
  tenta di accreditare, ma senza successo, le candidature di
  Francesco Tusa, per le elezioni comunali di Monreale e di
  Silvio Tripi, per quelle provinciali di Palermo.
     Emerge, infine, l'appoggio fornito in favore dell'avv.
  Salvino Caputo, esponente di AN, poi eletto sindaco di
  Monreale.
     Il Mandalari medesimo, infine, nel corso di una
  telefonata, conversando con tale Giovanni Ferlito, esprime il
  suo compiacimento per la nomina del Prof. Antonio La Pergola a
  garante per la questione del cosiddetto "Blind Trust" da parte
  del Presidente Berlusconi.  In tale occasione il Mandalari
  fornisce al Ferlito il numero dell'utenza telefonica
  n.06/69940782 che risulta intestata proprio a La Pergola
  Antonio, Via del Tritone n.61- Roma.
     Va, innanzitutto, posto in evidenza che il contenuto delle
  richiamate conversazioni, sia telefoniche che ambientali, non
  presenta alcun contenuto di intrinseca illiceità.  Tale
  aspetto, in ogni caso, non compete alle valutazioni di questa
  Commissione, ma bensì a quella dell'Autorità Giudiziaria, che,
  in atto, procede nei confronti del Mandalari medesimo, in
  ordine al delitto di cui agli articoli 110 e 416- bis  del
  codice penale.  In proposito il GIP di Palermo ha emesso, in
  data 12 dicembre 1994, provvedimento di custodia cautelare in
  carcere.
     Tutto ciò premesso, appare opportuno richiamare il
  contenuto di alcune delle conversazioni intercettate.
 
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     2)  Intercettazioni riguardanti il Sen.Michele
  Fierotti.
     Alle ore 20,45 dell'11/3/94 veniva intercettata una
  conversazione in arrivo da parte della sig.ra Dragotta Teresa
  (moglie del Fierotti), la quale, conversando con "Pino"
  (Giuseppe Mandalari), riferiva che "Michele" si sarebbe
  presentato nelle liste di Forza Italia. "Pino" riferiva alla
  donna che molti dei suoi amici erano disponibili a dare il
  proprio voto.
     Alle ore 9,22 del giorno 12/3/94 veniva intercettata altra
  telefonata in arrivo da parte della Signora Dragotta che,
  parlando con Antonio, confermava che il marito (Michele) si
  era candidato nelle liste di Forza Italia.
     In data 17/3/94, alle ore 23,16 veniva intercettata una
  ulteriore telefonata in arrivo da parte della sig.ra Dragotta
  Teresa della quale appare opportuno riportare il testo
  integrale.
     (G.= Giuseppe Mandalari; T.= Teresa Dragotta).
     G: Sì?
     T: Teresa!
     G: ciao Teresa, dove siete andati a finire?
     T: io a destra e Michele a Nord.
     G: eh ma e tutto il pomeriggio che chiamo
     T: tu non li hai tutti i numeri dei comitati?
     G: non ce li ho.  Ho dovuto chiamare tuo padre per avere il
  numero tuo, giusto per sapere se il telefonino di Michele ....
  e non ce l'ho!
     T: ma io tutto ti ho lasciato!
     G: no gioia mia, .... ma io sono a casa ... qui. Qual'è il
  telefonino?...
     T: 0336/1898180 ma è chiuso, ...sono per il ritorno perchè
  prendevano una pizza.
     G: no, senti ti dico subito di che si tratta.
     T: si.
     G: intanto io ho i saluti per Michele ...da parte del
  dottore VENUTI di Cinisi.
     T: si...
     G: va bene, ...a lui farà piacere.
     T: il farmacista?
     G: si, si, ...senti una cosa ora e ...mi chiamavano oggi
  pomeriggio perchè mi sto interessando per Misilmeri.  Ora. Per
  sabato vogliono organizzare una intervista alla televisione
  locale.
     T: hanno mandato un fax.
     G: probabilmente.
     T: per giorno 22, ...ma Michele è impegnato!
     G: non no, sabato ora
     T: ah, ...l'hanno spostata?
     G: lo vogliamo fare sabato sera.
     T: ah, ...allora.
     G: di pomeriggio, di pomeriggio ...perchè poi
  successivarnente facciamo un incontro con molti amici di
  ...Misilmeri.
     T: aspetta, aspetta ...appena viene Michele ...a momenti
  ti faccio chiamare perchè l'agenda ce l'ha lui.  Io non so
  darti una risposta.
     G: ho capito!  Va bene.
     T: a che ora vai a letto?
     G: non ti preoccupare ...guarda eventualmente alla
  seconda-terza chiamata io non rispondo.
     T: si.
     G: chiamate dopo un quarto d'ora perchè vuol dire che sono
  con il cane giù.
     T: va bene.  (seguono saluti).
     Il giorno 18/3/1994 alle ore 7,48 veniva registrata la
  seguente conversazione telefonica in arrivo sull'utenza in uso
  a Giuseppe Mandalari da parte del sen.Fierotti.
     (M.= Michele Fierotti; G.= Giuseppe Mandalari)
     M: pronto.
     G: Michele.
     M: come va?
     G: ciao, bene e tu?
     M: mah ...insomma lavoriamo.
     G: si lavora.  Certo.
     M: dimmi.
     G: senti ...Io ieri ho pregato gli amici di Misilmeri
  ...allora c'e l'ing. Edoardo Romano.
     M: si.
 
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     G: che si è subito attivato ...è andato là e mi ha
  telefonato e voleva la risposta entro ieri sera ...stamattina
  ...perchè domani pomeriggio ...organizzato un incontro in
  televisione locale subito dopo fare una riunione con gli
  amici, ...graziosissimi di Misilmeri.
     M: eh, ...domani è sabato, no?
     G: si, si.
     M: aspetta io credo che sono, già quindi o domani ...ce
  l'ho piena, piena la giornata, perchè domani ho il comizio a
  San Cipirello, poi una riunione alle 20.00 a Corleone, poi
  devo andare a Lercara Friddi.
     G: ho capito.
     M: sono 18.00 San Giuseppe Jato, 17.00 San Cipirello,
  20.00 Corleone, 21.00 Lercara Friddi.
     G: ho capito.
     M: quindi è difficilissimo che io possa essere lì.
     G: mah ...oggi mi faccio dire se è possibile qualche altro
  giorno nella settimana prossima magari.
     M: se è verso la settimana prossima ...possibilmente
  ...che so il 23 che siamo già verso la fine della ...campagna
  elettorale.
     G: si, si!
     M: poi per noi altri è molto più efficace.
     G: appunto siccome tu mi parlavi di Misilmeri, ...cioè io
  a Romano, che è un ragazzo molto, ...ma molto grazioso.
     M: io comunque stasera sarò a Misilmeri nel Club di Forza
  Italia alle 21.00.
     G: ho capito.
     M: quindi eventualmente ...io non lo so.
     G: no, no.
     M: lui come è combinato ...se può anche avvicinarsi là per
  vedere,va bene?
     G: comunque, io questo glielo dico senz'altro,
  eventualmente vi incontrate lo stesso, è l'ingegnere
  Romano.
     M: ingegnere Romano, eventualmente gli dice che io alle
  ore 21.00 sono al Club di Forza Italia, quello di Via
  Archimede, perchè ce ne sono due lì.
     G: senti, ...ti do il numero di Edoardo e lo puoi
  chiamare, anche ora, e ti metti d'accordo con lui stesso.
     M: Edoardo ...questo Romano.
     G: si, si.
     M: e dammelo.
     G: si, Edoardo 520493.
     M: va bene.
     G: va bene.
      M: va bene, ...allora lo chiamo io.
     G: si ...e lo preghi, appena finisce di parlare con te,
  ...se lui mi chiama.
     M: va bene ...lo posso chiamare anche a questa ora?
     G: si certo 520493.
     M: va bene.
     G: ciao, ciao.
     M: arrivederci.
     Alle ore 8,57 del giorno 24/13/94 veniva intercettata una
  telefonata in partenza fatta dal Mandalari nel corso della
  quale costui riferiva personalmente in merito a due comizi da
  tenersi a Cinisi e Monreale.
     Il Fierotti rispondeva di essere impossibilitato a
  parteciparvi per altri impegni.
     Non può non essere posto in evidenza il tono estremamente
  confidenziale delle richiamate conversazioni intercorse tra il
  Mandalari ed il sen.Fierotti, (" pronto, Michele, come va?
  Ciao, bene tu? "), nonchè tra il Mandalari e la moglie di
  costui (" Ciao Teresa, dove siete andati a finire? ", ed
  ancora, sempre rivolto a quest'ultima: " no, gioia
  mia... ").
     Ciò malgrado il Sen.Fierotti, nel corso della sua
  audizione innanzi questa Commissione, dichiarava, tra l'altro,
  testualmente: "Come ho conosciuto Mandalari?  L'ho conosciuto
  agli inizi degli anni 70.  (Omissis).
     In uno di questi incontri vi era Mandalari, candidato alle
  elezioni.  L'ho conosciuto e ci siamo incontrati
  successivamente un paio di volte.  (Omissis).  Sul finire
  del febbraio 1994, ero candidato come liberale in Forza Italia
  e in uno dei miei primi appuntamenti elettorali mi sono recato
  a Monreale, invitato dal locale Club.  (Omissis).  Il
  Mandalari (n.d.e.) l'ho incontrato sul finire del Febbraio a
  Monreale, in piazza presenti alcune decine di
 
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  persone, tra le quali vi era la forza pubblica, le autorità
  civili, (ecc.).  Ho visto avvicinarsi un uomo barbuto e lì non
  l'ho riconosciuto; si è presentato: sono Pino Mandalari.
  Immediatamente mi sono ricordato di lui e ho visto in lui
  l'uomo ed il monarchico di allora (che tra l'altro aveva
  ottenuto in quelle elezioni qualche migliaio di voti)".
     A specifica domanda del Presidente: 'Non era a conoscenza
  che aveva avuto misure di prevenzione, un processo ed una
  condanna?" Il Fierotti risponde seccamente "No".
     Ed ancora: "Nessuno mi ha messo in guardia, altrimenti
  credo avrei agito in maniera diversa".
     Non pare, infine, superfluo ricordare che, in esito ad una
  perquisizione disposta in locali di pertinenza del Mandalari,
  è stato rinvenuto una specie di "curriculum" riguardante il
  figlio del Sen.Fierotti.
     Il dato oggettivo che emerge è senza dubbio costituito dal
  fatto che il sen.Fierotti ha con piena consapevolezza
  accettato l'impegno asseritamente profuso dal Mandalari per
  agevolare la sua elezione.  Non può, però, in alcun modo essere
  sottaciuta l'oggettiva discordanza rinvenibile tra il tono
  delle conversazioni telefoniche richiamate e la distaccata
  ricostruzione dei suoi rapporti con il Mandalari fornita dal
  Sen.Fierotti alla Commissione.
     3)  Intercettazioni riguardanti il Sen.Filiberto
  Scalone
     Alle ore 8,09 del 2413194 veniva intercettata una
  telefonata in arrivo da parte del Sen.Scalone, il quale
  riferiva al Mandalari che la "battaglia infuriava e che erano
  rimaste solo 48 ore di tempo".  Il Mandalari comunicava che
  l'indomani sera avrebbe avuto un appuntamento importante nel
  collegio elettorale dello Scalone.  Quest'ultimo chiedeva in
  quale luogo e l'interlocutore rispondeva che il posto si
  trovava vicino a quello dove erano stati l'altro giorno.  Lo
  Scalone faceva presente che non gli sarebbe stato possibile
  recarsi costì, al che il Mandalari testualmente rispondeva: "e
  a che servono gli amici?".
     Alle ore 20,10 del giorno 30/3/94 veniva intercettata una
  telefonata in arrivo da parte della figlia dell'av.  Scalone,
  la quale riferiva all'interlocutrice (Mary) che la
  "bicchierata" organizzata da Giuseppe Mandalari, per le ore
  18.00 di Venerdì nei locali del Club di Forza Italia sito in
  Via Roccella, doveva essere posticipata alle ore 20.00 dello
  stesso giorno a causa di altri impegni del proprio padre.
     Alle ore 20,56 del medesimo giomo (30/3/94) il Mandalari
  chiamava il sen.Scalone.
     Il colloquio si svolgeva nel seguente modo:
  (P.=Giuseppe Mandalari; S.=Scalone)
     D: pronto?
     P: chi parla?
     D: sono io.
     P: eh, ma eh ...
     D: chi è ...con chi vuole parlare?
     P: con il sen.Scalone.
     D: ma chi lo cerca?
     P: Pino Mandalari.
     D: ah.... un attimo dottore un attimo.
     P: grazie.
     D: prego ... (gli passa Scalone)
     S: Pippo.
     P: ehi Senatore.
     S: salve... salve.
     P: dice una frase in latino.
     S: grazie  grazie grazie.
     P: bella affermazione eh ...bella
     S: affermazione di noi tutti e degli amici che avete
  collaborato.
     P: no! no!
     S: e tutti assieme abbiamo vinto.
     P: tutto merito tuo  senti i ragazzi là stanno preparando
  un brindisi per dopodomani sera ...io.
     S: si può ribaltare di due ore?
     P: si!  Senz'altro.  Io metto lo champagne.
     S: sì.
     P: perchè è offerto da me e quindi festeggiamo tutti.
     S: alle 20.00.  Facciamo alle 20.00.
     P: va bene !  Avverto Sivio che è alle 20.00 ...va bene.
 
                              Pag. 54
 
     S: io alle 18.00 ho l'altra cosa ...in modo alle 20.00 io
  sarò puntualissimo.
     P: d'accordo.
     S: non ho parole per ringraziarti.
     P: grazie ...per carità ...niente ...il mio dovere l'ho
  fatto.
     S: grazie.
     P: ciao.  Ciao, ciao.
     Del tenore delle riportate intercettazione appare di tutta
  evidenza l'asserito impegno  elettorale del Mandalari in
  favore del Sen.Scalone il quale, almeno a parole, ne mostra
  piena consapevolezza.
     Il Sen.Scalone, in occasione della sua audizione innanzi
  la Commissione in data 2/2/1995 ha, tra l'altro, dichiarato a
  proposito del Mandalari: "Non lo conoscevo!  Non avevo mai
  avuto rapporti di sorta con lui, perchè Mandalari era una
  persona assolutamente - direi - sbiadita!".
     A specifica domanda del Presidente, circa la conversazione
  telefonica del 30/3/94 il cui tenore evidenzia quanto meno un
  minimo di familiarità, il Sen.Scalone ha dichiarato: "Ho
  chiarito che non c'è familiarità, che non c'eravamo visti i
  giorni precedenti, che non ci sono state frequentazioni.  E
  quella telefonata, lo ribadisco, può essere una delle tante
  decine che ho fatto, collettivamente ed impersonalmente, fino
  alla chiusura della campagna elettorale a destra e a  manca".
  Sul punto ci si limita ad osservare che la telefonata in
  questione è successiva non solo alla chiusura della campagna
  elettorale, ma addirittura al voto.  La stessa infatti si
  colloca temporalmente alle ore 20,56 del 30/3/94.
     Il Sen.Scalone ha, poi, posto in evidenza un dato che
  emerge obiettivamente dal contesto delle intercettazioni e
  cioè che: "fino a due giorni dopo le elezioni Mandalari non
  conosceva il numero del mio cellulare.  Guarda quanta
  familiarità correva tra il sottoscritto ed il Mandalari!".
     Senonchè poco dopo, a specifica domanda del Sen.Meduri,
  risponde: "durante il periodo elettorale non ha dato a nessuno
  il numero del mio telefonino: l'ho fatto dopo la mia elezione
  per motivi ovvii".
     Non può, comunque, la Commissione non rilevare come, anche
  con riferimento al Sen.Scalone, emerga la medesima discordanza
  già riscontrata a proposito del Sen.Fierotti tra il tono delle
  conversazioni registrate e la ricostruzione dei rapporti con
  il Mandalari fornita alla Commissione medesima.
     E' appena il caso, tuttavia, di porre in proposito in
  evidenza che il compito della Commissione non va affatto
  individuato nell'accertamento delle "discordanze" in
  argomento, ma nella ricostruzione complessiva del contesto
  politico ed elettorale nel cui ambito si inserisce la presente
  vicenda.
     4)  Intercettazioni riguardanti il Sen.La Loggia.
     Giuseppe Mandalari alle ore 17,01 del giorno 17/3/94
  chiama l'utenza telefonica dell'abitazione del sen.La Loggia.
  La voce femminile (quella della figlia) che rispondeva lo
  informava che il padre era reperibile al numero 347115
  relativo allo studio professionale di costui.
     Alle ore 17,02 della medesima giornata il Mandalari chiama
  il 347115 e chiede di "Enrico".  Vista la sua assenza, lasciava
  un messaggio alla segretaria con il quale chiedeva di essere
  richiamato per chiarire la questione relativa alle accuse
  formulate in una intervista rilasciata dal sindaco di Palermo
  Leoluca Orlando.
     Alle ore 18,49, sempre del 17/3/94, veniva intercettata
  una telefonata in arrivo da parte di Salvo Glorioso dello
  studio legale La Loggia che parlava con il Mandalari.  Questi
  rappresentava al Glorioso gli attacchi a Forza Italia
  scagliati da Orlando in una intervista trasmessa da Rai due.
  Riferiva, in particolare, che Orlando aveva fatto anche i nomi
  di tale Ferrara di Agrigento e di tale Purpura, asseritamente
  ex autista di Salvo Lima, attualmente impegnato nella campagna
  elettorale di La Loggia e di Alberto Alessi.  Nell'intervista,
  infine, si sosteneva che questi personaggi non avevano rotto
  con il passato.
     Il Glorioso e il Mandalari si accordavano, quindi, in
  merito alla duplicazione
 
                              Pag. 55
 
  della cassetta relativa alla registrazione televisiva in
  questione.
     5) La convinta adesione del Mandalari alla causa
  elettorale di Forza Italia trova chiara ed esplicita conferma
  in numerose intercettazioni.
     In data 17/3/94, per esempio, il Mandalari conversando con
  tale Edoardo asserisce: "ti dico solo una cosa ..Forza
  Italia".  E soggiunge: "io la coccarda mi sono fatto".
      Né presenta particolare utilità richiamare le altre di
  analogo tenore.
     In ordine, poi, alle elezioni amministrative siciliane del
  1994, il Mandalari, dopo aver visto fallire il suo tentativo
  di sostenere le candidature del Tripi e del Tusa, esprime il
  suo favore per la candidatura dell'avv.  Francesco Musotto (con
  il quale non emerge alcun diretto contatto) quale presidente
  della Provincia di Palermo (poi eletto) e sostiene la
  candidatura dell'avv.  Salvino Caputo a Sindaco di Monreale
  (poi eletto).  In proposito presenta un qualche interesse la
  conversazione telefonica intrattenuta dal Mandalari con
  "Franco" (verosimilmente Francesco Tusa) in data 14/6/94.  In
  tale occasione il "Franco" riferiva, così come riportato a
  foglio 234 della nota dello S.C.O. del 19/7/94, testualmente:
  "che la sera venne " Silvio " e che quest'ultimo l'aveva a
  morte con i "komeinisti" del sig.  Randi (fonetico) di Catania
  e di Miccichè (verosimilmente Gianfranco Miccichè,
  rappresentante regionale di Forza Italia).  (Omissis).  Il
  Mandalari aggiungeva che Salvino Caputo era persona
  intelligente, perchè quando Miccichè aveva riferito che lui
  (Mandalari G.) non doveva parlare, Salvino aveva detto che
  andava tutto bene.  Il chiamante (e cioè il "Franco" Tusa
  n.d.e.) riferiva che lui stesso si era messo da parte per
  sostenere Salvino Caputo in questa operazione.  La
  conversazione verteva su problemi tra i due riguardo il
  periodo delle elezioni europee e il Mandalari ribadisce più
  volte il suo disappunto su Miccichè apostrofandolo più volte
  come un "porco-maiale", aggiungendo che "Silvio"
  (verosimilmente Silvio Liotta) era arrabbiato (sempre per il
  fatto delle elezioni e soprattutto per il posto di sindaco a
  -Monreale) e che ieri sera si erano trovati tutti a Partinico
  e c'era anche Enrico La Loggia.
     6) La conversazione in argomento si riferisce, in
  particolare, al divieto opposto da Miccichè in ordine alla
  volontà di prendere la parola in pubblico da parte del
  Mandalari, in occasione di una manifestazione elettorale in
  favore dell'avv.  Salvino Caputo.
     Sul punto, nel corso della sua audizione innanzi la
  Commissione, l'on.Miccichè ha asserito testualmente: "non
  permisi per esempio a nessuno fuorchè ai candidati e dopo le
  elezioni politiche agli eletti di parlare nei comizi e nelle
  riunioni, neanche per un attimo".  Ed ancora (ero) "consapevole
  della responsabilità e delle difficoltà del mio compito di
  Sicilia, cominciai con l'avvalermi della collaborazione di
  persone il cui esempio di vita fosse non solo rassicurante, ma
  testimonianza di contrapposizione alla mafia.  Come è intuitivo
  incontrai migliaia di persone, ponendo filtri e cautele che mi
  consentissero di capire e di salvaguardare il movimento.  Ciò
  mi attrasse antipatie e avversioni, di cui ancora sento le
  conseguenze".
     L'on.Miccichè precisa, infatti, che: "appena abbiamo
  sospettato atteggiamenti ed intenzioni non coincidenti con il
  nostro progetto abbiamo imposto, vietando l'uso del nome, la
  chiusura di tre club: il San Paolo Palace, per esempio, chiuso
  appena nato e prima delle elezioni; il club Cavour di Via
  Roccella a cui, oggi apprendo, faceva riferimento Mandalari;
  il club di Monreale cui faceva riferimento quel Tusa, che,
  apprendo oggi, interloquiva con il Mandalari".
     Lo zelo dell'on.Miccichè ha trovato conferma anche da
  parte della Presidente della Commissione, on.Tiziana Parenti,
  la quale, in occasione della audizione in questione, ha
  informato i commissari che: "non conoscendo la realtà
  siciliana ed essendo la prima volta che mi recavo in Sicilia,
  ho visto con quanta premura - devo darne atto - Miccichè ha
  cercato
 
                              Pag. 56
 
  di non fare fotografie e di adottare tutte le misure di
  cautela".
     Alla stregua degli atti in possesso della Commissione si
  può, quindi, affermare che l'on.Gianfranco Miccichè, nella sua
  qualità di responsabile per la Sicilia del movimento Forza
  Italia, aveva ben presenti i rischi di inquinamento mafioso (o
  di altro genere), tanto di impegnarsi in concreti tentativi
  per impedirne la realizzazione.
     A proposito del Mandalari, poi, l'on.Miccichè
  responsabilmente asserisce: "Mandalari rientra nell'oscura
  schiera di personaggi che certamente ha tentato di entrare in
  contatto con Forza Italia e che ci ha indotto fin dall'inizio
  alle cautele già accennate".  Mostra, infine, l'on.Miccichè di
  non sottovalutare affatto la caratura del personaggio in
  argomento allorchè, richiamando talune delle frasi offensive
  dedicategli dal Mandalari nel corso delle conversazioni
  registrate, vi ravvisa una minaccia esplicita per la sua
  sicurezza personale: "Mi viene dato del porco e del maiale,
  viene detto, in una telefonata, che Miccichè vuole fare tutto
  e gli viene risposto che non farà più niente.  Mi viene dato
  anche del pagliaccio e del cretinetto, e questo giusto per
  sminuirmi.  Ma "porco maiale" e "quello vuole fare tutto" e
  "non farà più niente"... se in Sicilia queste non sono
  minacce...".
     7) Fermo restando che il cosiddetto "caso Mandalari" non
  può, nè deve in alcun modo essere da chiunque enfatizzato o,
  peggio, strumentalizzato, una notazione sorge, però,
  spontanea.
     Tutti i parlamentari comparsi avanti la Commissione, hanno
  precisato di avere appreso della caratura criminale (e non
  solo) del Mandalari soltanto allorchè la vicenda "de qua" ha
  trovato ampio spazio sui "mass media" e, cioè, successivamente
  alle competizioni elettorali del 1994.
     Se ciò è vero, anche se qualche dubbio può legittimamente
  insorgere, occorre riconoscere che le "cautele" atte ad
  impedire inquinanti infiltrazioni non sono state, malgrado le
  ottime intenzioni, attivate, in concreto, con adeguato
  rigore.
     E', infatti, innegabile che è sfuggito a tali "cautele"
  nientemeno che un personaggio, ben conosciuto anche negli
  ambienti politici, protagonista per oltre un ventennio di
  gravi vicende giudiziarie in più occasioni riferite, anche con
  notevole evidenza, dalla stampa e dalle televisioni,
  quantomeno locali.
     Ne consegue che, per tutte le ragioni che in seguito
  saranno esposte, il complesso delle intercettazioni
  telefoniche ed ambientali concernenti la cosiddetta "vicenda
  Mandalari", forniscono un singolare esempio del tipo di
  attività svolta da un individuo di tal fatta nel corso della
  campagna elettorale che vedeva, in particolare, per la prima
  volta presenti in campo nuovi schieramenti politici.
     Ogni attenzione merita, poi, la constatazione del
  tentativo di porre in essere un'attività volta non soltanto al
  sostegno di taluni candidati, ma alla costruzione di una più
  articolata rete di rapporti attraverso il tentativo di
  interferire, addirittura, sulla designazione, nella specie non
  riuscita, di candidati per le varie elezioni
  amministrative.
     Come si è già avuto modo di chiarire, va ribadito che
  l'eventuale spregiudicatezza di taluno nell'accettare il
  sostegno elettorale promesso dal Mandalari non può in alcun
  modo esaurire il compito della Commissione, tenuto, per di
  più, conto, come già ricordato, della assenza di spunti
  oggettivamente illeciti in seno alle conversazioni in
  argomento le quali, sotto questo punto di vista, possono
  tranquillamente essere ritenute del tuffo conformi a quanto
  normalmente è solito accadere in simili frangenti.
     La Commissione non intende sottoporre a processo nè
  singoli, nè movimenti politici, per il semplice fatto che ciò
  esula del tuffo dai suoi compiti istituzionali.  Non può, però,
  aprioristicamente ritenere che quanto messo in opera dal
  Mandalari vada, "tout court", ritenuto un caso del tutto
  isolato ed assolutamente avulso da un possibile più generale
  contesto.
     Tale possibilità è ragionevolmente impedita da almeno due
  circostanze: la particolare realtà siciliana e la personalità
  del Mandalari.
 
                              Pag. 57
 
     A proposito di quest'ultima giova porre subito in evidenza
  che quest'ultimo risulta, da oltre un ventennio, ostinato
  favoreggiatore di esponenti di vertice dell'organizzazione
  criminosa "Cosa Nostra" e, al contempo, antico e dichiarato
  appartenente ad organizzazioni massoniche, più o meno
  deviate.
     Si potrebbe, a questo punto, affermare che tale miscela è
  di per sè esplosiva E' utile, invece, procedere con misura e
  ragionevolezza.
     8)  La personalità del Mandalari.
     Per la parte che interessa la Commissione rilevano, in
  particolare, due componenti: la carriera massonica ed i
  precedenti giudiziari.
     Per la prima si rinvia ai fogli da 13 a 32 dell'ordinanza
  di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Palermo il
  12.12.94 (allegato 1).
     Per la seconda, si rinvia al medesimo allegato, fogli da
  33 a 41.
     E' significativo, in sintesi, riportare il seguente passo
  dell'ordinanza laddove il GIP testualmente asserisce: "Pino
  Mandalari è stato per "Cosa Nostra" un costante punto di
  riferimento capace di mettere al servizio dell'organizzazione
  criminale mafiosa la sua capacità professionale e l'intensa
  trama di rapporti che la sua appartenenza alla Massoneria (in
  un alto grado della gerarchia massonica) gli ha procurato".
     Ed ancora: "Pino Mandalari è così diventato per "Cosa
  Nostra", sin dagli anni 70, uno degli elementi fondamentali di
  collegamento con la società civile.
     Un punto di riferimento costante per il reinvestimento
  degli illeciti guadagni, per i contatti con il mondo
  giudiziario, politico, e sociale in genere, nei confronti del
  quale il Mandalari, forte del suo grado massonico e della sua
  statura criminale, ha saputo magistralmente svolgere un ruolo
  di collante con l'organizzazione mafiosa".
     Tale essendo il ruolo del Mandalari, appare in tutta la
  sua evidenza la impossibilità di liquidare "de plano" la
  vicenda oggi all'attenzione della Commissione.
     Per quanto, più specificamente, concerne il coinvolgimento
  ultraventennale del Mandalari nel delicato settore della
  gestione affaristico-finanziaria degli illeciti profitti
  conseguiti da esponenti di elevatissimo rango
  dell'organizzazione denominata "Cosa Nostra", si rinvia ai
  fogli 95 e seguenti della più volte citata ordinanza 12.12.94
  del GIP di Palermo (allegato I).
     Va, in ultimo, ricordato che, in merito alle delittuose
  attività del Mandalari, hanno riferito all'Autorità
  Giudiziaria i seguenti "collaboratori di giustizia": Tommaso
  Buscetta, Antonino Calderone, Gaspare Mutolo, Giuseppe
  Marchese, Leonardo Messina, Rosario Spatola e Vincenzo
  Calcara. Nè va sottovalutato il fatto che il delitto in atto
  contestato al Mandalari è quello di concorso in associazione
  di stampo mafioso.
     Ma c'è di più.  Il nome di Giuseppe Mandalari non ha
  interessato soltanto le cronache giudiziarie.  Esso compare
  anche negli atti di questa Commissione, per la prima volta,
  nel corso della sesta Legislatura in seno alla relazione di
  minoranza, comunicata alle Presidenze delle Camere il 4.2.76,
  a firma dei parlamentari Angelo Nicosia, Giorgio Pisano e
  Giuseppe Niccolai, nonchè nell'altra relazione di minoranza,
  comunicata alle Presidenze delle Camere in pari data,
  sottoscritta dai parlamentari Pio La Torre, Gianfilippo
  Benedetti, Alberto Malacugini, Gelasio Adamoli, Gerardo
  Chiaromonte, Gianfranco Lugnano, Roberto Maffioletti e Cesare
  Terranova.
     Nel primo documento, il Sen.Pisanò, nel ricostruire i
  rapporti tra Don Coppola, Luciano Leggio e Giuseppe Pullarà,
  ricorda che tra le persone che incassarono assegni circolari,
  emessi per complessivi 114 milioni di lire su richiesta del
  Pullarà medesimo, a Palermo vi era proprio il Mandalari.
     Nel secondo documento, a foglio 582, si legge
  testualmente: "il commercialista palermitano Pino Mandalari
  (candidato del MSI del 1972) ospita nel suo studio le società
  finanziarie di alcuni fra i più noti gangsters tra cui
  Salvatore Riina, braccio destro di Leggio e il Badalamenti
 
                              Pag. 58
 
  di Cinisi, nonchè quello di Padre Coppola".
     Nel corso della VII legislatura, poi, la Commissione
  effettuò un sopralluogo conoscitivo a Palermo, protrattosi dal
  16 al 19 dicembre 1974, nel corso del quale ascoltò numerose
  persone alle quali era stato preventivamente spedito uno
  specifico questionario.  Ebbene, al punto 4 del questionario
  "A" vi è uno specifico riferimento a: "Società finanziarie
  collegate a mafiosi: Mandalari-Riina-Leggio".  Sullo specifico
  ruolo del Mandalari medesimo riferirono: il Procuratore della
  Repubblica presso il Tribunale di Palermo, Dott. Giovanni
  Pizzillo (f. 645), il Sostituto Procuratore presso il medesimo
  ufficio, Dott. Domenico Signorino (f. 717), il Questore di
  Palermo, Dott. Domenico Migliorini (f. 765), il Comandante dei
  CC di Palermo, Col.  Salvatore Rovelli (f. 865), il Comandante
  del Gruppo CC di Palermo, Ten.Col.  Mario Sateriale (f. 875),
  il Comandante del Nucleo Investigativo dei CC. magg.  Giuseppe
  Russo (f 875-876), il Comandante della Legione della Guardia
  di Finanza, Col.  Mario Molinari (f. 897-898), il Comandante
  del Nucleo Regionale di Polizia Tributaria della G.d.F. di
  Palermo, Ten.Col.  Gaetano Candidori (f. 898) ed il Capitano
  Girolamo Di Gregorio del Nucleo medesimo (f. 899).
     In ultimo, uno specifico riferimento alle note attività di
  favoreggiatore del Mandalari è contenuto nella relazione sui
  "Rapporti tra mafia e politica" approvata da questa
  Commissione nel corso della XI legislatura, nella seduta del
  6.4.93 (f. 61-62).
     9) La comprovata, intensa attività spesa da un personaggio
  di tal fatta a favore di esponenti di nuovi movimenti
  politici, in occasione di importanti consultazioni elettorali
  impone alla Commissione il dovere di approfondire la
  comprensione non solo e non tanto della scelta operata dal
  Mandalari, ma della eventuale sincronia tra questa ed
  eventuali analoghe direttrici intraprese da più vasti settori
  degli ambienti di naturale referenza del Mandalari medesimo e,
  cioè, dalla Massoneria deviata e da "Cosa Nostra".
     In proposito giova certamente richiamare il seguente passo
  della "Relazione sui rapporti tra mafia e politica" approvata,
  nel corso della XI legislatura, da questa Cornmissione nella
  seduta del 6.4.93.  Si legge, infatti, a foglio 20: "E'
  probabile che "Cosa Nostra" cerchi oggi nuove alleanze
  politiche o all'interno delle vecchie forze o anche di forze
  nuove, che potrebbero garantire una maggiore libertà di
  movimento ed un ridotto numero di rischi.  Alcuni collaboratori
  hanno fatto espresso riferimento a nuove formazioni politiche
  che sarebbero guardate con attenzione dalla mafia.  E' comunque
  probabile che "Cosa Nostra", seguendo la sua filosofia
  utilitaristica faccia questa scelta, anche all'insaputa del
  prescelto, come già altre volte è avvenuto".
     Tale asserzione è strettamente collegata alla precedente,
  secondo la quale: "Sino a ieri l'esistenza di connessioni tra
  mafia e politica veniva considerata alla stregua di una mera
  ipotesi da dimostrare.  Dopo le decisioni assunte dal
  Parlamento e dal Governo e le valutazioni del Presidente del
  Consiglio (on.Giuliano Amato n.d.e.) e dei ministri
  dell'interno (Onn.Nicola Mancino e Vincenzo Scotti n.d.e.),
  quell'atteggiamento è del tutto superato.
     Se le connessioni non fossero esistite Parlamento e
  Governo non  avrebbero assunto quelle decisioni, le leggi non
  avrebbero avuto quella attuazione, il Presidente del Consiglio
  e i Ministri dell'Interno non avrebbero espresso quelle
  valutazioni".
     Occorre, infatti, riconoscere che: "Cosa Nostra ha una
  propria strategia politica.  L'occupazione e il governo del
  territorio in concorrenza con le autorità legittime, il
  possesso di ingenti risorse finanziarie, la disponibilità di
  un esercito clandestino e ben armato, il programma di
  espansione illimitato, tutte queste caratteristiche ne fanno
  un'organizzazione che si muove secondo logiche di potere e di
  convenienza, senza regole che non siano quelle della propria
  tutela e del proprio sviluppo.
     La strategia politica di Cosa Nostra non è mutuata da
  altri, ma imposta agli altri con la corruzione e con la
  violenza.
 
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     Cosa Nostra si occupa anche di fatti politici nazionali,
  può perciò intrecciare le proprie azioni agli interessi di
  altri gruppi".  (Per esempio settori deviati della Massoneria
  n.d.e.).
     In un quadro di tal fatta non va dimenticato che: "E'
  pacifico che Cosa Nostra influisce sul voto.  Ciò non
  corrisponde ad una scelta ideologica, ma alla convenienza di
  sfruttare nel migliore modo possibile il radicamento sociale e
  territoriale".
     D'altra parte: "Cosa Nostra non ha mai avuto preclusioni.
  Nessuno partito può essere aprioristicamente immune, ma i
  mafiosi non votano a caso; scelgono naturalmente candidati non
  ostili alla mafia e vicini agli interessi dei singoli gruppi".
  Ed ancora: "la scelta del partito e degli uomini è ispirata ad
  una scelta di pura convenienza; più conta il partito e più
  ampia è la disponibilità di Cosa Nostra; questo spiega
  l'appoggio costantemente fornito a candidati appartenenti a
  partiti di governo ancorchè piccoli.".
     10) Così stando le cose - e così stanno - la vicenda
  Mandalari può trasformarsi in una fortunata occasione.  Quella
  grazie alla quale sono stati accesi i riflettori su realtà
  tanto innegabili, quanto tradizionalmente votate alla
  clandestinità.
     Il vecchio sistema di potere è caduto.  Sono emersi
  inquietanti intrecci tra mafia, massoneria deviata e politica
  che all'interno di quel sistema si erano consolidati.  E'
  ragionevolmente presumibile che il tentativo di ripristinarli
  nei confronti di nuovi schieramenti politici sia già in atto.
  La Commissione muove dal presupposto che una determinata e
  definitiva presa di distanza da tale tipo di condizionamento
  costituisca un interesse, forte e preciso, di tutti i
  protagonisti della attuale e della futura vita politica del
  nostro Paese.  In questa fase di transizione è, verosimilmente,
  più facile l'enucleazione dello scenario.  Non si dovrebbe,
  infatti, più urtare contro il muro di interessi intrecciati e
  consolidati da tempo.
     La Commissione, quindi, al fine di adempiere a uno dei
  suoi fondamentali compiti istituzionali, nonchè a quello, non
  meno importante, di fornire un valido supporto per
  l'apprestamento di ogni adeguata difesa alle forze politiche
  più esposte su tale fronte, partendo dal caso Mandalari, ed
  utilizzando i risultati della già disposta indagine sui flussi
  elettorali, concentrerà la propria attività a difesa delle
  Istituzioni di questo Paese anche nella direzione che proprio
  il "caso Mandalari" ha posto all'attenzione dei cittadini.
     Il deputato Alessandra BONSANTI (gruppo
  progressisti-federativo) ritiene necessario procedere alle
  audizioni del senatore La Loggia, del deputato Liotta e del
  parlamentare europeo De Luca.
     Il deputato Giuseppe SCOZZARI (gruppo
  progressisti-federativo) insiste perchè si proceda
  all'audizione del senatore La Loggia e ritiene necessario
  procedere ad una nuova audizione del senatore Fierotti.
  Sottolinea infine l'importanza di audire il deputato Liotta in
  quanto la corrente andreottiana ha svolto funzioni di
  collegamento tra l'economia siciliana e quella nazionale.
     Il Presidente Tiziana PARENTI fa presente che porterà le
  richieste testè formulate all'attenzione dell'Ufficio di
  Presidenza convocato per domani, 3 maggio 1995, alle ore 14.
  Rammenta altresì che, su richiesta di alcuni gruppi, la seduta
  convocata per domani alle ore 20,30 è sconvocata.
 
     La seduta termina alle 22,45.
 
DATA=950502 FASCID=SMC12-156 TIPOSTA=SMC LEGISL=12 NCOMM=24 SEDE= NSTA=0156 TOTPAG=0060 TOTDOC=0035 NDOC=0034 TIPDOC=B DOCTIT=0000 COMM=C24D F PAGINIZ=0050 RIGINIZ=007 PAGFIN=0059 RIGFIN=063 UPAG=NO PAGEIN=50 PAGEFIN=59 SORTRES=9505023 SORTDDL= FASCIDC=12SMC 00156 SORTNAV=59505020 00156 b00000 ZZSMC156 NDOC0034 TIPDOCB DOCTIT0034 NDOC0034



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