| Il deputato Giuseppe AYALA (gruppo I democratici)
illustra la seguente relazione:
1) Con nota del 19 luglio 1994, il Servizio Centrale
operativo della Polizia di Stato riferiva, alla Direzione
Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di
Palermo, l'esito dei servizi di intercettazione telefonica ed
ambientale, nonchè dei connessi accertamenti investigativi,
effettuati nei confronti di Mandalari Giuseppe.
Le predette intercettazioni erano state attivate in
esecuzione di decreti autorizzativi emessi dalle Procure della
Repubblica di Caltanissetta e Palermo, in data 11/3/94 ed
avevano avuto termine in data 5/5/94.
Altre intercettazioni, e precisamente quelle telefoniche
sull'utenza 091/305855 ed ambientali all'interno dello studio
di ragioneria del Mandalari, erano state attivate, in
esecuzione di un decreto autorizzativo della Procura di
Palermo, in data 20/4/94 ed avevano avuto termine in data
19/16/94.
Il contenuto delle intercettazioni in argomento pone in
evidenza, per la parte che interessa questa Commissione, un
consistente impegno profuso dal noto commercialista
palermitano Giuseppe Mandalari in favore di alcuni candidati
di Forza Italia nonchè di Alleanza Nazionale in occasione
delle varie consultazioni elettorali del 1994 e, in
particolare, di quelle politiche del 27 e 28 marzo 1994.
Le conversazioni intercettate riguardano: il sen.Michele
Fierotti, eletto quale esponente di Forza Italia; il
sen.Filiberto Scalone, eletto nelle liste di Alleanza
Nazionale; il sen.Enrico La Loggia, capogruppo di Forza Italia
al Senato.
Non mancano, in seno alle intercettazioni in questione,
riferimenti ad altri candidati del Polo delle Libertà, quali
l'on.Giacomo Baiamonte, l'on.Enzo Fragalà, il "Silvio" che
pare verosimilmente identificarsi nell'on.Silvio Liotta, il
sen.Salvatore Porcari, l'on.Alberto Alessi e l'on.Stefano De
Luca, con riferimento alle elezioni europee del Giugno '94.
Il Mandalari, inoltre, con alcuni dei suoi interlocutori
tenta di accreditare, ma senza successo, le candidature di
Francesco Tusa, per le elezioni comunali di Monreale e di
Silvio Tripi, per quelle provinciali di Palermo.
Emerge, infine, l'appoggio fornito in favore dell'avv.
Salvino Caputo, esponente di AN, poi eletto sindaco di
Monreale.
Il Mandalari medesimo, infine, nel corso di una
telefonata, conversando con tale Giovanni Ferlito, esprime il
suo compiacimento per la nomina del Prof. Antonio La Pergola a
garante per la questione del cosiddetto "Blind Trust" da parte
del Presidente Berlusconi. In tale occasione il Mandalari
fornisce al Ferlito il numero dell'utenza telefonica
n.06/69940782 che risulta intestata proprio a La Pergola
Antonio, Via del Tritone n.61- Roma.
Va, innanzitutto, posto in evidenza che il contenuto delle
richiamate conversazioni, sia telefoniche che ambientali, non
presenta alcun contenuto di intrinseca illiceità. Tale
aspetto, in ogni caso, non compete alle valutazioni di questa
Commissione, ma bensì a quella dell'Autorità Giudiziaria, che,
in atto, procede nei confronti del Mandalari medesimo, in
ordine al delitto di cui agli articoli 110 e 416- bis del
codice penale. In proposito il GIP di Palermo ha emesso, in
data 12 dicembre 1994, provvedimento di custodia cautelare in
carcere.
Tutto ciò premesso, appare opportuno richiamare il
contenuto di alcune delle conversazioni intercettate.
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2) Intercettazioni riguardanti il Sen.Michele
Fierotti.
Alle ore 20,45 dell'11/3/94 veniva intercettata una
conversazione in arrivo da parte della sig.ra Dragotta Teresa
(moglie del Fierotti), la quale, conversando con "Pino"
(Giuseppe Mandalari), riferiva che "Michele" si sarebbe
presentato nelle liste di Forza Italia. "Pino" riferiva alla
donna che molti dei suoi amici erano disponibili a dare il
proprio voto.
Alle ore 9,22 del giorno 12/3/94 veniva intercettata altra
telefonata in arrivo da parte della Signora Dragotta che,
parlando con Antonio, confermava che il marito (Michele) si
era candidato nelle liste di Forza Italia.
In data 17/3/94, alle ore 23,16 veniva intercettata una
ulteriore telefonata in arrivo da parte della sig.ra Dragotta
Teresa della quale appare opportuno riportare il testo
integrale.
(G.= Giuseppe Mandalari; T.= Teresa Dragotta).
G: Sì?
T: Teresa!
G: ciao Teresa, dove siete andati a finire?
T: io a destra e Michele a Nord.
G: eh ma e tutto il pomeriggio che chiamo
T: tu non li hai tutti i numeri dei comitati?
G: non ce li ho. Ho dovuto chiamare tuo padre per avere il
numero tuo, giusto per sapere se il telefonino di Michele ....
e non ce l'ho!
T: ma io tutto ti ho lasciato!
G: no gioia mia, .... ma io sono a casa ... qui. Qual'è il
telefonino?...
T: 0336/1898180 ma è chiuso, ...sono per il ritorno perchè
prendevano una pizza.
G: no, senti ti dico subito di che si tratta.
T: si.
G: intanto io ho i saluti per Michele ...da parte del
dottore VENUTI di Cinisi.
T: si...
G: va bene, ...a lui farà piacere.
T: il farmacista?
G: si, si, ...senti una cosa ora e ...mi chiamavano oggi
pomeriggio perchè mi sto interessando per Misilmeri. Ora. Per
sabato vogliono organizzare una intervista alla televisione
locale.
T: hanno mandato un fax.
G: probabilmente.
T: per giorno 22, ...ma Michele è impegnato!
G: non no, sabato ora
T: ah, ...l'hanno spostata?
G: lo vogliamo fare sabato sera.
T: ah, ...allora.
G: di pomeriggio, di pomeriggio ...perchè poi
successivarnente facciamo un incontro con molti amici di
...Misilmeri.
T: aspetta, aspetta ...appena viene Michele ...a momenti
ti faccio chiamare perchè l'agenda ce l'ha lui. Io non so
darti una risposta.
G: ho capito! Va bene.
T: a che ora vai a letto?
G: non ti preoccupare ...guarda eventualmente alla
seconda-terza chiamata io non rispondo.
T: si.
G: chiamate dopo un quarto d'ora perchè vuol dire che sono
con il cane giù.
T: va bene. (seguono saluti).
Il giorno 18/3/1994 alle ore 7,48 veniva registrata la
seguente conversazione telefonica in arrivo sull'utenza in uso
a Giuseppe Mandalari da parte del sen.Fierotti.
(M.= Michele Fierotti; G.= Giuseppe Mandalari)
M: pronto.
G: Michele.
M: come va?
G: ciao, bene e tu?
M: mah ...insomma lavoriamo.
G: si lavora. Certo.
M: dimmi.
G: senti ...Io ieri ho pregato gli amici di Misilmeri
...allora c'e l'ing. Edoardo Romano.
M: si.
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G: che si è subito attivato ...è andato là e mi ha
telefonato e voleva la risposta entro ieri sera ...stamattina
...perchè domani pomeriggio ...organizzato un incontro in
televisione locale subito dopo fare una riunione con gli
amici, ...graziosissimi di Misilmeri.
M: eh, ...domani è sabato, no?
G: si, si.
M: aspetta io credo che sono, già quindi o domani ...ce
l'ho piena, piena la giornata, perchè domani ho il comizio a
San Cipirello, poi una riunione alle 20.00 a Corleone, poi
devo andare a Lercara Friddi.
G: ho capito.
M: sono 18.00 San Giuseppe Jato, 17.00 San Cipirello,
20.00 Corleone, 21.00 Lercara Friddi.
G: ho capito.
M: quindi è difficilissimo che io possa essere lì.
G: mah ...oggi mi faccio dire se è possibile qualche altro
giorno nella settimana prossima magari.
M: se è verso la settimana prossima ...possibilmente
...che so il 23 che siamo già verso la fine della ...campagna
elettorale.
G: si, si!
M: poi per noi altri è molto più efficace.
G: appunto siccome tu mi parlavi di Misilmeri, ...cioè io
a Romano, che è un ragazzo molto, ...ma molto grazioso.
M: io comunque stasera sarò a Misilmeri nel Club di Forza
Italia alle 21.00.
G: ho capito.
M: quindi eventualmente ...io non lo so.
G: no, no.
M: lui come è combinato ...se può anche avvicinarsi là per
vedere,va bene?
G: comunque, io questo glielo dico senz'altro,
eventualmente vi incontrate lo stesso, è l'ingegnere
Romano.
M: ingegnere Romano, eventualmente gli dice che io alle
ore 21.00 sono al Club di Forza Italia, quello di Via
Archimede, perchè ce ne sono due lì.
G: senti, ...ti do il numero di Edoardo e lo puoi
chiamare, anche ora, e ti metti d'accordo con lui stesso.
M: Edoardo ...questo Romano.
G: si, si.
M: e dammelo.
G: si, Edoardo 520493.
M: va bene.
G: va bene.
M: va bene, ...allora lo chiamo io.
G: si ...e lo preghi, appena finisce di parlare con te,
...se lui mi chiama.
M: va bene ...lo posso chiamare anche a questa ora?
G: si certo 520493.
M: va bene.
G: ciao, ciao.
M: arrivederci.
Alle ore 8,57 del giorno 24/13/94 veniva intercettata una
telefonata in partenza fatta dal Mandalari nel corso della
quale costui riferiva personalmente in merito a due comizi da
tenersi a Cinisi e Monreale.
Il Fierotti rispondeva di essere impossibilitato a
parteciparvi per altri impegni.
Non può non essere posto in evidenza il tono estremamente
confidenziale delle richiamate conversazioni intercorse tra il
Mandalari ed il sen.Fierotti, (" pronto, Michele, come va?
Ciao, bene tu? "), nonchè tra il Mandalari e la moglie di
costui (" Ciao Teresa, dove siete andati a finire? ", ed
ancora, sempre rivolto a quest'ultima: " no, gioia
mia... ").
Ciò malgrado il Sen.Fierotti, nel corso della sua
audizione innanzi questa Commissione, dichiarava, tra l'altro,
testualmente: "Come ho conosciuto Mandalari? L'ho conosciuto
agli inizi degli anni 70. (Omissis).
In uno di questi incontri vi era Mandalari, candidato alle
elezioni. L'ho conosciuto e ci siamo incontrati
successivamente un paio di volte. (Omissis). Sul finire
del febbraio 1994, ero candidato come liberale in Forza Italia
e in uno dei miei primi appuntamenti elettorali mi sono recato
a Monreale, invitato dal locale Club. (Omissis). Il
Mandalari (n.d.e.) l'ho incontrato sul finire del Febbraio a
Monreale, in piazza presenti alcune decine di
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persone, tra le quali vi era la forza pubblica, le autorità
civili, (ecc.). Ho visto avvicinarsi un uomo barbuto e lì non
l'ho riconosciuto; si è presentato: sono Pino Mandalari.
Immediatamente mi sono ricordato di lui e ho visto in lui
l'uomo ed il monarchico di allora (che tra l'altro aveva
ottenuto in quelle elezioni qualche migliaio di voti)".
A specifica domanda del Presidente: 'Non era a conoscenza
che aveva avuto misure di prevenzione, un processo ed una
condanna?" Il Fierotti risponde seccamente "No".
Ed ancora: "Nessuno mi ha messo in guardia, altrimenti
credo avrei agito in maniera diversa".
Non pare, infine, superfluo ricordare che, in esito ad una
perquisizione disposta in locali di pertinenza del Mandalari,
è stato rinvenuto una specie di "curriculum" riguardante il
figlio del Sen.Fierotti.
Il dato oggettivo che emerge è senza dubbio costituito dal
fatto che il sen.Fierotti ha con piena consapevolezza
accettato l'impegno asseritamente profuso dal Mandalari per
agevolare la sua elezione. Non può, però, in alcun modo essere
sottaciuta l'oggettiva discordanza rinvenibile tra il tono
delle conversazioni telefoniche richiamate e la distaccata
ricostruzione dei suoi rapporti con il Mandalari fornita dal
Sen.Fierotti alla Commissione.
3) Intercettazioni riguardanti il Sen.Filiberto
Scalone
Alle ore 8,09 del 2413194 veniva intercettata una
telefonata in arrivo da parte del Sen.Scalone, il quale
riferiva al Mandalari che la "battaglia infuriava e che erano
rimaste solo 48 ore di tempo". Il Mandalari comunicava che
l'indomani sera avrebbe avuto un appuntamento importante nel
collegio elettorale dello Scalone. Quest'ultimo chiedeva in
quale luogo e l'interlocutore rispondeva che il posto si
trovava vicino a quello dove erano stati l'altro giorno. Lo
Scalone faceva presente che non gli sarebbe stato possibile
recarsi costì, al che il Mandalari testualmente rispondeva: "e
a che servono gli amici?".
Alle ore 20,10 del giorno 30/3/94 veniva intercettata una
telefonata in arrivo da parte della figlia dell'av. Scalone,
la quale riferiva all'interlocutrice (Mary) che la
"bicchierata" organizzata da Giuseppe Mandalari, per le ore
18.00 di Venerdì nei locali del Club di Forza Italia sito in
Via Roccella, doveva essere posticipata alle ore 20.00 dello
stesso giorno a causa di altri impegni del proprio padre.
Alle ore 20,56 del medesimo giomo (30/3/94) il Mandalari
chiamava il sen.Scalone.
Il colloquio si svolgeva nel seguente modo:
(P.=Giuseppe Mandalari; S.=Scalone)
D: pronto?
P: chi parla?
D: sono io.
P: eh, ma eh ...
D: chi è ...con chi vuole parlare?
P: con il sen.Scalone.
D: ma chi lo cerca?
P: Pino Mandalari.
D: ah.... un attimo dottore un attimo.
P: grazie.
D: prego ... (gli passa Scalone)
S: Pippo.
P: ehi Senatore.
S: salve... salve.
P: dice una frase in latino.
S: grazie grazie grazie.
P: bella affermazione eh ...bella
S: affermazione di noi tutti e degli amici che avete
collaborato.
P: no! no!
S: e tutti assieme abbiamo vinto.
P: tutto merito tuo senti i ragazzi là stanno preparando
un brindisi per dopodomani sera ...io.
S: si può ribaltare di due ore?
P: si! Senz'altro. Io metto lo champagne.
S: sì.
P: perchè è offerto da me e quindi festeggiamo tutti.
S: alle 20.00. Facciamo alle 20.00.
P: va bene ! Avverto Sivio che è alle 20.00 ...va bene.
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S: io alle 18.00 ho l'altra cosa ...in modo alle 20.00 io
sarò puntualissimo.
P: d'accordo.
S: non ho parole per ringraziarti.
P: grazie ...per carità ...niente ...il mio dovere l'ho
fatto.
S: grazie.
P: ciao. Ciao, ciao.
Del tenore delle riportate intercettazione appare di tutta
evidenza l'asserito impegno elettorale del Mandalari in
favore del Sen.Scalone il quale, almeno a parole, ne mostra
piena consapevolezza.
Il Sen.Scalone, in occasione della sua audizione innanzi
la Commissione in data 2/2/1995 ha, tra l'altro, dichiarato a
proposito del Mandalari: "Non lo conoscevo! Non avevo mai
avuto rapporti di sorta con lui, perchè Mandalari era una
persona assolutamente - direi - sbiadita!".
A specifica domanda del Presidente, circa la conversazione
telefonica del 30/3/94 il cui tenore evidenzia quanto meno un
minimo di familiarità, il Sen.Scalone ha dichiarato: "Ho
chiarito che non c'è familiarità, che non c'eravamo visti i
giorni precedenti, che non ci sono state frequentazioni. E
quella telefonata, lo ribadisco, può essere una delle tante
decine che ho fatto, collettivamente ed impersonalmente, fino
alla chiusura della campagna elettorale a destra e a manca".
Sul punto ci si limita ad osservare che la telefonata in
questione è successiva non solo alla chiusura della campagna
elettorale, ma addirittura al voto. La stessa infatti si
colloca temporalmente alle ore 20,56 del 30/3/94.
Il Sen.Scalone ha, poi, posto in evidenza un dato che
emerge obiettivamente dal contesto delle intercettazioni e
cioè che: "fino a due giorni dopo le elezioni Mandalari non
conosceva il numero del mio cellulare. Guarda quanta
familiarità correva tra il sottoscritto ed il Mandalari!".
Senonchè poco dopo, a specifica domanda del Sen.Meduri,
risponde: "durante il periodo elettorale non ha dato a nessuno
il numero del mio telefonino: l'ho fatto dopo la mia elezione
per motivi ovvii".
Non può, comunque, la Commissione non rilevare come, anche
con riferimento al Sen.Scalone, emerga la medesima discordanza
già riscontrata a proposito del Sen.Fierotti tra il tono delle
conversazioni registrate e la ricostruzione dei rapporti con
il Mandalari fornita alla Commissione medesima.
E' appena il caso, tuttavia, di porre in proposito in
evidenza che il compito della Commissione non va affatto
individuato nell'accertamento delle "discordanze" in
argomento, ma nella ricostruzione complessiva del contesto
politico ed elettorale nel cui ambito si inserisce la presente
vicenda.
4) Intercettazioni riguardanti il Sen.La Loggia.
Giuseppe Mandalari alle ore 17,01 del giorno 17/3/94
chiama l'utenza telefonica dell'abitazione del sen.La Loggia.
La voce femminile (quella della figlia) che rispondeva lo
informava che il padre era reperibile al numero 347115
relativo allo studio professionale di costui.
Alle ore 17,02 della medesima giornata il Mandalari chiama
il 347115 e chiede di "Enrico". Vista la sua assenza, lasciava
un messaggio alla segretaria con il quale chiedeva di essere
richiamato per chiarire la questione relativa alle accuse
formulate in una intervista rilasciata dal sindaco di Palermo
Leoluca Orlando.
Alle ore 18,49, sempre del 17/3/94, veniva intercettata
una telefonata in arrivo da parte di Salvo Glorioso dello
studio legale La Loggia che parlava con il Mandalari. Questi
rappresentava al Glorioso gli attacchi a Forza Italia
scagliati da Orlando in una intervista trasmessa da Rai due.
Riferiva, in particolare, che Orlando aveva fatto anche i nomi
di tale Ferrara di Agrigento e di tale Purpura, asseritamente
ex autista di Salvo Lima, attualmente impegnato nella campagna
elettorale di La Loggia e di Alberto Alessi. Nell'intervista,
infine, si sosteneva che questi personaggi non avevano rotto
con il passato.
Il Glorioso e il Mandalari si accordavano, quindi, in
merito alla duplicazione
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della cassetta relativa alla registrazione televisiva in
questione.
5) La convinta adesione del Mandalari alla causa
elettorale di Forza Italia trova chiara ed esplicita conferma
in numerose intercettazioni.
In data 17/3/94, per esempio, il Mandalari conversando con
tale Edoardo asserisce: "ti dico solo una cosa ..Forza
Italia". E soggiunge: "io la coccarda mi sono fatto".
Né presenta particolare utilità richiamare le altre di
analogo tenore.
In ordine, poi, alle elezioni amministrative siciliane del
1994, il Mandalari, dopo aver visto fallire il suo tentativo
di sostenere le candidature del Tripi e del Tusa, esprime il
suo favore per la candidatura dell'avv. Francesco Musotto (con
il quale non emerge alcun diretto contatto) quale presidente
della Provincia di Palermo (poi eletto) e sostiene la
candidatura dell'avv. Salvino Caputo a Sindaco di Monreale
(poi eletto). In proposito presenta un qualche interesse la
conversazione telefonica intrattenuta dal Mandalari con
"Franco" (verosimilmente Francesco Tusa) in data 14/6/94. In
tale occasione il "Franco" riferiva, così come riportato a
foglio 234 della nota dello S.C.O. del 19/7/94, testualmente:
"che la sera venne " Silvio " e che quest'ultimo l'aveva a
morte con i "komeinisti" del sig. Randi (fonetico) di Catania
e di Miccichè (verosimilmente Gianfranco Miccichè,
rappresentante regionale di Forza Italia). (Omissis). Il
Mandalari aggiungeva che Salvino Caputo era persona
intelligente, perchè quando Miccichè aveva riferito che lui
(Mandalari G.) non doveva parlare, Salvino aveva detto che
andava tutto bene. Il chiamante (e cioè il "Franco" Tusa
n.d.e.) riferiva che lui stesso si era messo da parte per
sostenere Salvino Caputo in questa operazione. La
conversazione verteva su problemi tra i due riguardo il
periodo delle elezioni europee e il Mandalari ribadisce più
volte il suo disappunto su Miccichè apostrofandolo più volte
come un "porco-maiale", aggiungendo che "Silvio"
(verosimilmente Silvio Liotta) era arrabbiato (sempre per il
fatto delle elezioni e soprattutto per il posto di sindaco a
-Monreale) e che ieri sera si erano trovati tutti a Partinico
e c'era anche Enrico La Loggia.
6) La conversazione in argomento si riferisce, in
particolare, al divieto opposto da Miccichè in ordine alla
volontà di prendere la parola in pubblico da parte del
Mandalari, in occasione di una manifestazione elettorale in
favore dell'avv. Salvino Caputo.
Sul punto, nel corso della sua audizione innanzi la
Commissione, l'on.Miccichè ha asserito testualmente: "non
permisi per esempio a nessuno fuorchè ai candidati e dopo le
elezioni politiche agli eletti di parlare nei comizi e nelle
riunioni, neanche per un attimo". Ed ancora (ero) "consapevole
della responsabilità e delle difficoltà del mio compito di
Sicilia, cominciai con l'avvalermi della collaborazione di
persone il cui esempio di vita fosse non solo rassicurante, ma
testimonianza di contrapposizione alla mafia. Come è intuitivo
incontrai migliaia di persone, ponendo filtri e cautele che mi
consentissero di capire e di salvaguardare il movimento. Ciò
mi attrasse antipatie e avversioni, di cui ancora sento le
conseguenze".
L'on.Miccichè precisa, infatti, che: "appena abbiamo
sospettato atteggiamenti ed intenzioni non coincidenti con il
nostro progetto abbiamo imposto, vietando l'uso del nome, la
chiusura di tre club: il San Paolo Palace, per esempio, chiuso
appena nato e prima delle elezioni; il club Cavour di Via
Roccella a cui, oggi apprendo, faceva riferimento Mandalari;
il club di Monreale cui faceva riferimento quel Tusa, che,
apprendo oggi, interloquiva con il Mandalari".
Lo zelo dell'on.Miccichè ha trovato conferma anche da
parte della Presidente della Commissione, on.Tiziana Parenti,
la quale, in occasione della audizione in questione, ha
informato i commissari che: "non conoscendo la realtà
siciliana ed essendo la prima volta che mi recavo in Sicilia,
ho visto con quanta premura - devo darne atto - Miccichè ha
cercato
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di non fare fotografie e di adottare tutte le misure di
cautela".
Alla stregua degli atti in possesso della Commissione si
può, quindi, affermare che l'on.Gianfranco Miccichè, nella sua
qualità di responsabile per la Sicilia del movimento Forza
Italia, aveva ben presenti i rischi di inquinamento mafioso (o
di altro genere), tanto di impegnarsi in concreti tentativi
per impedirne la realizzazione.
A proposito del Mandalari, poi, l'on.Miccichè
responsabilmente asserisce: "Mandalari rientra nell'oscura
schiera di personaggi che certamente ha tentato di entrare in
contatto con Forza Italia e che ci ha indotto fin dall'inizio
alle cautele già accennate". Mostra, infine, l'on.Miccichè di
non sottovalutare affatto la caratura del personaggio in
argomento allorchè, richiamando talune delle frasi offensive
dedicategli dal Mandalari nel corso delle conversazioni
registrate, vi ravvisa una minaccia esplicita per la sua
sicurezza personale: "Mi viene dato del porco e del maiale,
viene detto, in una telefonata, che Miccichè vuole fare tutto
e gli viene risposto che non farà più niente. Mi viene dato
anche del pagliaccio e del cretinetto, e questo giusto per
sminuirmi. Ma "porco maiale" e "quello vuole fare tutto" e
"non farà più niente"... se in Sicilia queste non sono
minacce...".
7) Fermo restando che il cosiddetto "caso Mandalari" non
può, nè deve in alcun modo essere da chiunque enfatizzato o,
peggio, strumentalizzato, una notazione sorge, però,
spontanea.
Tutti i parlamentari comparsi avanti la Commissione, hanno
precisato di avere appreso della caratura criminale (e non
solo) del Mandalari soltanto allorchè la vicenda "de qua" ha
trovato ampio spazio sui "mass media" e, cioè, successivamente
alle competizioni elettorali del 1994.
Se ciò è vero, anche se qualche dubbio può legittimamente
insorgere, occorre riconoscere che le "cautele" atte ad
impedire inquinanti infiltrazioni non sono state, malgrado le
ottime intenzioni, attivate, in concreto, con adeguato
rigore.
E', infatti, innegabile che è sfuggito a tali "cautele"
nientemeno che un personaggio, ben conosciuto anche negli
ambienti politici, protagonista per oltre un ventennio di
gravi vicende giudiziarie in più occasioni riferite, anche con
notevole evidenza, dalla stampa e dalle televisioni,
quantomeno locali.
Ne consegue che, per tutte le ragioni che in seguito
saranno esposte, il complesso delle intercettazioni
telefoniche ed ambientali concernenti la cosiddetta "vicenda
Mandalari", forniscono un singolare esempio del tipo di
attività svolta da un individuo di tal fatta nel corso della
campagna elettorale che vedeva, in particolare, per la prima
volta presenti in campo nuovi schieramenti politici.
Ogni attenzione merita, poi, la constatazione del
tentativo di porre in essere un'attività volta non soltanto al
sostegno di taluni candidati, ma alla costruzione di una più
articolata rete di rapporti attraverso il tentativo di
interferire, addirittura, sulla designazione, nella specie non
riuscita, di candidati per le varie elezioni
amministrative.
Come si è già avuto modo di chiarire, va ribadito che
l'eventuale spregiudicatezza di taluno nell'accettare il
sostegno elettorale promesso dal Mandalari non può in alcun
modo esaurire il compito della Commissione, tenuto, per di
più, conto, come già ricordato, della assenza di spunti
oggettivamente illeciti in seno alle conversazioni in
argomento le quali, sotto questo punto di vista, possono
tranquillamente essere ritenute del tuffo conformi a quanto
normalmente è solito accadere in simili frangenti.
La Commissione non intende sottoporre a processo nè
singoli, nè movimenti politici, per il semplice fatto che ciò
esula del tuffo dai suoi compiti istituzionali. Non può, però,
aprioristicamente ritenere che quanto messo in opera dal
Mandalari vada, "tout court", ritenuto un caso del tutto
isolato ed assolutamente avulso da un possibile più generale
contesto.
Tale possibilità è ragionevolmente impedita da almeno due
circostanze: la particolare realtà siciliana e la personalità
del Mandalari.
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A proposito di quest'ultima giova porre subito in evidenza
che quest'ultimo risulta, da oltre un ventennio, ostinato
favoreggiatore di esponenti di vertice dell'organizzazione
criminosa "Cosa Nostra" e, al contempo, antico e dichiarato
appartenente ad organizzazioni massoniche, più o meno
deviate.
Si potrebbe, a questo punto, affermare che tale miscela è
di per sè esplosiva E' utile, invece, procedere con misura e
ragionevolezza.
8) La personalità del Mandalari.
Per la parte che interessa la Commissione rilevano, in
particolare, due componenti: la carriera massonica ed i
precedenti giudiziari.
Per la prima si rinvia ai fogli da 13 a 32 dell'ordinanza
di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Palermo il
12.12.94 (allegato 1).
Per la seconda, si rinvia al medesimo allegato, fogli da
33 a 41.
E' significativo, in sintesi, riportare il seguente passo
dell'ordinanza laddove il GIP testualmente asserisce: "Pino
Mandalari è stato per "Cosa Nostra" un costante punto di
riferimento capace di mettere al servizio dell'organizzazione
criminale mafiosa la sua capacità professionale e l'intensa
trama di rapporti che la sua appartenenza alla Massoneria (in
un alto grado della gerarchia massonica) gli ha procurato".
Ed ancora: "Pino Mandalari è così diventato per "Cosa
Nostra", sin dagli anni 70, uno degli elementi fondamentali di
collegamento con la società civile.
Un punto di riferimento costante per il reinvestimento
degli illeciti guadagni, per i contatti con il mondo
giudiziario, politico, e sociale in genere, nei confronti del
quale il Mandalari, forte del suo grado massonico e della sua
statura criminale, ha saputo magistralmente svolgere un ruolo
di collante con l'organizzazione mafiosa".
Tale essendo il ruolo del Mandalari, appare in tutta la
sua evidenza la impossibilità di liquidare "de plano" la
vicenda oggi all'attenzione della Commissione.
Per quanto, più specificamente, concerne il coinvolgimento
ultraventennale del Mandalari nel delicato settore della
gestione affaristico-finanziaria degli illeciti profitti
conseguiti da esponenti di elevatissimo rango
dell'organizzazione denominata "Cosa Nostra", si rinvia ai
fogli 95 e seguenti della più volte citata ordinanza 12.12.94
del GIP di Palermo (allegato I).
Va, in ultimo, ricordato che, in merito alle delittuose
attività del Mandalari, hanno riferito all'Autorità
Giudiziaria i seguenti "collaboratori di giustizia": Tommaso
Buscetta, Antonino Calderone, Gaspare Mutolo, Giuseppe
Marchese, Leonardo Messina, Rosario Spatola e Vincenzo
Calcara. Nè va sottovalutato il fatto che il delitto in atto
contestato al Mandalari è quello di concorso in associazione
di stampo mafioso.
Ma c'è di più. Il nome di Giuseppe Mandalari non ha
interessato soltanto le cronache giudiziarie. Esso compare
anche negli atti di questa Commissione, per la prima volta,
nel corso della sesta Legislatura in seno alla relazione di
minoranza, comunicata alle Presidenze delle Camere il 4.2.76,
a firma dei parlamentari Angelo Nicosia, Giorgio Pisano e
Giuseppe Niccolai, nonchè nell'altra relazione di minoranza,
comunicata alle Presidenze delle Camere in pari data,
sottoscritta dai parlamentari Pio La Torre, Gianfilippo
Benedetti, Alberto Malacugini, Gelasio Adamoli, Gerardo
Chiaromonte, Gianfranco Lugnano, Roberto Maffioletti e Cesare
Terranova.
Nel primo documento, il Sen.Pisanò, nel ricostruire i
rapporti tra Don Coppola, Luciano Leggio e Giuseppe Pullarà,
ricorda che tra le persone che incassarono assegni circolari,
emessi per complessivi 114 milioni di lire su richiesta del
Pullarà medesimo, a Palermo vi era proprio il Mandalari.
Nel secondo documento, a foglio 582, si legge
testualmente: "il commercialista palermitano Pino Mandalari
(candidato del MSI del 1972) ospita nel suo studio le società
finanziarie di alcuni fra i più noti gangsters tra cui
Salvatore Riina, braccio destro di Leggio e il Badalamenti
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di Cinisi, nonchè quello di Padre Coppola".
Nel corso della VII legislatura, poi, la Commissione
effettuò un sopralluogo conoscitivo a Palermo, protrattosi dal
16 al 19 dicembre 1974, nel corso del quale ascoltò numerose
persone alle quali era stato preventivamente spedito uno
specifico questionario. Ebbene, al punto 4 del questionario
"A" vi è uno specifico riferimento a: "Società finanziarie
collegate a mafiosi: Mandalari-Riina-Leggio". Sullo specifico
ruolo del Mandalari medesimo riferirono: il Procuratore della
Repubblica presso il Tribunale di Palermo, Dott. Giovanni
Pizzillo (f. 645), il Sostituto Procuratore presso il medesimo
ufficio, Dott. Domenico Signorino (f. 717), il Questore di
Palermo, Dott. Domenico Migliorini (f. 765), il Comandante dei
CC di Palermo, Col. Salvatore Rovelli (f. 865), il Comandante
del Gruppo CC di Palermo, Ten.Col. Mario Sateriale (f. 875),
il Comandante del Nucleo Investigativo dei CC. magg. Giuseppe
Russo (f 875-876), il Comandante della Legione della Guardia
di Finanza, Col. Mario Molinari (f. 897-898), il Comandante
del Nucleo Regionale di Polizia Tributaria della G.d.F. di
Palermo, Ten.Col. Gaetano Candidori (f. 898) ed il Capitano
Girolamo Di Gregorio del Nucleo medesimo (f. 899).
In ultimo, uno specifico riferimento alle note attività di
favoreggiatore del Mandalari è contenuto nella relazione sui
"Rapporti tra mafia e politica" approvata da questa
Commissione nel corso della XI legislatura, nella seduta del
6.4.93 (f. 61-62).
9) La comprovata, intensa attività spesa da un personaggio
di tal fatta a favore di esponenti di nuovi movimenti
politici, in occasione di importanti consultazioni elettorali
impone alla Commissione il dovere di approfondire la
comprensione non solo e non tanto della scelta operata dal
Mandalari, ma della eventuale sincronia tra questa ed
eventuali analoghe direttrici intraprese da più vasti settori
degli ambienti di naturale referenza del Mandalari medesimo e,
cioè, dalla Massoneria deviata e da "Cosa Nostra".
In proposito giova certamente richiamare il seguente passo
della "Relazione sui rapporti tra mafia e politica" approvata,
nel corso della XI legislatura, da questa Cornmissione nella
seduta del 6.4.93. Si legge, infatti, a foglio 20: "E'
probabile che "Cosa Nostra" cerchi oggi nuove alleanze
politiche o all'interno delle vecchie forze o anche di forze
nuove, che potrebbero garantire una maggiore libertà di
movimento ed un ridotto numero di rischi. Alcuni collaboratori
hanno fatto espresso riferimento a nuove formazioni politiche
che sarebbero guardate con attenzione dalla mafia. E' comunque
probabile che "Cosa Nostra", seguendo la sua filosofia
utilitaristica faccia questa scelta, anche all'insaputa del
prescelto, come già altre volte è avvenuto".
Tale asserzione è strettamente collegata alla precedente,
secondo la quale: "Sino a ieri l'esistenza di connessioni tra
mafia e politica veniva considerata alla stregua di una mera
ipotesi da dimostrare. Dopo le decisioni assunte dal
Parlamento e dal Governo e le valutazioni del Presidente del
Consiglio (on.Giuliano Amato n.d.e.) e dei ministri
dell'interno (Onn.Nicola Mancino e Vincenzo Scotti n.d.e.),
quell'atteggiamento è del tutto superato.
Se le connessioni non fossero esistite Parlamento e
Governo non avrebbero assunto quelle decisioni, le leggi non
avrebbero avuto quella attuazione, il Presidente del Consiglio
e i Ministri dell'Interno non avrebbero espresso quelle
valutazioni".
Occorre, infatti, riconoscere che: "Cosa Nostra ha una
propria strategia politica. L'occupazione e il governo del
territorio in concorrenza con le autorità legittime, il
possesso di ingenti risorse finanziarie, la disponibilità di
un esercito clandestino e ben armato, il programma di
espansione illimitato, tutte queste caratteristiche ne fanno
un'organizzazione che si muove secondo logiche di potere e di
convenienza, senza regole che non siano quelle della propria
tutela e del proprio sviluppo.
La strategia politica di Cosa Nostra non è mutuata da
altri, ma imposta agli altri con la corruzione e con la
violenza.
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Cosa Nostra si occupa anche di fatti politici nazionali,
può perciò intrecciare le proprie azioni agli interessi di
altri gruppi". (Per esempio settori deviati della Massoneria
n.d.e.).
In un quadro di tal fatta non va dimenticato che: "E'
pacifico che Cosa Nostra influisce sul voto. Ciò non
corrisponde ad una scelta ideologica, ma alla convenienza di
sfruttare nel migliore modo possibile il radicamento sociale e
territoriale".
D'altra parte: "Cosa Nostra non ha mai avuto preclusioni.
Nessuno partito può essere aprioristicamente immune, ma i
mafiosi non votano a caso; scelgono naturalmente candidati non
ostili alla mafia e vicini agli interessi dei singoli gruppi".
Ed ancora: "la scelta del partito e degli uomini è ispirata ad
una scelta di pura convenienza; più conta il partito e più
ampia è la disponibilità di Cosa Nostra; questo spiega
l'appoggio costantemente fornito a candidati appartenenti a
partiti di governo ancorchè piccoli.".
10) Così stando le cose - e così stanno - la vicenda
Mandalari può trasformarsi in una fortunata occasione. Quella
grazie alla quale sono stati accesi i riflettori su realtà
tanto innegabili, quanto tradizionalmente votate alla
clandestinità.
Il vecchio sistema di potere è caduto. Sono emersi
inquietanti intrecci tra mafia, massoneria deviata e politica
che all'interno di quel sistema si erano consolidati. E'
ragionevolmente presumibile che il tentativo di ripristinarli
nei confronti di nuovi schieramenti politici sia già in atto.
La Commissione muove dal presupposto che una determinata e
definitiva presa di distanza da tale tipo di condizionamento
costituisca un interesse, forte e preciso, di tutti i
protagonisti della attuale e della futura vita politica del
nostro Paese. In questa fase di transizione è, verosimilmente,
più facile l'enucleazione dello scenario. Non si dovrebbe,
infatti, più urtare contro il muro di interessi intrecciati e
consolidati da tempo.
La Commissione, quindi, al fine di adempiere a uno dei
suoi fondamentali compiti istituzionali, nonchè a quello, non
meno importante, di fornire un valido supporto per
l'apprestamento di ogni adeguata difesa alle forze politiche
più esposte su tale fronte, partendo dal caso Mandalari, ed
utilizzando i risultati della già disposta indagine sui flussi
elettorali, concentrerà la propria attività a difesa delle
Istituzioni di questo Paese anche nella direzione che proprio
il "caso Mandalari" ha posto all'attenzione dei cittadini.
Il deputato Alessandra BONSANTI (gruppo
progressisti-federativo) ritiene necessario procedere alle
audizioni del senatore La Loggia, del deputato Liotta e del
parlamentare europeo De Luca.
Il deputato Giuseppe SCOZZARI (gruppo
progressisti-federativo) insiste perchè si proceda
all'audizione del senatore La Loggia e ritiene necessario
procedere ad una nuova audizione del senatore Fierotti.
Sottolinea infine l'importanza di audire il deputato Liotta in
quanto la corrente andreottiana ha svolto funzioni di
collegamento tra l'economia siciliana e quella nazionale.
Il Presidente Tiziana PARENTI fa presente che porterà le
richieste testè formulate all'attenzione dell'Ufficio di
Presidenza convocato per domani, 3 maggio 1995, alle ore 14.
Rammenta altresì che, su richiesta di alcuni gruppi, la seduta
convocata per domani alle ore 20,30 è sconvocata.
La seduta termina alle 22,45.
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