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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


1130
DDL0076-0002
Progetto di legge Camera n. 76 - testo presentato - (DDL13-76)
(suddiviso in 4 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.1 dello stampato)
...C76. TESTIPDL
...C76.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNONAV ZZDDLC76 ZZ13 ZZRL ZZPR
     Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge
  intende attirare l'attenzione su un tema recentemente oggetto
  di un rinnovato interesse, ingiustamente ignorato in passato
  dal dibattito o sbrigativamente rimosso dalla coscienza
  collettiva.  Si tratta del problema degli effetti delle
  comunicazioni televisive di massa sugli utenti, dei possibili
  danni che da essi derivano e delle possibili opportunità che
  il mezzo televisivo offre.
     Né si può, d'altra parte, ignorare quei soggetti - come ad
  esempio i bambini - che appaiono maggiormente esposti a tali
  effetti.  La condizione di questi mette paradigmaticamente in
  luce le potenzialità ed i limiti della televisione, la quale
  può svolgere sia una funzione di intrattenimento o di supporto
  formativo, sia veicolare a immagini e messaggi verso i quali
  l'infanzia non è in grado di opporre sufficienti strumenti
  critici.
     La presente proposta di legge, pertanto, si muove in
  parallelo rispetto alle questioni, oggetto di ampio dibattito
  e di precisi impegni programmatici del Governo, relative alla
  garanzia della cosiddetta  par condicio  nell'accesso ai
  mezzi di comunicazione a fini di propaganda politica e della
  più generale questione del pluralismo radiotelevisivo e
  dell' antitrust.
     L'intervento che qui si propone mantiene, infatti, una sua
  assoluta autonomia anche nell'auspicata eventualità che ai
  problemi da ultimo menzionati si possa porre presto rimedio.
  Se, infatti,  par condicio  ed  antitrust,
  costituiscono riforme indilazionabili per garantire eguali
  diritti ai soggetti (collettivi) che sono i partiti e le
  imprese schiacciate dal regime oligopolistico, l'obiettivo
 
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  della tutela degli utenti si colloca sul piano,
  imprescindibile, delle garanzie individuali, cui ogni
  cittadino ha diritto.
     Si tratta - si dirà - di tematiche largamente analizzate
  dalla letteratura specialistica ed oggetto anche di frequente
  divulgazione, tradizionalmente appannaggio di gruppi portatori
  di approcci piuttosto integralistici o moralistici.  Ci sono,
  però, due novità che ci paiono degne di considerazione e che
  fanno acquisire all'intera problematica i contorni di una
  questione di civiltà, piuttosto che l'apparenza
  oscurantistica.  Da un lato, va segnalata l'inattesa attualità
  tributata a questi temi, sia dalla stampa quotidiana e
  periodica che da parte di personalità al di sopra di ogni
  sospetto di faziosità e di illiberalità.  Intendiamo riferirci
  sia ai recenti pronunciamenti avvenuti in sede comunitaria, ma
  soprattutto, per l'indubitabile valenza simbolica del fatto,
  al recente allarme lanciato, poco prima della morte, dal
  grande filosofo Karl Popper.  Quest'ultimo ha messo in luce, in
  particolare, come la battaglia per una maggiore garanzia degli
  utenti televisivi possa essere oggi definita come una
  questione liberale a tutti gli effetti.  In particolare,
  l'illustre autore si è soffermato sull'importanza di
  approfondire lo studio degli effetti del mezzo televisivo
  sulla formazione della personalità umana, in particolar modo
  dei minori, ponendo l'attenzione, con la consueta acutezza,
  sul significato del mezzo di comunicazione di massa come il
  più potente strumento educativo per veicolare modelli, valori
  e stili di vita.
     D'altra parte - ed è questa la seconda considerazione - i
  progressi tecnici via via più rapidi e sofisticati consentono
  oggi di riflettere, probabilmente, su possibili modalità di
  contenimento degli eventuali danni del mezzo radiotelevisivo e
  di valorizzazione delle potenzialità positive, in modo da
  contemperare in maniera assai più equilibrata le esigenze
  della libera iniziativa e della libertà di manifestazione del
  pensiero, costituzionalmente garantite, con quelle della
  tutela della persona la quale, anch'essa, risulta interessata
  da un'ampia disciplina costituzionale.  E' anche per tali
  ragioni che, pur essendo da condividere pienamente le profonde
  riflessioni di Popper, sembra peraltro impraticabile, oltre
  che fortemente dubbia sul piano della legittimità, la proposta
  che formula, di prevedere forme di controllo astratto degli
  operatori radiotelevisivi, mediante la previsione di "patenti"
  o "brevetti" da attribuirsi in via preventiva ed eventualmente
  revocare successivamente.
     Ma, nel prospettare un intervento legislativo, non si
  poteva non tenere conto della "storia" del dibattito
  sull'argomento, la quale, come avviene purtroppo per numerosi
  altri temi, influenza la serenità di un possibile confronto,
  rischiando di irrigidire pregiudizialmente le posizioni. Né,
  d'altra parte, e proprio per la durezza di alcuni scontri del
  passato, si può ignorare che l'esame delle problematiche in
  questione è stato troppo spesso condizionato da uno scarso
  livello di approfondimento, da una utilizzazione polemica ed
  interessata dei risultati delle numerose ricerche che, in sede
  scientifica, sono pure state svolte.
     Si tratta però, ormai, di non protrarre oltre una così
  grave lacuna e di procedere, con le dovute cautele, ad
  affontare la questione.  E' per questo motivo che si è
  prescelto un approccio cauto nelle iniziative, ma molto fermo
  sul piano dei princìpi.  Si è così ritenuto di proporre
  l'istituzione di una commissione permanente, composta da
  studiosi, con il compito di aggiornare annualmente i cittadini
  e le istituzioni interessate sui progressi nella ricerca
  sull'argomento, sulle proposte di soluzione di problemi
  specifici, sui casi di particolare allarme verificatisi nel
  periodo precedente.  Contestualmente, però, ed al fine di
  agganciarla ai primi risultati dell'indagine della
  commissione, si propone di delegare il Governo ad attuare una
  prima disciplina che abbia ad oggetto i settori meno
  incontroversi sui quali si richiede un intervento secondo
  alcuni ben precisi princìpi ispiratori.  In particolare, sembra
  di poter dire che siano due i versanti estremamente scoperti:
  da un lato, quello della disciplina delle forme di
 
                               Pag. 3
 
  risarcimento delle violazioni della dignità umana che
  risultano previsti dalla stessa Costituzione come casi in cui
  la libertà di manifestazione può subire giustificate
  limitazioni.  D'altro lato, si intende intervenire su un
  aspetto particolarmente criticabile della comunicazione
  televisiva, i cui danni, anche psicologici, sono
  particolarmente studiati.  Si tratta delle operazioni
  consistenti nella sovrapposi- zione acritica e senza evidente
  cesura tra rappresentazioni del reale e rappresentazioni di
  fiction,  nonché di forme, ancor più condannabili, di
  "addomesticamento" della realtà ad esigenze dello
  spettacolo.
     Queste situazioni, com'è fin troppo evidente, non possono
  considerarsi, in alcun modo, garantite dalle norme sulla
  libertà di manifestazione del pensiero, proprio perché
  costituisce acquisizione ormai pacifica che le falsificazioni
  del reale non rientrino tra gli oggetti assistiti dalla tutela
  costituzionale.
 
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