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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


1134
DDL0077-0002
Progetto di legge Camera n. 77 - testo presentato - (DDL13-77)
(suddiviso in 30 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.1 dello stampato)
...C77. TESTIPDL
...C77.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNONAV ZZDDLC77 ZZ13 ZZRL ZZPR
     Onorevoli Colleghi! - L'indispensabile punto di
  partenza per ogni discussione sul Corpo della guardia di
  finanza non può che essere, oggi, il processo di integrazione
  europea attualmente in corso.
     Il punto più evidente, in questo contesto, è il seguente:
  tutti i Corpi di polizia di tutti gli Stati europei sono a
  struttura civile e ben distinti dalle Forze armate
  tradizionali (esercito, marina ed aeronautica).
     Nella realtà italiana, dopo l'avvenuta riforma della
  Polizia di Stato, della Polizia penitenziaria e del Corpo
  forestale dello Stato, la natura militare del Corpo della
  guardia di finanza è l'unica eccezione, difficilmente
  giustificabile dal punto di vista sia giuridico che
  strutturale.
     L'unica giustificazione di tale realtà è di carattere
  storico.  Nel 1906 il Corpo, già civile sin dal 1861, fu
  mobilitato per il solo motivo che, così facendo, poteva
  usufruire del bilancio più ricco destinato alla difesa
  nazionale e migliorare così le condizioni di funzionalità del
  Corpo e di vita dei suoi appartenenti.  Già nel 1945, con il
  Governo nato dalla Resistenza, il Gabinetto Parri propose la
  smilitarizzazione del Corpo.  Il progetto non andò in porto
  solo perché la drammaticità di quegli anni impedì di portarlo
  a termine.
     E' fin troppo evidente che l'attuale situazione è non solo
  diversa ma esattamente opposta rispetto a quell'epoca.  Oggi
  grazie alla riforma della Polizia di Stato, sono le tre Forze
  armate tradizionali che si adeguano alle normative dei Corpi
  di polizia.
     Concludendo, non esiste, al giorno d'oggi (o, almeno, non
  è stata ancora data) nessuna giustificazione valida atta a
  mostrare il motivo per il quale un Corpo con compiti
  essenzialmente di polizia economica e fiscale debba essere
 
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  considerato al pari dei bersaglieri e dei paracadutisti.
  Appare evidente che, alla luce degli ultimi eventi giudiziari,
  che hanno visto coinvolti per reati contro la lealtà e la
  sicurezza dello Stato alti ufficiali delle Forze armate, la
  tradizionale giustificazione della maggior tutela morale
  fornita dallo  status  militare è assolutamente fuori
  luogo.
     L'eliminazione dello  status  militare e la
  sindacalizzazione del nuovo Corpo della polizia finanziaria
  deve essere l'obiettivo prioritario tenuto conto delle
  seguenti realtà e obiettivi.
  La questione morale del Corpo della guardia di finanza.
     L'imprescindibile esigenza di restituire credibilità a
  un organismo dello Stato che dal 1976, e cioè dalle vicende
  dello "scandalo petroli" sino alle recentissime inchieste sui
  fenomeni di corruzione e di associazione a delinquere da parte
  della procura della Repubblica di Milano, ha perso, in gran
  parte, la fiducia e la considerazione dell'opinione
  pubblica.
     Un'opera di moralizzazione che non può essere delegata
  alla magistratura ordinaria né, tanto meno, alla "commissione
  interna" del Comando generale che, in due anni di "intense
  indagini", non ha prodotto alcun risultato apprezzabile.
     Un'opera di moralizzazione resa ancor più evidente e
  delicata in relazione alle possibili devianze dei "servizi
  informazione" o di altre strutture informative per le quali
  risulta impossibile, allo stato attuale, un controllo
  democratico da parte delle istituzioni.
     L'esito della raccolta delle firme ha sancito da parte
  dell'opinione pubblica la volontà di proporre un  referendum
  che elimini la stortura di Corpo militare, quale ultimo
  baluardo dello spesso muro protettivo delle supreme gerarchie
  militari.
     A sostegno, quindi, della imprescindibile necessità della
  riforma del Corpo della guardia di finanza non si può non
  tenere in considerazione la volontà dei cittadini, che hanno
  inteso manifestare in favore di una "liberazione" del Corpo
  della guardia di finanza da tutti i vincoli militari,
  economici e politici.
  Il coordinamento reale delle Forze di polizia.
     E' quanto mai necessario che finalmente si arrivi a
  codificare ed a coordinare esattamente le competenze di ogni
  Corpo di polizia per eliminare tutti i rischi di
  sovrapposizioni e frammentazioni operative.
     D'altro canto il Corpo non potrebbe sentirsi sminuito se
  dovesse svolgere esclusivamente sia compiti di indagini
  economico-patrimoniali che di repressione delle evasioni
  fiscali di elevata pericolosità.
     In termini concreti è necessario quindi il disimpegno del
  Corpo della guardia di finanza dagli spazi doganali, dove
  divide con gli uffici finanziari responsabilità amministrative
  che non competono a un organo di polizia.
     Identico discorso vale per i servizi di polizia marittima
  e di frontiera i quali dovrebbero essere affidati,
  rispettivamente, al Corpo delle capitanerie di porto, in
  attesa dell'istituenda Guardia costiera, e alla Polizia di
  Stato.
     Per quanto concerne i soccorsi in mare ed in montagna
  dovrebbero essere affidati alle strutture regionali e
  nazionali della protezione civile.
     Come dovrebbe essere affidata ad un unico organismo,
  composto da elementi dei vari Corpi di polizia, la lotta al
  traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti.
  La più efficace e qualificata lotta all'evasione
  fiscale.
     La democrazia di un Paese civile si misura anche con il
  metro della giustizia fiscale.  In un periodo storico come
  quello attuale dove è sempre più difficile assicurare
  l'efficienza dello Stato sociale, dove la criminalità
  organizzata utilizza gli strumenti dell'alta finanza, delle
  intermediazioni mobiliari, della costituzione di  holding
  internazionali del crimine, e dove ai cittadini si chiedono
  ancora sacrifici in nome di una unità economica europea, non
  si può non ritenere i compiti assegnati al Corpo di
  fondamentale importanza ai fini di una reale giustizia
 
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  sociale, per il mantenimento delle regole di mercato, per il
  mantenimento di un equilibrio internazionale ma soprattutto
  per una doverosa equità fiscale.
     E' ben chiaro che ogni riforma è in funzione di una
  maggiore efficienza e funzionalità del Corpo.
     L'attuale organizzazione del Corpo della guardia di
  finanza vede una grande proliferazione di comandi ed incarichi
  a volte inutili e quindi una conseguente dispersione di
  personale.
     E' noto che solo il 24 per cento del personale è impiegato
  nella lotta all'evasione fiscale.  Nella sostanza recuperando
  "forza lavoro" dai settori prettamente militari,
  logistico-amministrativo e alle dipendenze di varie
  amministrazioni finanziarie, e, comunque, attraverso una
  efficace riqualificazione del personale, assumerebbe
  un'importanza e una capacità di intervento sicuramente più
  produttiva per gli interessi generali del Paese e della
  collettività.
     In un momento storico dove l'evasione assume sempre di più
  la configurazione delittuosa è richiesto infatti l'impiego di
  una polizia finanziaria investigativa altamente qualificata,
  che, sorgendo dalle ceneri del Corpo della guardia di finanza,
  si qualificherà come organo complementare e non già
  sovrapposto alle altre Forze di polizia.
     Inoltre non si devono sottovalutare alcuni aspetti
  fondamentali quali il costo dell'accertamento dei tributi che
  risulta essere il più alto dei Paesi industrializzati e che
  l'evasione fiscale continua ad essere, da troppi anni,
  drammaticamente elevatissima, in contrapposizione alla
  pressione fiscale e contributiva che raggiunge per le imprese
  oltre il 60 per cento del reddito operativo.
     Pertanto una riforma del Corpo della guardia di finanza è,
  in questo momento, quanto mai auspicabile e necessaria, anche
  in considerazione del fatto che non risulta affatto completata
  l'imprescindibile armonizzazione tra i Corpi di polizia ad
  ordinamento civile e quelli ad ordinamento militare sulla base
  delle recenti disposizioni normative emanate in attuazione dei
  princìpi della legge n. 216 del 1991.
     Ed è proprio in questo contesto di armonizzazione, di
  coordinamento e di cooperazione, che la legge di riforma del
  Corpo della polizia finanziaria dovrà essere emanata,
  mutuando, tra l'altro, i suoi princìpi fondamentali dalle
  leggi che hanno già riformato il Corpo della polizia di Stato
  e, recentemente, il Corpo della polizia penitenziaria e cioè
  la legge 1^ aprile 1981, n. 121, e la legge 15 dicembre 1990,
  n. 395, confermando alcuni elementi di correzione introdotti
  dalle recenti disposizioni della legge 29 aprile 1995, n. 130,
  del decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195, del decreto
  legislativo 12 maggio 1995, n. 199, e del decreto del
  Presidente della Repubblica 31 luglio 1995, n. 395, ma,
  soprattutto, introducendo necessariamente i princìpi
  fondamentali di democratizzazione e sindacalizzazione del
  Corpo che, uniti ai princìpi di efficienza e meritocrazia del
  personale, di efficacia e certezza dell'azione del Corpo e di
  economicità della struttura farà del Corpo della polizia
  finanziaria l'indispensabile strumento che attraverso la lotta
  all'evasione fiscale contribuirà a garantire la giustizia
  sociale e l'incremento di un naturale sviluppo
  economico-produttivo.
 
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