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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


115142
STA0722-0018
Somm. e Sten. d'Aula n. 722 del 12 maggio 2000 (STA13-722)
(suddiviso in 42 Unità Documento)
Unità Documento n.18 (che inizia a pag.12 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.5)
DISCUSSIONE: C6239. ...(Discussione sulle linee generali - A. C. 6239) LAVASS
...DISCUSSIONE: C6239. ...(Discussione sulle linee generali - A. C. 6239)
PAOLO MAMMOLA.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI PETRINI
ZZSTA ZZRES ZZSTA120500 ZZSTA000512 ZZSTA000500 ZZSTA000000 ZZSTA722 ZZ13 ZZDI ZZLL
    PAOLO MAMMOLA.  Signor Presidente, interverrò brevemente
  poiché ritengo che avremo modo di discutere in maniera più
  ampia sul provvedimento nelle fasi successive del suo esame in
  aula, in particolare quando andremo a sviscerare le sue
  diverse parti valutando gli emendamenti che, lo preannuncio,
  il nostro gruppo presenterà in numero cospicuo.  Sul
  provvedimento, abbiamo già svolto un approfondito dibattito in
  Commissione, dove abbiamo avuto modo di evidenziare che, pur
  considerando il provvedimento utile e necessario, tuttavia,
  nel suo testo attuale, non è rispondente alle esigenze ed alle
  necessità che si dovevano affrontare.  Credo che avremo modo di
  entrare più nello specifico e aprire una fase di discussione,
  in particolare, su alcune parti del provvedimento che non
  contengono le soluzioni prospettate ai problemi posti.  Mi
  riferisco, ad esempio, agli articolo 16 e 17 che prevedono
  alcune modifiche alla legge n. 84, che ci sono state
  suggerite, o meglio imposte, a livello comunitario per
  adeguare il sistema normativo del nostro paese, appunto, a
  quello comunitario.  Abbiamo ricevuto tali solleciti dalla
  Commissione europea in materia di lavoro portuale, in quanto,
  con provvedimenti precedenti, avevamo introdotto nel nostro
  sistema normativo alcune disposizioni che non andavano nella
  direzione della consolidata normativa delle direttive
  comunitarie.
 
                              Pag. 13
 
     Di conseguenza, il Governo risponde con il disegno di
  legge in esame e noi verifichiamo che alcune parti dello
  stesso, che avrebbero dovuto riportare l'ordinamento
  legislativo del settore nell'ambito della normativa
  comunitaria, non l'abbiano fatto.  A nostro avviso, quindi, non
  abbiamo risposto alle suddette sollecitazioni.
     Entreremo nel dettaglio in seguito, quando dovremo
  esaminare le proposte emendative e le soluzioni alternative
  che noi porremo all'attenzione del Governo e dell'Assemblea.
  Per il momento, sottopongo all'attenzione dell'esecutivo
  alcune valutazioni di carattere strettamente politico.
     Nel corso dell'attuale legislatura, come dicevo, abbiamo
  ricevuto più volte sollecitazioni a livello comunitario, al
  fine di adeguare ulteriormente le nostre normative alle
  direttive comunitarie, ad un impianto che, ormai, è diventato
  l'asse portante dei sistemi normativi a livello nazionale.
  Abbiamo fatto una scelta politica, vale a dire aderire alla
  Comunità europea, e sappiamo che oggi nell'ordinamento
  sovranazionale i paesi che hanno dato formale adesione alla
  stessa devono adeguare le loro norme a direttive, criteri e
  princìpi che vengono stabiliti a livello sovranazionale da un
  organismo del quale abbiamo liberamente scelto di fare parte.
  Non possiamo continuare, quindi, a fare la "politica dei due
  forni", da un lato si opera in un certo modo, dall'altro in un
  altro; non si possono seguire princìpi diversi a livello
  comunitario e in casa nostra.  Insomma, non possiamo più tenere
  i piedi in due staffe, ma dobbiamo fare scelte precise.
     Pongo con forza all'attenzione del Governo il fatto che,
  purtroppo, nel corso dell'attuale legislatura i vari governi
  di centrosinistra si sono contraddistinti, soprattutto nel
  settore del quale oggi stiamo discutendo, quello dei
  trasporti, per essere stati ripresi a livello comunitario,
  quasi annualmente - anzi senza "quasi" - per un provvedimento,
  o per un altro, in vari settori, subendo le conseguenti
  sanzioni.
     La Comunità europea ci ha dato, quindi, indirizzi di
  differente orientamento rispetto alle leggi che avevamo
  approvato nel Parlamento di questo paese.  Posso ricordare le
  procedure di infrazione che abbiamo subito per le leggi
  sull'autotrasporto, nonché le vicende di Malpensa, che ci
  hanno visto continuamente soggetti agli strali della Comunità
  europea.
     La problematica relativa agli articoli 16 e 17 della legge
  n. 84 del 1994, alla quale stiamo mettendo mano, è nata da una
  modifica alla legge n. 84 apportata da questo Parlamento, che
  noi ci siamo permessi, assumendocene la responsabilità, di
  denunciare a livello comunitario come un'iniziativa
  legislativa del nostro paese non adeguata alle norme
  comunitarie; infatti, oggi ci troviamo a ritoccare il medesimo
  argomento.  Potremmo citare tranquillamente altri casi di
  questo genere.
     La domanda che vorrei rivolgere al Governo, in maniera
  molto compassata e con molta serenità, è la seguente: vale la
  pena di continuare queste battaglie ideologiche - perché di
  questo si tratta, alla fine -, non volendo scrivere con
  chiarezza le leggi di questo paese e non volendo rispondere in
  maniera molto limpida e cristallina agli indirizzi delle norme
  comunitarie?  E' mai possibile che in questo paese ci dobbiamo
  sempre contraddistinguere per la confusione normativa che ogni
  legge che variamo in Parlamento crea nel paese, con tutte le
  incertezze che ciò si porta dietro?  E' mai possibile che
  dobbiamo perdere tempo in queste aule - è tempo prezioso - per
  correre dietro e porre riparo, su indicazione esterna, a norme
  che abbiamo modificato, sapendo già che non potevamo
  modificarle?  Oggi ne andiamo a ritoccare una per la seconda
  volta.
     Se il Governo e la maggioranza non aderiranno ad alcune
  nostre proposte emendative, che intendiamo presentare e che
  dovrebbero dare un quadro di maggiore chiarezza, il nostro
  timore, signor sottosegretario, è che, prima della fine della
  legislatura, ci ritroveremo magari a ritoccare una terza volta
  la legge n. 84
 
                              Pag. 14
 
  agli articoli 16 e 17, sui quali abbiamo avuto precise
  indicazioni a livello comunitario.
     Il Governo ci potrà dire che vi è una sorta di
  persecuzione nei confronti del nostro paese e che negli altri
  paesi i nostri colleghi ed amici francesi e tedeschi, ad
  esempio, riescono a far valere le loro ragioni in maniera più
  forte rispetto a noi, ma ciò dipende dal Governo e non certo
  da questa Assemblea; dipende dall'autorevolezza del Governo
  nella sede comunitaria di Bruxelles nel far valere i propri
  diritti.
     Tuttavia, ciò non ci deve mettere nella condizione di dire
  che gli altri riescono ad ottenere più indulgenza a livello
  comunitario, mentre noi veniamo castigati continuamente.  I
  casi sono due: o vi fate più forza a Bruxelles e riuscite ad
  ottenere ciò che ottengono i vostri colleghi degli altri paesi
  dell'Unione europea oppure dobbiamo farcene una ragione e
  dobbiamo prendere atto che a Bruxelles, come Governo italiano,
  non abbiamo la stessa forza che riescono ad esercitare i
  Governi degli altri grandi paesi che condividono con noi
  l'esperienza comunitaria.  Dobbiamo, quindi, fare di necessità
  virtù e la virtù, a questo punto, significa accettare con
  molta più precisione e puntualità le indicazioni che la
  Comunità europea ci dà.
     Quindi, signor sottosegretario, questo significa che
  bisognerà cominciare a scrivere norme più chiare, che non
  abbiano sempre questa alea di incertezza che fa sì che, a
  seconda del tipo di lettura, uno stesso comma può essere
  oggetto di interpretazioni diverse.  Questo purtroppo è il
  limite di molte disposizioni legislative e, in particolare, di
  quanto è contenuto nel disegno di legge in esame.  E' per
  questo che ricordo ancora una volta che a Bruxelles c'è sempre
  qualcuno che ci invita a leggere con maggiore attenzione, con
  ambedue gli occhi, le norme che scriviamo, in modo che le
  interpretazioni delle leggi siano univoche.  A Bruxelles non è
  consentita quell'elasticità di lettura delle leggi che abbiamo
  introdotto nel nostro ordinamento, per cui dovremo fare di
  questa necessità virtù e, se non vorremo trovarci una terza
  volta, prima della fine di questa legislatura, a parlare
  ancora di lavoro portuale e degli articoli 16 e 17 della legge
  n. 84, il Governo dovrà fare chiarezza facendo tesoro
  dell'esperienza accumulata in questi anni di Governo, dei
  rapporti con l'Unione europea e delle imposizioni che da essa
  sono venute.  Mi auguro che finalmente il Governo ci dia la
  soddisfazione di trovarci di fronte ad una legge chiara perché
  noi non siamo contrari nel merito ma sul metodo.  Il Governo
  scriva una legge chiara e vedrà che anche l'opposizione farà
  la sua parte, offrirà il proprio contributo e non porrà
  ostacoli all'approvazione di questo disegno di legge.
 
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