| MARIO OCCHIPINTI, Sottosegretario di Stato per i
trasporti e la navigazione. Signor Presidente, potrei
semplicemente iniziare dicendo che i fatti li stiamo
producendo e che per i miracoli ci stiamo attrezzando. Avendo
i Governi precedenti e quello attuale deciso di aderire
pienamente all'Unione europea, si sta producendo il massimo
sforzo per adeguare le nostre leggi e i nostri regolamenti
alla normativa comunitaria, ed il provvedimento in discussione
ne è un esempio. Esso è stato oggetto di una lunga ed attenta
riflessione, sia in sede parlamentare sia in sede comunitaria;
vi sono stati scambi epistolari ed incontri e, una volta
approvato, completerà il processo della gestione della
portualità in Italia e quindi
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della legge n. 84 del 1994 che sicuramente (lo ha detto anche
l'onorevole Marengo) rappresenta una grande novità per la
sistemazione definitiva di tale settore.
Vorrei ora fare qualche breve riflessione per riaffermare
gli impegni del Governo. In Commissione a più riprese, sia
attraverso le affermazioni del ministro Treu sia attraverso le
dichiarazioni da me rese il 27 gennaio di quest'anno, sono
stati forniti tutti i chiarimenti sulle problematiche che la
questione ha posto. La questione centrale riguardava la
modifica dell'articolo 3, comma 2, del disegno di legge che
introduce il divieto di partecipazioni incrociate tra società
fornitrici di lavoro portuale temporaneo e imprese portuali.
Essa è stata l'oggetto del confronto tra il Governo italiano e
la Commissione europea. Il Governo ha chiarito che tale
divieto di partecipazioni incrociate è posto come divieto
assoluto ed ha fornito, in Commissione, le spiegazioni in
proposito, che intendo ribadire in questa sede.
Il comma 2 dell'articolo 3 del disegno di legge in esame è
interpretato dal Governo nel senso che l'impresa autorizzata
alla fornitura di lavoro temporaneo non deve esercitare, né
direttamente né indirettamente, le attività di cui agli
articoli 16, 18 e 21 comma 1, lettera a), della legge n.
84 del 1994, e non detenere direttamente o indirettamente
partecipazioni nelle predette imprese. Inoltre, i soci
dell'impresa autorizzata alla fornitura di lavoro temporaneo
non possono esercitare, per conto proprio o tramite
partecipazioni dirette o indirette, le attività di cui ai
citati articoli della legge n. 84 del 1994. Questa è
l'interpretazione autentica della legge; il regolamento
attuativo, che seguirà alla legge, non potrà che essere
conforme a tali indicazioni.
Vi è, poi, il problema dei tempi. L'iter del provvedimento
in esame è iniziato nel 1997; dalla corrispondenza con il
Commissario europeo, professor Monti, si rileva che erano
stati assegnati due mesi per rimuovere il pericolo di
infrazione comunitaria incombente sul provvedimento, quindi,
sul Governo e sul nostro paese: ebbene, dal 1997 si è arrivati
al 2000!
Tutto il confronto tra il Governo italiano e l'Unione
europea ha fatto sì che il Governo italiano assumesse
l'impegno a non modificare il disegno di legge in esame (così
come approvato dal Senato) e ad accelerare i tempi di
attuazione.
Signor Presidente, vorrei ricordare ancora una volta che
il lavoro da noi svolto negli ultimi mesi ed elaborato nelle
Commissioni competenti è stato apprezzato dal Commissario
Monti. Vorrei richiamare e leggere alcune espressioni molto
chiare, indicative di come il Commissario Monti abbia
apprezzato le dichiarazioni rese da noi in Commissione. In una
lettera recentissima, del marzo di quest'anno, il commissario
Monti si esprime così: "Dopo un'accurata analisi ed una serie
di contatti con le autorità italiane, ho motivo di ritenere
che l'approvazione del progetto di legge, unitamente alla
dichiarazione resa alla Camera dal sottosegretario Occhipinti
a nome del Governo il 27 gennaio scorso ed all'adozione del
regolamento attuativo della nuova legge, possa eliminare la
situazione denunciata dalla Commissione europea e dalla Corte
di giustizia". Ciò vuol dire che gli impegni assunti sono
sufficienti a risolvere la complessa questione.
Rinnovando l'impegno a fare presto, oltre che bene, vorrei
ricordare che c'è una grande attesa nei confronti del
provvedimento, un'attesa che viene dal mondo del lavoro e dal
mondo delle imprese, nonché da parte delle autorità portuali.
E' infatti necessario assicurare regole condivise ed
assicurare davvero maggiore concorrenza, modernizzazione e
pari opportunità.
Vorrei anche assicurare all'onorevole Marengo che
l'impegno cui si fa riferimento nella legge e le perplessità
espresse circa i controlli sulle cooperative rappresentano un
problema che in futuro non riguarderà il Governo, bensì le
autorità portuali, le quali, secondo quanto stabilito nel
testo, hanno proprio i compiti di vigilanza e di controllo. E'
questo un modo
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per responsabilizzare ancora di più gli organi preposti, come
le autorità portuali, con propri regolamenti, facendo sì che
si tratti di norme trasparenti e serie, nell'approccio alla
tematica del lavoro ed a tutte le problematiche connesse.
Fatte queste riflessioni, desidero, a margine, scusarmi
per il ritardo con cui sono giunto in quest'aula. Ciò è stato
determinato dalla necessità della mia presenza al Senato, per
rispondere ad alcune interrogazioni: normalmente sono molto
puntuale.
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