| MARIA LENTI. Ringrazio il sottosegretario Gambale per la
sua risposta che è stata particolarmente circostanziata e
ricca di dati.
Non vorrei ripetere quanto contenuto nella mia
interrogazione, ma precisare soltanto che essa è stata
dettata, in verità, dal fatto di essermi interessata assieme
ad altri della questione della scomparsa delle lingue
francese, tedesca e spagnola in molte scuole medie. Mi vorrei
soffermare in particolare sulla scomparsa della lingua
francese che è tanta parte della nostra cultura, anche per
garantire il posto di lavoro a tanti insegnanti. Non è vero,
poi, che gli insegnanti possano riciclarsi da una lingua
all'altra, perché è necessaria una specializzazione, una
abilitazione che "surclassa" qualsiasi laurea. Molti
insegnanti di francese, di tedesco e alcuni insegnanti di
spagnolo sono senza posto di lavoro e altri, in previsione,
potranno venire espulsi dalla scuola perché, se le lingue
francese, tedesca o spagnola non vengono scelte nelle scuole
medie, ovviamente non saranno scelte nelle scuole superiori
che non siano ad indirizzo linguistico e vi sarà una
diminuzione dello studio di queste lingue anche
all'università.
Naturalmente, prendo atto delle buone intenzioni
manifestate e delle cifre che sono state fornite e non sono
ferma su quello che diceva Alfieri nel settecento, nel suo
secolo infrancesato, perché per me questo non è un secolo
inglesizzato. So benissimo che la lingua inglese è il veicolo
di tante conoscenze e di tanto lavoro di oggi, però credo che
il Ministero debba compiere uno sforzo in più anche per far
approvare il disegno di legge già approvato dalla Camera sulla
seconda lingua obbligatoria nella scuola media, ora scuola di
base.
Infatti, signor sottosegretario, se la Presidenza del
Consiglio continua a fare spot pubblicitari in televisione sul
computer e sull'inglese che aprono le porte del mondo, sfido
chiunque a scegliere, magari per amore, una lingua molto bella
come il tedesco o il francese o lo spagnolo. Sfido i ragazzi e
le ragazze che si apprestano a frequentare la scuola media,
futura scuola di base, a scegliere queste lingue.
Dunque, chiedo al Ministero della pubblica istruzione un
impegno assolutamente diverso perché tutto venga valorizzato
tenendo conto dei tempi, affinché nulla scompaia e soprattutto
non scompaiano i posti di lavoro.
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