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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


115283
ALA0723-0031
Allegato A n. 723 del 22 maggio 2000 (ALA13-723)
(suddiviso in 34 Unità Documento)
Unità Documento n.31 (che inizia a pag.17 dello stampato)
Brunetti 2 - 02156. TESTIASS
Pag. 17 (Sezione 7 - Misure per contrastare fenomeni di criminalità ad Arezzo) G) Interpellanza:
Brunetti 2 - 02156.
ZZALA ZZRES ZZALA220500 ZZALA000522 ZZALA000500 ZZALA000000 ZZALA723 ZZ13 ZZTX
    I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del
  Consiglio dei ministri e il Ministro dell'interno, per sapere
  - premesso che:
       il questore della polizia di Stato di Arezzo, dottor
  Antonino Puglisi, ha denunciato, in una intervista rilasciata
  alla stampa, l'elevato e persistente rischio di infiltrazione
  mafiosa esistente nel comprensorio aretino in virtù della sua
  realtà economica, ideale e appetibile per le organizzazioni
  mafiose che cercano di capitalizzare e riciclare denaro
  sporco, frutto di illecite attività come estorsione e traffico
  di droga;
       venerdì 26 novembre 1999 ad Arezzo è stata arginata e
  scongiurata una infiltrazione malavitosa che ha portato
  all'arresto di un elemento ritenuto di spicco della camorra,
  Orazio De Paola, appartenente al clan Bove - De Paola;
       riguardo a questo il questore di Arezzo ha dichiarato
  che l'intenzione presumibile del clan era quella di creare un
  punto di riferimento stabile, magari di allargarsi e di
  ramificarsi nel territorio e, in particolare, sulla base dei
  sequestri fatti ad Arezzo, sostiene che la presenza di questi
  soggetti era intimamente connessa ai progetti
  dell'organizzazione, che da un lato persegue attività
  criminose (Avellino e Benevento) e dall'altro cerca di
  riciclarne i proventi;
       diviene indispensabile, qualora delle autorità
  pubbliche, in questo caso la massima autorità di pubblica
  sicurezza del territorio aretino, denuncino dei reali rischi
  di infiltrazione mafiosa, dare dei segnali di un impegno
  concreto volto a fare chiarezza ed a rassicurare il cittadino
  che le istituzioni si stanno impegnando sul fronte preventivo,
  per impedire la penetrazione di organizzazioni illecite;
       è da evidenziare inoltre il fenomeno della
  microcriminalità che sta producendo sempre di più i suoi
  effetti negativi, facendo retrocedere Arezzo dall'ottavo al
  diciassettesimo posto nella graduatoria nazionale sulla
  vivibilità delle città italiane;
       il fenomeno della microcriminalità ha scatenato la
  reazione di moltissimi cittadini che, colpiti in prima
  persona, hanno costituito un comitato per l'autodifesa dalla
  delinquenza comune, che ha già promosso due incontri pubblici
  affollatissimi, nel corso dei quali sono state elevate in
  alcuni interventi delle dure critiche nei confronti del
  prefetto, delle forze dell'ordine e delle altre istituzioni
  pubbliche che, secondo il comitato, non sono in grado né di
  rispondere con sufficiente energia e prontezza né di
  assicurare condizioni effettive di tranquillità di vita;
       si ritiene di far presente che nel corso di quegli
  incontri sono emerse alcune dichiarazioni che auspicavano
  l'autodifesa armata nei confronti dei ladri che attentavano
  alle abitazioni, la medesima stampa  (La Nazione  - 9
  gennaio 2000), ha riportato che durante l'incontro di sabato 8
  gennaio un partecipante ha mostrato la propria pistola per la
  difesa;
       il suddetto comitato è nato ed ha esordito nella stampa
  locale il 4 gennaio 2000, affermando "non bastano le forze
  dell'ordine?  Ci difendiamo da soli", facendo così in modo che
  i quotidiani locali, dedicando alla vicenda moltissima
  attenzione, ponessero il problema della micro-criminalità in
  primo piano;
       il sindaco della città di Arezzo, ingegner Luigi
  Lucherini, è intervenuto in merito affermando in una
  intervista rilasciata alla  Nazione  il 28 dicembre 1999:
  "in base ai dati forniti, quello della criminalità è il
  problema più grosso e che ci ha fatto slittare di posizioni.
  Arezzo non è più isola felice sotto questo punto di vista.  Vi
  sono infatti episodi di delinquenza sempre più cruenti.  La
  droga che sino a qualche anno fa era un fenomeno marginale, è
  diventata piuttosto diffusa.  Siamo la città più appetita dai
  minori albanesi che non credo vengano solo per un fatto di
  maggiore accoglienza.  Evidentemente la mafia ha trovato campo
  e si serve di loro per diffondere situazioni criminose...";
 
                              Pag. 18
 
       anche il sindacato della polizia di Stato Siulp si è
  espresso sulla vicenda affermando "che farà quanto necessario
  per costringere il questore a ripristinare le "migliori
  condizioni di controllo del territorio"", così come il
  coordinatore del comitato cittadino per la sicurezza e la
  prevenzione, signor Vasco Cacioli, ha affermato sempre
  pubblicamente che "la tranquillità e la serenità sono venute
  meno e di conseguenza la fiducia nelle istituzioni
  pubbliche";
       questa situazione a lungo andare potrebbe assumere toni
  e dimensioni difficilmente controllabili che contribuirebbero
  solamente ad esasperare un fenomeno che potrebbe essere
  facilmente tenuto sotto controllo;
       molte forze politiche sono intervenute sulla vicenda
  ribadendo la necessità e la irrinunciabilità nello Stato di
  diritto di un confronto da tenersi con le istituzioni
  pubbliche deputate alla sicurezza dei cittadini, che si sono
  rivolti in grande numero al comitato dichiarandosi da esso
  rappresentati; le istituzioni hanno risposto invitando una
  delegazione del comitato provinciale per l'ordine e la
  sicurezza pubblica per il 18 gennaio 2000;
       si ritiene indispensabile che le istituzioni pubbliche
  rispondano con urgenza a questa situazione che con il passare
  del tempo sta assumendo connotati sempre più preoccupanti;
       la nostra comunità si riconosce in uno Stato di diritto
  il cui fondamento è la libera e pacifica convivenza per
  favorire il consolidamento della quale tutti dobbiamo sentirci
  impegnati;
       un'azione di monitoraggio nel territorio aretino, che
  porti alla individuazione delle reali dimensioni del fenomeno
  criminale comune ed organizzato, può essere fondamentale nella
  definizione di una strategia volta a prevenire, e non solo a
  reprimere, la delinquenza e può rappresentare al contempo un
  ulteriore incitamento per tutti quegli uomini e quelle donne
  che stanno svolgendo un prezioso lavoro a tutela del cittadino
  e della agibilità delle istituzioni democratiche;
       sulle dichiarazioni fatte da parte del questore Puglisi
  è stata informata anche la Commissione parlamentare antimafia
  -:
       quali iniziative si intendano intraprendere per impedire
  che delle organizzazioni criminali, che oggi hanno già
  manifestato iniziative in tal senso, attecchiscano anche in
  realtà come Arezzo e la Toscana, e quali misure urgenti si
  intendano adottare per arginare nel comprensorio aretino il
  fenomeno della delinquenza comune;
       se non si ritenga opportuno attivarsi già da subito per
  impedire che questo problema venga abbandonato a
  strumentalizzazioni politiche, dagli esiti incerti e
  contraddittori, che possono rendere ancora più difficile il
  dialogo fra cittadini e istituzioni".
  (2-02156)
  "Brunetti, Muzio, Meloni, Pistone, Moroni,
  Giannotti".
  (11 gennaio 2000)
 
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