| I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del
Consiglio dei ministri e il Ministro dell'interno, per sapere
- premesso che:
il questore della polizia di Stato di Arezzo, dottor
Antonino Puglisi, ha denunciato, in una intervista rilasciata
alla stampa, l'elevato e persistente rischio di infiltrazione
mafiosa esistente nel comprensorio aretino in virtù della sua
realtà economica, ideale e appetibile per le organizzazioni
mafiose che cercano di capitalizzare e riciclare denaro
sporco, frutto di illecite attività come estorsione e traffico
di droga;
venerdì 26 novembre 1999 ad Arezzo è stata arginata e
scongiurata una infiltrazione malavitosa che ha portato
all'arresto di un elemento ritenuto di spicco della camorra,
Orazio De Paola, appartenente al clan Bove - De Paola;
riguardo a questo il questore di Arezzo ha dichiarato
che l'intenzione presumibile del clan era quella di creare un
punto di riferimento stabile, magari di allargarsi e di
ramificarsi nel territorio e, in particolare, sulla base dei
sequestri fatti ad Arezzo, sostiene che la presenza di questi
soggetti era intimamente connessa ai progetti
dell'organizzazione, che da un lato persegue attività
criminose (Avellino e Benevento) e dall'altro cerca di
riciclarne i proventi;
diviene indispensabile, qualora delle autorità
pubbliche, in questo caso la massima autorità di pubblica
sicurezza del territorio aretino, denuncino dei reali rischi
di infiltrazione mafiosa, dare dei segnali di un impegno
concreto volto a fare chiarezza ed a rassicurare il cittadino
che le istituzioni si stanno impegnando sul fronte preventivo,
per impedire la penetrazione di organizzazioni illecite;
è da evidenziare inoltre il fenomeno della
microcriminalità che sta producendo sempre di più i suoi
effetti negativi, facendo retrocedere Arezzo dall'ottavo al
diciassettesimo posto nella graduatoria nazionale sulla
vivibilità delle città italiane;
il fenomeno della microcriminalità ha scatenato la
reazione di moltissimi cittadini che, colpiti in prima
persona, hanno costituito un comitato per l'autodifesa dalla
delinquenza comune, che ha già promosso due incontri pubblici
affollatissimi, nel corso dei quali sono state elevate in
alcuni interventi delle dure critiche nei confronti del
prefetto, delle forze dell'ordine e delle altre istituzioni
pubbliche che, secondo il comitato, non sono in grado né di
rispondere con sufficiente energia e prontezza né di
assicurare condizioni effettive di tranquillità di vita;
si ritiene di far presente che nel corso di quegli
incontri sono emerse alcune dichiarazioni che auspicavano
l'autodifesa armata nei confronti dei ladri che attentavano
alle abitazioni, la medesima stampa (La Nazione - 9
gennaio 2000), ha riportato che durante l'incontro di sabato 8
gennaio un partecipante ha mostrato la propria pistola per la
difesa;
il suddetto comitato è nato ed ha esordito nella stampa
locale il 4 gennaio 2000, affermando "non bastano le forze
dell'ordine? Ci difendiamo da soli", facendo così in modo che
i quotidiani locali, dedicando alla vicenda moltissima
attenzione, ponessero il problema della micro-criminalità in
primo piano;
il sindaco della città di Arezzo, ingegner Luigi
Lucherini, è intervenuto in merito affermando in una
intervista rilasciata alla Nazione il 28 dicembre 1999:
"in base ai dati forniti, quello della criminalità è il
problema più grosso e che ci ha fatto slittare di posizioni.
Arezzo non è più isola felice sotto questo punto di vista. Vi
sono infatti episodi di delinquenza sempre più cruenti. La
droga che sino a qualche anno fa era un fenomeno marginale, è
diventata piuttosto diffusa. Siamo la città più appetita dai
minori albanesi che non credo vengano solo per un fatto di
maggiore accoglienza. Evidentemente la mafia ha trovato campo
e si serve di loro per diffondere situazioni criminose...";
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anche il sindacato della polizia di Stato Siulp si è
espresso sulla vicenda affermando "che farà quanto necessario
per costringere il questore a ripristinare le "migliori
condizioni di controllo del territorio"", così come il
coordinatore del comitato cittadino per la sicurezza e la
prevenzione, signor Vasco Cacioli, ha affermato sempre
pubblicamente che "la tranquillità e la serenità sono venute
meno e di conseguenza la fiducia nelle istituzioni
pubbliche";
questa situazione a lungo andare potrebbe assumere toni
e dimensioni difficilmente controllabili che contribuirebbero
solamente ad esasperare un fenomeno che potrebbe essere
facilmente tenuto sotto controllo;
molte forze politiche sono intervenute sulla vicenda
ribadendo la necessità e la irrinunciabilità nello Stato di
diritto di un confronto da tenersi con le istituzioni
pubbliche deputate alla sicurezza dei cittadini, che si sono
rivolti in grande numero al comitato dichiarandosi da esso
rappresentati; le istituzioni hanno risposto invitando una
delegazione del comitato provinciale per l'ordine e la
sicurezza pubblica per il 18 gennaio 2000;
si ritiene indispensabile che le istituzioni pubbliche
rispondano con urgenza a questa situazione che con il passare
del tempo sta assumendo connotati sempre più preoccupanti;
la nostra comunità si riconosce in uno Stato di diritto
il cui fondamento è la libera e pacifica convivenza per
favorire il consolidamento della quale tutti dobbiamo sentirci
impegnati;
un'azione di monitoraggio nel territorio aretino, che
porti alla individuazione delle reali dimensioni del fenomeno
criminale comune ed organizzato, può essere fondamentale nella
definizione di una strategia volta a prevenire, e non solo a
reprimere, la delinquenza e può rappresentare al contempo un
ulteriore incitamento per tutti quegli uomini e quelle donne
che stanno svolgendo un prezioso lavoro a tutela del cittadino
e della agibilità delle istituzioni democratiche;
sulle dichiarazioni fatte da parte del questore Puglisi
è stata informata anche la Commissione parlamentare antimafia
-:
quali iniziative si intendano intraprendere per impedire
che delle organizzazioni criminali, che oggi hanno già
manifestato iniziative in tal senso, attecchiscano anche in
realtà come Arezzo e la Toscana, e quali misure urgenti si
intendano adottare per arginare nel comprensorio aretino il
fenomeno della delinquenza comune;
se non si ritenga opportuno attivarsi già da subito per
impedire che questo problema venga abbandonato a
strumentalizzazioni politiche, dagli esiti incerti e
contraddittori, che possono rendere ancora più difficile il
dialogo fra cittadini e istituzioni".
(2-02156)
"Brunetti, Muzio, Meloni, Pistone, Moroni,
Giannotti".
(11 gennaio 2000)
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