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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


115377
SMC0651-0091
Bollettino Giunte e Commissioni n. 651 del 23 maggio 2000 - edizione definitiva - (SMC13-651)
(suddiviso in 172 Unità Documento)
Unità Documento n.91 (che inizia a pag.91 dello stampato)
             ...VIII COMMISSIONE PERMANENTE
           (Ambiente, territorio e lavori pubblici)
 
 
...INTERROGAZIONI
...5 - 04576. LAVCOMM
...5 - 04576.
TESTO DELLA RISPOSTA
Martedì 23 maggio 2000. - Presidenza del Vicepresidente Primo GALDELLI.
ZZSMC ZZRES ZZSMC230500 ZZSMC000523 ZZSMC000500 ZZSMC000000 ZZSMC651 ZZ13 ZZD ZZTX ZZC8 ZZNO ZZXX
     Si ritiene utile premettere che l'iniziativa sperimentale
  di trattamento della frazione secca di Rsu di Milano fa parte
  di una intesa tra le regioni Lombardia ed Emilia Romagna per
  l'attivazione di forme di collaborazione nel settore dello
  smaltimento dei rifiuti urbani ed assimilabili.
     In virtù di tale accordo la Società Sea di Serravalle di
  San Marino per conto dell'AMSA (Azienda Milanese Servizi
  Ambientali) propose nell'agosto del 1997 all'AREA (Azienda
  Ravennate Energia ed Ambiente) di attuare una iniziativa
  sperimentale per il recupero dei rifiuti urbani ed
  assimilabili.
     La provincia di Ravenna, previo parere favorevole
  dell'Arpa (Azienda Regionale Prevenzione e Ambiente),
  esercitando le competenze attribuitele dalla regione con legge
  regionale n. 27 del 12 luglio 1994 i cui effetti sono stati
  fatti salvi dal decreto legislativo n. 22 del 1997,
  autorizzava l'AREA, che nel frattempo aveva aderito alla
  suddetta iniziativa, ad effettuare attività di stoccaggio
  provvisorio e lavorazione di rifiuti, costituiti dalla
  frazione secca di RSU provenienti da Milano e destinati al
  recupero, da svolgersi nell'impianto ubicato in località
  Bassette (Ravenna), per un periodo di 4 mesi dettando le
  seguenti prescrizioni:
       il contenuto di sostanza organica non avrebbe dovuto
  superare il 10% così come previsto dall'accordo tra le due
  regioni;
       sul materiale sarebbero stati effettuati controlli
  analitici;
       il quantitativo massimo stocccato nel capannone non
  avrebbe dovuto superare il limite di 20.000 tonnellate;
       il periodo massimo di giacenza per tale quantitativo in
  stoccaggio e per il materiale lavorato non avrebbe dovuto
  superare i 4 mesi;
       i rifiuti lavorati e classificati sarebbero stati
  conferiti per il recupero in impianti autorizzati, o in
  alternativa inviati all'impianto di trattamento per la
  produzione di RDF di AREA e destinati successivamente al
  recupero.
     Il 17 settembre 1997 AREA trasmetteva al Presidente della
  Commissione Consiliare Ambiente alcuni elaborati sull'attività
  svolta dall'azienda, tra cui quello relativo al "Trattamento
  sperimentale della frazione secca classificata e combustibile
  derivante da rifiuti (CDR fluff) da utilizzarsi come
  combustibile presso le Centrali Enel".
     I medesimi elaborati, inviati anche al Presidente della
  Commissione Consiliare Attività Economiche e ai componenti dei
  suddetti organi collegiali, vennero forniti ai giornalisti
  nella conferenza stampa del 3 ottobre 1997 al fine di
  informare adeguatamente l'opinione pubblica sulla iniziativa
  sperimentale in argomento.
     Il 6 ottobre 1997 AREA stipulò un contratto con la Società
  Consortile Pegaso con sede in Ravenna per i servizi di
  stoccaggio, lavorazione, imballo e trasporto di frazione secca
  di RSU preselezionati.
 
                              Pag. 92
 
     Il 19 novembre 1997 AREA e Sea stipulavano un contratto
  con l'obbligo per la Sea di garantire che il contenuto massimo
  di sostanze putrescibili non fosse superiore al 6,5 per cento
  (percentuale più restrittiva rispetto alla autorizzazione
  della Provincia) e che i prodotti lavorati venissero conferiti
  in impianto di termoutilizzazione indicato dalla Sea stessa o
  in caso contrario assumendosi la stessa l'onere del ritiro e
  del conferimento presso altro impianto idoneo.
     A garanzia del contratto venne costituito a favore di AREA
  una fidejussione da parte della Sea.
     Fin dalla prima fase attuativa del contratto, AREA rilevò
  che i campionamenti effettuati presentavano una quantità di
  sostanze putrescibili superiore alla percentuale stabilita per
  cui vennero disposte varie sospensioni dei conferimenti di
  rifiuti solidi urbani a causa dell'inosservanza della Sea.
     Per consentire la rilavorazione dei rifiuti, AREA fu
  costretta a richiedere alla provincia di Ravenna una proroga
  di sei mesi del provvedimento con cui era stata autorizzata
  alla attività di stoccaggio provvisorio e smaltimento dei
  rifiuti.  Proroga concessa dalla provincia fino al 30 giugno
  1998 con la conferma di tutte le prescrizioni del precedente
  provvedimento.
     Poiché perdurava lo stato di inadempienza della Sea
  soprattutto in ordine alle date di ritiro e alla
  individuazione dei luoghi di destinazione del materiale, AREA
  comunicò alla provincia le difficoltà incontrate in sede di
  attuazione del programma di smaltimento di rifiuti
  evidenziando inoltre che l'Enel, a cui era destinata la
  frazione secca per la termoutilizzazione, aveva dichiarato la
  propria indisponibiltà ad accettare un materiale che non
  rientrava nei parametri stabiliti.
     AREA sospendeva i conferimenti dei rifiuti e su richiesta
  degli Assessori all'ambiente del comune e della provincia di
  Ravenna avviava un contenzioso con la Sea.
     In questo periodo, nella notte tra il 19 e il 20 maggio
  1998 si sviluppò l'incendio presso il capannone ubicato nella
  menzionata località Bassette.
     Al fine di completare nel più breve tempo possibile le
  operazione di spegnimento e sgombro dell'area interessata onde
  prevenire il crearsi di condizioni igienico-sanitarie nocive
  per la salute pubblica, nell'apposita riunione tenutasi presso
  la Prefettura di Ravenna il 2 giugno 1998, a cui presero parte
  i rappresentanti del comune, della provincia di Ravenna nonché
  i responsabili dell'AUSL, dell'ARPA, i Vigili del Fuoco e
  rappresentanti dell'AREA si decise di trasportare i rifiuti
  presenti nel sito in questione presso una discarica di
  proprietà dell'AREA ubicata in Via Romea Nord a Ravenna.  Il
  trasporto fu curato dalla Fertildocks che operò sotto il
  diretto controllo dell'Azienda Regionale Prevenzione e
  Ambiente.
     L'acqua salmastra utilizzata per lo spegnimento delle
  fiamme è stata smaltita dalla Società Ambiente del capoluogo
  mediante intercettazione, convogliamento in fogna e quindi al
  depuratore comunale per lo stoccaggio e per il successivo
  trattamento dopo effettuazione di opportuni campionamenti.
     Per quanto attiene ai presunti accordi intercorsi per
  l'esportazione dei rifiuti in Albania, la genericità degli
  elementi forniti dall'interrogante non consente di rispondere
  al riguardo.
     Con riferimento, poi, ai rapporti contrattuali tra l'Enel
  e la Sea, si fa presente che gli stessi sono stati smentiti
  dalla Società Enel attraverso specifici comunicati stampa
  pubblicati sui quotidiani a maggiore diffusione locale.
     Si evidenzia, inoltre, che i tecnici della Usl competente
  per territorio e della sezione provinciale dell'ARPA di
  Ravenna hanno provveduto a tempestivi controlli sulla qualità
  dell'aria e ne hanno seguito l'evoluzione per diversi giorni.
  Da tali controlli è emerso che i valori dei microinquinanti
  organo clorulati nei campioni analizzati di aria nell'area
  interessata dall'incendio, risultano tutti inferiori alla
  sensibilità analitica strumentale.  Pertanto si può affermare
  che i fumi non hanno originato nessun pericolo per la salute e
  per l'ambiente.  L'Azienda Regionale
 
                              Pag. 93
 
  Prevenzione Ambiente, incaricata delle verifiche, ha escluso
  qualsiasi inquinamento atmosferico ed idrico e non risulta la
  presenza di residui di materiale radioattivo.
     Per quanto attiene all'analisi dei materiali conferiti da
  Milano, l'AREA attraverso il proprio laboratorio e l'ARPA di
  Ravenna su richiesta della suddetta azienda, accertarono che
  la qualità della frazione secca di RSU per le componenti di
  acqua e sostanza organica, non era in genere rispondente ai
  termini definiti dal contratto anche se il materiale solido
  residuato dall'incendio, come rilevato dalla stessa ARPA in
  sede di specifici accertamenti tecnici, poteva essere comunque
  assimilato ai rifiuti solidi urbani.
     Si conferma, infine, che il Nucleo Operativo Ecologico dei
  Carabinieri di Bologna, delegato dall'Autorità giudiziaria,
  unitamente a quello dell'Arpa, ha svolto un sopralluogo presso
  la Società Fertildocks nel corso del quale sono stati
  effettuati campionamenti di rifiuti.
     La locale Magistratura ha aperto un'inchiesta volta ad
  accertare le presunte origini dolose dell'incendio.
 
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