| Il sottosegretario Ornella PILONI osserva che la
questione sollecitata dalla interrogazione ha sicuramente una
grande valenza sociale vertendo sui disagi che incontrerebbero
i pensionati chiamati dall'INPS a dichiarare eventuali redditi
diversi dalla pensione. L'Istituto ha reso noto che il diritto
ad un numero consistente di prestazioni dallo stesso erogate è
subordinato al reddito posseduto dall'interessato. L'INPS, ha
sensi dell'articolo 13 della legge n. 412 del 1991, è tenuto
alla verifica annuale delle situazioni reddituali dei
pensionati e a provvedere, entro l'anno successivo, al
recupero di quanto eventualmente pagato in eccedenza.
Tale verifica ha carattere di transitorietà, in vista
dell'evoluzione resa possibile dalle tecnologie, nonché dalle
potenzialità della rete unificata della pubblica
amministrazione in sinergia con l'evoluzione del sistema di
accertamento sviluppato dal Ministero delle finanze.
L'Istituto si pone, pertanto, l'obiettivo di utilizzare i
dati disponibili presso le altre pubbliche amministrazioni in
modo da non dover ricorrere alle dichiarazioni rese dagli
interessati.
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Inoltre, in relazione alle diverse prestazioni, la
normativa succedutasi nel tempo prevede la valutazione di
tipologie diverse di redditi. In particolare, per alcune
prestazioni rilevano anche i redditi soggetti a ritenuta alla
fonte a titolo di imposta o ad imposta sostitutiva che non
risultano dalle dichiarazioni rese ai fini fiscali.
In passato l'INPS ha effettuato verifiche sui redditi
attraverso la modulistica reddituale che richiedeva emissione
di documentazione cartacea e onerose operazioni di
acquisizioni e gestione ed inoltre le dichiarazioni rese dagli
interessati richiedevano ulteriori verifiche.
Tenuto conto degli sviluppi della tecnologia, delle
positive esperienze maturate nell'ambito di sinergie con altri
organismi esterni fornitori di dati, l'Istituto ha ritenuto
opportuno procedere, utilizzando le nuove tecniche di
automazione, ad una revisione di tutte le prestazioni legate
al reddito stipulando una convenzione con tutti i soggetti
abilitati, secondo la vigente normativa, a certificare redditi
ai fini fiscali (centri di assistenza fiscale, dottori
commercialisti, ragionieri commercialisti, consulenti del
lavoro).
Sempre allo scopo di ridurre i disagi dei pensionati,
l'Istituto, venendo incontro alle richieste avanzate dalle
associazioni sindacali di categoria, ha consentito ai soggetti
percettori di maggiorazioni sociali e trattamenti di famiglia
per i quali rilevano anche i redditi derivanti da interessi su
depositi bancari e investimenti mobiliari il ricorso
all'autocertificazione, prevedendo in particolare quanto
segue:
1) i beneficiari delle maggiorazioni sociali devono
autocertificare l'esatto ammontare degli interessi, quale che
sia la loro misura;
2) i pensionati che riscuotono trattamenti di famiglia
devono certificare l'esatto ammontare degli interessi nel caso
in cui nel reddito familiare siano compresi anche redditi
esenti da IRPEF.
Se nel reddito familiare non sono compresi redditi esenti
da IRPEF, i pen-sionati possono evitare di precisare l'esatto
ammontare degli interessi, nel casi in cui non superino i due
milioni di lire.
Conclusivamente, le sembra di poter affermare che si sta
dimostrando sensibilità verso la richiesta di semplificazione
auspicata da più parti.
Roberto DI ROSA (gruppo DS-U) si dichiara non
soddisfatto della risposta del sottosegretario.
Non c'è dubbio che l'Inps debba per legge effettuare
riscontri reddituali. Ma nell'ottica della semplificazione,
per evitare inutili e gravosi adempimenti ai cittadini, si
potrebbe utilmente ricorrere ad un collegamento informatico
con il Ministero delle finanze che già dispone di tutte le
informazioni utili per il riscontro.
Peraltro la procedura di verifica precedentemente seguita
dall'INPS era meno gravosa per i pensionati, dal momento che
questi dovevano semplicemente completare e restituire all'ente
richiedente un modulo già predisposto.
Auspica per il futuro la predisposizioni del collegamento
informatico con l'amministrazione finanziaria o, in
alternativa, un metodo di acquisizione dati comunque meno
gravoso per il cittadino, che si vede costretto a recarsi
presso centri di assistenza fiscale anche quando deve
dichiarare il mancato possesso di qualsiasi altra forma di
reddito. All'uopo potrebbe soccorre l'autocertificazione.
Renzo INNOCENTI, presidente, scusandosi per
l'irritualità del suo intervento, si associa alle
considerazioni del deputato Di Rosa sull'opportunità di
approntare una procedura di semplificazione che eviti di
onerare il cittadino di compiti che istituzionalmente spettano
alla pubblica amministrazione.
Del resto, nel caso concreto esaminato, non è necessario
un intervento normativo, poiché il problema può essere risolto
con una semplice misura di natura amministrativa.
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