| Il sottosegretario Ornella PILONI ricorda che la
Direzione provinciale del lavoro di Pordenone ha reso noto che
il servizio di ricezione della corrispondenza consegnata a
mano, viene svolto con regolarità al fine di agevolare coloro
che non intendono avvalersi del servizio postale. Il servizio
è organizzato in maniera da consentire che l'utente possa
consegnare la corrispondenza a mano, inserendola in una
apposita cassetta, senza attendere di essere ricevuto dal
personale addetto all'Ufficio relazioni esterne (o ispettore
di turno). In tal modo il personale stesso ha maggior tempo
per dedicarsi ad altri compiti d'ufficio, quali ricevere
denunce, ovvero può svolgere attività di consulenza sulla
normativa vigente o in materia contrattuale.
La corrispondenza, contenuta nell'apposita cassetta, viene
protocollata nel giorno d'arrivo od al massimo il giorno
seguente.
La denuncia, di cui si fa cenno nell'atto parlamentare, è
stata consegnata il 28 febbraio 2000 ed è stata presa in
carico il giorno seguente.
Si fa presente, inoltre, che, per quanto riguarda le
richieste di apposizione del
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timbro di ricevuta sulla copia degli atti consegnati a mano,
è stato stabilito di apporre su richiesta il timbro sulle
copie di atti che necessitano della data certa di arrivo per
non incorrere nella decadenza o prescrizione dei termini per
la comunicazione o presentazione degli stessi atti (ad esempio
ricorsi amministrativi, ecc.).
La denuncia di vertenza di lavoro e la richiesta di un
tentativo obbligatorio di conciliazione non rientrano in
questa ultima categoria di atti.
Manlio CONTENTO (AN) giudica sconfortante la risposta
del sottosegretario. E' assurdo che un cittadino non possa
ottenere una ricevuta per atti presentati alla pubblica
amministrazione. Del resto, al contrario di quanto affermato
dal rappresentante del Governo, la data di presentazione della
richiesta di tentativo di conciliazione è importante data la
sua propedeuticità per esperire un ricorso processuale.
Infine prende atto che il Ministero del lavoro ha
instaurato in alcuni uffici una prassi che si caratterizza per
l'assoluta mancanza di ragionevolezza.
La seduta termina alle 11.40.
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