| Il Piano per lo sviluppo dell'acquacoltura in acqua dolce,
integrativo del V Piano nazionale della pesca 1997-1999,
prevedeva che le misure ivi previste fossero gestite
dall'Amministrazione centrale.
Il VI Piano nazionale della pesca, all'ordine del giorno
del CIPE del 25 maggio prossimo, prevede il trasferimento alle
regioni degli stanziamenti riguardanti gli impianti di
acquacoltura.
Nelle more dell'approvazione di detto Piano, si sono avuti
incontri con i rappresentanti regionali al fine di definire le
modalità di gestione del settore acquacoltura, ed in
particolare del Piano acque dolci, nel corso dei quali è stato
concordato
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che i progetti pervenuti fino a tutto il 1999, ai sensi della
legge n. 164 del 1998 e relativi al V Piano nazionale della
pesca (1997-1999) fossero comunque gestiti
dall'Amministrazione centrale.
I progetti pervenuti in relazione al V Piano sono in
totale 55, così suddivisi in ragione delle misure indicate nel
Piano: 4 progetti per la misura 1 (Riduzione impatto
ambientale), 26 progetti per la misura 2 (Valorizzazione delle
produzioni), 17 progetti per la misura 3 (Campagne di
sensibilizzazione) e 8 per la misura 4 (Ricerca
biotecnologica).
Per l'istruttoria dei progetti sono state applicate le
modalità e le procedure previste dalla legge 17 febbraio 1982,
n. 41 e successive modificazioni.
In data 27 marzo 2000 i progetti pervenuti sono stati
sottoposti al parere del Comitato dei finanziamenti, di cui
all'articolo 23 della citata legge n. 41 del 1982.
Sono stati approvati i progetti relativi alle misure 1, 3
e 4. Per quanto concerne la misura 2, il Comitato ha ritenuto
di rinviare l'esame dei progetti in quanto la disponibilità
finanziaria per tale misura risulta insufficiente ad
intervenire in maniera adeguata per tutti i progetti che hanno
ottenuto una valutazione positiva.
Si sta pertanto procedendo ad esaminare nuovamente i
progetti relativi alla misura 2, al fine di ottimizzare la
distribuzione dei fondi. Successivamente i progetti stessi
saranno sottoposti al parere di un prossimo Comitato dei
finanziamenti.
La disponibilità residua relativa alle misure 1, 3 e 4
verrà trasferita alle regioni, per il finanziamento dei
progetti che saranno presentati alle regioni stesse, in ordine
alla cui gestione sono state concordate modalità e
procedure.
Per i progetti che hanno già ottenuto il parere favorevole
del Comitato finanziamenti verranno quanto prima predisposti i
relativi decreti di impegno, in modo da evitare il rischio di
decurtazioni di fondi da parte del Ministero del tesoro.
5-07658 Malentacchi: Sulla riforma dell'OCM banane.
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