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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


115478
STA0724-0020
Somm. e Sten. d'Aula n. 724 del 23 maggio 2000 (STA13-724)
(suddiviso in 310 Unità Documento)
Unità Documento n.20 (che inizia a pag.5 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.6)
SVOLGIMENTO: 2 - 01742; 3 - 03529; 2 - 00744; 3 - 04138; 3 - 05463; 2 - 02248; 3 - 03969; 2 - 02196; 3 - 03997; 3 - 04024; 3 - 04160; 3 - 04408. ...(Iniziative del Governo italiano contro le esecuzioni capitali in Cina)
...SVOLGIMENTO: 2 - 01742; 3 - 03529; 2 - 00744; 3 - 04138; 3 - 05463; 2 - 02248; 3 - 03969; 2 - 02196; 3 - 03997; 3 - 04024; 3 - 04160; 3 - 04408. ...(Iniziative del Governo italiano contro le esecuzioni capitali in Cina)
UGO INTINI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. ZZGOV GOVERNO
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO GIOVANARDI
ZZSTA ZZRES ZZSTA230500 ZZSTA000523 ZZSTA000500 ZZSTA000000 ZZSTA724 ZZ13
    UGO INTINI,  Sottosegretario di Stato per gli affari
  esteri.  Signor Presidente, l'Italia svolge una costante
  azione per la promozione e la tutela dei diritti umani nella
  Repubblica popolare cinese, sia a livello bilaterale sia in
  concertazione con i partner comunitari e delle Nazioni
  Unite.
     Da ultimo, sul piano bilaterale, la questione dei diritti
  umani è stata oggetto dei colloqui tra il ministro Dini e il
  vice primo ministro cinese Luo Gan, nel marzo di quest'anno.
  In quella occasione è stato affrontato, in particolare, il
  tema della ratifica da parte cinese dei due patti rilevanti
  predisposti nel quadro delle Nazioni Unite: il patto sui
  diritti economici e sociali e il patto sui diritti civili e
  politici.  Nell'ambito delle Nazioni Unite, presso la
  Commissione diritti umani, nelle scorse settimane l'Italia ha
  sostenuto l'iniziativa politica degli Stati Uniti, volta
  all'adozione di una risoluzione in cui si sottolinea
  l'inadeguatezza dei progressi innestatisi in quel paese in
  materia di tutela dei diritti dell'uomo.  La risoluzione di
  critica nei confronti della Cina proposta dagli americani e
  sostenuta dai paesi dell'Unione europea è stata bloccata
  dall'opposizione del cartello dei paesi in via di sviluppo.
  Insieme agli altri paesi membri dell'Unione europea, da parte
  italiana è da tempo in corso un dialogo critico con la Cina
  sul tema dei diritti umani.  Tra i suoi punti qualificanti è
  compresa la questione della pena di morte; l'ultima sessione
  di tale dialogo si è svolta a febbraio e ha consentito uno
  scambio di valutazioni
 
                               Pag. 6
 
  franco e proficuo, anche se la controparte cinese ha addotto
  i consueti argomenti per giustificare il mantenimento in
  vigore della pena capitale.  I cinesi si sono riferiti alla
  specificità dei valori asiatici e della situazione cinese, che
  non consentirebbero un'applicazione in quel paese degli stessi
  parametri sui diritti umani vigenti in Europa.
     Due settimane fa, a Lisbona, nel quadro del dialogo
  menzionato, si è svolto un seminario sui diritti umani in
  Cina, con la partecipazione di responsabili governativi e
  parlamentari della Repubblica popolare cinese e di
  rappresentanti dell'Unione europea.  In quell'occasione, sul
  tema della pena capitale si è registrata qualche interessante
  novità.  Le tradizionali argomentazioni di Pechino sono infatti
  restate in secondo piano e, da parte cinese, si è
  significativamente convenuto con gli europei sulla validità
  dell'obiettivo finale dell'abolizione della pena capitale.  Le
  autorità cinesi si sono impegnate a mettere a disposizione
  dati più precisi sull'applicazione della pena di morte in Cina
  e ad approfondire tutti gli aspetti giuridici e scientifici
  della questione.
     Con ogni evidenza, le caratteristiche scientifiche del
  seminario di Lisbona hanno favorito un'inconsueta libertà di
  linguaggio e qualche apertura inedita che potrebbe anche non
  trovare un riscontro immediato nel dialogo ufficiale con
  l'Unione europea.  Tuttavia, le aperture manifestate da parte
  cinese, pur con i limiti segnalati, costituiscono - a giudizio
  della presidenza portoghese e di tutti i partner europei - un
  elemento rilevante e un incentivo a proseguire su questa
  strada.
     Sul condizionamento dei rapporti economico-commerciali con
  la Cina al rispetto dei diritti umani è opinione comune che
  l'intensificazione degli scambi economici e la diffusione
  delle iniziative di mercato abbia, in prospettiva, effetti
  profondi anche sul grado di liberalizzazione di una società
  politicamente chiusa.  Certo, il rapporto tra liberalizzazione
  dell'economia e sviluppo delle libertà civili non è
  automatico.  Ma le libertà economiche e l'apertura degli scambi
  sono un importante requisito per la creazione di una società
  civile moderna e pluralistica.  In quest'ottica, ad esempio
  l'accessione della Cina all'Organizzazione mondiale per il
  commercio è considerata di importanza primaria, anche perché
  suscettibile di rafforzare le correnti più riformiste della
  dirigenza cinese.
     Per rispondere al rilievo dell'onorevole Selva sulla
  moratoria delle esecuzioni capitali nel mondo, desidero
  ricordare che l'Italia si è contraddistinta su questo tema per
  il suo ruolo di guida a livello internazionale.  Dopo lo
  sfortunato esito del tentativo italiano di far approvare, nel
  1994, una risoluzione sull'abolizione della pena di morte in
  Assemblea generale delle Nazioni Unite, l'Italia ha
  contribuito, in maniera determinante, nel 1997 e nel 1998, in
  Commissione diritti umani dell'ONU, all'approvazione di una
  risoluzione che impegnava gli Stati a stabilire una moratoria
  delle esecuzioni in vista della definitiva abolizione della
  pena capitale.  Nel 1999 la stessa risoluzione è stata
  presentata dall'intera Unione europea.
     Anche all'ultima Assemblea generale delle Nazioni Unite
  abbiamo insistito per la presentazione di un analogo progetto
  di risoluzione dell'Unione europea, ma alcuni partner europei
  si sono purtroppo opposti, in quanto non disponibili a
  sottoscrivere, nell'ambito della risoluzione di condanna della
  pena capitale, un riferimento al principio della non ingerenza
  negli affari interni, pur se efficacemente controbilanciato
  dal richiamo dell'importanza primaria della tutela dei diritti
  dell'uomo.
     Il Governo intende comunque continuare a profondere il
  massimo impegno sul piano internazionale al fine di giungere
  ad una moratoria delle esecuzioni capitali nel mondo.  Si
  tratta di un punto qualificante della sua politica a favore
  dei diritti umani, che è confortato dal sostegno pieno e
  convinto del Parlamento.
 
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