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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


115480
STA0724-0022
Somm. e Sten. d'Aula n. 724 del 23 maggio 2000 (STA13-724)
(suddiviso in 310 Unità Documento)
Unità Documento n.22 (che inizia a pag.7 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.6)
SVOLGIMENTO: 2 - 01742; 3 - 03529; 2 - 00744; 3 - 04138; 3 - 05463; 2 - 02248; 3 - 03969; 2 - 02196; 3 - 03997; 3 - 04024; 3 - 04160; 3 - 04408. ...(Iniziative del Governo italiano contro le esecuzioni capitali in Cina)
...SVOLGIMENTO: 2 - 01742; 3 - 03529; 2 - 00744; 3 - 04138; 3 - 05463; 2 - 02248; 3 - 03969; 2 - 02196; 3 - 03997; 3 - 04024; 3 - 04160; 3 - 04408. ...(Iniziative del Governo italiano contro le esecuzioni capitali in Cina)
GUSTAVO SELVA.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO GIOVANARDI
ZZSTA ZZRES ZZSTA230500 ZZSTA000523 ZZSTA000500 ZZSTA000000 ZZSTA724 ZZ13
                               Pag. 7
 
    GUSTAVO SELVA.  Signor Presidente, signor sottosegretario,
  se si analizzano le risposte che su questo tema sono state
  date dai rappresentanti del Governo, credo che si trovi sempre
  la solita terminologia: "costante azione del Governo in difesa
  dei diritti umani", "proseguono le azioni negli incontri
  bilaterali".  Tuttavia, il risultato, purtroppo, è quasi sempre
  negativo nei confronti dei regimi comunisti e credo che
  l'onorevole Intini personalmente lo sappia molto bene.
     L'azione che i Governi italiani - possiamo davvero usare
  il plurale - per quanto riguarda la tutela dei diritti umani
  nei confronti delle dittature cosiddette di destra è sempre
  stata molto decisa, continua e battente; per quanto riguarda,
  invece, il sistema comunista essa appare un po' più
  tradizionale, per così dire: un colpo al cerchio ed uno alla
  botte.  In questo caso, il colpo alla botte è stato dato da ciò
  che la Repubblica cinese avrebbe consentito nella conferenza
  di studio di Lisbona.
     Nonostante le affermazioni del Presidente Jiang Zemin,
  secondo cui la Cina ha fatto grandi progressi nel campo dei
  diritti umani, niente è cambiato negli ultimi tempi.  Il Primo
  ministro cinese Zhu Rongji ha chiesto al mondo "di avere
  pazienza e di non credere ai cosiddetti democratici che non
  porterebbero" - ha detto - "nessuna democrazia".  Queste sono
  parole che i rappresentanti del Governo che vengono a
  rispondere alle interpellanze ed alle interrogazioni non
  riferiscono mai.
     Durante una conferenza stampa, che si è svolta a Pechino
  il 14 marzo 1997 - perché anche la mia interpellanza ha
  ricevuto risposta dopo due anni e mezzo -, il Primo ministro
  Rongji ha detto "di non poterne più di parlare di diritti
  umani con tutti gli ospiti stranieri".  Non so se al ministro
  degli esteri Dini sia stata data la stessa risposta, ma dei
  risultati di cui lei ci ha riferito non sappiamo nulla di
  concreto.  Il primo ministro cinese ha aggiunto che "la Cina,
  paese feudale per centinaia di anni, non ha potuto cambiare
  tutto in questi cinquant'anni di comunismo": noi possiamo
  affermare che ha cambiato, forse peggiorando la situazione.
     Il Primo ministro Rongji ha affermato poi: "Noi
  desideriamo garantire i diritti umani a tutti i cinesi", ma il
  massimo organo legislativo del paese non rende nemmeno conto
  di quante siano le esecuzioni capitali che vengono eseguite
  ogni anno nella Repubblica di Cina.  Nel 1996 - anche le
  statistiche arrivano con un certo ritardo - le condanne sono
  state 6.100, come viene ricordato nella mia interrogazione -
  ma è bene che venga ripetuto perché resti a verbale -, e ne
  sono state eseguite ben 4.367.  Nel 1997 sono state eseguite
  1.644 condanne a morte, ma naturalmente le notizie non vengono
  date, perché, come sempre avviene nei regimi comunisti, esse
  sono coperte dal segreto di Stato.
     Per quanto riguarda l'andamento dei processi, agli
  imputati è spesso negato di avere un legale e, nel caso ne sia
  incaricato uno, esso ha poco più di un giorno o due per
  preparare la difesa (anche queste notizie non sono mai
  contenute nelle risposte del Governo).  Dopo la condanna a
  morte sono previsti da tre a dieci giorni per ricorrere in
  appello, ma raramente gli appelli vengono accolti.
     La pena di morte viene eseguita in maniera discriminatoria
  a seconda delle classi sociali.
     Durante la recente visita (recente rispetto alla data
  della mia interrogazione) del Presidente cinese Zemin, il
  Governo non è intervenuto con la necessaria energia per
  illustrare all'ospite l'esigenza di cambiare l'atteggiamento
  nei confronti del popolo che forse non condivide le idee del
  Governo.
     Il nostro Governo ha anche taciuto - questo è l'ultimo
  punto che vorrei richiamare all'attenzione dei colleghi per
  lasciarlo alla storia del resoconto stenografico - sulle
  persecuzioni contro i cattolici cinesi fedeli al Papa.  I
  nostri senatori Pedrizzi e Bonatesta, all'indomani della
  visita di Jang Zemin, hanno criticato questa politica
  affermando: "E' inaccettabile che il silenzio sia calato sugli
  orrori del Governo comunista nella Repubblica
 
                               Pag. 8
 
  popolare cinese, mentre ogni occasione è propizia per
  orchestrare campagne pubblicitarie contro le esecuzioni
  capitali inflitte negli Stati Uniti".  Noi siamo ovviamente
  contro la pena di morte e io stesso, come è noto, sono stato
  primo firmatario di una mozione per la moratoria della pena
  capitale.  Su questo punto, ci troviamo perfettamente d'accordo
  con le parti che propugnano che anche la Cina possa aderire
  alla moratoria internazionale della pena di morte.
     La mia insoddisfazione deriva soprattutto dal tono un po'
  convenzionale e burocratico della risposta del sottosegretario
  Intini, risposta che non penso rifletta il suo spirito.
     Attendiamo da questo Governo, come del resto da tutti i
  Governi, che anche questa barbara sequenza di crimini di Stato
  che vengono commessi contro chi la pensa diversamente possa
  trovare una più ferma e decisa condanna da parte del Governo
  ed un'azione più propizia a far sì che essa possa terminare
  nella Cina comunista  (Applausi dei deputati dei gruppi di
  Alleanza nazionale e di Forza Italia).
 
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