| GIACOMO GARRA. Prendo atto della non risposta del Governo
alla mia interrogazione anche perché l'intervento del
sottosegretario mi sembra da ascrivere ai classici del
"cerchiobottismo". Al di là delle parole della burocratica
risposta, desidero ricordare che dopo l'esecuzione delle 61
condanne a morte nella Cina comunista, in occasione del
cinquantesimo anniversario della proclamazione della
Repubblica popolare cinese, non c'è stato un Veltroni né un
sindaco Orlando, né un comunista, un postcomunista o un
comunista rifondato che abbia fatto sentire la sua voce di
ferma riprovazione. Tutt'altro; il ministro della giustizia
dei Governi D'Alema uno e due nell'autunno scorso si è recato
in missione in Cina ed ha brindato con i nuovi capi del
Governo cinese e non ha avuto parole di esecrazione per le
gravissime violazioni dei diritti umani, violazioni che da
cinquant'anni si ripetono con puntualissima ferocia. Al
riguardo richiamo i dati forniti dall'interpellanza
dell'onorevole Selva poc'anzi discussa.
Come poteva protestare un comunista doc, come l'onorevole
Diliberto, per i fasti della celebrazione del cinquantesimo
anniversario? Dopo tutto il sangue non l'ha visto perché, come
egli stesso ha dichiarato in quest'aula nella seduta del 13
ottobre 1999, era andato in Cina solo per fare onore ad un
incontro con il suo collega titolare della giustizia cinese.
Anzi, in quell'occasione l'ex ministro della giustizia esaltò
una recente riforma costituzionale cinese che - udite, udite!
- avrebbe introdotto in quell'ordinamento giuridico
addirittura lo Stato di diritto! Che razza di Stato di diritto
è quello cinese, se nell'anniversario della fondazione della
Repubblica popolare si eseguono 61 condanne a morte? Come
stride l'atteggiamento della sinistra nei confronti dei
condannati a morte negli Stati Uniti! Dei condannati a morte
della Cina non se ne parla perché la Cina si guarda bene dal
rendere note sui mass media le proteste degli
occidentali!
Come cambia rispetto al caso di Silvia Baraldini, allorché
l'opinione pubblica venne mobilitata contro gli USA! Alla
fine, gli Stati Uniti aderirono alla richiesta e fecero
rientrare in Italia la Baraldini, il cui arrivo a Roma fu
tutto un tripudio di bandiere rosse. Quante proteste si levano
allorché la condanna a morte avviene nella repubblica
statunitense e vi è il clamore della stampa! Persino il duro
Bush junior si è piegato alle proteste per un condannato
a morte nello Stato della California.
Certo, il gesto umanitario del sindaco Orlando, che
conferì ad un condannato a morte la cittadinanza palermitana
ed un loculo per la sepoltura nel cimitero monumentale di
Palermo, fu un atto nobile che, però, attirò su Orlando
l'attenzione dei mass media di mezzo mondo.
Signor Presidente, in conclusione dichiaro la mia totale
insoddisfazione per la
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risposta del Governo. Non vi è stata alcuna esecrazione per i
61 morti ammazzati, come vi sarebbe stata se solo una delle
condanne a morte avesse avuto come scenario la repubblica a
stelle e a strisce. Gli uomini non saranno uguali sino a
quando di fronte ad esecuzioni capitali prevarrà il
"doppiopesismo". E' un "doppiopesismo" che ancora una volta
contrassegna questo Governo di sinistra-centro, nel quale
nemmeno la pietà cristiana - cara a me come ai cattolici dei
cespugli del centro e ai popolari - riesce a dare un sussulto
umanitario ai Governi D'Alema e all'attuale Governo Amato.
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