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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


115486
STA0724-0028
Somm. e Sten. d'Aula n. 724 del 23 maggio 2000 (STA13-724)
(suddiviso in 310 Unità Documento)
Unità Documento n.28 (che inizia a pag.10 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.6)
SVOLGIMENTO: 2 - 01742; 3 - 03529; 2 - 00744; 3 - 04138; 3 - 05463; 2 - 02248; 3 - 03969; 2 - 02196; 3 - 03997; 3 - 04024; 3 - 04160; 3 - 04408. ...(Informazione del Parlamento sulla visita del ministro degli affari esteri in Corea del Nord del marzo 2000)
...SVOLGIMENTO: 2 - 01742; 3 - 03529; 2 - 00744; 3 - 04138; 3 - 05463; 2 - 02248; 3 - 03969; 2 - 02196; 3 - 03997; 3 - 04024; 3 - 04160; 3 - 04408. ...(Informazione del Parlamento sulla visita del ministro degli affari esteri in Corea del Nord del marzo 2000)
GUSTAVO SELVA.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CARLO GIOVANARDI
ZZSTA ZZRES ZZSTA230500 ZZSTA000523 ZZSTA000500 ZZSTA000000 ZZSTA724 ZZ13
    GUSTAVO SELVA.  Signor Presidente, innanzitutto richiamo il
  problema toccato nella premessa della mia interrogazione: un
  atto di così grande rilevanza mi pare che avrebbe richiesto un
  preventivo contatto informativo con il Parlamento,
 
                              Pag. 11
 
  quanto meno con le sue Commissioni esteri.  Il ministro Dini
  avrebbe quindi dovuto, in riferimento ad un atto che viene
  presentato addirittura con qualche sapore di carattere
  storico, informare preventivamente il Parlamento: al
  contrario, se non ci fosse stata la mia interrogazione, non lo
  avrebbe informato neanche a cose avvenute, il che la dice
  lunga sull'inno che si leva molto spesso alla centralità del
  Parlamento, mentre poi in effetti tale organo viene trascurato
  anche in occasione di atti di così grande rilevanza.
     Nel merito, prendo atto del carattere politico e di
  sicurezza che il sottosegretario ha addotto a giustificazione
  del viaggio, che avrebbe ottenuto anche - e di questo prendo
  atto - il consenso e l'accordo, prima che il ministro Dini si
  recasse a Pyongyang, dei principali alleati e dell'Alleanza
  atlantica.  Prendo atto di quanto affermato dal sottosegretario
  relativamente ai passi compiuti per lo sviluppo economico e
  commerciale dei due paesi.
     Per quanto riguarda, invece, il parallelo che mi sono
  permesso di fare tra i rapporti che si intendono intrattenere
  con Pyongyang e quelli più "leggeri" che si vogliono
  instaurare con Taiwan, si è detto che Pyongyang ha rapporti
  con altri cinque paesi: informo il sottosegretario, che
  sicuramente lo saprà già, che Taiwan intrattiene rapporti con
  quaranta paesi fra i quali, ad esempio, anche la Città del
  Vaticano, rapporto non certamente rilevante dal punto di vista
  economico e commerciale, ma che ha un significato specifico di
  grande rilievo.
     Pertanto, mi sembra giustificata la conclusione a cui
  giunge la mia interrogazione nella quale ipotizzo l'uso di due
  pesi e due misure nei rapporti tra dell'Italia con Taiwan e
  con la Corea del Nord.  Ricordo al sottosegretario Intini, che
  sicuramente già lo sa, che i rapporti con Taiwan hanno avuto
  uno sviluppo maggiore con il Governo Berlusconi grazie agli
  accordi che l'allora ministro degli esteri stipulò con la
  Repubblica di Cina in Taiwan: è da allora che abbiamo a Taipei
  una rappresentanza di qualche rilievo formata da tre o quattro
  persone, anche se è nulla a paragone della Francia, della
  Germania, del Belgio o dell'Olanda ivi rappresentate da vere e
  proprie ambasciate con trenta-quaranta persone.
     Inoltre, visto che lei ha inquadrato il rapporto con
  Pyongyang anche sotto il profilo della sicurezza, vorrei dire
  che ritengo che la sicurezza di Taiwan, anche dal punto di
  vista politico, sia molto più importante o almeno pari a
  quella della Corea del Nord che non viene minacciata da
  nessuno, mentre per Taiwan si registrano continue minacce da
  parte della Cina.
     Per questi aspetti mi dichiaro completamente insoddisfatto
  della sua risposta, perché ritengo che il nostro rapporto con
  Pyongyang, che accetto e sostengo in linea di principio, debba
  essere messo sullo stesso piano di quello di Taiwan, che
  reputo essere quanto meno viziato, a mio giudizio, dal peso
  che la sinistra ancora esercita in politica estera, anche
  quando si tratta di rapporti commerciali ed economici, per non
  parlare dei diritti umani, nei confronti dei quali la Cina ha
  dato l'esempio di cui abbiamo parlato con gli atti di
  sindacato ispettivo discussi in precedenza.
 
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