| MICHELE SAPONARA, Relatore. Signor Presidente,
onorevoli colleghi, la Giunta riferisce su una richiesta di
deliberazione in materia di insindacabilità avanzata dal
deputato Pietro Armani con riferimento ad un procedimento
civile pendente nei suoi confronti presso il tribunale di
Roma.
Detto procedimento trae origine da un atto di citazione
del Presidente Prodi, che si duole del contenuto di
un'intervista rilasciata dall'onorevole Armani e pubblicata
sulla prima pagina de il Giornale del 30 novembre 1999
dal titolo: "Ecco la vera storia dell'affare SME. Dopo il
rinvio a giudizio il vicepresidente dell'IRI rivela:
"Berlusconi non c'entra. L'operazione fu gestita solo da Prodi
e De Benedetti ed io sono pronto a dirlo ai pubblici
ministeri". I passi dell'intervista ritenuti dal professor
Prodi lesivi della sua reputazione sono i seguenti: "Prodi
voleva assolutamente vendere la SME a De Benedetti, tanto da
accettare un prezzo curiosamente basso per la maggioranza
assoluta della finanziaria alimentare: 497 miliardi pagabili
in 18 mesi e per di più in un'epoca di inflazione a due cifre
(...) Come ho già detto, senza che alcun consigliere ne fosse
informato l'allora presidente dell'IRI aveva deciso di vendere
la SME a De Benedetti e trattò con lui segretamente dal marzo
1985 a questo fine (...) il 24 aprile, durante una riunione,
ci disse che aveva intenzione di vendere la SME, ma fu molto
vago nei particolari. Lui sapeva perfettamente di voler
vendere a De Benedetti, ma non ci disse nulla. Anche se, sulla
vendita della SME, in linea di principio nessuno di noi era
contrario. Poi, il 29 aprile, Prodi ci telefonò a casa per
dire che aveva concluso con De Benedetti e l'indomani convocò
una conferenza stampa per rendere pubblica l'intesa." Domanda:
"Prima che il consiglio d'amministrazione dell'IRI l'avesse
approvata? Sì. Parlò di contratto con De Benedetti. E ricordo
che, all'affollatissima conferenza stampa, era presente anche
il direttore de la Repubblica, Eugenio Scalfari."
Domanda: "Che cosa accadde poi? Il 2 di maggio si riunì il
comitato di presidenza dell'IRI. Prodi illustrò l'accordo con
De Benedetti, mettendoci davanti al fatto compiuto. Allora io
obiettai: hai venduto, e hai convocato la conferenza stampa,
sapendo di non avere i poteri per farlo. A quel punto
comunque, Prodi aver di fatto coartato il consiglio di
amministrazione: se la vendita non fosse stata approvata, lui
avrebbe dovuto dimettersi da presidente. Il fatto è che Prodi
e De Benedetti erano d'accordo già da tempo".
La Giunta ha esaminato la questione nella seduta del 10
maggio 2000, ascoltando, com'è prassi, l'onorevole Armani.
Questi ha fatto presente che egli aveva già manifestato le
opinioni da lui espresse nel corso dell'intervista a il
Giornale nell'ambito di una precedente intervista al
Corriere della sera del 7 febbraio 1995, al quale
peraltro, il Presidente Prodi non fece seguire alcuna
iniziativa giudiziaria.
Non solo. L'onorevole Armani ebbe inoltre a proferire
alcune dichiarazioni critiche nei confronti dell'onorevole
Prodi, con riferimento alla tentata vendita della SME anche in
occasione di un suo intervento in aula nel corso del dibattito
sulle comunicazioni del Governo. In quella occasione egli
affermò specificamente: "Vorrei ricordare che in fatto di
diritto il Presidente Prodi ha dei precedenti all'IRI; ricordo
il caso della dismissione della SME, che certamente non
rappresenta una medaglia al valore della sua gestione".
Inoltre, la questione della vendita della SME è stata oggetto,
anche di
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recente, di numerose discussioni alla Camera. Si prendano ad
esempio i resoconti delle sedute del 15 maggio 1998 (in
particolare l'intervento dell'onorevole Bruno, nonché
l'interrogazione n. 3-02355, a firma del medesimo deputato,
che era in discussione in tale seduta e che faceva riferimento
al fatto che "L'IRI di Romano Prodi aveva, infatti, concluso
un contratto che, a parere di molti, "regalava" l'industria
alimentare di Stato all'ingegner De Benedetti"), nonché del 30
novembre 1999 (e, in particolare, l'intervento dell'onorevole
Becchetti che faceva specifico riferimento alla sopracitata
intervista a il Giornale). Sempre tale intervista è
stata inoltre citata nel corso di un intervento dell'onorevole
Garra nell'ambito di un intervento nella seduta della I
Commissione permanente (Affari costituzionali) del 1^ dicembre
1999 (confronta il relativo Bollettino delle Giunte e delle
Commissioni parlamentari).
In base al complesso degli argomenti sopra riportati è
parso alla Giunta non solo che l'intervista al suddetto
quotidiano rappresentasse una proiezione esterna dell'attività
parlamentare dell'onorevole Armani, ma anche che vi fosse una
sostanziale corrispondenza di contenuti tra le opinioni
espresse dall'onorevole Armani e da altri parlamentari nel
corso di ripetuti interventi sulla questione e quelle
contenute nell'ambito dell'intervista.
Per questi motivi la Giunta, all'unanimità, ha deliberato
di riferire all'Assemblea nel senso che i fatti per i quali è
in corso il procedimento concernono opinioni espresse da un
membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni.
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