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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


115526
STA0724-0068
Somm. e Sten. d'Aula n. 724 del 23 maggio 2000 (STA13-724)
(suddiviso in 310 Unità Documento)
Unità Documento n.68 (che inizia a pag.27 dello stampato)
...(Discussione - Doc. IV-quater, n. 132)
...(Discussione - Doc. IV-quater, n. 132)
...Discussione di un documento in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione
MICHELE SAPONARA, Relatore.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI PETRINI
ZZSTA ZZRES ZZSTA230500 ZZSTA000523 ZZSTA000500 ZZSTA000000 ZZSTA724 ZZ13
    MICHELE SAPONARA,  Relatore.  Signor Presidente,
  onorevoli colleghi, la Giunta riferisce su una richiesta di
  deliberazione in materia di insindacabilità avanzata dal
  deputato Pietro Armani con riferimento ad un procedimento
  civile pendente nei suoi confronti presso il tribunale di
  Roma.
     Detto procedimento trae origine da un atto di citazione
  del Presidente Prodi, che si duole del contenuto di
  un'intervista rilasciata dall'onorevole Armani e pubblicata
  sulla prima pagina de  il Giornale  del 30 novembre 1999
  dal titolo: "Ecco la vera storia dell'affare SME.  Dopo il
  rinvio a giudizio il vicepresidente dell'IRI rivela:
  "Berlusconi non c'entra.  L'operazione fu gestita solo da Prodi
  e De Benedetti ed io sono pronto a dirlo ai pubblici
  ministeri".  I passi dell'intervista ritenuti dal professor
  Prodi lesivi della sua reputazione sono i seguenti: "Prodi
  voleva assolutamente vendere la SME a De Benedetti, tanto da
  accettare un prezzo curiosamente basso per la maggioranza
  assoluta della finanziaria alimentare: 497 miliardi pagabili
  in 18 mesi e per di più in un'epoca di inflazione a due cifre
  (...) Come ho già detto, senza che alcun consigliere ne fosse
  informato l'allora presidente dell'IRI aveva deciso di vendere
  la SME a De Benedetti e trattò con lui segretamente dal marzo
  1985 a questo fine (...) il 24 aprile, durante una riunione,
  ci disse che aveva intenzione di vendere la SME, ma fu molto
  vago nei particolari.  Lui sapeva perfettamente di voler
  vendere a De Benedetti, ma non ci disse nulla.  Anche se, sulla
  vendita della SME, in linea di principio nessuno di noi era
  contrario.  Poi, il 29 aprile, Prodi ci telefonò a casa per
  dire che aveva concluso con De Benedetti e l'indomani convocò
  una conferenza stampa per rendere pubblica l'intesa." Domanda:
  "Prima che il consiglio d'amministrazione dell'IRI l'avesse
  approvata? Sì.  Parlò di contratto con De Benedetti.  E ricordo
  che, all'affollatissima conferenza stampa, era presente anche
  il direttore de  la Repubblica,  Eugenio Scalfari."
  Domanda: "Che cosa accadde poi?  Il 2 di maggio si riunì il
  comitato di presidenza dell'IRI.  Prodi illustrò l'accordo con
  De Benedetti, mettendoci davanti al fatto compiuto.  Allora io
  obiettai: hai venduto, e hai convocato la conferenza stampa,
  sapendo di non avere i poteri per farlo.  A quel punto
  comunque, Prodi aver di fatto coartato il consiglio di
  amministrazione: se la vendita non fosse stata approvata, lui
  avrebbe dovuto dimettersi da presidente.  Il fatto è che Prodi
  e De Benedetti erano d'accordo già da tempo".
     La Giunta ha esaminato la questione nella seduta del 10
  maggio 2000, ascoltando, com'è prassi, l'onorevole Armani.
     Questi ha fatto presente che egli aveva già manifestato le
  opinioni da lui espresse nel corso dell'intervista a  il
  Giornale  nell'ambito di una precedente intervista al
  Corriere della sera  del 7 febbraio 1995, al quale
  peraltro, il Presidente Prodi non fece seguire alcuna
  iniziativa giudiziaria.
     Non solo.  L'onorevole Armani ebbe inoltre a proferire
  alcune dichiarazioni critiche nei confronti dell'onorevole
  Prodi, con riferimento alla tentata vendita della SME anche in
  occasione di un suo intervento in aula nel corso del dibattito
  sulle comunicazioni del Governo.  In quella occasione egli
  affermò specificamente: "Vorrei ricordare che in fatto di
  diritto il Presidente Prodi ha dei precedenti all'IRI; ricordo
  il caso della dismissione della SME, che certamente non
  rappresenta una medaglia al valore della sua gestione".
  Inoltre, la questione della vendita della SME è stata oggetto,
  anche di
 
                              Pag. 28
 
  recente, di numerose discussioni alla Camera.  Si prendano ad
  esempio i resoconti delle sedute del 15 maggio 1998 (in
  particolare l'intervento dell'onorevole Bruno, nonché
  l'interrogazione n. 3-02355, a firma del medesimo deputato,
  che era in discussione in tale seduta e che faceva riferimento
  al fatto che "L'IRI di Romano Prodi aveva, infatti, concluso
  un contratto che, a parere di molti, "regalava" l'industria
  alimentare di Stato all'ingegner De Benedetti"), nonché del 30
  novembre 1999 (e, in particolare, l'intervento dell'onorevole
  Becchetti che faceva specifico riferimento alla sopracitata
  intervista a  il Giornale).  Sempre tale intervista è
  stata inoltre citata nel corso di un intervento dell'onorevole
  Garra nell'ambito di un intervento nella seduta della I
  Commissione permanente (Affari costituzionali) del 1^ dicembre
  1999 (confronta il relativo  Bollettino delle Giunte e delle
  Commissioni parlamentari).
     In base al complesso degli argomenti sopra riportati è
  parso alla Giunta non solo che l'intervista al suddetto
  quotidiano rappresentasse una proiezione esterna dell'attività
  parlamentare dell'onorevole Armani, ma anche che vi fosse una
  sostanziale corrispondenza di contenuti tra le opinioni
  espresse dall'onorevole Armani e da altri parlamentari nel
  corso di ripetuti interventi sulla questione e quelle
  contenute nell'ambito dell'intervista.
     Per questi motivi la Giunta, all'unanimità, ha deliberato
  di riferire all'Assemblea nel senso che i fatti per i quali è
  in corso il procedimento concernono opinioni espresse da un
  membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni.
 
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