| La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 23
maggio 2000.
Vincenzo FRAGALA' (AN) dichiara, a nome del suo
gruppo, di concordare sull'opportunità politica e sulla
necessità istituzionale che si pervenga, in tempi ravvicinati,
alla costituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta
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l'accertamento dei fatti e delle eventuali responsabilità di
ordine politico e amministrativo inerenti alla vicenda del
dossier Mitrokhin e ai suoi contenuti.
Ricorda in proposito che quando nel 1992 l'archivista dei
servizi segreti sovietici Mitrokhin consegnò alle autorità
britanniche i documenti relativi all'attività spionistica
svolta in occidente dal KGB, i servizi segreti britannici,
dopo aver verificato l'attendibilità del contenuto di questi
documenti, li trasmisero ai servizi omologhi dei paesi
alleati. In tutti questi paesi, cita ad esempio, oltre alla
stessa Inghilterra, il caso della Francia, della Germania e
degli Stati Uniti, sono state conseguentemente attivate, oltre
alle necessarie verifiche di attendibilità inerenti agli
specifici fatti denunciati nel dossier, le idonee
iniziative di controspionaggio. In Italia la documentazione è
pervenuta a partire dal marzo del 1995 e tuttavia, come si è
appreso in seguito, sia il Cesis che il Sismi, a differenza
degli omologhi servizi degli altri paesi, non hanno assunto
alcuna iniziativa di controspionaggio nè hanno portato a
conoscenza delle autorità politiche competenti la sussistenza
del dossier. Solamente il Ministro della difesa pro
tempore Andreatta ha dichiarato, dopo che l'esistenza
dell'archivio Mitrokhin era stata resa di pubblico dominio a
seguito della pubblicazione del libro del prof. Andrew, di
essere stato informato dell'esistenza di detto archivio
dall'allora responsabile del Sismi, generale Siracusa.
Risulta, tuttavia, che non vennero assunte particolari
iniziative benchè dalla documentazione trasmessa risultasse
che 232 cittadini italiani erano stati agenti confidenziali
del KGB. Proprio l'inerzia dei servizi di sicurezza e dei
responsabili politici che avevano responsabilità diretta sulla
materia rende oggi necessaria l'istituzione di una Commissione
d'inchiesta finalizzata ad accertare le responsabilità
politiche e amministrative connesse a tali eventi. La
Commissione dovrà inoltre fare luce su un periodo della nostra
storia politica per individuare le ragioni che hanno reso
possibile che persone che ricoprivano incarichi di grande
responsabilità, sia sul piano politico che amministrativo,
abbiano deciso di collaborare con i servizi segreti
sovietici.
Rosa JERVOLINO RUSSO, presidente, rinvia il
seguito dell'esame ad altra seduta.
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