| SEGUITO DISCUSSIONE: C332, C354, C369, C1484, C1832, C2378,
C2431, C2625, C2743, C2752, C3666, C3751, C3922, C3945,
C4931, C5541.
...(Esame dell'articolo 24 - A.C. 332)
LAVASS
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| ...SEGUITO DISCUSSIONE: C332, C354, C369, C1484, C1832, C2378,
C2431, C2625, C2743, C2752, C3666, C3751, C3922, C3945,
C4931, C5541.
...(Esame dell'articolo 24 - A.C. 332)
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CARMELO PORCU. Signor Presidente, l'intervento economico a
contrasto della povertà, cioè l'erogazione di assegni da parte
dello Stato a chi versa in una condizione di povertà, non è un
istituto tradizionale dell'intervento dello Stato nella
società italiana. Questa è una distinzione tra il nostro
ordinamento sociale e quello di altri paesi: è indubbio,
infatti, che in altri paesi - compresi quelli di tradizione
anglosassone - l'aspetto del sostegno economico e del
contrasto alla povertà - anche individuale - vige già da
moltissimi anni e rappresenta ormai una prassi comune negli
ordinamenti di quei paesi. In Italia ciò non è avvenuto e ci
troviamo dinanzi ad una fase che giustamente il ministro ha
definito di "sperimentazione".
Noi dobbiamo fare i conti con una realtà sociale italiana
che indubbiamente deve essere educata ad un utilizzo serio e
responsabile di uno strumento delicato come questo per evitare
che si creino, anche nel contrasto alla povertà, quelle
distorsioni di sistema che hanno portato al proliferare ed al
fiorire del fenomeno disastroso, tipicamente italiano, dei
falsi invalidi.
Sottolineo che già esiste un problema che è moralmente
inaccettabile della rincorsa alla monetizzazione della
sofferenza e del bisogno ed anche un fatto che, dal punto di
vista delle istituzioni, è inaccettabile: mi riferisco al
fatto che qualche volta si pensi di risolvere il problema
degli interventi sociali anche di emergenza affidandosi
esclusivamente alla erogazione di una determinata somma di
denaro. Come dire: tu sei povero; io ti do questa somma di
denaro e poi pensaci tu a cavarti dai guai! Sarebbe meglio,
secondo la visione morale comune, andare incontro alle
necessità della gente assicurando un posto di lavoro e
rafforzando quelle politiche attive del lavoro rispetto alle
quali il Governo del centrosinistra si è dimostrato
fallimentare e assai poco innovativo. Infatti, questo è un
problema drammatico che coinvolge milioni e milioni di persone
in questo paese e non è certamente pensabile che il contrasto
alla povertà e alla disoccupazione, e quindi a tutto ciò che
ne consegue, possa realizzarsi ricorrendo ad assegni di
reinserimento e a sostegno sul reddito dei disoccupati e delle
famiglie bisognose, che sarebbero misure di scarsa efficacia e
che assumerebbero sostanzialmente dei connotati
assistenzialistici, quando non di vera e propria elemosina!
Dico ciò a ragion veduta perché indubbiamente, durante la
nostra vita, noi abbiamo fatto del contrasto e della lotta
dura a fenomeni di malcostume come quello dei falsi invalidi
un punto fermo e una battaglia e non vorremmo adesso, signor
ministro, che ci trovassimo ad affrontare situazioni di questo
genere. Noi sappiamo bene che i controlli in questo paese sono
inefficaci; che la situazione sociale è drammatica; che la
situazione informativa che gli enti locali possono promuovere
è assolutamente superficiale, mancando personale adeguato ed
efficaci istituti di controllo.
Signor ministro, le faccio un esempio. Qualche anno fa
nella regione Sardegna venne approvata una legge che prevedeva
un intervento economico della regione sarda a favore dei
malati di mente integrativo di quello che già erogava lo Stato
con gli assegni di invalidità civile e gli altri interventi a
sostegno delle situazioni di povertà derivanti dalla patologia
mentale. Quella legge venne messa a regime dal consiglio
regionale e la regione iniziò a pagare l'intervento economico
avendo come punto di partenza un bacino di circa 1.300
invalidi che avevano diritto all'assegno.
Nel giro di un paio di anni gli invalidi di mente che in
Sardegna avevano diritto a questo assegno diventarono circa 15
mila, consentendo alla regione Sardegna di raggiungere il
record assoluto di gente matta (che tanto matta non era perché
chiedeva che gli venisse fornito questo tipo di intervento
economico). Attenzione, quindi! Gli esempi sono senz'altro
contrari.
La sperimentazione deve dimostrare in primo luogo il buon
risultato raggiunto, cioè se esso sia stato veramente
sufficiente
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per vincere lo stato di povertà delle persone, e in secondo
luogo deve effettuare un adeguato controllo per evitare che ci
sia chi "ci campa", senza essere aiutato ad uscire da uno
stato provvisorio di povertà, essendo invece costretto a
rimanerci, a sacrificarsi, mentre dovrebbe essere costretto da
ragioni obiettive a considerare il fatto che l'uscita da uno
stato di bisogno è un risultato che si consegue anche
attraverso un sacrificio personale che, per la verità, qualche
volta manca (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza
nazionale).
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