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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


116082
STA0725-0126
Somm. e Sten. d'Aula n. 725 del 24 maggio 2000 (STA13-725)
(suddiviso in 519 Unità Documento)
Unità Documento n.126 (che inizia a pag.31 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.5)
SEGUITO DISCUSSIONE: C332, C354, C369, C1484, C1832, C2378, C2431, C2625, C2743, C2752, C3666, C3751, C3922, C3945, C4931, C5541. ...(Esame dell'articolo 24 - A.C. 332) LAVASS
...SEGUITO DISCUSSIONE: C332, C354, C369, C1484, C1832, C2378, C2431, C2625, C2743, C2752, C3666, C3751, C3922, C3945, C4931, C5541. ...(Esame dell'articolo 24 - A.C. 332)
CARMELO PORCU.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI PETRINI
ZZSTA ZZRES ZZSTA240500 ZZSTA000524 ZZSTA000500 ZZSTA000000 ZZSTA725 ZZ13 ZZDI ZZLL
                              Pag. 31
 
    CARMELO PORCU.  Signor Presidente, l'intervento economico a
  contrasto della povertà, cioè l'erogazione di assegni da parte
  dello Stato a chi versa in una condizione di povertà, non è un
  istituto tradizionale dell'intervento dello Stato nella
  società italiana.  Questa è una distinzione tra il nostro
  ordinamento sociale e quello di altri paesi: è indubbio,
  infatti, che in altri paesi - compresi quelli di tradizione
  anglosassone - l'aspetto del sostegno economico e del
  contrasto alla povertà - anche individuale - vige già da
  moltissimi anni e rappresenta ormai una prassi comune negli
  ordinamenti di quei paesi.  In Italia ciò non è avvenuto e ci
  troviamo dinanzi ad una fase che giustamente il ministro ha
  definito di "sperimentazione".
     Noi dobbiamo fare i conti con una realtà sociale italiana
  che indubbiamente deve essere educata ad un utilizzo serio e
  responsabile di uno strumento delicato come questo per evitare
  che si creino, anche nel contrasto alla povertà, quelle
  distorsioni di sistema che hanno portato al proliferare ed al
  fiorire del fenomeno disastroso, tipicamente italiano, dei
  falsi invalidi.
     Sottolineo che già esiste un problema che è moralmente
  inaccettabile della rincorsa alla monetizzazione della
  sofferenza e del bisogno ed anche un fatto che, dal punto di
  vista delle istituzioni, è inaccettabile: mi riferisco al
  fatto che qualche volta si pensi di risolvere il problema
  degli interventi sociali anche di emergenza affidandosi
  esclusivamente alla erogazione di una determinata somma di
  denaro.  Come dire: tu sei povero; io ti do questa somma di
  denaro e poi pensaci tu a cavarti dai guai!  Sarebbe meglio,
  secondo la visione morale comune, andare incontro alle
  necessità della gente assicurando un posto di lavoro e
  rafforzando quelle politiche attive del lavoro rispetto alle
  quali il Governo del centrosinistra si è dimostrato
  fallimentare e assai poco innovativo.  Infatti, questo è un
  problema drammatico che coinvolge milioni e milioni di persone
  in questo paese e non è certamente pensabile che il contrasto
  alla povertà e alla disoccupazione, e quindi a tutto ciò che
  ne consegue, possa realizzarsi ricorrendo ad assegni di
  reinserimento e a sostegno sul reddito dei disoccupati e delle
  famiglie bisognose, che sarebbero misure di scarsa efficacia e
  che assumerebbero sostanzialmente dei connotati
  assistenzialistici, quando non di vera e propria elemosina!
     Dico ciò a ragion veduta perché indubbiamente, durante la
  nostra vita, noi abbiamo fatto del contrasto e della lotta
  dura a fenomeni di malcostume come quello dei falsi invalidi
  un punto fermo e una battaglia e non vorremmo adesso, signor
  ministro, che ci trovassimo ad affrontare situazioni di questo
  genere.  Noi sappiamo bene che i controlli in questo paese sono
  inefficaci; che la situazione sociale è drammatica; che la
  situazione informativa che gli enti locali possono promuovere
  è assolutamente superficiale, mancando personale adeguato ed
  efficaci istituti di controllo.
     Signor ministro, le faccio un esempio.  Qualche anno fa
  nella regione Sardegna venne approvata una legge che prevedeva
  un intervento economico della regione sarda a favore dei
  malati di mente integrativo di quello che già erogava lo Stato
  con gli assegni di invalidità civile e gli altri interventi a
  sostegno delle situazioni di povertà derivanti dalla patologia
  mentale.  Quella legge venne messa a regime dal consiglio
  regionale e la regione iniziò a pagare l'intervento economico
  avendo come punto di partenza un bacino di circa 1.300
  invalidi che avevano diritto all'assegno.
     Nel giro di un paio di anni gli invalidi di mente che in
  Sardegna avevano diritto a questo assegno diventarono circa 15
  mila, consentendo alla regione Sardegna di raggiungere il
  record assoluto di gente matta (che tanto matta non era perché
  chiedeva che gli venisse fornito questo tipo di intervento
  economico).  Attenzione, quindi!  Gli esempi sono senz'altro
  contrari.
     La sperimentazione deve dimostrare in primo luogo il buon
  risultato raggiunto, cioè se esso sia stato veramente
  sufficiente
 
                              Pag. 32
 
  per vincere lo stato di povertà delle persone, e in secondo
  luogo deve effettuare un adeguato controllo per evitare che ci
  sia chi "ci campa", senza essere aiutato ad uscire da uno
  stato provvisorio di povertà, essendo invece costretto a
  rimanerci, a sacrificarsi, mentre dovrebbe essere costretto da
  ragioni obiettive a considerare il fatto che l'uscita da uno
  stato di bisogno è un risultato che si consegue anche
  attraverso un sacrificio personale che, per la verità, qualche
  volta manca  (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza
  nazionale).
 
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