| GIULIANO AMATO, Presidente del Consiglio dei
ministri. Signor Presidente, l'onorevole Leoni pone
nuovamente la sua attenzione su un caso notissimo all'opinione
pubblica che ha destato nel Governo e credo in ogni cittadino
- così come in lei che rappresenta in questo momento tale
valutazione - una grande inquietudine, una grande amarezza e
una grande preoccupazione.
E' sicuramente vero, infatti, che la fuga di notizie che
si è verificata a proposito delle indagini in corso per
trovare quelli che forse sono gli assassini del professor
D'Antona, avvenuta il 14 maggio attraverso un quotidiano della
capitale, ha presumibilmente danneggiato l'andamento delle
indagini stesse.
La procura ci fa sapere che è auspicabile che il danno non
sia stato irreversibile ed io, purtroppo, non ho alcun
elemento per esprimere auspici diversi da questo. Spero che
questo non sia accaduto, spero che questa fuga di notizie non
abbia determinato una svolta da vicolo cieco per indagini che
sembravano essere avviate su un percorso costruttivo.
Se questo è accaduto, chi ne sia stato responsabile si è
rivelato di una totale irresponsabilità verso lo Stato, a meno
che non si ritenesse responsabile più verso altri che non
verso lo Stato. Questo non cancellerebbe l'irresponsabilità
verso lo Stato ma renderebbe ancora più grave il comportamento
che è stato tenuto.
Di qui la massima attenzione del Governo all'episodio e
l'impegno della massima fermezza affinché chi risulterà
responsabile di questo possa essere adeguatamente condannato
per ciò che ha fatto. Ripeto l'avverbio "adeguatamente":
dipenderà da chi è e in quale posizione si trova. Affermo
tutto ciò assumendo come premessa quella che ci ha esposto,
proprio nelle motivazioni di quell'ordine di cattura, la
procura identificando in quello istituzionale l'ambito nel
quale si aspetta di trovare - se sarà trovato - il
responsabile della fuga di notizie. Siamo in presenza di
qualcuno che era dentro un
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apparato pubblico, se la procura ha ragione, ed io non ho
ragione di dubitare che l'avesse.
Noi non abbiamo attivato indagini, e lo dico anche
pensando ad una interpellanza che sarà discussa domani e alla
quale io non potrò essere presente. Ci rimettiamo
completamente e siamo a disposizione totalmente, dal primo
all'ultimo appartenente all'apparato di Governo, della procura
di Roma affinché questo episodio sia chiarito. Quando sarà
chiarito, stia pur certo che, se ci sarà una parte che noi
potremo fare, la faremo.
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