| GIULIANO AMATO, Presidente del Consiglio dei
ministri. L'onorevole Manzione ha ragione quando,
esaminando i numeri - che in questo caso do anch'io, perché
fanno riferimento ad una situazione reale e non ad un futuro
che ancora non conosciamo -, evidenzia il fatto che nelle
carceri si riflettano fenomeni sociali, in particolare di
emarginazione, che hanno la loro origine al di fuori di esse,
luogo dove dovrebbero trovare anche la loro soluzione.
Da questo punto di vista la sua interrogazione pone
l'accento su tematiche che vanno al di là della politica
carceraria e che investono la politica dei centri urbani e
della convivenza civile in tutte le sue estrinsecazioni.
Tuttavia, non c'è dubbio che, nei limiti in cui le carceri se
ne trovano addosso una parte delle conseguenze, è compito di
chi è responsabile della vita carceraria - il ministro della
giustizia - far sì che tutto questo venga gestito nel modo
possibilmente più umano e, allo stesso tempo, più sicuro per
la collettività.
Dopo i fatti di Sassari che lei ha ricordato, il ministro
Fassino ed il Governo nel suo complesso hanno avviato un
lavoro che è già consistente e del quale è doveroso, da parte
mia, sottolineare proprio la consistenza.
I problemi sono due: bisogna avere un maggior numero di
carceri per evitare fenomeni di sovraffollamento e di
affollamento in luoghi che non rispondono più a standard di
civiltà e avere un personale che non sia solo carcerario,
perché la vita
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nelle carceri diventa più umana se non vi è unicamente questo
rapporto duale tra polizia penitenziaria e carcerati. C'è
bisogno anche di altre figure professionali e di altri
interventi.
Nel giro di poche settimane è stato emanato un decreto dei
ministri dei lavori pubblici e della giustizia che ha
stanziato 160 miliardi per un numero elevatissimo di
ristrutturazioni e la costruzione di alcune nuove carceri:
nuove carceri per Pordenone, Rieti e Marsala e
ristrutturazioni per Torino Le Vallette, Busto Arsizio,
Bergamo, Brescia, Cremona, Bologna, Prato, Firenze, Lanciano,
Roma Rebibbia e Roma Regina Coeli, Campobasso e Reggio
Calabria; completate le procedure per l'apertura già tra poco,
tra luglio e settembre, di quattro nuove carceri a Bollate, a
Massa, a Rossano e a Castelvetrano; approvata la riforma
dell'amministrazione penitenziaria che introduce proprio
queste nuove figure, oltre a dare finalmente un assetto
definitivo a quelle tradizionali; concordate nuove assunzioni;
avviata l'applicazione del nuovo regolamento di vita
carceraria. Oggi è stata approvata la nuova legge sul lavoro
in carcere e questo fa ben sperare per l'iter del nuovo
status delle detenuti madri.
Sono tante le cose da fare, ma in poche settimane credo
che il Governo ne abbia già fatte alcune.
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