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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


117699
STA0730-0129
Somm. e Sten. d'Aula n. 730 del 31 maggio 2000 (STA13-730)
(suddiviso in 568 Unità Documento)
Unità Documento n.129 (che inizia a pag.24 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.27)
SEGUITO DISCUSSIONE: C332, C354, C369, C1484, C1832, C2378, C2431, C2625, C2743, C2752, C3666, C3751, C3922, C3945, C4931, C5541. ...(Esame dell'articolo 10 - A.C. 332) LAVASS
...SEGUITO DISCUSSIONE: C332, C354, C369, C1484, C1832, C2378, C2431, C2625, C2743, C2752, C3666, C3751, C3922, C3945, C4931, C5541. ...(Esame dell'articolo 10 - A.C. 332)
MARIA BURANI PROCACCINI.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
ZZSTA ZZRES ZZSTA310500 ZZSTA000531 ZZSTA000500 ZZSTA000000 ZZSTA730 ZZ13 ZZDI ZZLL
    MARIA BURANI PROCACCINI.  Signor Presidente, parlerò anche
  dell'intero articolo e, in maniera generica, degli altri
  emendamenti.
     Non a caso l'articolo sulle IPAB è stato accantonato.
  Infatti, si tratta di un argomento di particolare importanza
  in quanto il patrimonio delle IPAB, enti di assistenza e
  beneficenza che tradizionalmente hanno svolto una funzione di
  supporto e di assistenza ai bisogni della popolazione
  italiana, è immenso.  Si tratta di un patrimonio che ha la
  portata di tre finanziarie dello Stato.  E' qualcosa di
  veramente ingente che con questo articolo e con la finalità
  genericamente giusta di inserire anche le IPAB in una legge
  quadro sull'assistenza viene trattato in maniera piuttosto
  ambigua poiché si conferisce una delega al Governo.  Qui si
  delineano alcuni punti a cui questa delega deve
  ottemperare.
     Signor Presidente, vorrei ricordare a tutti noi che negli
  anni settanta i patrimoni dell'ECA sono passati agli enti
  comunali perché potessero utilizzarli a fini sociali.  In fondo
  questo articolo 10 propone qualcosa di simile.  Esso infatti
  dice che quelle IPAB che non sono funzionali e funzionanti,
  perché obsolete, devono essere acquisite dai comuni e
  utilizzate per fini sociali.  Noi temiamo quindi che accada una
  cosa simile a quella che si verificò con i patrimoni dell'ECA
  che furono utilizzati dai comuni in maniera decisamente
  fallimentare.  Si sono viste cose allucinanti nei comuni
  italiani con quei patrimoni, anch'essi estremamente
  importanti.
     Ci poniamo, dunque, una serie di interrogativi, ai quali
  l'articolo 10 certamente non risponde.  Ad esempio, le IPAB,
  quali enti dotati di un regime giuridico caratterizzato da
  autonomia statutaria, sono già state delineate perché i primi
  decreti delegati, che nel 1971 hanno trasferito alcune
  funzioni dallo Stato alle regioni, avevano individuato i
  suddetti enti per mezzo di appositi elenchi e li avevano
  classificati come enti locali non territoriali.  Pertanto, essi
  rispondevano a tutti quei requisiti atti ad assoggettarli alla
  normativa vigente, compresa quella relativa
  all'amministrazione del personale.
     Alle lettere  b)  e  c)  dell'articolo 10 si parla
  di separazione della gestione dei servizi, dei patrimoni e
  della salvaguardia nella gestione e nell'utilizzo dei beni
  patrimoniali a scopi umanitari, seguendo la lettera degli
  statuti e il fine dello sviluppo dell'azienda.  Tutto ciò
  andrebbe completamente ridefinito, pertanto sono d'accordo con
  il collega Lucchese quando dice che si tratta di un argomento
  talmente vasto che dovrebbe essere ripensato a parte.  Penso,
  ad esempio, ai beni patrimoniali che sono destinati per
  statuto a produrre reddito per la gestione o all'impiego come
  mezzi strumentali, quali scuole, case di riposo e così via.  I
  beni patrimoniali possono essere alienati, ceduti o permutati,
  ma a condizione, tutt'oggi, che ne siano acquisiti altri con
  lo stesso vincolo di destinazione d'uso di pari o maggior
  valore.  Ciò mette al riparo, ad esempio, i beni patrimoniali
  che, nella gestione più o meno allegra di alcuni comuni, si
  teme possano diventare denaro liquido da utilizzare per fini
  magari nobili, magari altissimi, con la conseguenza però del
  venire meno di un patrimonio sostanziale.
     Alla lettera  h)  dell'articolo 10 si fa riferimento
  allo scioglimento delle IPAB, ma desidero ricordare che esso
  può essere anche indotto.  In un regime quale quello che,
  purtroppo, il provvedimento in esame stabilisce ancora - il
  monopolio del  welfare State  - non si può concorrere sul
  libero mercato per rispondere alla domanda dei cittadini,
  perché magari l'offerta può essere attraente; il comune, in
  realtà, può allocare le risorse per sviluppare impresa
  sociale, indipendentemente dalla domanda, mentre le IPAB nella
  loro gestione attuale e corrente devono concorrere con
  capacità di gestione economica, autosufficiente o trasferendo
  parte dei costi, o tutti, sull'utenza.  Ora, in Emilia Romagna
  nel tempo, proprio per la
 
                              Pag. 25
 
  disponibilità regionale di cui ho parlato prima, sono state
  distrutte istituzioni floride, ricchi patrimoni e servizi
  efficaci.  Tutto sommato stiamo constatando che ciò che è stato
  realizzato è ben poca cosa rispetto agli scopi iniziali.  Alla
  lettera  i)  ...
 
DATA=000531 FASCID=STA13-730 TIPOSTA=STA LEGISL=13 NCOMM= SEDE= NSTA=0730 TOTPAG=0185 TOTDOC=0568 NDOC=0129 TIPDOC=O DOCTIT=0027 COMM= DI PAGINIZ=0042 RIGINIZ=004 PAGFIN=0043 RIGFIN=006 UPAG=NO PAGEIN=24 PAGEFIN=25 SORTRES=0005313 SORTDDL= FASCIDC=13STA 00730 SORTNAV=5³005312 00730 200000 ZZSTA730 NDOC0129 TIPDOCO DOCTIT0027 NDOC0027



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