| LUCIANO CAVERI. La ringrazio, signor ministro.
Naturalmente, per quel che riguarda la Carta europea delle
lingue regionali o minoritarie, mi pare che a questo punto
davvero non vi sia più alcun ostacolo. Già in passato era
stata evocata la mancanza della legge quadro, ma, come lei ha
detto opportunamente, questa legge è in vigore dal 4 gennaio
di quest'anno. Quindi, l'auspicio è che si giunga in fretta a
questa firma. Occorre tener presente che il Regno Unito e la
Svezia hanno appena firmato questo accordo internazionale ed è
evidente che la firma del Regno Unito assume un valore
politico molto significativo.
Devo dire, invece, di non essere del tutto soddisfatto
della seconda risposta, poiché questa aggiunta alla
Convenzione di Madrid non è di poco conto. In particolare, il
primo protocollo aggiuntivo darebbe un reale significato
politico alle
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cosiddette euroregioni, fondandole anche giuridicamente con
la scelta di aderire al contesto normativo e giuridico di uno
dei due Stati.
I miei amici sudtirolesi che sono qui accanto a me,
l'onorevole Zeller e l'onorevole Widmann, potrebbero darle
conto meglio di me del lavoro che si è svolto sull'"Euregio",
un grande progetto fortemente europeista. Io stesso potrei
spiegarle come oggi l'euroregione del monte Bianco abbia un
significato molto interessante per la prospettiva di saldatura
che è rappresentata dalle Alpi.
Mi auguro, quindi, che lei possa approfondire questi temi
e che l'Italia giunga alla sottoscrizione dei protocolli
aggiuntivi e riveda anche quella legge del 1984, che è
talmente anacronistica da limitare la cooperazione
transfrontaliera ai venticinque chilometri vicino al confine.
Ciò naturalmente appartiene ad un'epoca passata, che deve
essere superata in chiave di integrazione europea.
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