| CESARE SALVI, Ministro del lavoro e della previdenza
sociale. I dati sulla crescita dell'occupazione richiamati
dall'onorevole Cherchi sono stati oggi confermati dal
governatore generale della Banca d'Italia nella sua relazione:
negli ultimi quattro anni l'occupazione è cresciuta di circa
700 mila unità. Il dato più rilevante è rappresentato da una
crescita accentuata dell'occupazione nell'ultima fase,
nonostante i dati di crescita economica degli ultimi anni
siano stati, per le note ragioni, piuttosto deboli.
Nell'ultimo anno l'aumento dell'occupazione è dell'1,1 per
cento, come riferito nella relazione odierna della Banca
d'Italia.
Per questi motivi gli obiettivi di crescita
dell'occupazione che saranno definiti nel DPEF saranno rivisti
al rialzo rispetto a quelli stabiliti nello scorso anno. Nel
DPEF dello scorso anno si prevede un aumento dell'occupazione,
in termini di unità di lavoro standard, dello 0,8 per cento
nel 2000 (e, come dicevo, siamo già
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oltre questo dato), dell'1 per cento nel 2001 ed un tasso
medio annuo pari allo 0,9 per cento nel periodo 2002-2003.
Cito un recentissimo dato dell'OCSE, osservatorio non solo
imparziale ma di solito tutt'altro che tenero nei confronti
dell'Italia, che indica percentuali di crescita del PIL del
2,9 per cento quest'anno e del 3,1 per cento nel 2001 che ci
portano alla media europea del livello di crescita, che a sua
volta è significativa e notevole. Vi sono tutti gli elementi
per una revisione al rialzo delle previsioni di crescita
occupazionale, la cui quantificazione è in corso. Naturalmente
occorre agganciarsi alla ripresa e stimolarla. Essenziale è,
sotto questo profilo, il rilancio della domanda per consumi,
l'unico dato su cui non vi è un'inversione di tendenza in
Italia.
La riduzione della pressione fiscale, a partire dai
redditi più basti dei lavoratori e delle pensioni minime, non
è solo una misura di giustizia sociale ma anche un intervento
che aiuta la ripresa economica, l'economia, le imprese e la
creazione di occupazione.
Piena occupazione ma anche buona occupazione sono gli
obiettivi che si è data l'Europa nel recente vertice di
Lisbona. Questo vuol dire, per quanto riguarda il mercato del
lavoro, che il Governo continuerà a seguire una linea sulla
flessibilità che rimuove lacci e lacciuoli ma non accetta la
prospettiva di una deregolazione.
E' sempre più evidente, al contrario, l'esigenza di
contrastare la precarietà, l'incertezza, oltre i fenomeni di
vero e proprio lavoro illegale, irregolare o diffuso. Lisbona
ha dato obiettivi di un tasso di crescita per l'Unione europea
del 3 per cento annuo (obiettivo che l'Italia e l'Europa
stanno raggiungendo) ma anche obiettivi in termini di tasso di
occupazione maschile e femminile.
La combinazione delle previsioni di crescita e degli
obiettivi di occupazione emersi a Lisbona spingono
evidentemente ad accentuare l'azione in questo campo e con
particolare riferimento al problema dei livelli
occupazionali.
L'onorevole Cherchi, appassionato, competente ed attento
osservatore, nonché propulsore delle politiche per il
Mezzogiorno, potrà valutare sin dalle prossime settimane le
iniziative che, in continuità di quanto preannunciato dal
Governo D'Alema e di intesa con l'Unione europea, assumeremo
per una politica rivolta particolarmente alla crescita
dell'occupazione e al contrasto del lavoro nero e sommerso nel
meridione.
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