| ARMANI, SELVA, ARMAROLI e CONTENTO. - Ai Ministri delle
finanze e dell'industria, del commercio e dell'artigianato.
- Per sapere - premesso che:
in questi ultimi giorni, gli aumenti dei prezzi al
consumo dei carburanti si sono determinati sia a seguito della
continua svalutazione dell'euro rispetto al dollaro per
l'ulteriore crescita dei tassi americani, sia per l'aumento
del prezzo internazionale del greggio, che è risalito fino ai
30 dollari al barile;
la svalutazione dell'euro sul dollaro ha raggiunto ormai
il 25 per cento rispetto alla sua quotazione iniziale
registrata, quasi un anno e mezzo fa, al momento della sua
prima emissione;
sul prezzo finale al consumo dei carburanti,
indipendentemente dai costi del nostro sistema distributivo
notoriamente più alti della media europea, lo Stato preleva
circa il 69 per cento per il combinato disposto, "a cascata",
dell'imposta di fabbricazione (riscossa all'uscita dalle
raffinerie) e dell'Iva (riscossa al momento dell'acquisto da
parte del consumatore finale), realizzando così uno dei più
elevati prelievi tributari dell'Unione europea;
l'aumento della bolletta petrolifera italiana determina
comunque una crescita del gettito dell'Iva a favore dello
Stato e a carico del consumatore finale indipendentemente
dall'entità dello sconto fiscale, in termini di riduzione
dell'accisa, deliberato dal Governo per attenuare l'impatto
del caropetrolio sul costo dei trasporti (l'80 per cento delle
merci è movimentato in Italia su gomma);
l'aumento del gettito dell'Iva ha garantito senza dubbio
allo Stato incassi tanto crescenti quanto più è lievitato il
prezzo del greggio a livello internazionale, determinando una
sorta di vergognosa "cresta" a favore della finanza
pubblica;
la lievitazione degli incassi Iva, dovuti al meccanismo
prima descritto, è anch'essa alla base della imponente
crescita globale degli incassi tributari registrata nel corso
del 1999 (pur con un Pil in aumento molto minore) e in questi
primi quattro mesi dell'anno in corso, determinando una
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finanziaria che consentirebbe di aumentare agevolmente lo
sconto fiscale sui carburanti fino alle 150 lire, come
richiesto dagli interroganti fin dal 24 febbraio 2000 in una
interpellanza urgente, con evidente beneficio per i
consumatori e con palese contributo all'attenuazione delle
pressioni inflazionistiche, in Italia più alte che nel resto
dell'Unione europea;
il contributo che tale maggiore sconto darebbe al
raffreddamento dell'inflazione inciderebbe positivamente anche
sul costo per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego,
in quanto ridurrebbe l'impatto delle richieste di aumenti
retributivi superiori all'inflazione programmata, contribuendo
così ad attenuare la crescita, finora inarrestata, della spesa
pubblica corrente -:
se non si ritenga di deliberare al più presto uno sconto
fiscale sul prezzo finale dei carburanti più consistente di
quello tuttora vigente, accogliendo la proposta di Alleanza
Nazionale per un abbattimento dell'accisa di 150 lire al litro
e di equiparate riduzioni sul gasolio da trazione.
(3-05712)
(30 maggio 2000)
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