| La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Michele RICCI (UDEUR), relatore, premette che il
provvedimento riproduce sostanzialmente il testo del
decreto-legge n. 54 del 2000, decaduto per mancata conversione
nei termini costituzionali.
Il disegno di legge autorizza il Ministero della giustizia
ad assumere con contratti a tempo determinato della durata
massima di 18 mesi lavoratori impegnati in progetti di lavori
socialmente utili in base alla convenzione stipulata il 7
gennaio 1999 tra i Ministeri del lavoro e della giustizia, ai
sensi dell'articolo 5, comma 4, del decreto legislativo n. 468
del 1997 e lavoratori impegnati in LSU nelle sedi periferiche
della giustizia minorile.
Sottolinea che tali lavoratori hanno acquisito una
professionalità quasi triennale, per cui sarebbe
irragionevole, per sopperire alle necessità degli uffici
giudiziari, ricorrere a contratti a termine con personale
"esterno".
L'unica via ragionevolmente percorribile per
l'utilizzazione del personale interessato, si è mostrata la
stipulazione di
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contratti a termine, dal momento che il rinnovo dei progetti
di lavori socialmente utili ai sensi del decreto legislativo
n. 81 del 2000 non poteva soddisfare appieno le esigenze
organizzative degli uffici giudiziari.
Un provvedimento di rango legislativo è necessario poiché
si tratta di derogare alla disciplina generale sulle
assunzioni a tempo determinato, dal momento che non è ancora
intervenuta la contrattazione collettiva a cui rimanda il
decreto legislativo n. 80 del 1998.
Del resto si è in presenza anche di una deroga alla
normativa sulla programmazione delle assunzioni nelle
pubbliche amministrazioni, che si applica anche alle tipologie
contrattuali flessibili.
Evidenzia la straordinarietà del provvedimento, reso
necessario, tra l'altro, dalle esigenze sorte dalla
riorganizzazione degli uffici giudiziari derivante dalla
riforma del giudice unico.
Inoltre il provvedimento va nella auspicata direzione
dell'esaurimento dell'esperienza dei lavori socialmente utili,
poiché coloro che stipulano il contratto a termine perdono la
possibilità di beneficiare degli incentivi che la vigente
normativa prevede per i lavoratori socialmente utili in ordine
alla ricollocazione lavorativa ed al conseguimento della
pensione.
L'unica modifica di rilievo rispetto al decreto-legge
consiste nella precisazione che i lavoratori interessati
devono essere impegnati in progetti di lavori socialmente
utili aventi scadenza successiva al 1^ aprile 2000, in modo da
escludere chi avesse partecipato esclusivamente a progetti
precedenti.
Ritiene che è molto probabile che non si giunga
all'effettiva stipulazione del limite massimo di 1.850
contratti. Difatti alcuni lavoratori socialmente utili
impegnati presso il Ministero della giustizia probabilmente si
avvarranno delle disposizioni dell'articolo 12 del decreto
legislativo n. 468 del 1997.
Pertanto propone una modifica del testo del disegno di
legge, in modo da consentire la stipula dei contratti anche
con altre categorie di lavoratori precari dell'amministrazione
della giustizia.
Infine afferma che la decadenza del decreto-legge n. 54 ha
creato notevoli difficoltà di funzionamento degli uffici
giudiziari. Pertanto auspica la più celere approvazione del
provvedimento, sia per soddisfare le esigenze occupazionali
dei lavoratori interessati sia per favorire il buon andamento
e l'efficienza degli uffici giudiziari. Sarebbe del resto
antieconomico non utilizzare professionalità già
consolidate.
Il ministro Piero FASSINO richiama innanzitutto le
motivazioni che hanno indotto il Ministero della giustizia a
ricorrere alla soluzione normativa dei contratti di lavoro a
termine. Si tratta principalmente delle esigenze sorte a
seguito della entrata in vigore della riforma del giudice
unico, che ha richiesto una riorganizzazione degli uffici
giudiziari e delle circoscrizioni territoriali. Inoltre, nuove
unità di personale sono richieste dall'allargamento della
competenza della magistratura onoraria, in procinto di
estensione anche al settore penale.
Per venire incontro a tali esigenze di personale ci
sarebbe bisogno di non meno di 5.000 nuove unità, ma i vincoli
di bilancio non permettono assunzioni di tali entità. Il
provvedimento, pertanto, cerca di soddisfare almeno
parzialmente, tenendo conto dei vincoli finanziari esistenti,
le necessità degli uffici giudiziari.
Ritiene che, durante il dibattito sul decreto-legge n. 54,
sia emersa una deprecabile banalizzazione del ruolo svolto dai
lavoratori socialmente utili presso gli uffici giudiziari. E'
diffuso il luogo comune secondo cui tali lavoratori godrebbero
di una mera assistenza da parte dello Stato e che quindi gli
uffici potrebbero farne tranquillamente a meno.
Al contrario, da colloqui avuti con i dirigenti degli
uffici giudiziari (che, non bisogna dimenticare, provengono da
tutte le svariate correnti dell'associazionismo dei
magistrati) ha avuto la conferma del fatto che i lavoratori
socialmente utili
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svolgono un ruolo di notevole rilievo in settori basilari,
quali l'informatizzazione e la gestione degli archivi e dei
registri.
Relativamente alla proposta del relatore di modifica del
testo, concorda sul fatto che sia probabile la non totale
copertura dei 1.850 posti programmati. Poiché l'assunzione dei
lavoratori socialmente utili è determinata da reali esigenze
organizzative e non da mero assistenzialismo, si potrebbe
pensare di attingere alle graduatorie dei lavoratori
trimestrali che hanno superato un concorso pubblico e hanno
anche acquisito una certa professionalità.
Ribadendo l'urgenza dell'approvazione del provvedimento,
ricorda che anche i rappresentanti dei gruppi di opposizione
avevano preannunciato un atteggiamento costruttivo nel caso in
cui il Governo avesse seguito la via del disegno di legge.
Fedele PAMPO (AN) concorda sull'esigenza di assicurare
un iter sollecito al disegno di legge, ma evidenzia il fatto
che il testo non elimina le oscurità e le incongruenze
contenute nel decreto-legge n. 54 del 2000. Inoltre,
l'intervento odierno del ministro non ha fatto altro che
alimentare le perplessità.
Ritiene che il metodo seguito dal Governo per introdurre
le riforme nel settore dell'amministrazione della giustizia
sia stato irragionevole ed incoerente. Infatti, la
riorganizzazione degli uffici e la rimodulazione della pianta
organica andava effettuata prima dell'entrata in vigore della
riforma del giudice unico e delle nuove competenze della
magistratura onoraria.
Inoltre, il provvedimento non risolve i problemi
occupazionali dei lavoratori socialmente utili, che tra 18
mesi si troveranno in cerca di una nuova ricollocazione.
Del resto si crea una disparità di trattamento tra i 1.850
lavoratori impiegati presso gli uffici giudiziari e gli altri
125.000 lavoratori già impegnati in progetti di lavori
socialmente utili presso altre pubbliche amministrazioni.
Se gli uffici giudiziari hanno una reale necessità di
potenziare il proprio personale, sarebbe invece opportuna una
programmazione più a lungo termine e quindi l'assunzione
definitiva di nuovi lavoratori.
Infine afferma che l'auspicato svuotamento del bacino dei
lavoratori socialmente utili non deve avvenire, ancora una
volta, determinando oneri a carico della collettività.
Alfredo STRAMBI (comunista), invita ad evitare
banalizzazioni e strumentalizzazioni nell'esame del disegno di
legge. Ritiene che si tratti di un provvedimento urgente e
caratterizzato da straordinarietà, di cui condivide
sostanzialmente l'impianto normativo e le soluzioni adottate.
La riforma del giudice unico ha creato necessità reali di
nuovo personale, per cui non vede per quale motivo non si
debba seguire una soluzione già adottata per il Ministero dei
beni culturali in occasione del Giubileo del 2000.
Pur associandosi alla proposta di modifica del relatore,
ritiene che essa andrebbe meglio precisata e dettagliata.
Non condivide affatto la posizione del deputato Pampo,
ritenendola scarsamente costruttiva. Infine, ribadisce la
necessità di procedere con celerità, esperendo tutte le
soluzioni che il regolamento permette.
Mauro MICHIELON (LNP) premette che rimangono insoluti
tutti i nodi emersi durante l'esame del decreto-legge n.
54.
Giudica pretestuosa l'affermazione secondo cui
l'assunzione a termine dei lavoratori socialmente utili
impegnati presso il Ministero della giustizia sarebbe
determinata dalla riforma del giudice unico. In realtà tali
lavoratori sono utilizzati già da tre anni, quindi da ben
prima che la riforma fosse varata.
Ritiene immotivata la soglia delle 1.850 unità, dal
momento che i lavoratori impegnati in progetti in base alla
convenzione tra i Ministeri del lavoro e della giustizia si
attestano sulle 1.542 unità. Pur volendo aggiungere i 118
lavoratori impegnati nelle sedi periferiche della giustizia
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minorile, si raggiunge una cifra inferiore di circa 200 unità
rispetto al limite massimo di autorizzazione contenuto nel
provvedimento.
Tali ulteriori unità sono rappresentate dai lavoratori
impegnati in progetti approvati da comuni e province della
regione siciliana. Si tratta di un'elusione della disposizione
contenuta nel decreto legislativo n. 81 del 2000, secondo cui
gli enti utilizzatori devono sostenere il 50 per cento degli
oneri finanziari in caso di rinnovo dei progetti, che comunque
non possono proseguire oltre il 30 aprile 2001.
Ritiene che sia opportuna una verifica della pianta
organica del ministero della giustizia da effettuare entro 6
mesi, in modo da avere un quadro veritiero delle reali
esigenze di personale per qualifica e per mansione e
sopperirvi quindi tramite concorsi pubblici, che garantiscono
trasparenza ed efficienza.
Si associa alla proposta del relatore di modifica del
testo, purché i lavoratori utilizzati siano rappresentati
dagli idonei nel concorso di operatore amministrativo
recentemente espletato.
Esprime perplessità sulla veridicità delle affermazioni
del ministro relativamente alla importanza dei lavoratori
socialmente utili per il buon funzionamento degli uffici.
Quanto alla presunta utilità del provvedimento per ridurre
il bacino dei lavoratori socialmente utili afferma che ciò può
avere un senso esclusivamente per lavoratori di età avanzata e
non per lavoratori nei primi anni di attività lavorativa, che
costituiscono in realtà la grossa parte dei soggetti
interessati dal provvedimento. Del resto tali giovani
lavoratori maturano delle aspettative di assunzione definitiva
che poi è difficile non soddisfare; conseguentemente si
determina una disparità di trattamento rispetto a tutti gli
altri giovani disoccupati che non hanno avuto l'opportunità di
inserirsi nel canale dei lavori socialmente utili.
Infine preannuncia in atteggiamento costruttivo, purché il
Governo e la maggioranza dimostrino ragionevolezza accogliendo
le richieste da lui avanzate.
Luca CANGEMI (misto-RC-PRO) ritiene che sia opportuno
effettuare preliminarmente una verifica delle reali intenzioni
di tutte le forze politiche riguardo all'approvazione del
provvedimento. In merito il suo gruppo assumerà un
atteggiamento di favore verso l'entrata in vigore del testo
del disegno di legge, così come presentato dal Governo.
Questo non significa che il suo gruppo non mantenga le
pesanti critiche sulla politica seguita dal Governo in merito
alla gestione dei lavoratori socialmente utili e al
reclutamento del personale presso il Ministero della
giustizia.
Teme che una eventuale trattativa da parte della
maggioranza con la frangia dell'opposizione che ha adottato un
atteggiamento ostruzionistico durante l'iter del decreto-legge
n. 54 determini uno svilimento del testo attuale.
Pietro GASPERONI (DS-U) afferma la necessità di
esaurire al più presto l'esperienza dei lavoratori socialmente
utili con misure di incentivo adeguate. Già il decreto
legislativo n. 81 del 2000 ha predisposto uno strumentario
normativo di una certa rilevanza ed efficacia. Il
provvedimento in esame rafforza tale politica, per cui ne
auspica la più rapida approvazione.
Concorda con le affermazione del ministro relativamente
alle motivazioni che richiedono la stipulazione di contratti a
termine con soggetti che hanno maturato già una notevole
esperienza, che sarebbe irragionevole disperdere.
In merito alle perplessità del deputato Michielon, afferma
che la necessità di utilizzare i lavoratori socialmente utili
presso gli uffici giudiziari non è nata con la riforma del
giudice unico, ma è stata potenziata da quest'ultima.
Rispondendo alle affermazioni del deputato Pampo, ritiene
che il suo ragionamento ignori l'attuale situazione del
mercato del lavoro, che vede proliferare le
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posizioni lavorative precarie e atipiche. Non è possibile che
l'opposizione predichi la flessibilità e poi pretenda che tale
principio non si applichi a determinati settori del mercato
del lavoro.
Non ignora che in alcuni settori lavorativi è necessario
garantire la stabilità del posto di lavoro, tuttavia nel caso
di specie la soluzione migliore per sopperire alle esigenze
straordinariamente determinate dalla riforma del giudice unico
è quella di contratti a termine, in attesa di una revisione
della pianta organica del Ministero.
Infine auspica un atteggiamento responsabile da parte di
tutti i gruppi politici.
Antonino LO PRESTI (AN) ricorda il problema dei
lavoratori trimestrali , sollevato durante l'esame del
decreto-legge n. 54. E' giusto pensare ai problemi
occupazionali dei lavoratori socialmente utili, ma è
altrettanto giusto soddisfare le esigenze e le attese dei
lavoratori trimestrali che hanno per giunta superato un
pubblico concorso.
Ricorda che il sottosegretario Li Calzi aveva affermato
che una soluzione occupazionale per i trimestrali poteva
essere trovata solo dopo i processi di riqualificazione del
personale di ruolo e quindi in seguito alla rimodulazione
della pianta organica.
In merito chiede delucidazioni al ministro, in particolare
sui presupposti normativi dei processi di riqualificazione,
anche alla luce della recente sentenza della Corte
Costituzionale che ha statuito la illegittimità dei percorsi
di riqualificazione esperiti presso il Ministero delle
finanze, in quanto contrari al principio costituzionale del
reclutamento tramite pubblico concorso.
Il ministro Piero FASSINO si riserva di rispondere
approfonditamente sulla questione nella prossima seduta.
Nessun altro chiedendo di intervenire Renzo INNOCENTI,
presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra
seduta.
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