Banche dati professionali (ex 3270)
Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


118275
SMC0656-0080
Bollettino Giunte e Commissioni n. 656 del 1 giugno 2000 - edizione definitiva - (SMC13-656)
(suddiviso in 88 Unità Documento)
Unità Documento n.80 (che inizia a pag.90 dello stampato)
               ...COMMISSIONE PARLAMENTARE
        di controllo sull'attività degli enti gestori
   di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale
 
 
PROCEDURA INFORMATIVA
Sulle prospettive di riforma della legislazione sugli enti di previdenza privatizzati: audizione del Presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi, del Segretario nazionale dell'Associazione unitaria psicologi italiani, del Presidente dell'Ente di previdenza e assistenza psicologi (Enpap), del Presidente della Federazione nazionale ordini dei medici, del Segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale e del Presidente dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici (Enpam).
Interviene il dottor SARDI, Presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi. Il dottor SELLINI, Segretario nazionale dell'Associazione unitaria psicologi italiani. Il deputato LO PRESTI. Il presidente DUILIO.
Giovedì 1^ giugno 2000. - Presidenza del Vice Presidente Lino DUILIO. - Intervengono il Presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi, dottor Pietro Angelo Sardi, il Segretario nazionale dell'Associazione unitaria psicologi italiani, dottor Mario Sellini, il Presidente dell'Ente di previdenza e assistenza psicologi, dottor Demetrio Houlis, accompagnato dal dottor Antonio Azzolini, Vicepresidente, dal dottor Francesco Rabotti, direttore, e dal dottor Ernesto Del Sordo, componente del Collegio sindacale e, in rappresentanza della Federazione italiana medici di medicina generale e dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici, il professor Angelo Pizzini, accompagnato dalla dottoressa Elena Cascio, direttore generale dell'Enpam, e dal dottor Giovanni Troso.
ZZSMC ZZRES ZZSMC010600 ZZSMC000601 ZZSMC000600 ZZSMC000000 ZZSMC656 ZZ13 ZZD ZZC27 ZZNO ZZXX ZZFF
     Prima di dare avvio all'audizione, il presidente DUILIO
  avverte che il Presidente della Federazione nazionale degli
  Ordini dei medici ha comunicato di aver delegato il Presidente
  dell'Enpam a intervenire non essendosi la Federazione occupata
  istituzionalmente di problemi previdenziali.
 
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     Il Presidente ritiene di rilevare che la comunicazione -
  della quale dà atto - non sembra cogliere lo spirito
  dell'iniziativa della Commissione che tende a sollecitare
  dalle diverse articolazioni istituzionali delle categorie
  professionali, al di là delle specifiche competenze e dei
  riconosciuti livelli di rappresentatività, il più ampio
  contributo di opinioni e di proposte.  A tale impostazione di
  metodo hanno aderito i rappresentanti degli Ordini
  professionali invitati, assicurando un qualificato contributo
  ai lavori della Commissione che - ricorda - non è sede
  negoziale ma luogo di aperto confronto.
     Rivolto un grato saluto, anche a nome del presidente De
  Luca, impossibilitato a presiedere la seduta odierna, agli
  interlocutori della Commissione, il presidente Duilio si
  sofferma ad illustrare le tematiche oggetto della procedura
  informativa.
     Tra le competenze attribuite alla Commissione dall'atto
  istitutivo (l'articolo 56 della legge 9 marzo 1989 n. 88) è
  ricompresa (lettera C) la vigilanza sull'operatività delle
  leggi in materia previdenziale e sulla coerenza del sistema
  con le linee di sviluppo dell'economia nazionale.
  Nell'esercizio di tale funzione, la Commissione, nell'attuale
  legislatura, ha approfondito diversi argomenti riguardanti la
  previdenza pubblica - dal riordino degli enti pubblici di
  previdenza alla riforma della normativa in materia di
  assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie
  professionali, alla ricongiunzione e totalizzazione delle
  posizioni contributive - sviluppando procedure informative
  concluse con relazioni comunicate al Parlamento e che hanno
  avuto un seguito nella legislazione.
     La Commissione è ora impegnata, secondo un programma
  approvato nel febbraio scorso, in una riflessione sulle
  prospettive di riforma della legislazione sugli enti di
  previdenza privatizzati al fine di verificarne, nel quadro
  della procedura informativa in atto, l'adeguatezza ed i
  possibili interventi migliorativi.
     Le Casse privatizzate adempiono una funzione pubblica con
  l'erogazione di prestazioni previdenziali, secondo il dettato
  dell'articolo 38 della Costituzione, e la loro attività in
  materia è regolata da una legislazione sostanzialmente
  riconducibile ai decreti legislativi n. 509 del 1994 e n. 103
  del 1996, oltre che da disposizioni rintracciabili in alcune
  leggi finanziarie.
     Oggetto della riflessione della Commissione è dunque la
  normativa vigente che disciplina l'attività delle Casse
  privatizzate perché sia sempre meglio tutelato, con la buona
  salute degli enti, l'interesse dei lavoratori iscritti alle
  diverse gestioni.  Come più volte è stato ribadito dal
  Presidente della Commissione, deve intendersi come dato
  acquisito il processo di privatizzazione delle Casse,
  inaugurato dal decreto del 1994, inseparabile dal
  riconoscimento dell'autonomia delle gestioni, aspetto che si
  intende valorizzare nell'approfondire i temi che si affrontano
  nella procedura informativa.  Un'iniziativa, questa, che tende,
  in primo luogo, ad evitare il fenomeno, sempre latente e
  spesso concretamente registrato, della cosiddetta incursione
  legislativa di provvedimenti parziali ed episodici riferiti a
  questa o a quella gestione.  Il disordinato legiferare per
  iniziative particolari determina, come peraltro è stato
  denunciato da taluni enti, in particolare la Cassa forense,
  disorganicità e frantumazioni lesive dell'autonomia degli enti
  privatizzati che devono, al contrario, in piena libertà,
  costruire, rinnovare e modificare i rispettivi ordinamenti con
  riferimento alla specificità delle professioni.  Le tradizioni,
  le storie e le funzioni diverse che configurano le libere
  professioni rappresentano una ricchezza da conservare.
     Si vuole, con un indirizzo legislativo razionalizzatore,
  al quale conferire particolare vincolatività sul modello delle
  leggi sulle autonomie locali e sulla previdenza pubblica,
  assicurare un quadro certo fondato su pochi principi a tutela
  dei valori ora ricordati.  Il presidente Duilio propone quindi,
  come spunti di riflessione, alcuni temi che meritano di essere
  approfonditi: l'armonizzazione delle diverse generazioni di
  enti con l'adozione del sistema contributivo, attualmente
  programmato per
 
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  quelli costituiti nel 1994 e obbligatorio per gli altri nati
  successivamente alla riforma pensionistica del 1995,
  l'adeguamento della riserva matematica al quale peraltro molti
  enti hanno già autonomamente provveduto, la determinazione del
  periodo di attività lavorativa da prendere in considerazione
  ai fini previdenziali, l'estensione del periodo temporale di
  riferimento del bilancio tecnico, così da consentire agli enti
  di disporre di un migliore strumento previsionale, e una
  diversa disciplina di carattere fiscale che tenga conto della
  funzione pubblica svolta dagli enti di previdenza
  privatizzati.  Su questi, come su altri temi che dovessero
  emergere nel corso dell'audizione, la Commissione ha inteso
  sollecitare il contributo di tutti i soggetti istituzionali
  interessati, secondo una scelta di metodo che coinvolge nel
  dialogo gli Ordini professionali, le Associazioni sindacali e
  le Casse al fine di raccogliere la più ampia panoramica di
  opinioni.
     La Commissione si impegnerà successivamente in un lavoro
  di sintesi delle idee e delle proposte per indicare al
  Parlamento, in una relazione, le linee di una legislazione a
  garanzia, in prospettiva futura a lungo termine, delle
  gestioni degli enti, nel rispetto della loro autonomia, e a
  tutela dell'interesse degli iscritti ad una adeguata
  prestazione previdenziale.
     Conclusa l'esposizione introduttiva il presidente DUILIO
  ricorda che l'audizione odierna è dedicata agli psicologi e
  integra, con l'intervento dei rappresentanti della Federazione
  italiana medici di medicina generale e dell'Enpam quella già
  svolta con i rappresentanti di associazioni professionali dei
  medici nella seduta del 10 maggio scorso.
 
     Interviene il dottor SARDI,  Presidente del Consiglio
  nazionale dell'Ordine degli psicologi,  che ricorda
  preliminarmente come la categoria degli psicologi, giovane ma
  già matura, si sia trovata a fronteggiare, sotto il profilo
  previdenziale, problemi di dimensionamento sui quali si sono
  determinate anche resistenze da parte del Ministero del lavoro
  all'atto della costituzione dell'ente di previdenza.  La
  categoria ora è in forte crescita e dalla riforma degli studi
  universitari che consentirebbe di ricondurre alla
  contribuzione una serie di mestieri minori di tipo
  psicologico, esercitabili a seguito di corsi di studio più
  brevi, la gestione previdenziale trarrebbe indubbi benefici.
  Rilevato che la riforma potrebbe ricalcare il modello inglese
  e americano da estendere all'Europa, il dottor Sardi dichiara
  che la categoria crede molto a tale processo di innovazione
  che, ribadisce, porterebbe ad un raddoppio delle contribuzioni
  alla Cassa di previdenza.  Occorre evitare la tentazione di
  cancellazioni dall'Ordine, peraltro presente in molti
  psicoterapeuti, che la difficoltà a pagare il minimo
  contributivo determina: a tale situazione si potrebbe ovviare
  provvedendo all'auspicato accorpamento di professioni
  psicologiche con la creazione di elenchi speciali all'interno
  dell'Albo professionale.
 
     Il dottor SELLINI,  Segretario nazionale
  dell'Associazione unitaria psicologi italiani,  ringraziata
  la Commissione dell'invito all'odierna audizione, sottolinea
  come il dimensionamento della categoria professionale
  rappresenti un problema reale con riflessi sulla funzionalità
  dell'ente di previdenza e, conseguentemente, sull'erogazione
  della prestazione previdenziale.  Definita condivisibile
  l'ipotesi di schema di riforma prodotto dal Consiglio
  nazionale, segnala il livello eccessivo dei minimi
  contributivi che, svincolati dai redditi reali prodotti,
  impedisce ai professionisti più giovani, in particolare i
  neolaureati, di entrare nel mondo del lavoro determinando
  distorsioni alle quali è necessario porre rimedio.  Il problema
  - che non riguarda la quantità di risorse e di contribuzioni
  versate - va risolto con misure di liberalizzazione per
  l'accesso al mercato del lavoro.  Rileva infine la necessità di
  prevedere la libertà di scelta di iscrizione all'ente di
  previdenza al quale dovrebbero poter accedere anche gli
  psicologi che in questi mesi hanno optato per l'attività
  intramuraria.
 
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     Richiamate le considerazioni di ordine generale illustrate
  dal Presidente dell'AdEPP nell'audizione del 30 marzo scorso,
  particolarmente in ordine all'autonomia degli enti di
  previdenza che misurano con gli iscritti la loro capacità ed
  efficienza di gestione, il dottor Houlis, Presidente dell'Ente
  di previdenza e assistenza psicologi, fa presente che gli
  organi statutari della Cassa sono espressioni democratiche
  degli iscritti i cui interessi coincidono con quelli dell'ente
  e dunque non è ipotizzabile, al riguardo, alcuna
  divaricazione.
     Ricordato poi che la Cassa è stata costituita direttamente
  come fondazione privata, con il decreto legislativo del 1996,
  il dottor Houlis rileva che il sistema di calcolo contributivo
  a capitalizzazione - che caratterizza l'ente - per sua natura
  non pone particolari problemi di certezza nell'erogazione
  della prestazione previdenziale: l'ente incassa somme non
  virtuali, ma importi reali a garanzia dei futuri pagamenti.  In
  tal senso il dimensionamento della categoria non costituisce
  un problema particolare e, d'altra parte, l'ente registra un
  tasso di crescita degli iscritti che supera, dal 1996, il 10
  per cento annuo.  Tuttavia le questioni toccate dal dottor
  Sardi in riferimento alla riforma degli studi universitari
  hanno una indubbia ricaduta sulla gestione della Cassa
  incidendo sull'entità delle contribuzioni.  Riferendosi quindi
  all'ipotesi di ampliamento del periodo di riferimento
  temporale del bilancio tecnico, il dottor Houlis osserva come
  il metodo contributivo risenta meno delle oscillazioni
  demografiche della categoria professionale non presentando i
  rischi dei sistemi a ripartizione.  Tuttavia se il sistema
  contributivo assicura stabilità di gestione e certezza di
  prestazione, determina comunque una indubbia riduzione della
  quantità della pensione erogata, certamente inferiore a quella
  che si determina con il sistema retributivo.
     Posto in evidenza il rilievo che il trattamento fiscale
  assume per gli enti che operano al fine di conseguire una
  rivalutazione, in funzione dei rendimenti, dei capitali
  raccolti, il dottor Houlis lamenta la penalizzazione, sotto
  tale profilo, rispetto ai fondi di previdenza complementare
  integrativa e auspica che il legislatore possa porre rimedio
  ad una sperequazione a danno degli enti che erogano previdenza
  obbligatoria.  Apprezzate le proposte di legge in tema di
  totalizzazione, un istituto che consentirebbe il recupero di
  periodi previdenziali dispersi, segnala l'esigenza di
  coordinare l'eventuale nuova normativa in materia con la
  peculiare situazione degli enti nati con il decreto
  legislativo del 1996.  Del pari è auspicabile un coordinamento,
  sotto l'aspetto previdenziale, delle nuove norme sul lavoro
  parasubordinato con quanto disposto dalla legge n. 335 del
  1995.  Rilevato che le contribuzioni minime permettono al
  professionista di accedere ad una prestazione previdenziale
  decorosa, fa presente che l'ente si è già fatto carico, con
  apposita modifica regolamentare, delle attività marginali.
  Notato che, a seguito del parere del Consiglio di Stato,
  l'attività intramuraria è ormai assimilata all'attività libero
  professionale, il dottor Houlis assicura infine che l'ente non
  può che ispirarsi, nell'operare le scelte, a principi
  solidaristici infra e intra generazionali.
     Prende quindi la parola, in rappresentanza della
  Federazione italiana medici di medicina generale e dell'Ente
  nazionale di previdenza e assistenza dei medici, il professor
  PIZZINI che avverte preliminarmente che il Presidente
  dell'ENPAM, professor Parodi, non può intervenire all'odierna
  audizione a causa di gravissimi motivi familiari.  Ringraziata
  la Commissione per l'invito al dialogo, osserva in primo luogo
  come il tema della previdenza vada affrontato sul piano
  generale tenuto conto delle tendenze demografiche di una
  società in rapida evoluzione.  Scopo della previdenza è quello
  di garantire un livello di reddito quanto più vicino possibile
  a quanto conseguito dal professionista nel corso della vita
  lavorativa attiva, dando corpo ai valori sostanziali della
  responsabilità, dell'equità e della solidarietà
  infragenerazionale.  Ma tali obiettivi non possono essere
  conseguiti solo ricorrendo
 
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  a modifiche di calcolo, essendo invece necessario rivedere la
  complessa materia alla luce dei mutamenti sociali: oggi il
  problema della previdenza è profondamente avvertito, anche
  dalla categoria dei medici, assai più che in passato.
     Dichiarato poi di condividere quanto espresso dal
  Presidente dell'AdEPP nel corso della audizione del 30 marzo
  scorso, il professor Pizzini ritiene che l'introduzione della
  previdenza complementare, agevolata dallo Stato con misure
  fiscali, rappresenti un fattore particolarmente rilevante.  Il
  trattamento fiscale più favorevole accordato ai fondi di
  previdenza integrativa crea scompensi agli enti che gestiscono
  la previdenza obbligatoria.  La tassazione incide sui
  contributi versati e poi sulle pensioni erogate e, nel caso
  specifico, l'ENPAM, costretto nel passato ad operare
  investimenti nel settore immobiliare, assai meno redditizio di
  quello mobiliare, paga l'ICI che è tassa sul patrimonio, ed è
  escluso, essendo sottoposto all'IRPEG, dai benefici fiscali
  previsti per le opere di manutenzione edilizia.  Dichiarato di
  condividere l'esigenza di realizzare un trattamento fiscale
  più equo, il professor Pizzini conclude facendo presente che
  l'adeguamento della riserva tecnica deve essere utilizzato ai
  fini previdenziali ed esprimendo l'auspicio che il bilancio
  degli enti da costi di gestione onerosi, come quelli, appena
  ricordati, relativi al settore immobiliare.
 
     Il deputato LO PRESTI, rilevato in linea generale che
  le risultanze della audizione odierna si iscrivono nel quadro
  generale che sta emergendo dalla procedura informativa in atto
  e ribadito che la Commissione non ha alcuna intenzione di
  incidere sulla autonomia degli enti previdenziali privati,
  sottolinea particolarmente l'opportunità di intervenire per
  ridurre la pressione fiscale che incide negativamente sulla
  gestione delle Casse.
     A seguito di una specifica richiesta del deputato Lo
  Presti, il dottor Sardi si sofferma ad esemplificare talune
  figure di professioni psicologiche che potrebbero essere
  inserite in elenchi speciali nel quadro dell'Albo
  professionale e ammesse ad aderire alla Cassa previdenziale,
  riservandosi di far pervenire al riguardo una dettagliata
  documentazione alla Commissione.
 
     Il presidente DUILIO, ringraziate le personalità
  intervenute, dichiara conclusa l'audizione.
 
     La seduta termina alle ore 15.20.
 
DATA=000601 FASCID=SMC13-656 TIPOSTA=SMC LEGISL=13 NCOMM=27 SEDE=XX NSTA=0656 TOTPAG=0104 TOTDOC=0088 NDOC=0080 TIPDOC=B DOCTIT=0000 COMM=C27D F PAGINIZ=0090 RIGINIZ=039 PAGFIN=0094 RIGFIN=043 UPAG=NO PAGEIN=90 PAGEFIN=94 SORTRES=0006013 SORTDDL= FASCIDC=13SMC 00656 SORTNAV=5³006010 00656 b00000 ZZSMC656 NDOC0080 TIPDOCB DOCTIT0080 NDOC0080



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