| Prima di dare avvio all'audizione, il presidente DUILIO
avverte che il Presidente della Federazione nazionale degli
Ordini dei medici ha comunicato di aver delegato il Presidente
dell'Enpam a intervenire non essendosi la Federazione occupata
istituzionalmente di problemi previdenziali.
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Il Presidente ritiene di rilevare che la comunicazione -
della quale dà atto - non sembra cogliere lo spirito
dell'iniziativa della Commissione che tende a sollecitare
dalle diverse articolazioni istituzionali delle categorie
professionali, al di là delle specifiche competenze e dei
riconosciuti livelli di rappresentatività, il più ampio
contributo di opinioni e di proposte. A tale impostazione di
metodo hanno aderito i rappresentanti degli Ordini
professionali invitati, assicurando un qualificato contributo
ai lavori della Commissione che - ricorda - non è sede
negoziale ma luogo di aperto confronto.
Rivolto un grato saluto, anche a nome del presidente De
Luca, impossibilitato a presiedere la seduta odierna, agli
interlocutori della Commissione, il presidente Duilio si
sofferma ad illustrare le tematiche oggetto della procedura
informativa.
Tra le competenze attribuite alla Commissione dall'atto
istitutivo (l'articolo 56 della legge 9 marzo 1989 n. 88) è
ricompresa (lettera C) la vigilanza sull'operatività delle
leggi in materia previdenziale e sulla coerenza del sistema
con le linee di sviluppo dell'economia nazionale.
Nell'esercizio di tale funzione, la Commissione, nell'attuale
legislatura, ha approfondito diversi argomenti riguardanti la
previdenza pubblica - dal riordino degli enti pubblici di
previdenza alla riforma della normativa in materia di
assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie
professionali, alla ricongiunzione e totalizzazione delle
posizioni contributive - sviluppando procedure informative
concluse con relazioni comunicate al Parlamento e che hanno
avuto un seguito nella legislazione.
La Commissione è ora impegnata, secondo un programma
approvato nel febbraio scorso, in una riflessione sulle
prospettive di riforma della legislazione sugli enti di
previdenza privatizzati al fine di verificarne, nel quadro
della procedura informativa in atto, l'adeguatezza ed i
possibili interventi migliorativi.
Le Casse privatizzate adempiono una funzione pubblica con
l'erogazione di prestazioni previdenziali, secondo il dettato
dell'articolo 38 della Costituzione, e la loro attività in
materia è regolata da una legislazione sostanzialmente
riconducibile ai decreti legislativi n. 509 del 1994 e n. 103
del 1996, oltre che da disposizioni rintracciabili in alcune
leggi finanziarie.
Oggetto della riflessione della Commissione è dunque la
normativa vigente che disciplina l'attività delle Casse
privatizzate perché sia sempre meglio tutelato, con la buona
salute degli enti, l'interesse dei lavoratori iscritti alle
diverse gestioni. Come più volte è stato ribadito dal
Presidente della Commissione, deve intendersi come dato
acquisito il processo di privatizzazione delle Casse,
inaugurato dal decreto del 1994, inseparabile dal
riconoscimento dell'autonomia delle gestioni, aspetto che si
intende valorizzare nell'approfondire i temi che si affrontano
nella procedura informativa. Un'iniziativa, questa, che tende,
in primo luogo, ad evitare il fenomeno, sempre latente e
spesso concretamente registrato, della cosiddetta incursione
legislativa di provvedimenti parziali ed episodici riferiti a
questa o a quella gestione. Il disordinato legiferare per
iniziative particolari determina, come peraltro è stato
denunciato da taluni enti, in particolare la Cassa forense,
disorganicità e frantumazioni lesive dell'autonomia degli enti
privatizzati che devono, al contrario, in piena libertà,
costruire, rinnovare e modificare i rispettivi ordinamenti con
riferimento alla specificità delle professioni. Le tradizioni,
le storie e le funzioni diverse che configurano le libere
professioni rappresentano una ricchezza da conservare.
Si vuole, con un indirizzo legislativo razionalizzatore,
al quale conferire particolare vincolatività sul modello delle
leggi sulle autonomie locali e sulla previdenza pubblica,
assicurare un quadro certo fondato su pochi principi a tutela
dei valori ora ricordati. Il presidente Duilio propone quindi,
come spunti di riflessione, alcuni temi che meritano di essere
approfonditi: l'armonizzazione delle diverse generazioni di
enti con l'adozione del sistema contributivo, attualmente
programmato per
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quelli costituiti nel 1994 e obbligatorio per gli altri nati
successivamente alla riforma pensionistica del 1995,
l'adeguamento della riserva matematica al quale peraltro molti
enti hanno già autonomamente provveduto, la determinazione del
periodo di attività lavorativa da prendere in considerazione
ai fini previdenziali, l'estensione del periodo temporale di
riferimento del bilancio tecnico, così da consentire agli enti
di disporre di un migliore strumento previsionale, e una
diversa disciplina di carattere fiscale che tenga conto della
funzione pubblica svolta dagli enti di previdenza
privatizzati. Su questi, come su altri temi che dovessero
emergere nel corso dell'audizione, la Commissione ha inteso
sollecitare il contributo di tutti i soggetti istituzionali
interessati, secondo una scelta di metodo che coinvolge nel
dialogo gli Ordini professionali, le Associazioni sindacali e
le Casse al fine di raccogliere la più ampia panoramica di
opinioni.
La Commissione si impegnerà successivamente in un lavoro
di sintesi delle idee e delle proposte per indicare al
Parlamento, in una relazione, le linee di una legislazione a
garanzia, in prospettiva futura a lungo termine, delle
gestioni degli enti, nel rispetto della loro autonomia, e a
tutela dell'interesse degli iscritti ad una adeguata
prestazione previdenziale.
Conclusa l'esposizione introduttiva il presidente DUILIO
ricorda che l'audizione odierna è dedicata agli psicologi e
integra, con l'intervento dei rappresentanti della Federazione
italiana medici di medicina generale e dell'Enpam quella già
svolta con i rappresentanti di associazioni professionali dei
medici nella seduta del 10 maggio scorso.
Interviene il dottor SARDI, Presidente del Consiglio
nazionale dell'Ordine degli psicologi, che ricorda
preliminarmente come la categoria degli psicologi, giovane ma
già matura, si sia trovata a fronteggiare, sotto il profilo
previdenziale, problemi di dimensionamento sui quali si sono
determinate anche resistenze da parte del Ministero del lavoro
all'atto della costituzione dell'ente di previdenza. La
categoria ora è in forte crescita e dalla riforma degli studi
universitari che consentirebbe di ricondurre alla
contribuzione una serie di mestieri minori di tipo
psicologico, esercitabili a seguito di corsi di studio più
brevi, la gestione previdenziale trarrebbe indubbi benefici.
Rilevato che la riforma potrebbe ricalcare il modello inglese
e americano da estendere all'Europa, il dottor Sardi dichiara
che la categoria crede molto a tale processo di innovazione
che, ribadisce, porterebbe ad un raddoppio delle contribuzioni
alla Cassa di previdenza. Occorre evitare la tentazione di
cancellazioni dall'Ordine, peraltro presente in molti
psicoterapeuti, che la difficoltà a pagare il minimo
contributivo determina: a tale situazione si potrebbe ovviare
provvedendo all'auspicato accorpamento di professioni
psicologiche con la creazione di elenchi speciali all'interno
dell'Albo professionale.
Il dottor SELLINI, Segretario nazionale
dell'Associazione unitaria psicologi italiani, ringraziata
la Commissione dell'invito all'odierna audizione, sottolinea
come il dimensionamento della categoria professionale
rappresenti un problema reale con riflessi sulla funzionalità
dell'ente di previdenza e, conseguentemente, sull'erogazione
della prestazione previdenziale. Definita condivisibile
l'ipotesi di schema di riforma prodotto dal Consiglio
nazionale, segnala il livello eccessivo dei minimi
contributivi che, svincolati dai redditi reali prodotti,
impedisce ai professionisti più giovani, in particolare i
neolaureati, di entrare nel mondo del lavoro determinando
distorsioni alle quali è necessario porre rimedio. Il problema
- che non riguarda la quantità di risorse e di contribuzioni
versate - va risolto con misure di liberalizzazione per
l'accesso al mercato del lavoro. Rileva infine la necessità di
prevedere la libertà di scelta di iscrizione all'ente di
previdenza al quale dovrebbero poter accedere anche gli
psicologi che in questi mesi hanno optato per l'attività
intramuraria.
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Richiamate le considerazioni di ordine generale illustrate
dal Presidente dell'AdEPP nell'audizione del 30 marzo scorso,
particolarmente in ordine all'autonomia degli enti di
previdenza che misurano con gli iscritti la loro capacità ed
efficienza di gestione, il dottor Houlis, Presidente dell'Ente
di previdenza e assistenza psicologi, fa presente che gli
organi statutari della Cassa sono espressioni democratiche
degli iscritti i cui interessi coincidono con quelli dell'ente
e dunque non è ipotizzabile, al riguardo, alcuna
divaricazione.
Ricordato poi che la Cassa è stata costituita direttamente
come fondazione privata, con il decreto legislativo del 1996,
il dottor Houlis rileva che il sistema di calcolo contributivo
a capitalizzazione - che caratterizza l'ente - per sua natura
non pone particolari problemi di certezza nell'erogazione
della prestazione previdenziale: l'ente incassa somme non
virtuali, ma importi reali a garanzia dei futuri pagamenti. In
tal senso il dimensionamento della categoria non costituisce
un problema particolare e, d'altra parte, l'ente registra un
tasso di crescita degli iscritti che supera, dal 1996, il 10
per cento annuo. Tuttavia le questioni toccate dal dottor
Sardi in riferimento alla riforma degli studi universitari
hanno una indubbia ricaduta sulla gestione della Cassa
incidendo sull'entità delle contribuzioni. Riferendosi quindi
all'ipotesi di ampliamento del periodo di riferimento
temporale del bilancio tecnico, il dottor Houlis osserva come
il metodo contributivo risenta meno delle oscillazioni
demografiche della categoria professionale non presentando i
rischi dei sistemi a ripartizione. Tuttavia se il sistema
contributivo assicura stabilità di gestione e certezza di
prestazione, determina comunque una indubbia riduzione della
quantità della pensione erogata, certamente inferiore a quella
che si determina con il sistema retributivo.
Posto in evidenza il rilievo che il trattamento fiscale
assume per gli enti che operano al fine di conseguire una
rivalutazione, in funzione dei rendimenti, dei capitali
raccolti, il dottor Houlis lamenta la penalizzazione, sotto
tale profilo, rispetto ai fondi di previdenza complementare
integrativa e auspica che il legislatore possa porre rimedio
ad una sperequazione a danno degli enti che erogano previdenza
obbligatoria. Apprezzate le proposte di legge in tema di
totalizzazione, un istituto che consentirebbe il recupero di
periodi previdenziali dispersi, segnala l'esigenza di
coordinare l'eventuale nuova normativa in materia con la
peculiare situazione degli enti nati con il decreto
legislativo del 1996. Del pari è auspicabile un coordinamento,
sotto l'aspetto previdenziale, delle nuove norme sul lavoro
parasubordinato con quanto disposto dalla legge n. 335 del
1995. Rilevato che le contribuzioni minime permettono al
professionista di accedere ad una prestazione previdenziale
decorosa, fa presente che l'ente si è già fatto carico, con
apposita modifica regolamentare, delle attività marginali.
Notato che, a seguito del parere del Consiglio di Stato,
l'attività intramuraria è ormai assimilata all'attività libero
professionale, il dottor Houlis assicura infine che l'ente non
può che ispirarsi, nell'operare le scelte, a principi
solidaristici infra e intra generazionali.
Prende quindi la parola, in rappresentanza della
Federazione italiana medici di medicina generale e dell'Ente
nazionale di previdenza e assistenza dei medici, il professor
PIZZINI che avverte preliminarmente che il Presidente
dell'ENPAM, professor Parodi, non può intervenire all'odierna
audizione a causa di gravissimi motivi familiari. Ringraziata
la Commissione per l'invito al dialogo, osserva in primo luogo
come il tema della previdenza vada affrontato sul piano
generale tenuto conto delle tendenze demografiche di una
società in rapida evoluzione. Scopo della previdenza è quello
di garantire un livello di reddito quanto più vicino possibile
a quanto conseguito dal professionista nel corso della vita
lavorativa attiva, dando corpo ai valori sostanziali della
responsabilità, dell'equità e della solidarietà
infragenerazionale. Ma tali obiettivi non possono essere
conseguiti solo ricorrendo
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a modifiche di calcolo, essendo invece necessario rivedere la
complessa materia alla luce dei mutamenti sociali: oggi il
problema della previdenza è profondamente avvertito, anche
dalla categoria dei medici, assai più che in passato.
Dichiarato poi di condividere quanto espresso dal
Presidente dell'AdEPP nel corso della audizione del 30 marzo
scorso, il professor Pizzini ritiene che l'introduzione della
previdenza complementare, agevolata dallo Stato con misure
fiscali, rappresenti un fattore particolarmente rilevante. Il
trattamento fiscale più favorevole accordato ai fondi di
previdenza integrativa crea scompensi agli enti che gestiscono
la previdenza obbligatoria. La tassazione incide sui
contributi versati e poi sulle pensioni erogate e, nel caso
specifico, l'ENPAM, costretto nel passato ad operare
investimenti nel settore immobiliare, assai meno redditizio di
quello mobiliare, paga l'ICI che è tassa sul patrimonio, ed è
escluso, essendo sottoposto all'IRPEG, dai benefici fiscali
previsti per le opere di manutenzione edilizia. Dichiarato di
condividere l'esigenza di realizzare un trattamento fiscale
più equo, il professor Pizzini conclude facendo presente che
l'adeguamento della riserva tecnica deve essere utilizzato ai
fini previdenziali ed esprimendo l'auspicio che il bilancio
degli enti da costi di gestione onerosi, come quelli, appena
ricordati, relativi al settore immobiliare.
Il deputato LO PRESTI, rilevato in linea generale che
le risultanze della audizione odierna si iscrivono nel quadro
generale che sta emergendo dalla procedura informativa in atto
e ribadito che la Commissione non ha alcuna intenzione di
incidere sulla autonomia degli enti previdenziali privati,
sottolinea particolarmente l'opportunità di intervenire per
ridurre la pressione fiscale che incide negativamente sulla
gestione delle Casse.
A seguito di una specifica richiesta del deputato Lo
Presti, il dottor Sardi si sofferma ad esemplificare talune
figure di professioni psicologiche che potrebbero essere
inserite in elenchi speciali nel quadro dell'Albo
professionale e ammesse ad aderire alla Cassa previdenziale,
riservandosi di far pervenire al riguardo una dettagliata
documentazione alla Commissione.
Il presidente DUILIO, ringraziate le personalità
intervenute, dichiara conclusa l'audizione.
La seduta termina alle ore 15.20.
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