| VINCENZO MARIA VITA, Sottosegretario di Stato per le
comunicazioni. Grazie, signor Presidente.
In relazione all'interrogazione alla quale si risponde,
dobbiamo fare una premessa d'obbligo di carattere formale.
Come sanno gli onorevoli interroganti, il Governo non ha
il potere di sindacare l'operato delle Poste (società per
azioni, ormai) per ciò che attiene alla gestione aziendale
che, come è noto, rientra nella competenza propria degli
organi statutari della società.
Naturalmente, per il nostro ruolo di vigilanza sul settore
abbiamo interessato le Poste Spa in merito ai problemi assai
precisi posti dall'atto ispettivo cui si risponde.
Dobbiamo sottolineare che il punto sollevato tocca un
capitolo molto serio, cioè l'iniziativa messa in atto dalle
Poste allo scopo di arginare il fenomeno, purtroppo largamente
diffuso, delle richieste, da parte dei dipendenti, di essere
esonerati dalla mansione del recapito, che è la mansione
essenziale per l'efficienza e la qualità dei servizi resi al
pubblico, naturalmente, in molti casi, con motivazioni assai
serie (inidoneità fisica ed altro), ma che in tanti casi si
verificano inesistenti.
In proposito, le Poste italiane Spa ci hanno comunicato
che nel mese di settembre 1998 fu diramata proprio un'apposita
circolare n. 1/998 della quale naturalmente sono state
informate preventivamente le organizzazioni sindacali. Questa
circolare stabilisce la procedura intesa ad accertare
l'effettiva inidoneità all'espletamento di mansioni di
recapito. La circolare stabilisce che, nel caso in cui tale
inidoneità sussista, prima di procedere all'applicazione
dell'articolo 83 del contratto collettivo nazionale di lavoro,
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che prevede la possibilità del licenziamento, con preavviso o
con il pagamento dell'indennità sostitutiva, del dipendente
divenuto inidoneo a qualsiasi mansione della propria
qualifica, gli interessati possono chiedere di essere
utilizzati in mansioni diverse dal recapito, ma rientranti in
quelle tipiche dell'area di appartenenza da esercitarsi in
altre zone del paese ove sussistano prioritarie esigenze
organizzative oppure, in subordine, di essere impiegati in
mansioni di area inferiore presso l'unità di appartenenza
sempre che sussistano carenze di personale.
A seguito delle disposizioni dettate dalla circolare qui
evocata, la società Poste italiane Spa ha provveduto ad
avviare opportune verifiche, attraverso le strutture sanitarie
a ciò deputate, nei confronti del personale già dichiarato
inidoneo allo svolgimento di alcune mansioni. E' bene
sottolineare che le iniziative di cui si è accennato, come ci
ha precisato la suddetta società, non si applicano ai
dipendenti assunti ai sensi della legge n. 482 del 1968 o agli
altri lavoratori rientranti in particolari categorie - vittime
di infortuni sul lavoro, dipendenti affetti da malattie
professionali e così via - i quali, se inidonei, vengono
utilizzati in mansioni compatibili con la residua capacità
lavorativa.
Quanto allo specifico caso del dipendente di Foggia, cui
si fa riferimento nell'atto ispettivo all'esame, le Poste
italiane Spa, nel significare che l'interessato non appartiene
ad alcuna categoria protetta, ci hanno precisato che il
medesimo, a suo tempo, era stato assunto per lo svolgimento di
servizi esterni. Tuttavia, nel 1998, a seguito di un
accertamento medico collegiale, era stata dichiarata la
sopravvenuta inidoneità allo svolgimento delle suddette
mansioni. In seguito, lo stesso dipendente presentò prima una
documentazione medica che ne attestava la riacquistata
idoneità e, successivamente, nel 1999, un'ulteriore
documentazione che lo dichiarava nuovamente inidoneo. Ciò
stante, in conformità di quanto previsto dalla circolare
citata, la società dispose un nuovo accertamento medico per
valutare l'effettivo livello di capacità lavorativa, in base
al quale proporre al dipendente un impiego più rispondente
alle patologie dichiarate, che, in concreto, consistette in
un'applicazione presso il centro di meccanizzazione postale di
Bologna.
Il dipendente, assente dal servizio dal mese di agosto
1999, in novembre ha avanzato richiesta di pensione di
inabilità, ai sensi della legge n. 335 del 1995. In data 12
novembre 1999 è stata dichiarata la sua impossibilità assoluta
e permanente a svolgere qualsiasi attività lavorativa. Le
Poste italiane Spa ci hanno risposto di non essere in possesso
di alcuna notizia relativa al tentativo di suicidio riferito
dall'onorevole interrogante.
Relativamente alla riferita intenzione di procedere
all'indizione di concorsi per fronteggiare le carenze di
portalettere, l'azienda postale, nel rammentare che allo stato
attuale tali assunzioni non avvengono più tramite procedure
concorsuali, ha precisato che, in linea con quanto previsto
nel piano di impresa, che indica nell'abbattimento del
rapporto spese per il personale uno degli strumenti per
arrivare ad un risanamento dell'azienda, il ricorso alle
assunzioni a tempo indeterminato è alquanto limitato. Alle
carenze di organico riguardanti il settore dei portalettere si
fa fronte con assunzioni a tempo determinato, anch'esse in
numero decrescente rispetto al passato e solo per sopperire a
particolari esigenze organizzative e/o sostituire unità
assenti.
Fermo quanto dichiarato in premessa circa la delimitazione
delle rispettive competenze delle Poste e del Governo, non può
non farsi riferimento alla necessità di porre rimedio ad
errori organizzativi e funzionali commessi negli scorsi
decenni per ricondurre l'azienda postale a livelli di
efficienza pari a quelli dei paesi più avanzati d'Europa. Tale
obiettivo indicato dal Governo, anche sulla scorta di tanti
moniti del Parlamento, appare perseguito con decisione dagli
organi direttivi delle Poste italiana Spa ed uno degli
strumenti essenziali per il raggiungimento dello stesso -
sembra giusto riconoscerlo - è anche quello di un'attenta e
rigorosa
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verifica della sussistenza di reali ragioni che giustifichino
il ridotto impiego di alcuni lavoratori e il loro mantenimento
in sedi che presentino esuberi nelle dotazioni rispetto a sedi
carenti.
Tutto ciò premesso, onorevoli interroganti, il nostro
compito di vigilanza viene svolto con il massimo impegno e,
anche su tali questioni, abbiamo attentamente sentito come
stavano i fatti qui evocati, con grande preoccupazione anche
per la delicatezza delle tematiche sollevate.
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