| FEDELE PAMPO. Signor Presidente, ritengo di non essere
soddisfatto della risposta del Governo sia per le
considerazioni espresse dal rappresentante del Governo sia per
le motivazioni che le hanno determinate. Ringrazio comunque il
rappresentante del Governo per aver voluto dare una risposta
al nostro atto di sindacato ispettivo, ma l'insoddisfazione è
totale, perché per il Ministero delle comunicazioni ricorre
spesso la nota secondo la quale il potere di sindacare è
cessato da un po' di tempo, allorquando le Poste sono divenute
un ente, salvo poi che il Tesoro rimane sempre dietro la porta
per soddisfare le esigenze delle Poste ed il Tesoro è
rappresentato da tutti i cittadini. Il Governo, quindi, è
presente con il Tesoro all'interno dell'ente Poste, ma, quando
si tratta invece di affrontare determinati problemi, si
dichiara impotente, come nel caso specifico, signor
rappresentante del Governo.
Stamattina mi attendevo da lei anche delle valutazioni di
ordine generale. Siamo di fronte a situazioni estremamente
delicate, come ella stesso ha confermato, che tuttavia
permangono. Il fatto stesso che questa persona, oggetto della
nostra interrogazione, sia stata costretta a chiedere il
pensionamento per inabilità dimostra chiaramente che
l'utilizzazione di questo personale per lavori diversi da
quelli consentiti dalla sua limitata capacità di lavoro e di
guadagno lo hanno costretto ad un'usura continua, se è vero,
come è vero, che l'idoneità fisica è stata successivamente
riscontrata.
Signor rappresentante del Governo, l'insoddisfazione è
totale anche perché lei si è dichiarato impotente di fronte a
necessità e a problemi che comunque si verificano all'interno
del nostro territorio, sia in enti, sia in aziende. Il
problema rimane quindi tutto intero, poiché con questa
interrogazione non abbiamo spinto il Governo ad assumere
determinate decisioni e il Governo non ci ha detto quali
possano essere tali decisioni a garanzia di chi lavora e di
chi presta la propria attività.
Ella sa, signor rappresentante del Governo, che le
assunzioni effettuate in base alla legge n. 482 vengono fatte
direttamente, e furono fatte a suo tempo direttamente
dall'ente Poste, soprattutto per certi particolari interessi
che è inutile che io ripeta in questa circostanza. Pertanto,
il personale assunto a suo tempo era stato sicuramente
indicato, più che scelto, perché le assunzioni erano dirette e
il requisito era solamente quello di essere iscritti nelle
categorie privilegiate o protette.
Ella sa che per quel tipo di assunzioni l'interessato
doveva presentare un certificato attestante chiaramente la sua
inidoneità, ma ella sa anche che il personale che diventa
invalido all'interno di un'azienda può presentare le opportune
dichiarazioni e, soprattutto, chiedere di essere impiegato
secondo la sua residua capacità di lavoro e di guadagno.
Questa è autotutela per il Governo, l'ente e lo stesso
interessato; autotutela che nella circostanza non si è
espressa, tant'è che la persona oggetto della nostra
interrogazione ha tentato persino il suicidio, proprio perché
non era più nelle condizioni di operare.
Di fronte a situazioni di questo genere e di fronte ad una
denunzia articolata, il Governo dice di essere impotente,
perché l'ente Poste è autonomo. A me e alla mia parte politica
ciò preoccupa moltissimo, giacché significa che per tutelare
interessi particolari di enti ed aziende da domani
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noi potremmo sacrificare tutto il personale e tutti quei
lavoratori per i quali durante l'esercizio delle loro funzioni
vengano a determinarsi limitazioni della propria attività. Ciò
significa che noi induciamo questo personale al suicidio o ad
andarsene e, quindi, a dimettersi, finendo a carico della
collettività per poter andare avanti.
Signor rappresentante del Governo, sono questi i motivi
che mi inducono a dichiararmi totalmente insoddisfatto ed
altresì ad invitarla affinché questo argomento sia oggetto
della sua attenzione e della sua valutazione...
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