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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


118304
STA0731-0021
Somm. e Sten. d'Aula n. 731 del 1 giugno 2000 (STA13-731)
(suddiviso in 85 Unità Documento)
Unità Documento n.21 (che inizia a pag.8 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.17)
SVOLGIMENTO: 2 - 02401; 2 - 02430; 2 - 02407; 2 - 02429; 2 - 02442. ...(Carenza di manodopera agricola nel Mezzogiorno)
...SVOLGIMENTO: 2 - 02401; 2 - 02430; 2 - 02407; 2 - 02429; 2 - 02442. ...(Carenza di manodopera agricola nel Mezzogiorno)
PAOLO GUERRINI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale. ZZGOV GOVERNO
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LORENZO ACQUARONE
ZZSTA ZZRES ZZSTA010600 ZZSTA000601 ZZSTA000600 ZZSTA000000 ZZSTA731 ZZ13
    PAOLO GUERRINI,  Sottosegretario di Stato per il lavoro
  e la previdenza sociale.  I problemi sollevati
  dall'onorevole Izzo con questa interpellanza dovrebbero essere
  correlati, anche al fine di comprendere bene le difficoltà di
  una risposta, con l'interpellanza Pagliarini n. 2-02430, che
  sarà svolta successivamente.  Si tratta di due punti di vista
  dello stesso problema.
  Il Governo non intende trincerarsi dietro una difficoltà
  di fatto o, peggio, di ignoranza del problema; però lei
  stesso, onorevole Izzo, ha richiamato gli impedimenti di
  ordine legislativo.  L'iniziativa legislativa spetta al Governo
  ma anche al Parlamento!  Chi ha piena conoscenza di questi
  problemi può benissimo sopperire alle difficoltà o anche alle
  sconoscenze del Governo.  Tuttavia, desidero confermare
  all'onorevole Izzo intanto la mia personale disponibilità a
  discutere e ad approfondire ulteriormente il tema in oggetto
  per vedere quali iniziative possano essere intraprese.
     Nel corso della vigilanza speciale, condotta in
  agricoltura nel metapontino, sono emerse con evidenza alcune
  problematiche, peraltro da lei stesso segnalate.
     In particolare, il fenomeno del caporalato tende a
  presentarsi non di rado nell'ambito di cooperative di servizi
  appositamente costituite, cui i datori di lavoro sono
  costretti a rivolgersi.  Ciò avviene sia al sud sia al nord.
     Al fine di cercare una soluzione che possa risolvere tali
  difficoltà, il servizio ispettivo di Matera ha indetto una
  riunione cui hanno partecipato i rappresentanti dei datori di
  lavoro e dei lavoratori agricoli, nonché il direttore della
  locale sede dell'INPS.  Da tale riunione è emerso - queste sono
  le mie informazioni che avremo poi modo di confrontare - un
  certo disinteresse dei datori di lavoro - così mi è stato
  riferito - alla concertazione che sarebbe stata posta in atto
  ove ci fosse stata una concreta attuazione degli organismi
  bilaterali previsti dai contratti
 
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  collettivi.  Ciò ha comportato una mancanza di programmazione
  nel reperimento della manodopera occorrente e nella
  predisposizione di adeguati mezzi di trasporto.  A conclusione
  della riunione, comunque, le parti hanno espresso unanimemente
  la volontà di cercare possibili soluzioni.
     Questo è il rendiconto dell'attività svolta sul
  territorio, che presenta difficoltà, ma che significa anche
  impegno ad andare avanti.  Già nel mese di settembre è stato
  programmato un incontro destinato a formulare le previsioni di
  manodopera occorrenti per la "campagna fragole 2001"; come
  vede, qui si lavora a tempi lunghi.
     Il servizio ispettivo di Potenza ha riferito che nella
  provincia non si sono verificate situazioni particolari di
  carenza di manodopera.  Ciò conferma il giudizio che lei
  esprimeva.
     Per quanto concerne lo specifico quesito inerente
  all'estensione del lavoro interinale al settore agricolo, come
  già ricordato dall'onorevole Domenico Izzo, la normativa in
  materia prevede che possa avvenire solo in via sperimentale e
  subordinatamente ad un'intesa tra le organizzazioni sindacali
  dei lavoratori e dei datori di lavoro.  Tale intesa è avvenuta
  nel luglio 1998 e ha definito le aree territoriali e le
  modalità della sperimentazione.
     La scarsa diffusione del lavoro interinale in agricoltura
  è sicuramente da ricondurre, in questa fase, proprio alla
  limitazione territoriale dell'applicabilità dello stesso,
  anche se un'apertura positiva nel senso auspicato si è già
  avuta con la legge n. 488 del 1999, che ha previsto che la
  predetta limitazione non trovi applicazione con riferimento ai
  lavoratori appartenenti - come lei diceva prima - alla
  categoria degli impiegati, che tuttavia sono, come lei
  afferma, inessenziali.
     Per questa categoria di lavoratori, quindi, non devono più
  ritenersi sussistenti i vincoli temporali e territoriali
  legati alla sperimentazione, ma mi rendo ben conto che tutto
  questo non corrisponde alle aspettative poste dalla sua
  interpellanza.
     Per quanto concerne l'ulteriore quesito relativo al
  versante contributivo e salariale nel settore agricolo, voglio
  ricordare che le aliquote contributive sono di percentuale
  ridotta rispetto a quelle di altri settori quali l'industria,
  il commercio o l'artigianato con un conseguente minor aggravio
  sul costo del lavoro.
     E' opportuno segnalare, inoltre, che è in fase di
  predisposizione, in attuazione dell'articolo 2 del decreto
  legislativo n. 146 del 1997, un provvedimento di
  riclassificazione delle zone svantaggiate che comporterà una
  ridistribuzione del complesso degli oneri contributivi
  relativi al settore oggetto della sua interpellanza.
     In ordine al problema della determinazione delle quote
  d'ingresso, il decreto dell'8 febbraio 2000 ha fissato per
  l'anno in corso una quota di 28 mila unità per lavoro
  subordinato unitamente alle quote preferenziali per albanesi,
  tunisini e marocchini.  La rideterminazione delle quote, nel
  caso in cui si accerti un effettivo fabbisogno di manodopera
  extracomunitaria, può essere effettuata con un ulteriore
  decreto, sentiti i ministri interessati e le Commissioni
  parlamentari.
     E' opportuno sottolineare che i decreti annuali sui flussi
  d'ingresso devono tenere conto delle indicazioni fornite dal
  Ministero del lavoro in ordine all'andamento dell'occupazione,
  nonché dei tassi di disoccupazione a livello nazionale e
  regionale e del numero di cittadini stranieri non appartenenti
  all'Unione europea iscritti alle liste di collocamento.
     La questione è complicata, me ne rendo conto.  Stamattina
  avrò una riunione proprio per discutere di questi problemi, in
  relazione a richieste che vengono da ogni parte d'Italia e
  spesso sono avanzate anche da deputati, da amministrazioni, da
  territori insospettabili riguardo a questo tipo di
  richiesta.
     Per l'attribuzione delle quote regionali si tiene conto
  del fabbisogno segnalato da ciascuna regione.  In particolare
  per la regione Basilicata, sulla base delle intese
 
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  precorse e da lei duramente criticate, il limite massimo per
  il lavoro stagionale previsto è pari a 26 unità, a fronte di
  un fabbisogno dichiarato nella ricordata intesa di 40 unità.
  Qui stiamo parlando di altro rispetto alle problematiche che
  lei mi pone.  Ecco perché in premessa alla mia risposta mi sono
  dichiarato disponibile ad approfondire ulteriormente gli
  aspetti, nella sua regione, sia come tema generale, sia come
  questione da promuovere nel concerto con l'agricoltura e con
  le regioni interessate e nel dialogo parlamentare, al fine di
  affrontare nel modo dovuto le problematiche che lei ha
  sollevato.
 
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