| MARIO BORGHEZIO. Signor Presidente, signor rappresentante
del Governo, la nostra interpellanza trae origine dalla
emanazione da parte dell'INPS della circolare n. 82 del 21
aprile 2000, avente ad oggetto la legge 6 marzo 1998, n. 40,
articoli 1 e 39, recante la disciplina dell'immigrazione e
norme sulla condizione dello straniero (prestazioni
assistenziali). Questo è un tema che ha immediatamente
sollecitato la nostra attenzione e la nostra curiosità,
impegnati come siamo da sempre a vigilare sulla estensione,
direi a tutti gli azimut, delle prestazioni del welfare,
che una legge inopinata come la legge Turco-Napolitano aveva
spalancato in maniera appunto inopinata e irresponsabile.
Questo è il giudizio politico che noi diamo di quella legge
per tanti aspetti.
Oggi ci si offre l'occasione di approfondire, con la
gradita presenza e collaborazione del Governo, una tematica
ampia: quella relativa ai doveri di controllo che
un'amministrazione ha; vi è certamente una responsabilità
politica del Governo in ordine all'applicazione di queste
norme. Oggi, infatti, non sta tanto a noi discutere su queste
norme, quanto verificare come le state applicando, con quali
criteri e controlli.
La circolare dell'INPS non poteva non suscitare allarme.
Leggiamo il primo paragrafo. La circolare inizia con queste
testuali parole: "L'articolo 39 della legge 6 marzo 1998, n.
40, prevede che gli stranieri titolari di carta di soggiorno o
di permesso di soggiorno, di durata non inferiore ad un anno,
nonché i minori iscritti nella carta di soggiorno e nel loro
permesso di soggiorno, siano equiparati ai cittadini italiani
ai fini della fruizione delle provvidenze e delle prestazioni,
anche economiche, di assistenza sociale, ivi incluse, tra le
altre, quelle previste in favore dei sordomuti, ciechi civili
e invalidi civili".
Noi conoscevamo già, nella storia recente della
Repubblica, il capitolo infinito e destinato a non esaurirsi -
mi sembra - dell'esercito degli invalidi di questa Repubblica.
Si potrebbe proporre, in sede di revisione costituzionale
un'aggiunta per cui questa Repubblica è fondata sul lavoro "e
sugli invalidi", tale è il numero degli invalidi che
percepiscono le pensioni di invalidità (ben si è visto come si
è arrivati a questo). C'è una legislazione molto ampia al
riguardo. Il nostro welfare non ha trascurato alcun
aspetto (noi conosciamo bene le motivazioni politiche e anche
geografiche di questa politica della spesa aperta e
incontrollata per il capitolo invalidità, assistenza e così
via). Allora, la circolare ci dice che l'articolo 39 della
legge stabilisce che tutte le norme valide finora per i
cittadini del nostro paese (sappiamo come siano state
applicate anche nei confronti del nostro paese) vanno
applicate alla generalità dei soggetti extracomunitari.
Complimenti al Governo di sinistra che ha deciso, nel
momento in cui si discute di tagliare il welfare, di
aprire le porte all'applicazione di queste previdenze alla
generalità degli extracomunitari con permesso o carta di
soggiorno!
La circolare dell'INPS precisa correttamente che il
provvedimento ha effetti in ordine alla concessione
dell'assegno sociale.
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Nei confronti di titolari di permesso di soggiorno l'assegno
dovrà essere erogato fino alla data di scadenza del permesso,
salvo rinnovo dello stesso in tempo utile per la proroga. A
tal fine le prestazioni concesse saranno poste in scadenza
alla fine del mese di cessazione della durata del permesso di
soggiorno con carico per l'interessato di rinnovare la
documentazione comprovante il permanere dei requisiti
richiesti. Questo paragrafo relativo agli extracomunitari
conclude, infine, che l'assegno sociale in favore degli
stranieri potrà avere decorrenza dal mese successivo a quello
della presentazione della domanda. Nella nostra interpellanza,
noi poniamo anzitutto un problema politico sulla valutazione
del Governo in merito all'impatto sociale epocale di un
provvedimento di questo genere: epocale! Esso pone una serie
di questioni sulle quali noi dobbiamo soffermarci e ci
attendiamo dal Governo delle precisazioni serie.
Vi siete fatti un'idea della situazione degli archivi
informatici sulla presenza dei "lavoratori" extracomunitari
presenti nel nostro territorio? Infatti, non vi è nessuno,
neanche il più umile appuntato dell'ultima questura d'Italia
che non sappia che molti, se non moltissimi, provvedimenti di
regolarizzazione che si sono succeduti nel periodo delle
regolarizzazioni facili hanno portato alla creazione di
posizioni di lavoro che tali sono soltanto per l'ingenuità o
per il lassismo della nostra pubblica amministrazione. Sono
stati regolarizzati soggetti per i quali bastava (e basta
tuttora) una semplice dichiarazione di ditte fantasma, di
istituti, di volontariato e di enti più vari che, anche se
hanno una terminologia caritatevole nella loro intitolazione,
spesso vivono non della carità, ma dei sostanziosi e
miliardari finanziamenti pubblici, ma questa, come si suol
dire, è un'altra storia. Verrà il momento di chiedere conto
dei bilanci, di come si sono spesi questi soldi del
contribuente e che appartenevano alla povera gente, ai veri
bisognosi e ai veri poveri.
Ebbene, c'è veramente da chiedersi se un Governo serio,
nel momento in cui ha emanato norme - sulle quali in questo
momento non voglio esprimere valutazioni di carattere politico
- che vanno a scalfire o a ridurre le possibilità di
erogazione in termini di assistenza e di sostegno ai nostri
poveri, ai nostri disoccupati, ai nostri anziani, ai nostri
malati, non senta l'esigenza etica di vigilare sulla
applicazione delle norme lassiste, con le quali generosamente
si regala l'assistenza sociale alla generalità degli immigrati
extracomunitari, certo con il permesso di soggiorno, che, come
la croce di cavaliere nella storia d'Italia, ormai non si nega
a nessuno. Avete posto in essere misure serie, di controllo?
Gli archivi informatici sono collegati fra loro? C'è una
situazione trasparente a monte di questa circolare e delle
possibilità che le norme impongono all'INPS, che non
processiamo perché fa il suo dovere.
Vorrei sapere se i Ministeri interessati, il Ministero del
lavoro, ma anche il Ministero dell'interno, siano attrezzati,
se abbiano emanato i decreti relativi previsti. Che cosa mi
dite in ordine al regolamento sull'emanazione del codice
fiscale per i lavoratori extracomunitari? Non vorrei che
questa mattina il rappresentante del Governo mi venisse a dire
che non esiste niente del genere perché è passato diverso
tempo dall'emanazione di questa legge. Vorrei capire quale sia
la situazione, per poter poi replicare in ordine all'ipotesi,
che mi sembra veramente fantascientifica, dell'estinzione dei
suddetti benefici attraverso il meccanismo dei
ricongiungimenti familiari, dell'assistenzialismo o
dell'assistenza, che dir si voglia, agli anziani ricongiunti.
Qualora essi possano documentare di essere anziani, magari non
autosufficienti, sordomuti o invalidi civili, usufruiscono
anche degli ulteriori assegni di sostegno che, oggi, si
aggirano attorno alle 700 mila lire al mese. Pertanto, oltre
alle 500 mila lire mensili dell'infima pensione sociale, che
riconosciamo con il contagocce ai nostri anziani, si daranno
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700 mila lire a coloro che verranno e diranno o dimostreranno
di non essere autosufficienti.
Avete valutato che cosa ciò potrebbe rappresentare nel
"tam tam" che si diffonderà immediatamente nei paesi
dell'immigrazione? Nel Maghreb vi sarà una voce unitaria:
basta andare in Italia e ricongiungersi a un lontano parente;
le anagrafi di quei paesi non avranno difficoltà a dire che
Mohamed è cugino del Mohamed che abita già a Torino, a Genova,
a Milano, a Napoli o a Palermo. Se anziano non
autosufficiente, poi, generosamente lo Stato italiano gli
regalerà 500 mila lire al mese di pensione e 700 mila lire al
mese di accompagnamento: un milione e 200 mila lire por
todos. Complimenti, Governo italiano!
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