| SILVIA BARBIERI, Sottosegretario di Stato per la
pubblica istruzione. Signor Presidente, apprezzo il fatto
che l'onorevole Raffaldini abbia fatto riferimento,
nell'illustrare la sua interpellanza, al principio di
responsabilità, perché su questo costruisco la risposta del
Governo. Si tratta, infatti, della questione del
dimensionamento delle istituzioni scolastiche, che rappresenta
un passaggio obbligato che deve essere superato in tempi
brevi, al fine di consentire lo sviluppo della riforma che
prevede l'autonomia scolastica cui l'onorevole Raffaldini
faceva riferimento.
A proposito della questione della responsabilità, mi corre
l'obbligo di precisare e rammentare all'onorevole Raffaldini
che le decisioni in merito a tale questione, una volta
istruito e percorso un
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iter di approfondimento e di partecipazione democratica che
discute e costruisce il piano di dimensionamento scolastico,
spettano, ai sensi della normativa vigente, alle singole
regioni, le quali, sulla base delle opportune valutazioni di
competenza nell'ambito delle proprie dirette, autonome ed
esclusive attribuzioni, determinazioni e responsabilità,
assumono le decisioni conseguenti sulla base di proposte
formulate dalle rispettive conferenze provinciali di
organizzazione, in cui sono rappresentate tutte le componenti
interessate, vale a dire gli enti locali e le istituzioni
scolastiche. Inoltre, spetta alle regioni individuare, sulla
base di tali proposte, le iniziative necessarie ed utili per
favorire la migliore erogazione del servizio sul territorio e,
eventualmente, i rimedi più opportuni per sovvenire alle
effettive esigenze delle realtà locali interessate. I termini
per l'approvazione dei piani regionali cui si faceva
riferimento sono perentori e l'avvio a regime di questo
sistema è previsto per l'inizio dell'anno scolastico
2000-2001.
In merito alla questione specifica cui ha fatto
riferimento l'onorevole interpellante e che riguarda il comune
di Suzzara, il dirigente dell'ufficio scolastico provinciale
di Mantova ci riferisce che il dimensionamento predisposto
dalla conferenza provinciale di organizzazione della rete
scolastica è stato assunto come punto di mediazione tra
diverse proposte che avevano visto inizialmente una divergenza
di opinioni tra il mondo della scuola e quello degli enti
locali. Tale mediazione sembra però avere raggiunto, nel
momento conclusivo, un'ampia quantità di consensi tant'è che
l'approvazione del piano in sede di conferenza provinciale ha
registrato quasi l'unanimità dei consensi (un solo voto
contrario e due astenuti).
Originariamente, in base a quanto ci risulta, il piano
stesso aveva avuto anche il consenso del sindaco del comune di
Suzzara, consenso espresso attraverso il rappresentante degli
enti locali dell'ex distretto 49, in sede di conferenza
provinciale (rappresentante degli enti locali era il sindaco
di Suzzara). Tale consenso fu espresso in data 28 ottobre
1999.
Successivamente il piano ha avuto i passaggi prescritti
dalla legge: è stato reso pubblico da parte
dell'amministrazione provinciale di Mantova, attraverso i
normali centri di informazione, ed infine, in data 14 febbraio
2000, è stato approvato dalla giunta regionale della
Lombardia, così come presentato dall'amministrazione
provinciale, in qualità di presidente della conferenza
provinciale di organizzazione della rete scolastica. In data 9
marzo 2000 lo stesso piano è stato inviato a tutte le scuole
da parte del dirigente scolastico provinciale, come previsto
dalla normativa vigente. Questo è il percorso e queste sono le
tappe.
Successivamente alla data di adozione (14 febbraio 2000)
da parte della giunta regionale, in data 23 febbraio 2000 il
comune di Suzzara ha prospettato al dirigente della direzione
regionale della Lombardia l'esigenza di sostenere un progetto,
predisposto dal comune, di graduale attuazione del piano,
quando quest'ultimo era già stato approvato dalla regione e
quindi divenuto definitivo.
Nell'interpellanza dell'onorevole Raffaldini si fa
peraltro riferimento ad una riunione della conferenza
provinciale, avvenuta in data 12 aprile 2000 (in realtà a noi
risulta che si sia trattato della riunione di un comitato di
lavoro) in cui tale problema è stato posto tra gli altri, ma
non ha trovato in quella sede un accoglimento di tipo
propositivo. Quindi nemmeno in quella data, 12 aprile 2000,
comunque precedente all'approvazione da parte della giunta
regionale, era giunto non dico dalla conferenza, che non si
era riunita, ma nemmeno da parte di questo comitato una
precisa proposta in materia. Si è infatti semplicemente preso
atto che esisteva un problema.
L'amministrazione del dicastero della pubblica istruzione,
a questo punto, non ha titolo per intervenire su un piano già
adottato dalla giunta regionale della Lombardia. Posso
comunque dire all'onorevole interpellante, affinché se ne
faccia tramite
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anche con la comunità locale a cui ha fatto appassionatamente
riferimento, che si cercherà di capire in quale maniera,
attraverso la collaborazione dei dirigenti scolastici, possa
essere realizzata comunque un'azione che consenta di
salvaguardare (posto che è possibile rivedere il piano in una
fase successiva, sempre che la regione ne abbia la titolarità)
il patrimonio di esperienza rappresentato dalla
sperimentazione a cui anche noi attribuiamo una grande
valenza.
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