| LUCIO TESTA. Presidente, signor sottosegretario, la messa
all'asta del foro italico, in particolare, la messa all'asta
di un compendio immobiliare di notevole valore
storico-artistico e di pubblico interesse sta diventando -
anzi, per la verità, è già diventata - un caso
politico-urbanistico oggetto di dibattito e di disparità di
opinioni tra studiosi, politici, amministratori e uomini
dell'arte. Tali disparità non sono, però, segnate dalla
differenza degli schieramenti politici, sia a livello
nazionale sia a livello comunale dell'amministrazione
capitolina, per l'importanza, la delicatezza e il valore che
questo complesso assume per la città di Roma.
Il Foro italico posto alle pendici di monte Mario è noto
non solo ai romani, ma a tutti gli italiani e a tutto il mondo
perché comprende lo stadio che tutte le domeniche e a volte
anche infrasettimanalmente ospita le partite di calcio. Tutto
il complesso che il CONI utilizza per le diverse
manifestazioni sportive costituisce una struttura unitaria
frutto di una concezione e di una ideazione urbanistica e
artistica propria del razionalismo del novecento, per cui oggi
avrei visto con favore la presenza accanto a lei, signor
sottosegretario, anche di un rappresentante del Ministero dei
beni culturali che dovrebbe essere il più direttamente
interessato a questa dismissione.
Questo complesso è costituito dall'ex accademia di
educazione fisica, dall'ex accademia di scherma, dalla
foresteria sud, dallo stadio dei marmi, dal complesso
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delle piscine coperte, dal complesso dei campi da tennis,
dallo stadio olimpico, dalla palazzina di via monti della
Farnesina, dalla villetta di viale dei Gladiatori, dallo
stadio del nuoto, dalle casacce, dal monolite e sfera del foro
italico, dai terreni di viale stadio Olimpico, dai parcheggi
di viale delle Olimpiadi, dai vivai del Foro italico, dai
capannoni di via monti della Farnesina. Tale complesso
costituisce un'unità, che se per alcuni aspetti è sottoposto a
vincolo, per altri non lo è, e la sua importanza artistica ed
urbanistica è fortemente sottostimata dal Ministero dei beni
culturali. Questa è la realtà.
Indubbiamente, se fra i beni messi in vendita vi fosse il
Colosseo non saremmo qui, signor sottosegretario, ancorché il
Colosseo sia in grado di "tirare" come presenze turistiche
introiti annui superiori a quelli dello stadio Olimpico e del
complesso del foro italico, perché è chiara la coscienza
collettiva, ma soprattutto è chiaro nella burocrazia che
alcuni beni non sono alienabili. E' questo il punto che voglio
sottolineare per dare il senso del mio intervento, rifacendomi
per il resto al testo dell'interpellanza, che è
sufficientemente articolato.
E' in discussione una delicata operazione su un bene di
rilevante valenza ed affezione da parte della città, e non
solo a causa della partita della domenica: sono importanti la
fruibilità delle strutture durante tutto l'anno, in
particolare nella stagione estiva, da parte delle famiglie dei
romani, lo svolgimento dell'estate romana e l'utilizzo dello
stadio del nuoto, dove le diverse manifestazioni svolgono una
funzione che non si può ritenere solo ludico-ricreativa, bensì
di interesse pubblico rilevante. E su questa opinione penso
che tutta l'amministrazione capitolina, oltre che
l'opposizione e la gran parte degli studiosi, possa
convenire.
La mia richiesta è pertanto che il Governo soprassieda a
quanto stabilito nel decreto del 27 marzo 2000, in particolare
all'articolo 2, e che proceda ad un ulteriore vaglio
dell'operazione stessa, al di là del tornaconto di 700-800,
forse 1.000 miliardi, perché è questo in gioco. Certo, le
esigenze di cassa sono rispettabilissime ed il sottosegretario
sa che il provvedimento sulla vendita degli immobili contenuto
nel collegato alla legge finanziaria per il 1996 mi ha trovato
pienamente d'accordo, ma esse non possono essere anteposte e
sovrapposte alla tutela della qualità del territorio e
dell'architettura, e soprattutto di questo bene, che ormai è
entrato nella cultura comune, al di là degli schieramenti
politici di questa città, e fa parte del patrimonio nazionale
ed internazionale.
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