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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


149
DDL0004-0002
Relazione Camera n. 4-A ter - di minoranza - (DDL13-4-A-ter)
(suddiviso in 7 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.5 dello stampato)
...C4Ater, C280Ater, C1653Ater, C2493bisAter, C3390Ater, C3883Ater, C3952Ater, C4397Ater, C4416Ater, C4552Ater. TESTIPDL
...C4Ater, C280Ater, C1653Ater, C2493bisAter, C3390Ater, C3883Ater, C3952Ater, C4397Ater, C4416Ater, C4552Ater.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNAVA ZZMIN3 ZZDDLC4A3 ZZ13 ZZRL ZZMI
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     Onorevoli Colleghi! - A fronte della politica scolastica
  del Governo, esplicitata nel testo unificato in materia di
  riordino dei cicli dell'istruzione e caratterizzata da criteri
  di pianificazione, di rigidità, di discontinuità, di
  leggerezza, di riformismo di disparità, di eteronomia, di
  vecchiezza, il gruppo del CCD si prefigge l'edificazione di un
  sistema di istruzione e formazione educativo, flessibile,
  progressivo, colto, moderno, pluralistico, autonomo e
  rigoroso.
     1.  Queste due categorie di prerogative sono divise da un
  discrimine sociale, etico e politico offerto dalla concezione
  che gli schieramenti hanno della libertà.  Infatti la contesa
  vera, da cui derivano le conseguenze sul territorio
  dell'istruzione e della formazione, è sempre fra oppressione e
  promozione, fra asservimento e sviluppo, fra tirannia e
  democrazia...  Non vi è dubbio che per il gruppo CCD la linea
  della libertà in cui si crede fermamente, incrocia la
  promozione, lo sviluppo e la partecipazione in un progetto di
  istruzione e formazione che punti alla maturazione di ogni
  persona e di tutte le persone.  Occorre andare oltre le anguste
  concezioni del Governo prevedendo un riordino del sistema
  educativo in cui vengono utilizzati quattro agenti propulsori;
  quattro presupposti che si collocano nel quadrante di una
  immaginaria "bussola della libertà".
       1.1. Il primo presupposto si incardina nel buon senso
  che c'è, ma se ne sta spesso nascosto per paura del senso
  comune, secondo un monito di Alessandro Manzoni.  Ma il senso
  comune che si identifica negli inviti e nei messaggi gridati
  dall' establishement  della Pubblica istruzione, non è il
  solo nemico del buon senso.  Circola per le "vie del borgo"
  della istruzione e della formazione, una pattuglia di
  "becchini del senso" composta da coloro che mascherano la
  realtà confidando nella medicina del tempo; da coloro che
  disistimano la novità perché assai scomoda; da coloro che
  respingono la progettualità ritenendo sufficiente, per il
  rinnovamento, la semplice emanazione di regole in grado di far
  interagire lo Stato, le regioni e i comuni nel campo della
  scuola e della formazione professionale.
       1.2. Il secondo presupposto è dato dalla confluenza di
  tre grandi spinte della nostra epoca,  shock  motori, che
  nel "Libro bianco" della Commissione europea, 1995, vengono
  riconosciuti nella diffusione delle tecnologie
  dell'informazione, nel processo di globalizzazione
  dell'economia e delle professioni, nel rinnovamento
  tecnico-scientifico.  Le tre spinte sono pure tre sfide per il
  sistema educativo che è chiamato ad incrementare il livello
  della cultura generale e a rafforzare le attitudini operative
  per tutti i percorsi di insegnamento-apprendimento.
       1.3. Il terzo presupposto viene fornito dalla
  concentrazione di più elementi che interpellano le istituzioni
  della scuola e della formazione professionale e che incidono
  sulla redazione di un testo legislativo: l'appello per una
  istruzione e una formazione più ricche, più profonde e più
  concrete, proveniente dalla mobilitazione cognitiva del corpo
  sociale e dalla esigenza di una qualità migliore del consumo
  dei beni e dei servizi; le conquiste della ricerca in campo
  psicopedagogico che hanno precisato le forme nuove
  dell'apprendimento e conseguentemente, le nuove modalità
  dell'insegnamento; la personalizzazione degli interventi
  educativi in una istituzione accessibile a tutti e rivolta a
  ciascuno; il raccordo con il mondo del lavoro che avanza la
 
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  richiesta di intelligenze aperte e manodopera duttile; la
  misura europea dell'istruzione e della formazione che esige il
  rispetto delle direttive sottoscritte e la dotazione di
  ordinamenti e curricoli capaci di assicurare l'efficienza e
  l'efficacia del sistema educativo.
       1.4. Il quarto presupposto cammina lungo una linea di
  equilibrio che congiunge i versanti della diversità, intesa
  come qualità dei soggetti e degli oggetti per cui si
  distinguono e si differenziano (molteplicità variegata), e
  della coerenza, intesa come connessione e interdipendenza di
  parti di un insieme e costanza logica nel pensiero e nelle
  azioni (comprensività moderata).  La diversità e la coerenza
  ricadono sugli ordinamenti e sui curricoli esigendo
  flessibilità e unitarietà.
     2.  Se si ragiona in un quadro prospettico, non si può
  evitare di "intercettare" alcuni argomenti cruciali per
  l'ammodernamento del sistema scolastico; argomenti che
  qualsiasi proposta di legge, che voglia essere efficace ed
  organica, non può eludere.  Questo assunto vale, soprattutto,
  in relazione ad un provvedimento di indirizzo, quale è questo
  che si sottopone alla valutazione e alla decisione del
  Parlamento.
       2.1. Il primo interrogativo riguarda la possibilità del
  sistema educativo di diventare un fattore decisivo dello
  sviluppo.  Ciò presuppone che esso assuma un triplice intento:
  di collegamento (si attende un contributo per la maturazione
  di personalità capace di adattarsi permanentemente alla
  "rivoluzione dell'intelligenza"); di avanzamento (si attende
  un progresso delle conoscenze, rispettoso dell'ambiente fisico
  e umano); di radicamento (si attende la preparazione di
  cittadini inseriti nella loro cultura e nondimeno sensibili
  alle altre culture).
       2.2. Il secondo interrogativo riguarda l'apporto alla
  trasformazione della società.  E' un proponimento che deve fare
  i conti con un groviglio di elementi che si influenzano a
  vicenda e, in particolare, con il vincolo della cittadinanza
  ovvero con il sentimento di appartenenza; con la coesione dei
  singoli e delle comunità aventi un destino comune; con la
  quotidianità del vivere in tessuto di molteplici esigenze.
       2.3. Il terzo interrogativo riguarda il tipo di rapporti
  che il sistema scolastico intrattiene con lo Stato.  Si tratta
  di aspetti divenuti recentemente più acuti e che investono la
  funzione degli organi centrali dell'amministrazione statale;
  il decentramento di competenze e poteri sia ad unità operative
  e periferiche del sistema scolastico sia ad autorità locali e
  federali dello Stato; la ricerca di un equilibrio tra
  iniziativa statale e non statale entro la cornice di un
  servizio pubblico.  Compare, qui, in tutta la sua forza e la
  sua attualità, l'autonomia delle e nelle istituzioni: materia
  giunta ormai, nel nostro Paese, al suo compimento finale.
       2.4. Il quarto interrogativo riguarda la propagazione,
  da parte del sistema scolastico di alcuni valori fondativi
  dell'azione di istruzione e di formazione.  I principali sono:
  l'interazione, interpretata dall'apertura verso gli altri,
  dalla comprensione solidale, dalla pace universale; i
  linguaggi disciplinari che permettono di superare le
  contraddizioni, di corrispondere a taluni bisogni, di
  trasmettere messaggi comprensibili per tutti; il sapere che si
  conquista attraverso l'apprendimento e che si manifesta nel
  noto "tetraedro" dell'apprendere a conoscere, a fare, a essere
  e a vivere.
     3.  Far derivare da queste premesse un progetto di crescita
  della scuola non è impresa facile.  Le difficoltà sono dietro
  l'angolo: la sopravvivenza di incrostazioni ideologiche, la
  convenienza dettata da schieramenti politici, la resistenza
  delle convinzioni consolidate, l'inagibilità di esperienze
  straniere, la peculiarità del contesto italiano....  E tuttavia
  il tentativo va esperito sino in fondo, con lungimiranza, con
  tenacia, con inventiva ... affrontando il problema da due
  punti di vista: procedurale e contenutistico.
       3.1. Sotto il profilo del metodo si collocano i
  presupposti della consequenzialità fra giudizio sulla realtà e
  disegno innovatore; della sintonia dell'ideazione con le
  ricerche del passato; del primato della ragione pedagogica
 
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  sull'apprestamento delle semplici regole; del rispetto della
  tradizione scolastica italiana che, per molti aspetti, non è
  assimilabile a quella di altri Paesi; del recupero delle
  migliori intuizioni maturate in altri Stati, soprattutto
  europei; della valorizzazione, al meglio, sia del patrimonio
  di persuasioni e di ipotesi accumulate, sia degli esiti
  positivi del processo sperimentale.
       3.2. Sotto il profilo del merito le strade dell'avvenire
  sono segnate dalla concordanza che si riscontra sul bisogno di
  un più alto grado di istruzione e formazione generali, sul
  collegamento tra scuola e imprese senza sudditanze,
  sull'uguaglianza delle opportunità; dall'insediamento
  dell'istruzione e della formazione continue; dall'urgenza di
  una verifica e valutazione sulla produttività del servizio
  scolastico; dalla lotta contro l'esclusione e la dispersione;
  dalla continuità fra i diversi cicli e indirizzi di
  insegnamento che permette di regolare i livelli, di agevolare
  i passaggi, di identificare i percorsi; dall'attribuzione ad
  ogni allievo e allieva di un credito di tempi per l'istruzione
  e la formazione, dopo l'assolvimento dell'obbligo.
     4.  Onorevoli colleghi, i tratti salienti di questi due
  profili (del metodo e del merito) sono stati considerati e
  riportati nella stesura del presente testo.  Soprattutto nel
  concepimento del modello si è tenuto presente che il
  "contenitore" non può essere indifferente nei confronti del
  "contenuto" e che va costruito sulla base di alcuni criteri
  derivanti da una seria meditazione sulla funzione del sistema
  educativo.  Le operazioni di "ingegneria istituzionale" assai
  delicate, complicate e contrastate, devono essere ponderate e
  determinate, come nella fattispecie della ipotesi che si
  avanza, sulla scorta di precisi postulati: il riguardo per le
  esigenze e le attese educative degli alunni, in ciascuna
  fascia di età evitando forzate anticipazioni e letture
  superficiali dello sviluppo psicofisico; la persuasione che la
  presenza obbligatoria in un percorso di istruzione e di
  formazione di almeno dieci anni sia suscettibile di ulteriori
  impegni di formazione; l'intangibilità di alcuni segmenti del
  sistema scolastico per cui l'accorciamento o il prolungamento
  degli stessi non sia l'esito di una rivoluzione devastante; la
  varietà delle strade percorribili che, pur nell'equivalenza
  delle prerogative di istruzione e formazione, prevedano
  livelli e terminalità difformi; la differenziazione degli
  indirizzi nell'ultimo ciclo dell'obbligo.
     Nella redazione della proposta di legge si è cercato
  inoltre, di sciogliere taluni nodi, alcuni dei quali, nel
  passato, hanno strangolato tutti i tentativi di riforma.  Viene
  infatti chiarito: il raccordo fra scuola e formazione
  professionale nel senso di una sinergia, anche in vista
  dell'assolvimento dell'obbligo; la riconsiderazione della
  politica del personale evidenziandone la centralità; il
  contenimento degli interventi innovatori perché le strutture
  non sono in grado di sopportare un'operazione generalizzata i
  cui eventuali difetti si moltiplicherebbero a spirale.
                                             Carlo GIOVANARDI,
  Relatore di minoranza.
 
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