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Onorevoli Colleghi! - A fronte della politica scolastica
del Governo, esplicitata nel testo unificato in materia di
riordino dei cicli dell'istruzione e caratterizzata da criteri
di pianificazione, di rigidità, di discontinuità, di
leggerezza, di riformismo di disparità, di eteronomia, di
vecchiezza, il gruppo del CCD si prefigge l'edificazione di un
sistema di istruzione e formazione educativo, flessibile,
progressivo, colto, moderno, pluralistico, autonomo e
rigoroso.
1. Queste due categorie di prerogative sono divise da un
discrimine sociale, etico e politico offerto dalla concezione
che gli schieramenti hanno della libertà. Infatti la contesa
vera, da cui derivano le conseguenze sul territorio
dell'istruzione e della formazione, è sempre fra oppressione e
promozione, fra asservimento e sviluppo, fra tirannia e
democrazia... Non vi è dubbio che per il gruppo CCD la linea
della libertà in cui si crede fermamente, incrocia la
promozione, lo sviluppo e la partecipazione in un progetto di
istruzione e formazione che punti alla maturazione di ogni
persona e di tutte le persone. Occorre andare oltre le anguste
concezioni del Governo prevedendo un riordino del sistema
educativo in cui vengono utilizzati quattro agenti propulsori;
quattro presupposti che si collocano nel quadrante di una
immaginaria "bussola della libertà".
1.1. Il primo presupposto si incardina nel buon senso
che c'è, ma se ne sta spesso nascosto per paura del senso
comune, secondo un monito di Alessandro Manzoni. Ma il senso
comune che si identifica negli inviti e nei messaggi gridati
dall' establishement della Pubblica istruzione, non è il
solo nemico del buon senso. Circola per le "vie del borgo"
della istruzione e della formazione, una pattuglia di
"becchini del senso" composta da coloro che mascherano la
realtà confidando nella medicina del tempo; da coloro che
disistimano la novità perché assai scomoda; da coloro che
respingono la progettualità ritenendo sufficiente, per il
rinnovamento, la semplice emanazione di regole in grado di far
interagire lo Stato, le regioni e i comuni nel campo della
scuola e della formazione professionale.
1.2. Il secondo presupposto è dato dalla confluenza di
tre grandi spinte della nostra epoca, shock motori, che
nel "Libro bianco" della Commissione europea, 1995, vengono
riconosciuti nella diffusione delle tecnologie
dell'informazione, nel processo di globalizzazione
dell'economia e delle professioni, nel rinnovamento
tecnico-scientifico. Le tre spinte sono pure tre sfide per il
sistema educativo che è chiamato ad incrementare il livello
della cultura generale e a rafforzare le attitudini operative
per tutti i percorsi di insegnamento-apprendimento.
1.3. Il terzo presupposto viene fornito dalla
concentrazione di più elementi che interpellano le istituzioni
della scuola e della formazione professionale e che incidono
sulla redazione di un testo legislativo: l'appello per una
istruzione e una formazione più ricche, più profonde e più
concrete, proveniente dalla mobilitazione cognitiva del corpo
sociale e dalla esigenza di una qualità migliore del consumo
dei beni e dei servizi; le conquiste della ricerca in campo
psicopedagogico che hanno precisato le forme nuove
dell'apprendimento e conseguentemente, le nuove modalità
dell'insegnamento; la personalizzazione degli interventi
educativi in una istituzione accessibile a tutti e rivolta a
ciascuno; il raccordo con il mondo del lavoro che avanza la
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richiesta di intelligenze aperte e manodopera duttile; la
misura europea dell'istruzione e della formazione che esige il
rispetto delle direttive sottoscritte e la dotazione di
ordinamenti e curricoli capaci di assicurare l'efficienza e
l'efficacia del sistema educativo.
1.4. Il quarto presupposto cammina lungo una linea di
equilibrio che congiunge i versanti della diversità, intesa
come qualità dei soggetti e degli oggetti per cui si
distinguono e si differenziano (molteplicità variegata), e
della coerenza, intesa come connessione e interdipendenza di
parti di un insieme e costanza logica nel pensiero e nelle
azioni (comprensività moderata). La diversità e la coerenza
ricadono sugli ordinamenti e sui curricoli esigendo
flessibilità e unitarietà.
2. Se si ragiona in un quadro prospettico, non si può
evitare di "intercettare" alcuni argomenti cruciali per
l'ammodernamento del sistema scolastico; argomenti che
qualsiasi proposta di legge, che voglia essere efficace ed
organica, non può eludere. Questo assunto vale, soprattutto,
in relazione ad un provvedimento di indirizzo, quale è questo
che si sottopone alla valutazione e alla decisione del
Parlamento.
2.1. Il primo interrogativo riguarda la possibilità del
sistema educativo di diventare un fattore decisivo dello
sviluppo. Ciò presuppone che esso assuma un triplice intento:
di collegamento (si attende un contributo per la maturazione
di personalità capace di adattarsi permanentemente alla
"rivoluzione dell'intelligenza"); di avanzamento (si attende
un progresso delle conoscenze, rispettoso dell'ambiente fisico
e umano); di radicamento (si attende la preparazione di
cittadini inseriti nella loro cultura e nondimeno sensibili
alle altre culture).
2.2. Il secondo interrogativo riguarda l'apporto alla
trasformazione della società. E' un proponimento che deve fare
i conti con un groviglio di elementi che si influenzano a
vicenda e, in particolare, con il vincolo della cittadinanza
ovvero con il sentimento di appartenenza; con la coesione dei
singoli e delle comunità aventi un destino comune; con la
quotidianità del vivere in tessuto di molteplici esigenze.
2.3. Il terzo interrogativo riguarda il tipo di rapporti
che il sistema scolastico intrattiene con lo Stato. Si tratta
di aspetti divenuti recentemente più acuti e che investono la
funzione degli organi centrali dell'amministrazione statale;
il decentramento di competenze e poteri sia ad unità operative
e periferiche del sistema scolastico sia ad autorità locali e
federali dello Stato; la ricerca di un equilibrio tra
iniziativa statale e non statale entro la cornice di un
servizio pubblico. Compare, qui, in tutta la sua forza e la
sua attualità, l'autonomia delle e nelle istituzioni: materia
giunta ormai, nel nostro Paese, al suo compimento finale.
2.4. Il quarto interrogativo riguarda la propagazione,
da parte del sistema scolastico di alcuni valori fondativi
dell'azione di istruzione e di formazione. I principali sono:
l'interazione, interpretata dall'apertura verso gli altri,
dalla comprensione solidale, dalla pace universale; i
linguaggi disciplinari che permettono di superare le
contraddizioni, di corrispondere a taluni bisogni, di
trasmettere messaggi comprensibili per tutti; il sapere che si
conquista attraverso l'apprendimento e che si manifesta nel
noto "tetraedro" dell'apprendere a conoscere, a fare, a essere
e a vivere.
3. Far derivare da queste premesse un progetto di crescita
della scuola non è impresa facile. Le difficoltà sono dietro
l'angolo: la sopravvivenza di incrostazioni ideologiche, la
convenienza dettata da schieramenti politici, la resistenza
delle convinzioni consolidate, l'inagibilità di esperienze
straniere, la peculiarità del contesto italiano.... E tuttavia
il tentativo va esperito sino in fondo, con lungimiranza, con
tenacia, con inventiva ... affrontando il problema da due
punti di vista: procedurale e contenutistico.
3.1. Sotto il profilo del metodo si collocano i
presupposti della consequenzialità fra giudizio sulla realtà e
disegno innovatore; della sintonia dell'ideazione con le
ricerche del passato; del primato della ragione pedagogica
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sull'apprestamento delle semplici regole; del rispetto della
tradizione scolastica italiana che, per molti aspetti, non è
assimilabile a quella di altri Paesi; del recupero delle
migliori intuizioni maturate in altri Stati, soprattutto
europei; della valorizzazione, al meglio, sia del patrimonio
di persuasioni e di ipotesi accumulate, sia degli esiti
positivi del processo sperimentale.
3.2. Sotto il profilo del merito le strade dell'avvenire
sono segnate dalla concordanza che si riscontra sul bisogno di
un più alto grado di istruzione e formazione generali, sul
collegamento tra scuola e imprese senza sudditanze,
sull'uguaglianza delle opportunità; dall'insediamento
dell'istruzione e della formazione continue; dall'urgenza di
una verifica e valutazione sulla produttività del servizio
scolastico; dalla lotta contro l'esclusione e la dispersione;
dalla continuità fra i diversi cicli e indirizzi di
insegnamento che permette di regolare i livelli, di agevolare
i passaggi, di identificare i percorsi; dall'attribuzione ad
ogni allievo e allieva di un credito di tempi per l'istruzione
e la formazione, dopo l'assolvimento dell'obbligo.
4. Onorevoli colleghi, i tratti salienti di questi due
profili (del metodo e del merito) sono stati considerati e
riportati nella stesura del presente testo. Soprattutto nel
concepimento del modello si è tenuto presente che il
"contenitore" non può essere indifferente nei confronti del
"contenuto" e che va costruito sulla base di alcuni criteri
derivanti da una seria meditazione sulla funzione del sistema
educativo. Le operazioni di "ingegneria istituzionale" assai
delicate, complicate e contrastate, devono essere ponderate e
determinate, come nella fattispecie della ipotesi che si
avanza, sulla scorta di precisi postulati: il riguardo per le
esigenze e le attese educative degli alunni, in ciascuna
fascia di età evitando forzate anticipazioni e letture
superficiali dello sviluppo psicofisico; la persuasione che la
presenza obbligatoria in un percorso di istruzione e di
formazione di almeno dieci anni sia suscettibile di ulteriori
impegni di formazione; l'intangibilità di alcuni segmenti del
sistema scolastico per cui l'accorciamento o il prolungamento
degli stessi non sia l'esito di una rivoluzione devastante; la
varietà delle strade percorribili che, pur nell'equivalenza
delle prerogative di istruzione e formazione, prevedano
livelli e terminalità difformi; la differenziazione degli
indirizzi nell'ultimo ciclo dell'obbligo.
Nella redazione della proposta di legge si è cercato
inoltre, di sciogliere taluni nodi, alcuni dei quali, nel
passato, hanno strangolato tutti i tentativi di riforma. Viene
infatti chiarito: il raccordo fra scuola e formazione
professionale nel senso di una sinergia, anche in vista
dell'assolvimento dell'obbligo; la riconsiderazione della
politica del personale evidenziandone la centralità; il
contenimento degli interventi innovatori perché le strutture
non sono in grado di sopportare un'operazione generalizzata i
cui eventuali difetti si moltiplicherebbero a spirale.
Carlo GIOVANARDI,
Relatore di minoranza.
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