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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


163
DDL0004-0002
Relazione Camera n. 4-A quinquies - di minoranza - (DDL13-4-A-quinquies)
(suddiviso in 7 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.5 dello stampato)
...C4Aquinquies, C280Aquinquies, C1653Aquinquies, C2493bisAquinqui C3390Aquinquies, C3883Aquinquies, C3952Aquinquies, C4397Aquinquies, C4416Aquinquies, C4552Aquinquies. TESTIPDL
...C4Aquinquies, C280Aquinquies, C1653Aquinquies, C2493bisAquinqui C3390Aquinquies, C3883Aquinquies, C3952Aquinquies, C4397Aquinquies, C4416Aquinquies, C4552Aquinquies.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNAVA ZZMIN5 ZZDDLC4A5 ZZ13 ZZRL ZZMI
                               Pag. 5
 
     Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge è
  alternativa al testo unificato recante il riordino dei cicli
  dell'istruzione (C. 3952 ed abb.) sia nell'impianto, che nei
  contenuti.  Il testo proposto dalla maggioranza contiene
  ambiguità, lacune e presupposti ideologici che avviliscono la
  portata del testo fino a renderlo inaccettabile per chi
  ricerchi qualità e libertà per il sistema formativo
  nazionale.
     In particolare, l'impianto (7 + 5) del testo della
  maggioranza, scardina la scuola di base cancellando
  definitivamente le scuole elementari e medie, senza dare
  certezze istituzionali e didattiche sul nuovo segmento di
  sette anni; in più rivoluziona la scuola secondaria superiore
  prevedendo l'obbligo di frequenza fino al termine del primo
  biennio, senza possibilità di optare per l'istruzione o
  formazione professionale.
     Rispetto poi al contenuto, denunciamo, ancora una volta,
  la "delega in bianco" al Governo praticamente su tutto, atteso
  che, al di là dell'ingegneria dei cicli, quasi nulla si dice
  del nuovo sistema dell'istruzione: dalle finalità alle
  caratterizzazioni giuridiche ed istituzionali dei nuovi ordini
  di scuola; dai nuclei fondanti dei vari indirizzi della scuola
  secondaria all'utilizzo delle professionalità dei docenti
  degli attuali gradi scolastici.  La riforma proposta dalla
  maggioranza è dunque, complessivamente ambigua, fortemente
  "scuolacentrica"; non affronta e non dà risposte alle esigenze
  di formazione delle nuove generazioni; non contiene antidoti
  ai problemi della scuola italiana (necessità di prolungamento
  dell'obbligo scolastico e superamento dell'elevato tasso di
  dispersione scolastica); cancella molti punti qualificanti
  degli attuali ordini scolastici che hanno consentito al
  sistema scolastico, accanto ai molti suoi difetti, di
  raggiungere per determinati aspetti risultati qualitativamente
  significativi, anche nel confronto internazionale; disorienta
  gli operatori scolastici; non dà le necessarie garanzie per un
  pluralismo culturale ed istituzionale di vitale importanza per
  un Paese come il nostro, che dovrà competere a livello
  europeo, e non solo.
     Al contrario, la nostra proposta ridisegna il sistema
  scolastico, potenzia e rinnova la dimensione culturale e
  professionale degli studenti.  Centralità degli studenti e
  competitività dell'intero ciclo scolastico e formativo sono le
  direttrici di fondo di una strategia scolastica globale che
  indichiamo come necessità prioritaria del nostro Paese.  La
  scuola deve dunque porre al centro della propria azione la
  "persona".  Si istruisce per educare.  E' inoltre importante che
  la scuola recuperi il posto e il ruolo che dovrebbe avere nel
  contesto attuale, in rapporto alle altre istanze educative,
  prima fra tutte la famiglia che è titolare del diritto-dovere
  dell'istruzione dei propri figli.
     Un'attenzione particolare va data al rapporto della scuola
  con il mondo del lavoro; tale rapporto deve divenire organico
  e sinergico.  E' tempo che nasca anche nel nostro Paese un
  sistema duale della formazione che riabiliti e valorizzi
  adeguatamente l'istruzione professionale che, secondo il
  dettato costituzionale, è di competenza regionale.  Sulla base
  di questi orientamenti, proponiamo, alternativamente al testo
  della maggioranza, una riforma dei sistemi scolastici e
  dell'istruzione professionale e artigiana che si articolino
  nel modo seguente:
       la scuola dell'infanzia (anni 3-6);
       la scuola di primo grado (anni 6-10);
       la scuola di secondo grado (anni 10-14);
 
                               Pag. 6
 
       la scuola di terzo grado (anni 14-18);
       l'istruzione professionale e artigiana regionale.
     L'obbligo scolastico è previsto, contrariamente ai nove
  anni proposti nel testo unificato, per dieci anni, dai sei ai
  sedici e interessa in modo differenziato ed articolato i tre
  gradi scolastici e l'istruzione professionale e artigiana.
     La scuola dell'infanzia resta fuori dall'obbligo, perché
  noi riteniamo che almeno fino a sei anni debba essere
  privilegiato il rapporto con la famiglia e rispettati, più che
  nelle età successive, i percorsi di crescita dei bambini.  La
  scuola primaria è stata immaginata di quattro anni di
  istruzione elementare, seguono gli anni di consolidamento e di
  orientamento nella scuola di secondo grado.  Si dà vita ad un
  doppio canale di formazione, quello dell'istruzione
  professionale regionale, di pari dignità del canale
  dell'istruzione scolastica.  La scuola superiore mantiene la
  propria specificità di indirizzo e la caratteristica di scuola
  di approfondimento culturale.  Il corso di studi si conclude a
  diciotto anni.  Dopo il diciottesimo anno si apre un ventaglio
  di offerte formative, della durata più o meno lunga, da
  spendere sia nell'università che nell'istruzione
  post-secondaria o nei corsi di formazione professionale.
     L'obiettivo prioritario di questa proposta di legge è
  quello di consentire il passaggio dalla centralità delle
  discipline alla centralità dell'alunno; dalla centralità della
  scuola alla centralità delle comunità; dalla centralità delle
  nozioni alla centralità della cultura come approccio ai
  problemi della vita e come palestra di libertà; dalla
  centralità della burocrazia alla centralità dell'efficienza e
  dell'efficacia del sistema, attraverso una pari dignità tra i
  gradi scolastici e tra questi e i soggetti statali e non
  statali coinvolti nel sistema formativo.
                                              Valentina APREA,
  Relatore di minoranza.
 
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