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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


343223
STA0296-0438
Stenografico d'Aula n. 296 del 14 gennaio 1998 (STA13-296)
(suddiviso in 441 Unità Documento)
Unità Documento n.438 (che inizia a pag.97 dello stampato)
...Ordine del giorno della seduta di domani.
ANTONIO DI BISCEGLIE.
ZZSTA ZZRES ZZSTA140198 ZZSTA980114 ZZSTA000198 ZZSTA000098 ZZSTA296 ZZ13
    ANTONIO DI BISCEGLIE.  Credo che l'atto che si accinge a
  compiere la Camera metta la comunità italiana in Croazia e
  Slovenia in condizioni di maggiore serenità per la sua
  convivenza.  Si sentirà infatti pienamente riconosciuta nei
  propri diritti, posta al riparo dal rischio di una loro
  compressione, come purtroppo avvenuto con la sentenza della
  Corte costituzionale croata del febbraio 1995.
     Va ricordato infatti che all'indomani del dissolvimento
  della Repubblica federativa socialista in Jugoslavia e della
  creazione di due stati indipendenti, la Repubblica di Croazia
  - 8 ottobre 1991 - e la Repubblica di Slovenia, la minoranza
  italiana tradizionalmente residente nella ex Jugoslavia si è
  trovata divisa tra essi: 36 mila in Croazia e 4 mila in
  Slovenia; una presenza cospicua e tuttavia ridotta e ben
  lontana da quella in origine presente, ciò a causa delle
  drammatiche e tragiche vicende postbelliche e dell'esodo di
  circa 350 mila italiani.
     Una pagina di storia, questa, che ha segnato profondamente
  il nostro paese, in particolare una regione come il
  Friuli-Venezia Giulia, costituendone un elemento di identità.
  Il perseguimento della tutela, salvaguardia e promozione della
  minoranza italiana da parte del nostro paese è un obiettivo
  possibile e suscettibile di sviluppi positivi proprio con
  questo trattato il quale - è bene sottolinearlo - dà seguito
  al  memorandum  d'intesa firmato il 15 gennaio 1992 che
  ribadiva il carattere autoctono della minoranza italiana e ne
  riconosceva l'unicità e l'uguale trattamento in entrambi gli
  Stati.  Riconosceva altresì la soggettività giuridica
  all'"Unione italiana" come unico rappresentante della
  minoranza italiana; assicurava la libertà di movimento e di
  lavoro dei cittadini croati e sloveni appartenenti alla
  minoranza italiana.
     Il problema della compressione dei diritti si è
  particolarmente posto in
 
                              Pag. 98
 
  quanto il  memorandum  non è stato ritenuto
  suscettibile di effetti giuridici interni da parte della Corte
  costituzionale croata con la sentenza prima citata che,
  oltretutto, abrogava numerosi articoli dello statuto della
  contea dell'Istria.  Occorre dire in questa occasione che tale
  sentenza si era inserita bene in un crescente clima di
  esasperato nazionalismo che in quel periodo affiorava anche
  dagli stessi atteggiamenti del governo croato: la vicenda
  della rete scolastica italiana è a tal riguardo illuminante.
  Ci si augura che oggi siano superati i vari contenziosi e che
  i cittadini di nazionalità croata possano liberamente
  iscriversi e frequentare le scuole della minoranza italiana,
  avendo assicurato il governo croato di non dar seguito
  all'intendimento di imporre la dichiarazione di appartenenza
  etnica (propedeutica all'iscrizione alle varie scuole) sulla
  base di quanto previsto oltretutto dal Consiglio d'Europa.  Ci
  auguriamo pure che possano finalmente avere inizio i lavori
  per la costruzione dell'edificio della scuola italiana di
  Pola.
     Il trattato, dunque, contribuisce a sanare alcune
  controversie e sviluppa - come si diceva - le condizioni per
  una pacifica vita della nostra minoranza in Croazia ed in
  Slovenia.  E' uno storico strumento giuridico che è stato
  accolto con molta soddisfazione dalla comunità italiana.  E
  francamente non si comprende l'atteggiamento di qualche forza
  politica - penso ad alleanza nazionale - che, pur apprezzando
  i contenuti del trattato, ha deciso di astenersi.  A che pro?  A
  me comunque sembra un atteggiamento sbagliato.
     Il trattato è già stato ratificato - non senza fatica -
  dal Parlamento croato e questo dato deve incoraggiarci.
  Occorre considerare, da ultimo, che nel trattato medesimo è
  prevista la tutela della minoranza croata in Italia presente
  (a dire il vero, in misura esigua: 2.600 persone) in tre
  comuni della regione Molise, e precisamente Montemitro,
  Acquaviva Collecroce e San Felice del Molise; tutela,
  tuttavia, prevista pure dal comma 16 dell'articolo 4 dello
  statuto della regione Molise, e ciò senza reciprocità e senza
  elementi di promozione a significare la profonda diversità
  delle questioni.
     Signor Presidente, onorevoli colleghi, respingendo i
  tentativi di "annessione" immediata al Veneto della minoranza
  italiana in Croazia e Slovenia, come è sembrato emergere dagli
  interventi di esponenti della lega nord per l'indipendenza
  della Padania, sotto forma magari di una confusa concezione
  secessionista, e respingendo pure ogni ripresa immotivata e
  stantia di un dannoso nazionalismo, considero questo trattato
  come un formidabile passo avanti sulla strada della tutela dei
  diritti generali delle minoranze; un buon viatico per lo
  sviluppo dei rapporti in un'area strategicamente importante
  per il nostro paese; infine, un buon inizio dell'anno in corso
  per l'avanzamento globale della democrazia nonché un
  significativo atto per la costruzione dell'Europa.  E' per
  questo, signor Presidente, che possiamo davvero guardare
  avanti, progettare il futuro e non restare né fermi né con lo
  sguardo all'indietro.
  RELAZIONE DEL DEPUTATO DARIO RIVOLTA SUL DISEGNO DI LEGGE DI
                       RATIFICA N. 3704
 
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