| DANESE, DONATO BRUNO, LEONE, CARMELO CARRARA, OSTILLIO,
MIRAGLIA DEL GIUDICE e FABRIS. - Al Ministro di grazia e
giustizia. - Per sapere - premesso che:
in relazione a recenti notizie di stampa (Il Foglio del
15 maggio 1997), non sono chiari agli interroganti i criteri
seguiti per l'assegnazione presso il tribunale di Milano di
processi di secondo grado e le ragioni che portino la maggior
parte dei procedimenti istruiti dal cosiddetto pool di mani
pulite ad essere trattati dalla sezione presieduta dal dottor
Renato Caccamo;
risulta inoltre agli interroganti che per i processi di
appello sarebbe in vigore presso il tribunale di Milano il
cosiddetto sistema del "canestro", che, secondo quanto aveva
riferito il Ministro di grazia e giustizia pro tempore,
consentirebbe ai pubblici ministeri di preassegnare la sezione
di giudizio nel primo grado -:
se e quale iter abbia l'eventuale iniziativa
disciplinare assunta dal Ministro interrogato tenuto conto
della sentenza emessa il 12 novembre 1996 dalla sesta sezione
penale della Corte di cassazione, nella quale il collegio ha
stigmatizzato il comportamento del dottor Renato Caccamo,
presidente ed estensore della sentenza di appello nel processo
Eni-Sai, affermando, tra l'altro, che il giudice "deve
riferirsi esclusivamente e rigorosamente alle risultanze
processuali, evitando comunque ogni apprezzamento che non sia
ispirato a scrupoloso rispetto per la persona giudicata, quale
che sia l'accusa mossa nei suoi confronti".
(3-01122)
(26 maggio 1997)
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