| Achille OCCHETTO, presidente, ricorda di
essersi recato in missione in Egitto dal 19 al 25 novembre
scorso subito dopo l'attentato terroristico di Luxor. Nel
corso della visita ha incontrato lo speaker
dell'Assemblea del popolo, lo speaker del Consiglio
consultivo e il Presidente della Commissione affari esteri
dell'Assemblea del popolo, il Ministro degli esteri e il
Segretario generale della Lega degli Stati arabi. Nel corso
degli incontri ha affrontato sostanzialmente tre temi:
l'attentato di Luxor ed i suoi collegamenti con il terrorismo
di quell'area, i rapporti israeliano-palestinesi e la
situazione dell'Iraq.
Le autorità egiziane si sono dimostrate estremamente
preoccupate delle ripercussioni interne del terrorismo ed in
primo luogo del calo del turismo che rappresenta un'attività
fondamentale per il paese. Per tale ragione la sua visita è
stata assai apprezzata e ad essa è stato grande risalto dagli
organi di informazione. A giudizio delle autorità egiziane i
terroristi che hanno agito a Luxor venivano dall'esterno e,
anche se potevano contare su connivenze interne, facevano capo
ad organizzazioni che hanno le loro sedi in Europa. Gli
egiziani intendono esercitare forti pressioni sull'Europa
perché vengano consegnati a loro e ad altri paesi arabi le
persone condannate per la loro attività terroristica che si
sono rifugiate in paesi europei. Nei colloqui è stato inoltre
compiuto il tentativo di separare la questione del terrorismo
dal problema religioso. Personalmente tuttavia ritiene che
esista un filo che lega integralismo e terrorismo.
Fa quindi presente che all'Italia è stato chiesto un aiuto
particolare per ricreare le condizioni di fiducia necessarie a
rilanciare le attività turistiche. Ritiene peraltro che tale
aiuto potrà realizzarsi solo qualora le autorità egiziane
informino il nostro Ministero degli esteri di tutti i
provvedimenti adottati al fine di ristabilire condizioni di
sicurezza nel Paese. Nel corso dei colloqui è stata rivolta
una critica molto forte alla politica di Netanyahu ed è stato
affermato con nettezza che con Netanyahu il processo di pace
si è interrotto. Per gli egiziani gli Stati Uniti non sono in
grado di condizionare efficacemente la politica israeliana e,
soprattutto,
Pag. 61
nella fase di applicazione delle risoluzioni del Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite prevale la logica dei due pesi e
delle due misure che induce ad essere rigorosi con l'Iraq e
assai più indulgenti nei confronti di Israele.
La questione di maggiore interesse che ha avuto modo di
affrontare negli incontri è legata all'appello che gli è stato
con forza più volte rivolto ad operare per una più incisiva
presenza europea nell'area. Gli egiziani sono infatti
soddisfatti della politica italiana ma riterrebbero
estremamente positivo poter confrontarsi con una politica
europea e non comprendono, ad esempio, perché nel processo di
pace in Medio Oriente siano i soli Stati Uniti a svolgere un
ruolo di mediazione mentre l'Europa è assente.
Per quanto riguarda l'Iraq ha potuto verificare come nei
confronti della terza crisi irachena il mondo arabo sia unito
e lo stesso Kuwait risulti contrario al ricorso dell'uso della
forza. Anche in questo caso gli è stato rivolto l'invito a
favorire un'iniziativa europea.
Le autorità egiziane hanno infine dimostrato estremo
interesse per un'eventuale missione della Commissione in Medio
Oriente ed hanno chiesto che qualora si decidesse di
effettuarla questa ricomprenda l'Egitto come ultima
destinazione.
Gualberto NICCOLINI (gruppo forza Italia) sottolinea
come il terrorismo interessi tutto il nord Africa fino
all'Egitto, rilevando come l'Europa sia tuttavia priva di una
politica estera come dimostrano i casi della Bosnia e
dell'Albania.
Il sottosegretario Rino SERRI chiede se nel corso degli
incontri le autorità egiziane abbiano evidenziato una qualche
connessione tra gli attentati terroristici in Egitto ed il
terrorismo algerino.
Achille OCCHETTO, presidente, fa presente che i
suoi interlocutori non hanno fatto riferimento ad una
connessione diretta tra i due fenomeni, pur ritenendo che
sussistano centrali terroristiche composte da esponenti di
vari paesi che agiscono secondo determinate logiche. Gli
egiziani osservano inoltre come il clima di instabilità che
continua a caratterizzare il Medio Oriente favorisca il
terrorismo. Ricorda infine come, secondo il Segretario
generale della Lega araba, se l'incertezza continuerà ancora
per lungo tempo a caratterizzare il processo di pace vi è il
rischio del crollo di Arafat con effetti esplosivi anche per
quanto riguarda la ripresa del terrorismo.
La seduta termina alle 13,25.
| |