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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


343419
SMC0290-0108
Bollettino Giunte e Commissioni n. 290 del 15 gennaio 1998 - edizione definitiva - (SMC13-290)
(suddiviso in 108 Unità Documento)
Unità Documento n.108 (che inizia a pag.137 dello stampato)
                             Pag. 137
 
                   COMMISSIONE PARLAMENTARE
     per il parere al Governo sulle norme delegate previste dalla
      legge 15 marzo 1997, n. 59, concernenti il conferimento di
  funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, la riforma della
     pubblica amministrazione, la semplificazione amministrativa
 
 
Parere su atti del Governo. Schema di decreto legislativo recante la trasformazione dell'ente pubblico "La Biennale di Venezia" in persona giuridica privata denominata "Società di cultura La Biennale di Venezia" in attuazione della delega di cui all'articolo 11, comma 1, lettera b), della legge 15 marzo 1997, n. 59.
Il Presidente Vincenzo CERULLI IRELLI. Il deputato Fabrizio BRACCO, relatore. VELTRONI. Il senatore Luciano MAGNALBO.
Giovedì 15 gennaio 1998. - Presidenza del Presidente Vincenzo CERULLI IRELLI. - Interviene il Vice Presidente del Consiglio dei ministri Valter Veltroni, in qualità di Ministro per i beni culturali ed ambientali.
ZZSMC ZZRES ZZSMC150198 ZZSMC980115 ZZSMC000198 ZZSMC000098 ZZSMC290 ZZ13 ZZD ZZC46 ZZFF
  (Inizio dell'esame e rinvio).
     La Commissione inizia l'esame del provvedimento in
  titolo.
 
     Il Presidente Vincenzo CERULLI IRELLI, dopo aver
  salutato il Vice Presidente del Consiglio dei ministri Valter
  Veltroni presente alla seduta odierna, invita il deputato
  Bracco a svolgere la relazione.
 
     Il deputato Fabrizio BRACCO,  relatore,  rileva che
  lo schema di decreto in titolo si inserisce nel più ampio
  quadro di riordino degli enti di cultura, come già accaduto
  per il Centro sperimentale di cinematografia e per l'Istituto
  nazionale per il dramma antico.
     Ricorda che lo schema di decreto legislativo in titolo è
  stato emanato sulla base del medesimo presupposto <articolo
  11, comma 1, lettera  b),  della legge 15 marzo 1997, n.
  59> e secondo i medesimi criteri di esercizio della delega,
  seguiti per la trasformazione dell'Istituto nazionale per il
  dramma antico.
     Illustrando il provvedimento in esame, fa presente che la
  trasformazione de "La Biennale di Venezia" in "Società di
  cultura La Biennale di Venezia" è stata già oggetto di un
  disegno di legge approvato dal Senato della Repubblica e, in
  sede referente, dalla VII Commissione Cultura della Camera dei
  deputati.
     La decisione di utilizzare la delega di cui all'articolo
  11, comma 1, lettera  b),  della legge 15 marzo 1997, n.
  59, per trasformare "La Biennale" risponde all'esigenza di
  favorirne una più rapida entrata in vigore.
     Fa presente che, rispetto al testo approvato dalla
  Commissione Cultura della Camera, lo schema di decreto in
  titolo manca della parte relativa alle disposizioni
  tributarie, la cui disciplina per mezzo di decreto legislativo
  avrebbe rappresentato un eccesso di delega: ricorda che il
  Governo intende disciplinare tale aspetto con autonomo
  provvedimento.
 
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     Dopo aver ricordato che la riforma de "La Biennale di
  Venezia" è stata già oggetto nelle passate legislature di
  proposte di legge modificative, fa presente che il Governo ha
  inteso utilizzare, in luogo delle figure tipiche disciplinate
  dal codice civile (associazioni o fondazioni), la più ampia
  dizione dell'articolo 12 del codice civile, che si riferisce
  anche ad "altre istituzioni di carattere privato".  Si è così
  delineata una persona giuridica di diritto privato, denominata
  "Società di cultura" che ha una sua autonoma identità con
  peculiarità che vengono definite nello schema di decreto
  legislativo.
     Rileva che nella "Società di cultura La Biennale di
  Venezia" è prevista la presenza di partecipanti pubblici quali
  il Ministero per i beni culturali e ambientali, la regione
  Veneto, la provincia e il comune di Venezia.  E' prevista,
  inoltre, la presenza di soci privati che non possono superare,
  come apporto al patrimonio, il quaranta per cento complessivo
  dello stesso e che non devono svolgere attività a fini di
  lucro nei medesimi settori culturali della società.
     Relativamente alla figura dei soci privati, occorre
  rilevare l'importanza della previsione dell'assemblea dei soci
  privati.
     Aggiunge che nello schema di decreto in esame si prevede
  la possibilità di svolgere attività commerciale ed altre
  attività accessorie, in conformità agli scopi istituzionali,
  senza distribuzione di utili che devono essere destinati agli
  scopi istituzionali.
     Ricordando che la vigilanza sulla gestione della Società
  di cultura La Biennale di Venezia è affidata, comunque, ad una
  amministrazione centrale dello Stato (nel caso di specie, al
  Ministero per i beni culturali e ambientali), evidenzia lo
  snellimento - operato in conformità ai criteri della legge
  delega n. 59 del 1997 - degli organi collegiali della
  Biennale.
     Non può poi essere sottovalutata la separazione tra
  l'aspetto della gestione della Biennale, affidata al consiglio
  di amministrazione, e l'aspetto più precisamente culturale,
  affidato al comitato scientifico.
     Uno dei punti salienti dello schema di decreto legislativo
  è rappresentato dal potenziamento dell'attività di ricerca
  della Biennale attraverso il suo settore permanente di ricerca
  e produzione culturale denominato ASAC (Archivio storico delle
  arti contemporanee) che si unisce ai sei settori culturali
  finalizzati alle tradizionali manifestazioni periodiche della
  Biennale (architettura, arti visive, cinema, musica, danza e
  teatro).  A capo di ciascun settore è posto un direttore,
  scelto tra personalità di spicco del campo artistico di
  competenza, la cui durata in carica è legata a quella del
  consiglio di amministrazione.  Viene, inoltre, istituita la
  figura del coordinatore generale, che assume la responsabilità
  gestionale ed amministrativa della società, legato ad essa -
  innovando rispetto alla precedente disciplina - da un rapporto
  a tempo determinato definito dal consiglio di
  amministrazione.
     La mutata natura giuridica della Biennale comporta,
  ovviamente, la natura privatistica del rapporto di lavoro del
  personale dipendente della società, anche se lo schema di
  decreto in titolo riconosce la possibilità di optare, ai fini
  del trattamento previdenziale, per il mantenimento
  dell'iscrizione all'INPDAP.
     Concludendo, dichiara che lo schema di decreto in esame,
  nel rispondere ai parametri della legge di delega, coglie, al
  tempo stesso, l'esigenza di riordino di un ente, quale "La
  Biennale di Venezia", liberandola da uno stato di obiettiva
  incertezza, al fine di valorizzarne ulteriormente il prestigio
  nazionale ed internazionale di cui gode.
 
     Il Vice Presidente del Consiglio dei ministri Valter
  VELTRONI, in qualità di Ministro per i beni culturali ed
  ambientali, ricorda che il disegno di legge "Disciplina della
  Società di cultura La Biennale di Venezia" è stato presentato
  nel settembre 1996 ed approvato dal Senato della Repubblica il
  9 maggio 1997 e dalla VII Commissione Cultura della Camera dei
  deputati il 29 ottobre 1997.  Fa presente che nel frattempo La
  Biennale di Venezia ha operato in un regime di
 
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  parastato, che ha vincolato fortemente l'attività di
  organizzazione di manifestazioni culturali secondo uno
  standard  amministrativo che non trova equivalenti in
  Europa.
     Si augura, a tal proposito, che le prossime manifestazioni
  culturali della Biennale possano svolgersi secondo modelli
  organizzativi meno burocratizzati.
     Illustrando lo stato attuale della organizzazione
  complessiva della Biennale, sottolinea i limiti della vigente
  disciplina che, ad esempio, impedisce l'utilizzo del proprio
  marchio, che è elemento di grande valore.  Non si può, poi, non
  rilevare l'eccessivo numero dei membri dei vari organi
  collegiali: l'attuale ente pubblico prevede un consiglio di
  amministrazione di diciannove componenti, a fronte dei cinque
  membri previsti dallo schema di decreto in titolo, elevabili a
  sette in caso di rappresentanza dei soci privati.  Anche per il
  collegio sindacale, originariamente di sette membri, sono
  previsti attualmente tre revisori titolari ed uno supplente.
  Vi è, pertanto, uno snellimento nella composizione degli
  organi collegiali, che comporta una conseguente maggiore
  assunzione di responsabilità da parte dei membri.
     Ribadisce l'importanza della partecipazione dei soci
  privati alla gestione della società e la rilevanza della
  distinzione tra aspetto culturale e aspetto amministrativo,
  secondo un principio che il Governo ha inteso applicare ad
  ogni riforma degli enti pubblici di cultura (ad esempio,
  l'Istituto nazionale per il dramma antico).
     Conclude, evidenziando il potenziamento dei settori di
  archivio e di ricerca: in tal modo la Biennale sarà in grado
  di svolgere al meglio quella funzione di organizzazione
  culturale del Paese che le è propria e che le ha conferito
  così grande prestigio anche sul piano internazionale.
 
     Il Presidente Vincenzo CERULLI IRELLI ricorda che in
  molti provvedimenti già esaminati dalla Commissione è stata
  individuata la linea di snellimento dell'amministrazione
  pubblica e di mantenimento del modello della pubblica
  amministrazione solo laddove sia necessario esercitare
  funzioni pubbliche in senso proprio.
     Relativamente all'organizzazione di manifestazioni
  culturali, condivide le osservazioni del Vice Presidente del
  Consiglio dei ministri Valter Veltroni, secondo cui il modello
  amministrativo tradizionale può costituire un limite per
  un'azione efficace, ponendo il nostro Paese in situazione di
  svantaggio nel confronto con le esperienze europee.  A tal
  proposito, fa presente che, anche nel settore delle fondazioni
  bancarie, si sta procedendo ad una trasformazione degli enti
  pubblici in enti privati, ai sensi del I libro del codice
  civile.
     Conclude, sottolineando l'importanza di un provvedimento
  quale quello in esame, che si muove, appunto, nella logica
  della privatizzazione suddetta.
 
     Il senatore Luciano MAGNALBO', dichiarando, a nome del
  gruppo di alleanza nazionale, di non essere contrario al
  processo di privatizzazione di enti pubblici, fa presente che
  il problema riguarda la composizione del consiglio di
  amministrazione, all'interno del quale permane una presenza
  maggioritaria del soggetto pubblico rispetto al soggetto
  privato.  Pur constatando che è assicurata la partecipazione
  dei soci privati, ne chiede una rappresentanza paritetica.
 
     Il Presidente Vincenzo CERULLI IRELLI rinvia il seguito
  dell'esame dello schema di decreto in titolo ad altra
  seduta.
 
     La seduta termina alle 14,30.
 
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