| RAFFAELE VALENSISE. Signor Presidente, prendiamo atto
delle comunicazioni che il Governo ha ritenuto di fare in
risposta alla interpellanza presentata da me e dal collega
Aloi ed auspichiamo che si proceda celermente nella direzione
sulla quale il Governo sembra essersi mosso con le sue
iniziative.
Non c'è dubbio che, in considerazione della sua
collocazione geografica, la città di Reggio Calabria debba
essere valorizzata. In particolare, il porto di Reggio e il
suo aeroporto debbono essere meglio collegati attraverso la
realizzazione di un sistema di trasporto intermodale.
Mi auguro che l'iniziativa annunziata dal Governo venga
assunta a breve termine anche perché, per quanto attiene alla
situazione aeroportuale di Reggio, risulta che l'andamento del
traffico passeggeri è in costante aumento. Si è passati,
infatti, da decine di migliaia di passeggeri al mese a
centinaia di migliaia. Inoltre, questo flusso di traffico è
destinato ad aumentare ed, al momento, esso viene limitato
dalle oggettive difficoltà di trasbordo per la platea di
passeggeri provenienti dalla vicina Sicilia orientale e dalle
isole Eolie. Queste ultime, soprattutto durante la stagione
estiva, sono oggetto di notevoli flussi turistici da e verso
il continente.
Il traffico sia turistico che per affari è molto
importante per il rilancio dell'economia della zona e deve
essere preso in considerazione al fine di sviluppare le
potenzialità che una certa economia riveste o può rivestire
nel contesto generale del Mediterraneo. Infatti, è
statisticamente prevedibile un incremento di tale traffico.
Per tali ragioni, riteniamo che facilitare al massimo il
collegamento intermodale per trasportare il flusso di
passeggeri provenienti dalla Sicilia orientale e dalle isole
nel modo più confortevole e veloce possibile dal porto
all'aeroporto dello Stretto - questa è la linea da noi
indicata, in parte è stata fatta propria dal Governo - sia un
atto dovuto per lo sviluppo dell'intera zona.
La struttura portuale esiste e ad essa fa da cornice la
struttura ferroviaria ed è per questo che abbiamo ascoltato
con soddisfazione la notizia dei provvedimenti avviati
dall'azienda ferroviaria. Ci auguriamo che l'attuale
situazione, ideale per la realizzazione di una intermodalità
esemplare tra mare, terra e cielo, venga sfruttata al più
presto affinché la città di Reggio Calabria sia in grado di
fronteggiare i grandi flussi passeggeri e merci collegati alle
strutture aeroportuali, portuali e ferroviarie. La linea
ferroviaria ha grande importanza anche per il collegamento
all'interno della stessa città di Reggio Calabria che, dopo il
terremoto del 1908, è stata ricostruita in tempi in cui la
diffusione dell'automobile non era quella attuale naturalmente
senza la previsione di un incremento del traffico
automobilistico come quello che si è prodotto. E' curioso però
che, disponendo di una struttura ferroviaria che fa da vera e
propria cornice alla costa e che potrebbe collegare facilmente
i vari punti della città, questa struttura non venga
utilizzata con le caratteristiche di intermodalità e di
velocità che devono risolvere il movimento di grandi masse di
utenti. E' auspicabile che tutto ciò avvenga nel più breve
tempo possibile perché lo sviluppo è alle porte, anzi lo
sviluppo è in corso in maniera sensibilissima. Da quando sono
iniziati i processi di liberalizzazione a seguito dei quali
alla compagnia di bandiera si sono affiancate altre compagnie
aeree private, il traffico passeggeri sull'aeroporto dello
stretto ha registrato uno sviluppo notevolissimo e tutto fa
pensare che il fenomeno
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sia in evoluzione. Occorre dunque dotare le strutture di una
funzionalità maggiore attraverso idee e mezzi adeguati.
Mi auguro che le semplici strutture siano in grado di
trasportare nel giro di pochi minuti (poiché si tratta di
coprire solo quattro o cinque chilometri che percorsi in
automobile richiedono quaranta-cinquanta minuti) persone e
merci dalla banchina di levante del porto all'aeroporto,
favorendo un'effettiva intermodalità e, con essa, le necessità
di sviluppo della città di Reggio Calabria e della sua
vocazione mediterranea, peraltro richiamata nella stessa
interpellanza. E' una vocazione nuovissima, perché volta al
futuro, ma anche antichissima perché da quelle zone sono
passati i vari flussi di civiltà, quegli stessi di cui vi è
testimonianza nel museo di Reggio Calabria. Penso ai bronzi di
Riace, recuperati proprio lungo le rotte percorse dai traffici
mediterranei dei quali la città di Reggio Calabria e il suo
territorio erano il centro. Questa stessa città può tornare ad
essere il centro dei nuovi sviluppi del prossimo millennio.
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