| ACHILLE SERRA, Relatore per i capi I e V. Signor
Presidente, onorevoli colleghi, onorevole ministro, signori
del Governo, è con piacere che voglio svolgere oggi alcune
riflessioni in aula e porgere alcuni ringraziamenti.
Certamente, ai componenti della Commissione ed al presidente
in particolare per l'impegno profuso su questo lavoro
difficile e complesso; a lei, Presidente della Camera per
avere ideato la Commissione ed ai colleghi dell'Assemblea per
averla voluta e varata. Stiamo per esaminare e varare un
provvedimento di grande importanza, anche se certo esso
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non costituisce il rimedio e la risoluzione di tutti i mali
prodotti dalla corruzione che - sia ben chiaro - oggi ancora
esiste, forte, nel nostro paese ed è sicuramente più raffinata
rispetto al passato. Questo provvedimento non costituisce una
panacea, ma certamente un primo momento di contrasto per
attutire questo fenomeno drammatico che ancora attanaglia il
nostro paese. Questo provvedimento serve anche - mi sia
consentito dirlo - per dare un messaggio a quanti nel nostro
paese guardano con sospetto e prevenzione a questo palazzo.
Sospetto e prevenzione che a volte colpiscono taluni di noi
privandoli di serenità e di lucidità di giudizio, quasi che
ciascuno non dovesse esprimere ciò che sente come giusto, ma
ciò che la gente pensa sia giusto.
Questa sorta di riserva mentale ha colpito, all'inizio dei
lavori, anche la nostra Commissione. Sarebbe ora sciocca
polemica segnalare chi ne sia stato colto di più chi di meno,
ma questa riserva mentale, lo ripeto, ha colpito anche la
nostra Commissione. Credo sia giunto il momento di abbandonare
i fantasmi del passato, di guardare al presente e al futuro di
questa Camera, occupata oggi per la stragrande maggioranza da
deputati seri e onesti. Guai a non guardare al futuro e
rimanere prigionieri di errori del passato, che non vedono
coinvolti i deputati di oggi.
Strada facendo, nei lavori, nel percorso della
Commissione, si è capito, ci si è conosciuti meglio, è
cominciata una sorta di reciproca fiducia e di costruttiva
lealtà. A questo punto, straordinario - gliene devo dare atto
- è stato l'intervento del Governo, che con il ministro della
funzione pubblica e con il sottosegretario Bettinelli ha
seguito i lavori della Commissione momento per momento, dando
appunto un contributo perché ci si avviasse verso la strada
più giusta, che non fosse quella di pensare ad un organismo
"mostro", che in qualche modo costituisse un incubo per i
dirigenti e i dipendenti delle pubbliche amministrazioni;
questo Garante avulso e autonomo, nella pienezza
dell'autonomia, titolare di poteri enormi, quali addirittura
la possibilità di fare perquisizioni (sebbene autorizzate
dall'autorità giudiziaria), ispezioni, controllo di patrimoni
anche di terzi. Si è capito che la strada non era quella
giusta e ancora una volta l'intervento del Governo ha rimesso
in carreggiata questo lavoro.
Ecco perché gran parte degli emendamenti sono stati
recepiti dalla Commissione, che li ha fatti propri, sia pure
con qualche modifica, ed ecco perché in molti casi è stato
rivolto un invito al ritiro. Si è pensato quindi che lo
strumento più idoneo fosse la costituzione di una commissione
di garanzia, che utilizzasse gli organismi propri di ciascun
ministero, propri di ciascuna pubblica amministrazione. E si è
pensato di costituire una anagrafe patrimoniale, che potesse
servire da monitoraggio permanente per i dirigenti, per i
magistrati, per i politici.
Ribadisco di essere particolarmente lieto anche perché
ritengo che sull'approvazione di queste norme possa finalmente
esservi un voto vicino all'unanimità e questo sì costituirebbe
per il paese la prova che si è lavorato con coscienza, con
serenità, con moralità, ma soprattutto con onestà. Grazie
(Applausi).
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