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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


343758
STA0297-0109
Stenografico d'Aula n. 297 del 15 gennaio 1998 (STA13-297)
(suddiviso in 618 Unità Documento)
Unità Documento n.109 (che inizia a pag.34 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.88)
SEGUITO DISCUSSIONE: C244, C403, C780, C1417, C1628, C2327, C2576, C2586, C2610. ...(Esame dell'articolo 1 - A.C. 244) LAVASS
...SEGUITO DISCUSSIONE: C244, C403, C780, C1417, C1628, C2327, C2576, C2586, C2610. ...(Esame dell'articolo 1 - A.C. 244)
ERNESTO BETTINELLI, Sottosegretario di Stato per la funzione pubblica. ZZGOV GOVERNO
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
ZZSTA ZZRES ZZSTA150198 ZZSTA980115 ZZSTA000198 ZZSTA000098 ZZSTA297 ZZ13 ZZDI ZZLL
                              Pag. 34
 
    ERNESTO BETTINELLI,  Sottosegretario di Stato per la
  funzione pubblica.  Signor Presidente, signore deputate e
  signori deputati, è assolutamente vero e incontroverso che
  l'opinione pubblica e i cittadini, soprattutto, attendono da
  tempo, da troppo tempo forse, dal Parlamento e dal Governo
  misure concrete ed efficaci contro i frequenti e diffusi
  episodi di corruzione che ancora si verificano ai vari livelli
  della nostra vita politica e amministrativa.
     Anche recentemente le più alte autorità dello Stato (e
  lei, signor Presidente, in particolare) hanno invocato
  l'urgenza e la necessità di far pervenire al paese un segnale
  preciso e forte.
     Si dovrebbe trattare di un segnale preciso perché non
  inconcludente, bensì manifestazione di volontà non effimera di
  conseguire finalmente risultati effettivi e visibili, al fine
  di ottenere se non la completa, certamente impossibile,
  rimozione del fenomeno della corruzione e della disinvolta
  malamministrazione, quanto meno la sua sostanziale riduzione.
  Si dovrebbe trattare inoltre di un segnale forte in quanto
  espressione di comune consapevolezza e di uno sforzo
  tendenzialmente convergente o addirittura unanime del
  Parlamento e del Governo, che pertanto riesca a superare le
  logiche e le contrapposizioni di schieramento fisiologiche in
  ogni sistema democratico maturo quando sono in gioco scelte
  politiche, ma patologico quando si devono affrontare questioni
  fondamentali e vitali per una sicura ed onesta convivenza.
     Proprio con questo spirito ed in questa prospettiva questa
  Camera deliberò nella seduta del 26 settembre 1996
  l'istituzione di una Commissione speciale per l'esame dei
  numerosi progetti di legge indirizzati alla prevenzione e alla
  repressione dei fenomeni di corruzione.
     Come è noto, l'impegno della Commissione si è protratto
  oltre i termini originariamente previsti.  Il lavoro è stato
  particolarmente faticoso ed incerto.  In una prima fase il
  Governo è stato rappresentato dal Ministero di grazia e
  giustizia ed in una seconda fase, dopo la discussione generale
  in Assemblea, è invece intervenuto il dipartimento della
  funzione pubblica.  Questa successione non è imputabile ad una
  carenza di coordinamento, ma è stata dettata dalla necessità
  di considerare con la dovuta attenzione tutti i punti di
  vista, con riguardo in particolare alla riforma delle
  pubbliche amministrazioni avviata con le leggi Bassanini;
  riforma che scommette sulla autonomia, sul decentramento,
  sulla semplificazione dei procedimenti e dei rapporti tra
  cittadini ed amministrazioni, sulla diffusa
  responsabilizzazione e professionalizzazione di tutti i
  soggetti che operano attivamente nelle pubbliche
  amministrazioni sia a livello centrale che periferico.
  Insomma, si tratta di una riforma davvero generale che tenta
  di raggiungere l'obiettivo del riordino non solo attraverso
  una più razionale ridistribuzione dei compiti amministrativi,
  ma anche attraverso una ambiziosa opera di
  reingegnerizzazione, di innovazione strumentale con il ricorso
  alle più moderne tecnologie informatiche e infine attraverso
  una radicale revisione dell'ordinamento del pubblico impiego a
  partire dall'accesso fino alla definizione di nuove forme
  contrattuali.
     La Commissione speciale si è trovata poi di fronte alla
  necessità di valutare nuovi importanti contributi provenienti
  dalla società civile, in particolare dalla comunità degli
  studiosi, come la relazione finale della cosiddetta
  commissione Minervini, istituita con decreto del ministro
  della funzione pubblica nel novembre del 1996; una commissione
  comunque indipendente, occorre precisare, anch'essa rivolta ad
  analisi e proposte in materia di disfunzioni e di illiceità
  nella pubblica amministrazione.
     Questa relazione è stata presentata senza ritardi, come
  previsto nel novembre 1997.  La Commissione speciale ravvisava
  responsabilmente la necessità di effettuare ulteriori
  approfondimenti rispetto al testo ed alle soluzioni in
  precedenza elaborate e pur votate dalla medesima
  all'unanimità, al punto da organizzare in data 20 novembre
  1997 un convegno sull'argomento.
 
                              Pag. 35
 
     A tale importantissimo convegno, non casualmente aperto
  dal Presidente di quest'Assemblea, sono intervenuti
  autorevolissimi studiosi, tra cui il professor Sabino Cassese,
  che ricordo in quanto già membro del comitato di studio
  istituito dal Presidente della Camera in concomitanza con la
  nomina della Commissione speciale.  Per il Governo intervenne
  il ministro Bassanini.
     Mi sono permesso di ricordare questi passaggi
  significativi non solo per sottolineare l'estrema sensibilità
  ed apertura della Commissione speciale (egregiamente
  presieduta dal deputato Giovanni Meloni, disponibile a
  rimettere in discussione il proprio precedente lavoro ed
  alcune delle proprie conclusioni) ma anche per mettere in
  rilievo l'estrema difficoltà e la delicatezza della materia su
  cui oggi l'Assemblea riprende la discussione per approdare
  velocemente al voto finale con piena soddisfazione di tutte le
  parti - come il Governo si augura - e per onorare gli impegni
  assunti da tutti nei confronti dei cittadini.
     Da quel momento, cioè dalla fine del mese di novembre, è
  cominciato nuovamente un confronto serrato ma operoso,
  rispettoso e concludente tra Governo e Commissione, tra tutti
  i membri della Commissione senza pregiudizi di sorta.  E'
  prevalsa quella volontà convergente che segnalavo all'inizio,
  non la ricerca di un mediocre o, peggio, pasticciato
  compromesso (a cui anche personalmente non sarei stato
  disponibile) ma la costruzione di una disciplina efficace e
  coerente con l'impostazione delle riforme in atto della
  pubblica amministrazione.
     Il Governo ha in particolare insistito perché la nuova
  autorità di garanzia venisse configurata a struttura
  rigorosamente collegiale - una Commissione appunto - ad
  evitare dannose personalizzazioni ed il diffondersi
  dell'illusione che un fenomeno così complesso, multiforme come
  la corruzione, alimentato da cause diverse anche sotto il
  profilo ambientale, possa essere aggredito con successo da un
  novello e prode San Giorgio, pronto a cimentarsi in campo
  aperto con un drago feroce ed orribile a vedersi, ma subito
  riconoscibile.  La verità è che il più delle volte la
  corruzione non è né feroce né appare subito devastante; è
  invece insidiosa, insinuante, fino ad apparire...
 
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