GIOVANNI MELONI,  Presidente della Commissione speciale
  per la prevenzione e la repressione dei fenomeni di
  corruzione.  Presidente, non vorrei che corressimo il
  rischio, con una serie di restrizioni ad imbuto, di giungere a
  fare dell'ambito di operatività di questa legge una cosa
  francamente, come dire, talmente insignificante da essere
  ridicola.
     Vorrei sottolineare che rispetto al paese che ci guarda
  forse è meglio non fare nessuna legge anticorruzione piuttosto
  che una mascherata di legge anticorruzione  (Applausi dei
  deputati dei gruppi di forza Italia, di alleanza nazionale e
  di deputati del gruppo dei popolari e democratici-l'Ulivo)!
  C'è questo grosso rischio, signor Presidente.  Io lo segnalo e
  credo che non sia nella volontà di nessuno fare una sorta di
  burletta.  Però, il rischio che corriamo è questo, se
  continuiamo a restringere tutto e se continuiamo a far sì che
  la commissione che stiamo creando o le altre regole alle quali
  pensiamo vengano sostanzialmente vanificate.  E' una
  riflessione alla quale occorre por mente.
     Quanto alla questione specifica posta dal collega Massa,
  credo che se anche abbiamo sollevato dal controllo consiglieri
  comunali, regionali e provinciali, non si vede perché poi
  debba meccanicamente togliersi questo controllo anche nei
  confronti di coloro che acquistano beni e servizi, a coloro
  che hanno responsabilità amministrative all'interno dei
  comuni.  Ciò equivale a dire che non vogliamo controllare né
  chi ha responsabilità politiche né chi ha responsabilità
  amministrative, non vogliamo cioè controllare nessuno.  La
  beffa alla quale mi riferivo può esattamente consistere in
  questo.